I  BORBONI  DI  NAPOLI

 

Di Alexandre Dumas

 

Libro IV 

 

CAPITOLO V

 

Questa speranza, alla quale Sir William Hamilton si abbandonava nella serata del 27 giugno, si verificò il 29 al mattino.

Dopo la capitolazione, Caracciolo, riguardandosi co­me compreso in essa, era uno di quelli che non avean voluto abbandonar la loro patria, e s'era ritirato a Cal­vezzano; ma, vedendo che Nelson ricusava di riconosce­re i trattati, e comprendendo il pericolo che correva, s'era nascosto in un piccolo podere, aspettando che i suoi amici gli procurassero il modo d'allontanarsi dal Regno.

Un servitore, nel quale ei riponeva ogni fiducia, lo tradì, o, per dir meglio, lo vendette. Nelson, avvertito del luogo ove si trovava Caracciolo, vi mandò ad arre­starlo quello stesso Scipione la Marra, che era stato tan­to raccomandato dalla Regina al Cardinale, allorchè gli aveva mandata la sua bandiera.

Costui arrestò Caracciolo nella notte del 28 al 29. Se­condo la raccomandazione di Nelson, il fè imbarcare al Granatello, cioè poco più in là di Portici ‑ attesochè egli temeva che, se gli facesse attraversare il ponte della Maddalena, il Cardinale lo liberasse ‑‑ ed il fè con­durre direttamente a bordo del Foudroyant.

La morte di Caracciolo era stata promessa da Nelson a Ferdinando ed a Carolina, e si è veduta la raccomandazione fatta intorno a lui dal Re e dalla Regina al Cardinale Ruffo, che si sarebbe guardato bene dal tenerne conto.

Per timore che Nelson dimenticasse la sua promessa Emma Lyonna era sempre là a rammentargliela.

La lettera seguente, scritta nella mattinata del 29, ad Acton, dallo stupido e crudele marito di quella cortigiana, riflette quell'odio in tutta la sua bassezza, ed in tutta la sua profondità.

«A bordo del Foudroyant, 29 giugno 1799.

« SIGNORE.

« Ho ricevuto tre lettere di Vostra Eccellenza in data del 25, ed una in data del 26, e sono ben contento di vedere che tutto ciò che lord Nelson ed io abbiam fatto finora ha avuto l'approvazione di Sua Maestà Siciliana. Il Cardinale non vuò mischiarsi della resa di Santelmo, ed ha mandato il Duca della Salandra per mettersi d'accordo con lord Nelson su ciò che dovrà farsi per attaccarlo. Il Capitano Troubridge comanderà le milizie Inglesi e le Russe; voi arriverete con qualche buon artigliere; il Duca della Salandra sarà il comandante in capo, e Trobridge non vi ha fatto nessuna opposizione.

« Insomma mi lusingo che quest'importante affare sarà ben presto terminato; e che la bandiera del Re sventolerà fra pochi giorni su Santelmo, siccome sventola già sulle altre castella.

« Abbiamo testè avuto lo spettacolo di Caracciolo, pallido, con una lunga barba, mezzo morto, e con gli occhi bassi, condotto ammanettato a bordo di questo vascello, ove si trova in questo momento, insieme col figlio di Cassano D. Giulio, il prete Pacifico, ed altri traditori infami. Io suppongo che si farà subito giustizia de' più colpevoli. In verità è una cosa da fare orrore; ma io, che conosco la loro ingratitudine, ed i loro delitti, ne ho risentito minor pena delle altre numerose persone che hanno assistito a questo spettacolo. Io credo che sia una cosa buona che noi abbiamo a bordo de' nostri legni i principali colpevoli, nel momento in cui si va ad attaccare S. Elmo, poichè potremo così tagliare una testa per ogni palla di cannone che i Francesi tireranno sulla città di Napoli.

« Non posso dirvi nella dippiù, attesocchè lord Nelson manda i dispacci del Cardinale a Palermo.

« Addio mio caro Signore, ecc.,

 

« W. HAMILTON »

 

« P. S. Venite, se è possibile, per accomodare ogni cosa, ed io spero che aggiusteremo prima del loro arrivo parecchi affari che potrebbero cagionar della pena alle Loro Maestà. Il processo di Caracciolo è continuato dagli uffiziali di S. M. Siciliana e, se è condannato, come credo, sarà subito eseguita la sentenza. Egli sembra già mezzo morto per la stanchezza. Desiderava essere giudicato da uffiziali inglesi. Il bastimento parte per Palermo. Non vi dico nulla dippiù per ora. »

Il sig. William Hamilton poteva questa volta, senza timore d'ingannarsi annunziare che il processo si farebbe rapidamente. Ecco gli ordini dati da Nelson per non far aspettare l'accusato.

