|
CARLO DE NICOLA DIARIO NAPOLETANO |
AGOSTO 1800
Venerdì primo agosto. Un ragazzo di dodici anni
circa che andava raccogliendo immondezze per Napoli con un somaro, si è trovato
ammazzato e nascosto nella stessa stuora fra le immondezze da un ladro che fu
arrestato nell'atto che voleva vuotare per terra le stuore per andarsi a
vendere il somaro. Ecco i fatti che accadano in mezzo Napoli.
Sabato due agosto. Si è sparsa voce
che i commessarii Francesi siano giunti in Roma ed abbiano ordinato alle nostre
truppe di evacuarla. Non mancano alla giornata delle notizie allarmanti.
E' arrivato da Palermo il principe
di Sassonia che n'è tornato disgustato col Re e generale Acton, ai quali parlò
forte per la condotta impropria di non voler dare situazione agli uffiziali del
vecchio esercito. Si dice che sia risoluto di abbandonare il servizio e
ritirarsi, e che sia qui venuto ordine dì non darseli il passaporto.
Domenica 3. Le lettere di Roma
niente dicono del ritiro di nostre truppe, e pure qui vi è chi sostiene che
sono ritirate ai confini. E’ certo che il consigliere Frammarino continua a
stare in Roma ed ha da Sua Santità avuto il titolo di duca. Non ci starebbe
certamente se le nostre truppe col generale Naselli che le comanda si fossero
ritirate.
Si sente che Prussia abbia
cominciate le ostilità contro la Francia a causa della violata neutralità. Si è
publicata questa mattina la notizia dell'armistizio al Reno, dagli articoli del
quale si vede che la situazione dell'Imperatore è poco di buono, essendo i
Francesi molto inoltrati. Si spera quasi di sicuro la pace generale con la
mediazione della Prussia, sebene si continui a sostenere che vi sia anche
quella di Russia.
Nel giorni passati fu qui publicata
una lotteria per conto della corte. Si lottano 30Om. ducati di effetti di
monasteri soppressi divisi in 50 premi, il piú grande di D/. 52m., il più
piccolo di D/. 1800, questi si estraggono fra 600 biglietti ciascuno dei quali
si paga D/. 500 contanti. Di questi biglietti ne sono stati assegnati forzosi
120 al celo dei negozianti, dugento agli avvocati a carico dei consegnatarii:
settanta ai monti di famiglia, Ciarletta, Monte grande, Monte dei trenta,
quello dei ventinove, dei Capeci, dei Carafa, dei Giunti, dei Caraccioli, dei
Ruffi. La estrazione dovrà farsi il giorno 15 agosto corrente. Siccome però si
lascia la facoltà di poter comprare i fondi medesimi, cosi sento che i
negozianti e i Monti abbiano dichiarato, voler comprare non già starne alla
sorte. Questa lotteria fa vedere in quale stato di deficienza di contante sia
l'erario Regio. Nel proemio del dispaccio si dice che ciò si fa perché S. M.
non vuol mettere mano a nuove imposizioni per le urgenze dello Stato, se non
esauriti tutti gli altri mezzi.
Lunedì 4. Con dispiacere e
malcontento universale si è sentito essere venuta da Palermo la determinazione
di doversi mandare ripartiti in Trapani, Ventotene, ed altre isole i Cavalieri
di Città a consumare il tempo di loro condanna. Fa compassione il duca di
Cantalupo che per sei mesi dovrà essere trasportato non so dove. Si continua lo
stesso sistema di gittare il disgusto in ogni ceto, non si puol fare sistema
più impolitico nelle attuali circostanze.
Martedì 5. Il duca di Salandra ed
il principe di Sassonia si sono protestati di voler servire da volontarj
anzicché comandare a truppe di gente in massa senza disciplina.
Mentre si muore per la mancanza di
numerarlo, si sente che S. M. la Regina lo profonde nel viaggio.
Le truppe che sono in Roma hanno
avuto l'ordine di mandar via le donne e tuttociò che puol ritardare una marcia
subitanea.
Ciò fa vedere che si teme di
potersi ritirare a rompicollo.
