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CARLO DE NICOLA DIARIO NAPOLETANO |
OTTOBRE
1800
Mercordí primo ottobre. Il marchese
di Montagano amministratore dei beni dei monasteri soppressi, ha avuto il
dispaccio di amministratore in luogo del cav. Ferrante che è andato a Palermo
per presentare i suoi conti, onde riceverne poi lode o biasimo. Questa dicitura
del dispaccio è analoga al fatto della sua partenza volontaria, giacché si dice
che vada cosí. Speciale ebbe l'incarico di portarsi ad annunziare al cav.
Ferrante l'ordine della sospensione della carica di amministratore, e di
riceverne le carte confacenti. Speciale lo eseguí con quell'asprezza che gli è
connaturale, con un tremendo apparato, e facendo commettere le più grandi
insolenze nella di lui casa, fine, a sfondare le tele dei soffitti, rompere gli
staffil delle bussole per vedere se vi fossero carte nascoste. Ferrante che da
più giorni avea notizia della tempesta che lo minacciava, aveva approntati i
suoi conti, ed aveva per mezzo della sua speronara mandata rimostranza a
Palermo, chiedendo il permesso di andargli a presentare a S. M. Fortunatamente
tornò la speronara lo stesso giorno in cui arrivò il pacchetto e gli portò un
dispaccio a lui diretto, che venne presentato mentre Speciale stava eseguendo
con tanta ferocia la sua incombenza. Ferrante in riceverlo lo presentò a
Speciale, dicendogli, che essendo egli in quel punto sub Iudice ed in disgrazia del Re, dovea aprire quel dispaccio. Ma
Speciale, vedendolo a lui diretto, disse, che non aveva egli altro ordine se
non quello che stava eseguendo, e che però dovesse egli aprire quel dispaccio
che portava in fronte il suo nome. Ferrante replicò: « dunque lo leggeremo
insieme >> e lo aprí.
Apertolo, trovò ch'era responsivo
alla sua rimostranza, e che il Re lo chiamava a Palermo, cosa che smarrir fece
un poco sig. Speciale, e diede coraggio a Ferrante, che la sera stessa, sulla
speronara medesima volle partire. Su questo fatto il pubblico lavorando di
fantasia, a seconda dei desideril di ciascuno, immagina già la caduta di Zurlo,
da cui credono venuta la sospensione di Ferrante, e già questa sera si è sparsa
la voce di essere stato arrestato.
Giovedí 2 ottobre. Rettificando
sempre piú la catastrofe del cav. Ferrante, mi è riuscito appurare con maggiore
precisione la storia della sua sorpresa e partenza, Un solo fu il dispaccio
venuto da Palermo al principe del Cassaro. Da quello nacque il primo formato da
Cassaro, con cui s'incaricò Speciale di assicurarsi di tutte le carte attenenti
all'amministrazione dei rei di Stato. E quel ministro lo eseguì con
quell'asprezza che notai.
dolci la sua maniera, accompagnar
volle il Cavaliere fino all'imbarco, e ali
volle dare una lettera per casa sua, acciò andasse in quella a smontare
uscendo dal legno. Dallo stesso dispaccio finalmente uscì l'altro a Montagano,
che non ancora ha incominciata la sua incombenza, essendo tuttora le carte
suggellate.
Ogni giorno si dicono nuovi arresti
veri o falsi che siano, sempre cattivo è che si dicano, perché si fa crescere
la diffidenza ed insieme il maltalento del popolo acquista nuovo fervore.
Questa mattina mi dicono arrestato il figlio del già consigliere di Foggia
privato di toga, d. Giuseppe Gargano.
Sono purtroppo veri gli arresti,
essendone succeduti sino a 27, per quanto si dice, la scorsa notte, e fra
questi indubitatamente, il figlio del consigliere Gargano, un tale di cognome
Poggi, figlio di Nicola Poggi, che fu fatto in pezzi dal popolo nei giorni
dell'anarchia dal 14 e 13 giugno del passato anno; un certo cav. Saracino ed
altri, tutti nominati da quel medico che fu arrestato notti sono.
Questa sera si è saputa la notizia
consolante di essere arrivato in brik da
Livorno che porta l'avviso della pace generale so scritta a Monaco il giorno 20
settenibre.
Tutte le lettere portano lo stesso.
Speriamo sentirla verificata per cosí andare incontro alla perduta
tranquillità.