 

« Al capitano Conte di Thurn, comandante le fregata di

Sua Maestà Siciliana la Minerva.

 

« Per ordine di Orazio Nelson, ecc.

« Poichè Francesco Caracciolo, commodoro di Sua Maestà Siciliana, è stato fatto prigioniero, ed è accusato di ribellione contro il suo legittimo Sovrano, e d'aver fatto fuoco contro la bandiera reale, issata sulla fregata la Minerva, che si trovava sotto i vostri ordini;

« Voi siete richiesto, ed, in virtù della presente, vi si comanda, di riunire cinque de' più antichi uffiziali che si trovino sotto il vostro comando, ritenendone voi la presidenza, ed informarvi per conoscere se il delitto, di cui il detto Caracciolo è accusato, può esser provato ; e, se ne risulta colpevole, dovete indirizzarvi a me per sapere qual pena deve subire. »

« A bordo del Foudroyant; Golfo di Napoli,

 

29 Giugno 1799.

 

« NELSON.

 

Così, come si vede dalle poche parole che abbiamo sottolineate, non era il consiglio di guerra che faceva il processo, non erano i giudici che avean riconosciuta la colpa, che dovevano indicare la pena secondo la loro coscienza ‑ era Nelson, il quale non assisteva, nè all'istruzione del processo, nè all'interrogatorio, e che, durante quel tempo, parlava forse d'amore con la bella Emma Lyonna; era Nelson, che, senza aver preso contezza dell'accusa, s'incaricava di determinare la pena, e di pronunziare la sentenza.

Il processo cominciò immediatamente, a bordo del Foudroyant, sopra un bastimento inglese, sul bastimento di Nelson, poichè, come lo dicono ingenuamente i signori Clarke e Mac Arthur nella loro vita di Nelson, l'Ammiraglio, temendo che, se il processo fosse fatto a bordo d'un bastimento napolitano l'equipaggio si fosse ribellato, ‑ tanto Caracciolo era amato da tutta la marina, il processo, dicevamo, cominciò immediatamente, calpestando tutte le leggi internazionali, poichè Nelson non aveva nessun diritto di giudicare un suo eguale, che, se pure era colpevole, era tale verso il Re delle Due Sicilie, e non verso il Re d'Inghilterra.

Ed ora, perchè non ci si accusi di simpatia per Caracciolo, e d'ingiustizia per Nelson, togliamo dagli stessi panegiristi dell'ammiraglio inglese, signori Clarke e Mac Arthur, il processo verbale del giudizio che, del resto, abbiamo invano cercato altrove. Questo processo verbale, semplice siccome è, ci sembra molto più commovente del romanzo inventato da Coco, e riprodotto da Colletta.

Ma ponghiamo prima sotto gli occhi del lettore il racconto di questi due storici; il nostro seguirà immediatamente.

Cominciamo da quello di Coco.

« Caracciolo Francesco, scrive Coco, era senza contraddizione uno de' primi geni che avesse l'Europa. La nazione lo stimava, il re lo amava; ma che poteva il re? Egli fu invidiato da Acton, odiato dalla regina, e perciò sempre perseguitato. Non vi fu alcuna specie di mortificazione a cui Acton non lo avesse assoggettato; si vide ogni giorno posposto.... Caracciolo era di quei pochi che al più gran genio riuniva la più pura virtù. Chi più di lui amava la patria? Che non avrebbe fatto per lei? Diceva che la nazione napolitana era fatta dalla natura per avere una gran marina, e che questa si avrebbe potuto far sorgere in pochissimo tempo :avea in grandissima stima i nostri marinari. Egli morì vittima dell'antica gelosia di Thurn e della viltà di Nelson. Quando gli fu annunziata la morte, egli passeggiava sul cassero ragionando della costruzione di un legno inglese che era dirimpetto, e proseguì tranquillamente il suo ragionamento. Intanto un marinaro avea avuto l'ordine di preparargli il capestro: la pietà glielo impediva... Egli piangeva sulla sorte di quel generale sotto i di cui ordini aveva tante volte militato. Sbrigati, gli disse Caracciolo; è ben grazioso che mentre io debbo morire, tu debbi piangere, Si vide Caracciolo sospeso come un infame all'antenna della fregata Minerva; il suo cadavere fu gittato in mare. Il re era ad Ischia e venne nel giorno susseguente, stabilendo la sua dimora nel vascello dell'ammiraglio Nelson. Dopo giorni il cadavere di Caracciolo apparve sotto il vascello sotto gli occhi del re, ... fu raccolto dai marinari che tanto l'amavano e gli furono resi gli ultimi offici nella chiesa di S. Lucia, che era prossima alla sua abitazione ‑ offici tanto più pomposi quanto che, senza fasto veruno e quasi a dispetto di chi allora poteva tutto, furono accompagnati dalle lagrime sincere di tutt'i poveri abitanti di quel quartiere che lo riguardavano come il loro amico ed il loro padre. »