Mercordí 6. E accaduto il seguente
fatto che in altri tempi avrebbe richiamata tutta l'attenzione del Governo.
Passeggiavano per s. Lucia a mare due giovani sposi, venne adocchiata la donna
da alcuni uffiziali Moscoviti, i quali avvalendosi dell'aiuto di parecchi
soldati o marinari dei loro legni stessi, la strapparono dal fianco del marito,
e postala per forza fra le braccia dei marinai la trasportarono verso mare per
imbarcarla ed averla cosí interamente in loro balia. Tentò opporsi sulle prime
il marito, ma soverchiato dal numero dei rattori corse a cercare aiuto alle
guardie di Palazzo, che sentendo autori del fatto i Moscoviti, non volle
prendersene briga.
La donna intanto facendo strepito e
gridando chiamò l'atterizione di qualche Luciano, che vedendo di che trattavasi
fece gente, accorsero cori remi e pietre a liberarla, e di fatti gli riuscí,
perché svenuta essendo la povera donna, i Moscoviti per mettersi in difesa la
posero a terra, ma furono costretti a scappare, perché la folla dei difensori
di quella infelice semprepiú crebbe. Cosicché a pietre e mazze furono ben bene
battuti. Quali saranno le consegnenze di questo fatto lo vedremo o sentiremo.
Anche giorni sono ebbe una fiera
bacchetta un basso uffiziale Moscovita, che fingendo biglietti di alloggio pei
luoghi vicini a Napoli, andava commettendo ricatti.
Giovedí 7. Sta in Napoli uno dei
comandanti delle truppe di massa, il celebre Pronio. Con carrozza di affitto
girava per porta Costantinopoli, che disgraziatamente fu investita dalla
carrozza del marchese di Cicerano, per quanto mi si dice, ed all'urto di quella
non reggendo ebbe l'asse spezzato, per cui andò per terra. Pronio volle
bastonare il cocchiere di Cicerano, il quale si diede col suo legno alla fuga.
Intanto che avvenne? Il popolo accorso intese che Pronio colla carrozza era
andato per terra, ergo Giacobini coloro che andavano nella carrozza che lo avea
investito. Danno dunque seguito alla carrozza di Cicerano, l'arrestano, e
cominciano a maltrattare chi vi andava dentro, tanto che fu Pronio stesso
nell'obligo di andarli a soccorrere per liberarli dal popolo e fargli andare a
casa loro.
Venerdí 8. E stata fatta una
carcerazione la notte scorsa in casa di d. Carlo Chiarizia, ed un'altra n'è
seguita al Vomero, ove si dice che siasi dalle stesse spie procurata la unione
di coloro che si volevano carcerare. Quanto sia ben fatto non lo so. R accaduto
quest'oggi sulla strada della Stella un attacco tra birri e soldati della
compagnia di Salvatore Bruni, essendovi ivi rimasto morto uno di questi ultimi.
Sabato 9. Sento che la scorsa notte
non siano girate ronde di birri per l'accaduto di ieri, ma quest'oggi si è
replicato il secondo attacco al largo delle Pigne tra le stesse compagnie
nemiche, e sento vi sia morta piú gente. Questo è uno stato bellissimo, perché
ciascuno si puol trovare senza avvedersene in mezzo ad un attacco di questi, a
rischio di restare ammazzato da una palla che scoppi.
Domenica 10. E’ arrivato quest'oggi
il pacchetto che porta la povera duchessa vedova di Monteleone ed altre dame
che stavano a Palermo. Sento che sia venuto anche da Palermo dispaccio che
tolte dalla R. Camera le cause tutte dei dissequestri dei rei di Stato, fra le
quali quella di Monteleone, che restava sola a decidersi, le ha rimesse ad una
Giunta economica composta dal caporuota ed avvocato della Corona Cianciulli,
dal consigliere della Giunta di Stato Sambuti, e dai due fiscali di Commercio,
Avena e Martucci.