Un'altra novità ho trovata al
ritirarmi questa sera, cioè che dalle sentinelle Moscovite che stavano nei
posti avanzati al pontone di Maddaloni, si facevano smorzare le torcie ai
servitori. Mi hanno detto che ci fossero anche cannoni situati in detti posti
ed altri luoghi della città ma io non li ho veduti. Queste nuove precauzioni
indicano sicuramente però nuovi timori.
Venerdí 3 ottobre. Il seguente
dispaccio sarà la vera notizia dell'arresto di Ferrante, eccolo:
« Tra l'altro che il Luogotenente e
Capitan generale del Reorno ha partecipato a questa R. Segreteria di Stato ed
Azienda, e che al medesimo è stato comunicato con Real Carta dal 26 corrente,
vi è quanto segue. In vista della relazione di cotesta
Giunta di Governo con la quale ha
la medesima accompagnata quella della Giunta eretta per esaminare gli Stati e
l'amministrazione dei beni dei rei di Stato e sequestri, stata affidata al cav.
d. Gaetano Ferrante, è venuto il Re ad ordinare, che sia la medesima
amministrazione prontamente tolta al d. Ferrante e consegnata al marchese di
Montagano fino al nuovo R. ordine; colla prevenzione di poter questi destinare
se accorresse ed interinamente altra persona per esercitare l'amministrazione
dei luoghi Pii, che con applauso ha fin qui il Montagano diretta.
Comanda inoltre la M. S. che il
consigliere Speciale resti ministro delegato per appurare i suddetti Stati, e
la condotta tenuta dal Ferrante in tutti i sensi dell'amministrazione che gli
era stata affidata, per procedersi in seguito, visto il rapporto di quanto avrà
eseguito il suddetto consigliere Speciale, a quello che sarà di convenienza e
giustizia sull'amministrazione predetta verso chi avrà abusato o prevaricato, o
rendersi lode, se cosí sarà il caso, a chi si fosse in essa ben condotto.
Siccome sono pervenute al Real Trono alcune notizie che possono concernere
siffatto assunto, e richiedono maggiore indagine, cosí comanda S. M. che il
consigliere Speciale arresti e suggelli tutte le carte dello stesso Ferrante
per rilevarsi ciò che può convenire alla buona giustizia, e che il mentovato
cav. Ferrante sia nel momento di questa operazione ed ordini condotto in questa
città di Palermo, ove sarà decentemente tenuto fino all'ultimazione delle
ricerche suddette, e finchè sia approvata la condotta da esso tenuta ìn quell'amministrazione.
La suddetta R. Segreteria di Stato la partecipa ec. Giuseppe Zurlo ».
Si dicono arrestate alcune dame, come d. Teresa Lembo, oggi duchessa di Caramanico, la duchessa Fusco, e la duchessa di Canzano. Sicuramente è stato arrestato con Gargano e cav. Saracino, anco il marchese di Cerce maggiore.
Sabato 4 ottobre. Per la ricorrenza
del nome del principe ereditario vi è stato circolo a Palazzo dal Vicerè, ma
per quanto sento languente, breve e tetro, e con poca Nobiltà.
E’ in Napoli da piú giorni il duca
di Chablais, zio del Re di Sardegna, ed ha fissata la sua dimora nella Real
villa della Favorita a Resina. A lui si dice che siano arrivati quest'oggi due
corrieri colla conferma dei preliminari di pace soscritti ai 19 settembre, e
ratificati dall'Imperatore ai 27. Si aspetta domani il corriere di Vienna.
Gli arresti delle dame sento non
essere stati veri, come neanco tanti arresti di uffiziali che si son detti. In
Capua giorni sono vi fu dell'allarme, e furono anche chiuse le porte. Si dicono
ora arrestati degli uffiziali di quella guarnigione, ma è ignoto il come ed il
perché, e vi è chi crede, che fu anche un timore panico nato per essersi chiuse
le porte per rifare i ponti.
Domenica 5. Si crede che il cav.
Ferrante sia stato portato alla cittadella di Messina, ed assolutamente si
vuole che il suo carico sia stato non di amministrazione, e si fa riflettere
che per la reddizione dei conti non avrebbe dovuto portarsi in Palermo.
Son cominciate le sessioni per
l'apertura del Tribunale conservatore della Nobiltà, e son cominciate pure le
contese tra i componenti di quello, ne so una ch'è la seguente. Col piano portato
dal duca della Regina sta fra l'altro detto, che nel Libro d'oro si debbono
ascrivere tutte le famiglie patrizie di prima classe, e saranno quelle che
godevano gli aboliti Sedili. Nella seconda classe saranno ascritte le altre
famiglie che avranno i requisiti di dugento anni di feudo o di croci di Malta.