Passiamo ora a quello di Colletta più pomposo, ma più erroneo ancora di quello di Coco.

« L'ammiraglio Caracciolo, dic'egli, preso per tradimento di un servo da remoto asilo, fu chiesto da Nelson al Cardinal Ruffo e credevasi, per salvare un prode tante volte compagno ai pericoli della guerra e del mare; si che, rammentando il rancore che le arti marinaresche del Caracciolo avevano talvolta concitato nell'altro, si laudava la magnanimità del vincitore. Ma questi, che sua mala fortuna e cieco amore avevano destinato alle vergogne, volle in mano il rivale per saziarsene di vendetta. E quindi al giorno stesso e sul proprio vascello adunò corte marziale di uffiziali napolitani e ne fece capo il conte di Thurn, perchè primo in grado. La qual corte udite le accuse, quindi l'accusato (in discorso, però che il processo scritto mancava), credè giusta la inchiesta di esaminare i documenti e i testimoni della innocenza, di che avvisato lord Nelson scrisse : « non essere necessarie altre, dimore ». E allora quel senato di schiavi condannò l'infelice Caracciolo a perpetua prigionia; ma Nelson saputo dal presidente Thum la sentenza, replicò « la morte ». E morte fu scritto dove leggevasi prigionia. Si sciolse l’infame concilio alle due dopo il mezzodì, e nel punto stesso Francesco Caracciolo, principe napolitano, ammiraglio di armata, dotto in arte, felice in guerra, chiaro per acquistate glorie, meritevole per servigi di sette lustri alla patria ed al re, cittadino egregio e modesto, tradito dal servo nelle domestiche pareti, tradito dal compagno d'armi lord Nelson, tradito dagli uffiziali, suoi giudici, che tante volte aveva in guerra onorati, cinto di catene, menato su la fregata napoletana la Minerva (rinomata ancor essa tra i navilii per le felici battaglie di lui), appiccato ad un'antenna come pubblico malfattore, spirò la vita : e restò esposto, per chi a ludibrio, per chi a pietà, sino alla notte; quando, legando al cadavere un peso ai piedi fu gettato nel mare ».

Rendiamo giustizia al patriottismo, che ha dettato questo racconto, rendiamo giustizia alla forma a in cui è stato scritto ; ma facciamo notare gli errori dell'illustre storico, ciò non solo è nostro diritto, ma è nostro dovere.

Riprendiamo il nostro racconto, e lasciamogli tutta la responsabilità del processo verbale da cui lo togliamo:

« Il Quadrato formatosi sul Foudroyant era aperto, secondo l'uso, e tutti potevano entrarvi.

« Il tribunale, secondo l'attestato degli uffiziali inglesi che capivano l'italiano, fece il suo dovere, o almeno ebbe l'apparenza di farlo [*1]  onorevolmente, ed imparzialmente.