Lunedí 11. Questa mattina si sono
unite le quattro ruote del S. C. alle quali ha il vico presidente Iorio
comunicata la insinuazione di sospendere le decisioni pel peso della decima,
circa il vedersi a carico di chi dovesse andare se dei debitori o creditori, e
circa le controversie insorte circa gl'impieghi fatti in carta. Due dispacci
poi si sono publicati ed affissi, uno dispone che i subalterni dei Tribunali
facciano gratis i decreti di describantur, e spediscano i mandati per
impiegarsi colla Corte tutti i depositi esistenti nei Tribunali; l'altro, come
i cassieri dei Banchi avevano cominciato a non volere più prendere i riscontri
di altri Banchi per le fedi del conto vecchio, cosí è servito ad ordinare che
si debbono ricevere quando servono per impiegarsi colla R. Corte.
Il concorso delle carte che si
esibiscono è cresciuto, ma si crede elle non arriveranno a formare il pieno del
vuoto che è in 26 milioni, essendosi appena a nove.
La scorsa notte è 'stata sorpresa
la casa di tre onesti gentiluomini di cognome Calà, della casa del duca di
Diana, per la denunzia che avessero un mortaio da bombe a cattivo fine. E si è
trovato essere un mortaio di legno per uso di fuochi artifiziali che stava
lavorando uno dei detti fratelli per poi spararli alla venuta del Re, ed hanno
trovato il disegno coi ritratti del Re e della Regina. Intanto quel povero
galantuomo ad ore otto di notte ha dovuto andare al quartiere dei Regalisti
dell'Ospedaletto per far vedere il mortaio a quel comandante d. Luigi
Buonsollazzo, il quale subito ha ordinato che se ne tornasse a casa, e si
mandasse a prendere il suo mortaio. Se non finiscono le denunzie non si starà
quieti.
Mercordì 13. Per la ricorrenza
della nascita di S. M. la Regina questa mattina vi è stato circolo e questa
sera cantata e festa a Palazzo. La Regina intanto a quest'ora sta a Vienna.
E’ voce costante che ì Francesi
abbiano interamente evacuata l'Italia e si sieno ritirati a Nizza. P tutto
stupendo quello che accade in questa guerra. Appena s'intese resa Genova,
cosicché non restarono più né piazze, né città forti ai Francesi in Italia,
s'intese il rovescio degli Austriaci e l'Italia nuovamente inondata dai
Francesi, in modo elle il nostro Governo pensava a fortificare Procida per colà
rifugiarsi, temendo una seconda invasione. Si forma un armistizio ed una linea
di demarcazione che lascia la maggior parte delle piazze frontiere d'Italia in
mano ai Francesi, che fissano il loro quartier generale in Milano, quando sente
che i Francesi di nuovo fuggono dall'Italia senza sapersene il perché. E noi?
tra i palpiti e la speranza meniamo i nostri giorni, e ci vediamo sempreppiú
oppressi dalla miseria, conseguenza funesta e necessaria dei sofferti disastri.
Giovedí 14. Una voce sparsa
nell'isola d'Ischia di essere fuggiti alcuni rei di Stato che si trovano là
detenuti, fece si che armatasi la gente di quelle campagne corse a metter fuoco
a quel forte ove i detenuti erano conchiusi, e non ci volle poco a sedarla; ma
non si potè evitare che due o tre infelici stranieri dell'isola, che là si
erano portati per l'uso dei bagni e stufe, venissero maltrattati da quella
gente.
L'erario Regio sta cosí esausto che
ieri si spedirono ventidue dispacci ai Visitatori economici inculcando loro di
esiggere a qualunque costo e mandar danaro in Napoli. I soldi dei magistrati
sono in cinque mesi di attrasso, ed è in attrasso fino alla truppa ch'è in
Capua. Il cambio è all'ottantuno, vale a dire che di ogni D/. cento se ne hanno
D/. 19.
Venerdí 15. Non vi è stata grazia
pei Cavalieri di Città che partir devono pel di loro destino questa notte o
domani, come si dice, solo per tre di essi vi è stata abilitazione per causa di
salute, fra i quali il vecchio duca di Cantalupo.
Dovea quest'oggi estrarsi la
lotteria, ma tutti coloro che han dovuto prendere i biglietti forzati si son
determinati piuttosto a comprare, né tutto l'introito s'è fatto. Il monte
Ciarletta per 26 biglietti assegnatigli non ha trovato in piazza a prendere a
debito D/. 13m. Sento che anche per Napoli si vada facendo una pulita questua
per la truppa.