Or si diceva dal principe di Canosa, vi sono in Napoli delle famiglie che non
hanno che vedere con quelle che godevano alle Piazze, come sarebbe il duca di
Mondragone, il marchese Malaspina, il marchese Cammarota ed altri. Costoro,
diceva Canosa, non si brigavano delle Piazze, perché non formavano queste una
distinzione tale da degradarli, ma stabilendosi oggi una prima classe per
quelle, una seconda per essi, diranno ragionevolmente non vogliamo essere ascritte,
cosa che se gli verrebbe ad impedire posta la necessità di doversi ascrivere le
famiglie tutte o nell'uno o nell'altro libro. Intanto come questo nuovo
stabilimento di Nobiltà forma epoca nel nostro Regno, cosí stimo trascrivere i
dispacci che servono a stabilirlo, ed essendomene pervenuto uno lo trascrivo.
« In vista della proposta fatta dal
marchese del Vasto con foglio del 20 del corrente settembre in conseguenza del
prescritto nel Real dispaccio dei 12 dello stesso mese, il Re approva i seguenti
soggetti che debbono per biennio aver la commessa delle infrascritte incombenze
nel novello supremo Tribunale conservatore della Nobiltà del Regno di Napoli,
del quale Tribunale il d. marchese del Vasto sostiene il carattere di presidente,
e sono i ministri conservatori, i
mentovati soggetti. Destina quindi S. M. per la sopraintendenza dell'Archivio
il principe di Canosa, per la compilazione del libro delle famiglie che
passarono abito di Malta colla data del primo passaggio, il conte di
Conversano. Per la compilazione del Libro d'Oro il duca della Regina. Per
quella del Libro del merito e demerito, il marchese di Brienza. E per la
compilazione del Libro dei feudatarj da dugento anni in sopra, e di quelli
godenti Nobiltà nei sedili chiusi delle città del Regno, con la distinzione dei
domiciliati in Napoli, il principe di Sannicandro. Lo partecipo ecc. Principe
del Cassaro ».
Lunedí 6. Vi è stata questa mattina
lunga frusta di carcerati alla Vicaria, che avevano tentato fare un'apertura al
muro che risponde verso s. Onofrio, e cosí uscire. Si dice anco un complotto
fatto con altri di fuori. L'accidente non è nuovo, ma ora a tutto si attacca
l'idea di Giacobinismo, onde si dice che i Giacobini gli aiutavano al di fuori
per promuovere un'insurrezione. Non è mancato un piccolo rumore a causa d'un
fucile che casualmente è sparato in mano ad un birro, onde la gente accorsa si
è posta in iscompiglio.
Martedí 7. Ho veduti portare ligati
in mezzo ad una pattuglia due giovinastri, e si è detto che furono arrestati
ieri per aver commesso delle insolenze, gittando a terra un'impresa Regia,
nell'atto di brigarsi con un carrettiere del servizio che calava da
Capodimonte. Il basso popolo al solito li caratterizzava per Giacobini.
Si è inteso l'arresto del tenente
Pinedo, giovane di cui sento non possa dubitarsi, è fratello del brigadiere
dello stesso cognome molto benemerito del Re. Si dice per una lettera scritta
in cifra.
Il fatto di Capua fu che dovendo
arrestarsi cinque uffiziali, quel comandante principe di Cutò, si pose alla
testa del regimento, e chiuder fece le porte che rimasero chiuse dalle ore 14
della mattina alle 22 del dopo pranzo, e non si aprirono che per lo strepito
facevano coloro che venivano da Roma ed andavano a Napoli, ed erano rimasti
alle porte. Perché tale arresto si ignora.
Abbiamo l'imperatore in Italia,
venuto questo si dice a visitare l'esercito. Il generale Krai e Melas si
ritirano, e trent'altri generali sono stati dimessi.
Chi puol comprendere il netto di
questa campagna è un profeta.
Mercordí S. Corriere arrivato
quest'oggi porta la notizia dell'armistizio prorogato fino ai cinque di
novembre, nell'intelligenza d'intendersi sempre prorogato, non annunziandosi
dieci giorni prima l'incominciamento delle ostilità.
Il Pontefice si crede che sia in
mezzo alle trattative di pace, e che abbia detto e manifestato voler egli tutto
A temporale sacrificare alla pace universale, a sostenere poi lo spirituale
sarà instancabile ed inflessibile. Essendo egli monaco, due uova dice bastarli
per pranzo, difatti mena vita frugalissima, ed ha ristrette le spese tutte di
lusso, di fasto, di pompa nella casa Pontificia. Queste massime ridotte in
pratica, lo metteranno a paro, se non al di sopra, dei piú illustri Pontefici
che hanno seduto sul Vaticano. Il nostro Re si dice che verrà a Gaeta per avere
un abboccamento con Sua Santità.