« Caracciolo fu introdotto ; pareva un uomo sui settant'anni  [*2] . Il suo aspetto era quello di persona assuefatta ad imporre ubbidienza; il suo volto aveva l'espressione d'una calma severa ; le dimande che gli vennero fatte eran tali da rendergli facile il giustificarsi ; a tutte queste domande egli rispose procurando di provare che era stato costretto a servire la repubblica, e che anzi egli faceva da lungo tempo il servizio da semplice soldato, allorchè gli fu offerto il comando della marina napoletana [*3] , qual comando gli fu impossibile di ricusare; questa impossibilità di prigioniero procurò di provarla più volte; ma le pruove che dette non furon trovate buone dal tribunale, anzi fu dimostrato che l'accusato aveva avuto più volte l'occasione di fuggirsene se avesse voluto, e quando gli si domandava perchè non aveva profittato di queste occasioni, non potè su ciò soddisfare il tribunale. Caracciolo rispose nondimeno con fermezza, e con molta calma, dimodocchè la maniera onde si condusse, gli conciliò la simpatia degli uffiziali, che sentirono il loro cuore mosso da compassione per lui.

« La seduta fu chiusa. La colpa era provata.

«Essendo stata trasmessa a Nelson la decisione del consiglio di guerra dal presidente del tribunale, Sua Signoria emanò immediatamente l'ordine seguente:

« Al Commodoro Conte di Thurn, ecc.

« Per ordine d'Orazio Lord Nelson ecc.,

« Poichè il Consiglio di guerra, composto d'uffiziali al servizio di Sua Maestà Siciliana, è stato riunito per giudicare Francesco Caracciolo sul delitto di ribellione verso il suo Sovrano, e poichè il detto consiglio, avendo pienamente provato il detto delitto, ha, col fatto, renduto contro il detto Caracciolo un giudizio che ha per conseguenza la pena di morte.

« Voi siete, con la presente, richiesto e vi si ordina di far eseguire la detta sentenza di morte contro il detto Caracciolo per mezzo della impiccagione alla antenna dell'albero di trinchetto della fregata la Minerva, appartenente a Sua Maestà Siciliana, la qual fregata si trova sotto i vostri ordini. La detta sentenza dev'eseguirsi oggi alle cinque dopo mezzogiorno; e dopo essere rimasto sospeso fino al tramontar del sole, farete tagliare la corda e gettare il cadavere in mare.

« A bordo del Foudroyant, Napoli 29 giugno 1799.

 

« NELSON.»

 

Seguitiamo a citare la relazione inglese nella sua terribile nudità.

« Durante quell'ora solenne, che corre fra il giudizio e l'esecuzione della sentenza, Caracciolo due volte pregò il luogotenente Partkinson d'andare ad intercedere da parte sua presso lord Nelson: la prima volta perchè il suo processo fosse riveduto, e la seconda per ottenere d'esser fucilato invece d'esser impiccato.

« ‑ Io sono quasi un vecchio, signore, gli disse, non lascio una famiglia che pianga la mia morte, non si supporrà che alla mia età, ed isolato siccome sono, io abbia una gran pena ad abbandonar questa vita, ma la onta d'essere impiccato m'è insopportabile, e mi spezza il cuore.

« Lord Nelson rispose:

« ‑ Caracciolo è stato imparzialmente giudicato da uffiziali della sua propria nazione; io non ho il diritto d'intervenire ».

Così, avendo avuto il diritto d'intervenire per condannare, non aveva quello d'intervenire per far grazia! !

 « E siccome il luogotenente Partkinson insisteva con molta forza sul secondo articolo, cioè sul favore che chiedeva Caracciolo d'essere fucilato invece di essere impiccato, Nelson rispose con collera:

 Andate, Signore, ed impicciatevi de'fatti vostri ».

 Allora Caracciolo domandò come ultima risorsa, al luogotenente Partkinson se credesse che, dirigendosi a Lady Hamilton egli potesse essere più fortunato.

« Partkinson andò sul cassero, ma non potè giungere fino a Lady Hamilton. Ritornò allora presso Caracciolo. Eppure ella fu presente all'esecuzione della sentenza [*4] .

« Alle cinque dopo mezzogiorno Caracciolo fu preso a bordo del Foudroyant, e trasportato a bordo della Minerva, ove fu impiccato all'antenna dell'albero di trinchetto.

« Il suo corpo fu di poi trasportato ad una distanza considerevole, ed immerso nella baja di Napoli ».

Ci sembra che questa debba essere la verità, più è semplice e nuda, tanto più essa è terribile.

Il Caracciolo di Coco è una specie di bravaccio che mette in ridicolo i suoi carnefici, schernisce la morte e prende un attitudine studiata per la posterità.

Il Caracciolo, che ci dà la nostra storia, è un uomo che non teme la morte, ma che fa quanto può per evitare una morte ignominiosa.