Il Pontefice ha chiesta a S. M. la
grazia di rimettersi i Monasteri soppressi, e gli è stata negata per mezzo del
cav. Acton: si dice che abbia replicati gli officii.
Sabato 16. Due dispacci a forma di
editti si sono affissi quest'oggi. Con uno per la terza volta si fa sapere, che
oltre il giorno 7 settembre non vi sarà proroga alla ricezione delle carte
bancali al loro valore nominale, e che per ovviare ogni frode il giorno 7
settembre la intera Giunta col direttore Reale dovrà stare all'officina in s.
Pietro a Maiella fino a che vi sarà chi porti carte, chiusa la giornata, dovrà
chiudersi il registro colla firma dei ministri tutti della Giunta. Perché poi
non si perda un'ora, in questi giorni che restano, si ordina che la officina e
i Banchi debbono essere aperti anche i giorni festivi, non escluse le
domeniche. Promette S. M. una gratificazione agli officiali dei Banchi
terminata tale operazione. L'altro dispaccio è diretto ai governatori dei
Banchi per la esecuzione.
Domenica 17. L incominciata questa
mattina la esecuzione del dispaccio publicato ieri, essendo stati aperti i
Banchi e la officina delle recezioni delle carte. La somma delle carte ritirate
nella scorsa settimana è stata in un milione seicento quaranta seimila, ed
ottocento.
Lunedí 18. E’ stato quest'oggi
comunicato al ministri in quello nominati il seguente dispaccio:
« Il Luogotenente del Regno
principe del Cassaro ha comunicato alla R. Segreteria di Stato ed Azienda,
quanto siegue con biglietto dai 8 corrente: Dal capitan Generale Cav. Acton con
Real carta dei 24 del passato mese di luglio, mi vien partecipato quanto siegue
= Eccell.o Sig.e. In veduta di quanto gli avvocati Fiscali Martucci ed Avena
han rappresentato in una loro memoria e V. E. riflettuto colla sua relazione
dei 9 corrente luglio circa il modo da tenersi nelle proposte transazioni coi
sostituti dei majorati e fedicommessi dei rei di Stato, atteso le controversie
che sono insorte e possono insorgere: il Re, approvando i sentimenti dell'E.
V., ha ordinato che gli avvocati fiscali summentovati con due ministri da
destinarsi da V. E. procurino quelle transazioni circa i beni burgensatici,
contraendo coi figliuoli dei rei di Stato, in esclusione degli agnati o degli
altri costituiti; mentre non deve cader controversia per la confisca dei beni
feudali. A tale oggetto S. M. concede agli avvocati fiscali suddetti coi due
ministri le necessarie facoltà, dichiarando che accorda ai figliuoli ciocchè
sarà accordato per transazione. Ed io lo comunico a cotesta R. Segreteria di
Finanze perché disponga quanto conviene per la esecuzione, prevenendola, che in
virtù della facoltà accordatami come sopra da S. M. di destinare due ministri;
sono venuto ad eleggere il caporuota d. Michelangelo Cianciulli e il
consigliere d. Gaetano Sambuto. La nominata R. Segreteria di Stato ed Azienda
lo partecipa a V. S. Ill.ma per l'adempimento di sua parte, nella intelligenza
che prima di ultimare le transazioni dovrà V. S. Ill.ma unitamente con gli
altri ministri farle presenti a S.
M. per canale della stessa R. Segretaria, ed attenderne la Sovrana approvazione
‑ Palazzo 18 agosto 1800 ‑ Giuseppe Zurlo Sig, Marchese Avena ».
Giorni sono per la causa
particolare della casa di Monteleone vi fu un altro dispaccio con cui anco a
petizione dei due fiscali fu ordinato alla R. Camera che seguita la decisione
non dovesse publicarsi, ma mandarsi scritto in Palermo il voto di ciascun
ministro.
Martedí 19. Essendo cresciuta la
folla dell'esibizione delle carte di Banco, si son fatti nuovi stabilimenti per
la recettazione, lasciandosi le carte per aver poi riscontro in altra giornata.