Giovedí 7. Sento partito per Capua
il carnefice in conseguenza dell'arresto dei cinque ufficiali, e sento pure di
18 o venti paesani. Non ancora si è potuto sapere il positivo di tale
accidente.
Sabato 11. Lettere di S. M. la
Regina si citano in conferma della pace conchiusa, e si comincia già a parlare
di nuova guerra da cominciarsi tra Russia e Inghilterra a causa dell'isola di
Malta, che l'Inghilterra avendo tolta ai Francesi col blocco non intende cedere
alla Russia, cui si è conferito il carattere di gran Maestro dell'Ordine.
Domenica 12. Si son detti altri
arresti, e fra gli arresti si nomina il principe di Belvedere.
E stata falsa la voce dell'arresto
di Belvedere, avendolo veduto quest'oggi medesimo sulla sua villa al Vomero.
Sento bensí che fino a 300 arrestati si contano, e persona di confidenza del
Vicerè ha detto che si comincerà di nuovo a spargere sangue.
Questa mattina ha sofferta una
seconda visita dalla Giunta di Stato il monastero della Croce di Lucca, ove
s'era detto che dovessero esservi delle carte attenenti ai rei di Stato, ma per
quanto sento niente si è trovato.
Lunedí 13. L arrivato il pacchetto
che fra due giorni ha fatto il viaggio da Sicilia a Napoli, ed è venuto con
quello d. Giovanbattista Colajanni che dovrà reggere la Segreteria di Guerra.
Si dice che porti la dimissione di quattro ministri, fra i quali due della
Giunta di Stato: sentiremo domani. Si èsaputo che Ferrante in arrivando a
Palermo, fu a direttura ristretto nel forte detto di Castellammare consegnato
vita per vita.
Questa mattina sono state arrestate
due persone sospette tra una comitiva di sei, essendo scampate le altre
quattro.
Un Moscovita si è gittato sta
mattina dall'ultimo appartamento della casa ove hanno il loro quartiere allo
Spirito Santo. Egli era infermo con febbre, e si è detto che la febbre gli
avesse tolta la testa. E' morto all'istante, ed io ne ho vedute l'esequie, la
quale è regolata in questo modo. Precedono due soldati, uno porta una croce con
tutte le quattro aste eguali, e la porta con due mani appoggiata al petto, ed
in una delle mani porta anco una piccola candela di cera. A fianco di questo
soldato ne va un altro con un incensiere, segue un sacerdote greco anche con
candela in mano, indi due soldati che portano sulla testa una varetta di legno
con entro il cadavere coverto con un lenzuolo, segue immediatamente un altro
soldato che porta sulla testa una tavola che dovrà servire a chiudere la stessa
varetta; a fianco a lui ci va un altro soldato che portava un bicchiere coverto
con entro come fosse vino, indi due tamburrini e 24 uomini colle armi a
sepoltura. Tutti i soldati dell'accompagnamento a testa nuda, menocchè quelli
che vanno con le armi.
Martedí 14. Ecco le ulteriori
notizie venute col pacchetto. La Giunta di Governo è stata dimessa. I direttori
delle rispettive Segreterie propongono particolarmente al Luogotenente del
Regno. D. Domenico Martucci che faceva da segretario in detta Giunta, con voto,
torna al suo posto di fiscale di Camera. Lucerott giubilato, ed in suo luogo a
direttore di Segreteria di Guerra d. Giambattista Colajanni; d. Giov. Antonio
da Torrebruna va direttore di Guerra in Palermo. La venuta di Colajanni, troppo
bene affetto di Acton, fa credere la venuta della Corte.
Si dice che il Re vada in Vienna
chiamato dall'Imperatore ad insinuazione della Regina, per cosí staccarlo da
Palermo, e vi è chi crede anco da Acton.
Mi è pervenuto un estratto degli
articoli preliminari della pace con molta riserva, Don me ne fo garante, lo
inserisco tale quale: ecco l'epigrafe.
« Preliminari fissati il 19 ottobre
1800, a Monaco e pubblicati ‑ I Francesi non intendono ritenere i forti di ...[*1], riceveranno la sinistra del Reno
dalla Svizzera in giù. L'imperatore non si oppone a questo possesso. L'Imperatore
cede Waldshut ed alcuni possessi dalla parte di Basilea. Le indennizzazioni che
nel trattato di Rastad erano convenute darsi all'Impero in Germania, le avrà
invece in Italia. L'imperatore farà cessare l'armamento in Toscana. Non si
permetterà lo sbarco in Livorno, né tampoco nel littorale a flotte di Potenze
nemiche della Repubblica Francese. Le truppe resteranno ai loro posti fino alla
pace definitiva, per la quale si fisserà il luogo del Congresso. Tutti i
plenipotenziarj dovranno essere al Congresso nel termine di giorni venti.