Il rapporto dell'esecuzione della sentenza fu fatto nei termini seguenti dal Conte di Thurn che n'era incaricato:

« E' dato avviso a Sua Eccellenza, l'Ammiraglio Lord Nelson, che la sentenza di Francesco Caracciolo è stata eseguita nel modo ch'egli aveva detto ».

« A bordo della fregata di S. M. la

Minerva il 29 giugno 1799.

 

« IL CONTE DI THURN.

Nel ricevere il rapporto del Conte di Thurn, Nelson che, del resto, avea tutto veduto insieme con Emma Lyonna dal bordo del Foudroyant, scrisse al Generale Acton:

 

« SIGNORE,

 

« Non avendo il tempo di mandare a Vostra Eccellenza il processo fatto a quel disgraziato di Caracciolo, io posso dirvi soltanto che è stato giudicato questa mattina, e che s'è sottoposto alla giusta sentenza pronunziata contro di lui. Mando a Vostra Eccellenza la mia approvazione tal quale l'ho scritta:

« Approvo la sentenza di morte pronunziata contro Francesco Caracciolo, ed essa sarà eseguita a bordo della fregata di Sua Maestà Siciliana, la Minerva, oggi alle cinque ».

« Ho l'onore ecc., « H. NELSON. »

Lo stesso giorno, con lo stesso corriere, Sir William Hamilton scriveva la seguente lettera, che prova con quale accanimento Nelson aveva seguito, circa l'ammiraglio napoletano, le istruzioni del Re e della Regina.

 

« A bordo del Foudroyant, 29 Giugno 1799.

 

« Mio caro Signore.

« Ho appena il tempo d'aggiungere alla lettera di Lord Nelson che Caracciolo è stato condannato dalla maggioranza della Corte marziale, e Lord Nelson ha ordinato che l'esecuzione della sentenza avesse luogo oggi alle cinque dopo mezzo giorno all'antenna dell'albero di trinchetto della Minerva, e che il suo corpo fosse poi immerso nel mare. Thurn ha fatto osservare che si soleva accordare ai condannati 24 ore per provvedere alla loro anima: ma gli ordini di Lord Nelson sono stati mantenuti, sebbene io avessi appoggiato l'opinione di Thurn. Gli altri colpevoli sono rimasti a disposizione di S. M. Siciliana a bordo delle polacche circondate dalla nostra flotta. Tutto quel che pensa e fa Lord Nelson gli è dettato dalla sua coscienza, e dal suo onore, ed io credo che alla fine le sue determinazioni saranno riconosciute come le migliori che potessero prendersi. Per l'amore di Dio procurate che il Re venga almeno a bordo del Foudroyant e che innalzi, se si può, il suo stendardo reale.

« Domani attaccheremo S. Elmo. Iddio favorisca la buona causa! Il dado è gettato. Noi dobbiamo ora tener fermo per quanto è possibile.

« Per sempre vostro ecc.,

« W. HAMILTON.

Si vede che, malgrado il convincimento che le determinazioni di Nelson fossero le migliori che si potessero prendere, sir William Hamilton e coloro di cui egli era l'interprete, desideravano vivamente che il Re sanzionasse con la sua presenza a bordo del Foudroyant la terribile sentenza che era stata pronunziata.

Questa sentenza e la sua esecuzione sono così descritte nel giornale quotidiano del vascello Foudroyant.

« Sabato 29 Giugno ‑ il tempo essendo tranquillo ma, coperto di nuvole è arrivato il vascello di Sua Maestà Fedelissima il Rainha, ed il Brick Balloon: una corte marziale è stata riunita, ha giudicato, condannato ed impiccato Francesco Caracciolo a bordo della fregata napoletana la Minerva ».

E mediante queste tre linee il Re fu rassicurato, la Regina fu soddisfatta, Emma Lyonna fu maledetta e Nelson disonorato.

 

 

 

 

 

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 [*1]         Every thing appeared to be fairly and honourably conducted.

 [*2]        Non ne aveva 48, l'abbiam già detto.

 

 [*3]        Si rammenti quel frammento di lettera, già citato, di Troubridge a Nelson « Vengo a sapere In questo momento che Caracciolo ha l'onore di montar la guardia come semplice soldato. Ieri è stato veduto far &a sentinella a Palazzo. Egli ha ricusato di prender servizio. Io credo che I giacobini obblighino tutti ».

 

 [*4]         She was present at the execution.