Mercordí 20. Per quanto si fossero
cooperati i Cavalieri di Città, debbono partire; soli due restano, e sono il
cav. Transo, e il d.r d. Gennaro Presti, perché i medici hanno detto non poter
resistere al mare. E questa notte partono per Siracusa il duca di Cantalupo, d.
Giuseppe Colonna di Stigliano, il duca di Bagnulo[*1], ed il negoziante Spasiano.
Giovedí 21. L'improvvisa morte del
presidente e fiscale di cappacorta cogli onori della toga, d. Nicola d'Ajello,
ha fatto parlar Napoli per l'ultimo fatto che ha dato luogo ad una lite in
Camera tra il marchese Letizia ed il detto fu fiscale; a causa che avendo
questi acquistata la maggior parte dell'ottima quadreria del Letizia
saccheggiatali, richiesto a restituirla col rimborso della spesa fattaci, ricusò
farlo, onde ci venne dal Tribunale obligato, e pure andava sfuggendone la
esecuzione. Ha lasciata una ricchissima eredità che si fa ascendere ad un milione.
Ha egli avuto tre mogli, l'ultima delle quali, ch'è rimasta vedova, è molto
giovane ancora. Il primo figlio d. Donato ha fatto parlare di lui perché
dovette sciogliersi il di lui matrimonio colla figlia di d. Nicola, oggi
marchese Salomone, per causa d'impotenza.
E’ arrivato da Roma il generale
Broccard, e ciascuno dice la sua, mentre si crede che sia venuto per motivo che
i Francesi abbiano tornato a prendere le prime posizioni che avevano
abbandonato. P‑ facile che sia una delle solite corse per vedere la
moglie.
Venerdí 22. La notte scorsa è
succeduta la carcerazione di più persone, e si dice fino al numero di 40.
Chiamate tutte da un giovane di cognome del Piano figlio dello scrivano del S.
C.
d. Giuseppe, che fu arrestato
giorni sono per aver mostrato del disprezzo in vedendo passare il viatico,
avendo anco detto, se pur è vero, che dovea finire una tale scenata. Costui
stato qualche giorno in criminale, chiese di denunziare, e fu allargato. Tra i
chiamati da lui vi è un figlio del caporuota giubilato d. Girolamo Vollaro, ed
un altro scrivano di Consiglio per nome Michele Spadetta, fratello di quel
Gaetano celebre patriotta, che fu imbarcato per effetto della capitolazione.
Sabato 23. Il vento ha fatto
tornare in dietro i Cavalieri di Città che partirono, ma il duca di Bagnulo ha
gittato sangue nel corso di questi pochi giorni dì viaggio. Essi erano, il duca
di Cantalupo, d. Giuseppe Colonna di Stigliano, ed il duca di Bagnulo. Con loro
partí anche il negoziante Spasiano. Si crede che possano restare, se si avvera
la notizia dello sgravo della Principessa, come si dice.
Quest'oggi all'estrazione del Lotto
è accaduto del rumore, che si racconta cosí. Al sortire del quarto numero, un
lazzarone che non ha inteso uscire quello ch'egli aveva giocato, ha cominciato
a strepitare, dicendo, che non potevano aver bene se non si levavano i
parucconi (i ministri) ch'erano Giacobini. Ha egli avuto del seguito, cosicché
la voce è arrivata ai ministri, che hanno avuta della soggezione. Ma tanto si è
andato sedando il bisbiglio, ed il direttore di Polizia ha dato l'ordine che
terminata la funzione si carcerassero i capi del rumore. La esecuzione di tal
ordine è stata un poco affrettata, pei, cui al basso del portone del Tribunale
vi è stato un altro rumore, tanto che si sono avvisati i ministri a
trattenersi. Tutto poi è finito con un « viva il Re ». Ma cinque dei capi
suddetti sono andati arrestati. Il generale Broccard è ripartito.
Domenica 24. E’ arrivato il
pacchetto da Palermo, e si dice che porti ottime notizie. Si è saputo che con
lettera dell'ambasciadore Russo ch'è in Palermo si è qui partecipata la notizia
che siasi ristabilita la lega tra la Russia e l'Impero.
La truppa di Roma si ritira in
Regno, e si accantonerà in Sora. Il centro sarà comandato dal generale Naselli,
l'ala dritta dal generale Broccard, la sinistra dal generale Damas.
Lunedí 25. Si è publicata colle
stampe la notizia della lega ristabilita.
Parte questa notte per Vienna la
duchessa vedova di Corigliano Marini col celebre Mons. Saly, borsa segreta di
S. M. la Regina. Vi è chi dice che portino a S. M. tutte le gioie, vi e pure
chi crede che la Corte non tornerà affatto più in Napoli, per cui la Regina col
Principe d. Leopoldo e le tre principesse figlie, abbia presa la risoluzione di
andarsene a Vienna. Si dice anco che nel trattato di pace siasi proposto di
dare il Regno di Napoli all'Arciduca Giuseppe, fratello dell'Imperatore, ed al
Re si darebbe la Polonia, cosa che ha mossa la Regina ad andare a Vienna, o per
rompere questa parte del trattato, o per non avere il dispiacere di partirne
per effetto del trattato.
Dovevano frustarsi questa mattina
quei del rumore al Lotto, ma si dice che il direttore di Polizia abbia avuta
soggezione di farlo eseguire.
Martedí 26. Son ripartiti i
Cavalieri, essendo solo rimasto Bagnulo a causa del getto di sangue, dopo
averlo esaminato il commessario della Giunta Speciale ed il fiscale Guidobaldi
coi medici da loro eletti. Partono anche tutti gli altri, cioè quelli che vanno
a Trapani, e quelli della Pantelleria; i primi[*2], come condannati a pena più lieve
vanno in Siragusa.
Mercordí 27. E arrivato oggi il
dispaccio con cui è stato privato di toga il giudice Giampaolo, il dispaccio si
dice essere in questi termini << Informato il Re che abbia V. S. mancato
di eseguire un'importante operazione di Stato, è venuto a privarlo dell'impiego
». Il fatto che gli ha dato causa è stato la commissione datagli di andare a
Nusco a fare l'arresto di due persone ree di delitto di Stato, e ch'egli, o per
cattiva condotta, o per danaro, gli avesse fatte scampare.
E’ partita la duchessa di
Corigliano Marini con Mons. Saly per Vienna dalla Regina.
Questa notte vi è stato rumore nel
quartiere di Palazzo, perché sono stati assaliti alcuni uffiziali Moscoviti.
Giovedí 28. Quest'oggi si è
publicato colle stampe, ma senza affiggersi per Napoli, un editto che porta la
data di Palermo 16 luglio firmato dal generale Acton. Ordina la formazione di
68 regimenti di guardia, urbana per Napoli, provinciale per le provincie. Tutti
dall'età di 18 a 50 anni inclusivi. Servono a proprie spese per la custodia
interna, ma devono anche uscire in caso di bisogno; devono servire per cinque
anni. Coloro che si offrono servire a cavallo durante il tempo del servizio,
sono reputati come nobili, ancorché nol siano. Gli ascritti saranno anco
riguardati nella distribuzione e provista degl'impieghi anco politici. Insomma
è sul torno e sistema della guardia civica republicana. Molto male si è inteso
e con infinito disprezzo.
E' mancata la carne pei Moscoviti,
ed il loro generale ha fatto dello strepito per tale mancanza.
Venerdí 29. E' grande per Napoli la
mormorazione contro il dispaccio di ieri che con molta riserva si fa girare; ed
il direttore Zurlo ha detto che pur troppo si era resistito agl'impulsi che
venivano da Palermo per farlo publicare.
Sabato 30. Vi è notizia dell'arrivo
di più corrieri. Si sta con tanta scarsezza di danaro, e sta cosí esausto
l'erario Regio, che Zurlo ha detto che un giorno o l'altro si tirerà un colpo
di pistola all'orecchio.
Domenica 31. Si sente sospeso il
dispaccio della leva forzosa dopo un congresso tenutosi dal Governo.
|
|
|
|
||
|
||
|
||
|