L'imperatore concentrerà in Ancona solamente le truppe che avesse nello Stato
del Papa >>.
Mercordí 15. Mi son dimenticato nei passati giorni notare
che il principe di Sassonia, quel bravo giovane che espose la sua vita nell'infelice
spedizione di Roma di novembre 1798, disgustato
della Corte di Napoli, è partito lasciando il servizio, e vi è chi dice che
abbia lasciati sul tavolino gli Ordini tutti che avea dal Re ricevuti: anche
Hassia Philistat parte disgustato.
Quell'infelice soldato Moscovita
del quale vidi l'esequie, e che disse essersi gittato al basso perché demente,
si è saputo che si cadde disgraziatamente. Per le voci e notizie della scoverta
congiura oltre i posti avanzati situati attorno al quartiere Moscovita, si
ordinò che la notte stassero alla vedetta sul lastrico del quartiere medesimo
delle sentinelle. Una di queste fu per l'appunto che postasi sulla pettorata,
Ivi si addormentò, e nel sonno voltandosi cadde, onde videsi spezzato il canale
per su del quale venne a precipitare.
Giovedí 16. Sono state trattenute
nell'officio della Posta tutte le lettere provenienti dal Regno in questa
settimana. Si dice per sospetto, e per aprirle e leggerle prima di
distribuirle. Quell'uffiziale della Posta che si ammazzò con un colpo di
pistola, si dice ora ch'era colui cui s'indirizzavano le lettere dai
corrispondenti del Glub ultimamente scoverto, e nel quale si vuole che avesse
parte il cav. Ferrante.
Venerdí 17. E' stata sorpresa per
effetto di denunzia del cameriere, la casa del Priore dell'abolito monastero di
S. Martino, dei PP. Certosini, P. d. Martino Cianci, e si sono ivi trovati
molti sacchetti di moneta e si dicono pure, calici, pissidi e pianete ricche.
lo credo che vi sia della solita esagerazione, e che non sia il Museo, ossia
raccolta, che per suo divertimento nei tempi felici aveva fatto il detto
vecchio Padre, uomo troppo pio e culto, per cui non posso crederlo capace di un
appropriamento inonesto.
Sabato 18. La scorsa notte è
succeduto un altro arresto nella persona di un venditore di tabacchi con
bottega in strada Toledo, e propriamente sotto il banco dello Spirito Santo. Fu
con lui arrestata tutta la sua compagnia di circa sette persone. Questa mattina
la bottega stava suggellata, ed innanzi ad essa una sentinella Moscovita. Altri
arresti alla giornata si sentono, effetti della scoverta cospirazione; anzi
oggi mi si è detto che sia partito per eseguire altri arresti a Nola il fiscale
Guidobaldi con duegento uomini di truppa, cento Moscoviti e cento cosí detti
Realisti.
Domenica 19. Non è a mia notizia
cosa di rimarco nella giornata. Oggi noterò solo che corre sorda voce di nuovi
rovesci in Italia, perché si dice Livorno occupato dalle armi Francesi, locché
non saprei come possa esser posto con la sicurezza della proroga
dell'armistizio della quale i publici fogli ci assicurano. P‑ per noi
deciso che dobbiamo vivere tra continui palpiti, e non si bastano quei che ci
cagionano il sentire sempre nuove cospirazioni e continuati arresti. Ora già si
dice che si vedrà nuovamente inserire la Giunta di Stato, la quale andrà a reggersi
nell'isola di Procida, per ivi agire con maggior sicurezza. La cospirazione
scoverta si vuole che fosse estesa per l'intero Regno, e che sieno in mano del
Luogotenente le lettere in cifra che sono state il primo lume che il Governo
ebbe di quella.
Lunedí 20. Siamo di nuovo in
agitazione per le notizie d'Italia, perché si è inteso che tutta la Toscana, e
specialmente Livorno sia in mano dei Francesi. Già si parla di allontanarsi la
Giunta di Stato e lo stesso Luogotenente del Regno, la cui moglie si dice che
abbia tutto imbaliciato per esser pronta ad imbarcarsi.
Martedí 21. Si è publicato questa
mattina il foglietto che assicura la durata dell'armistizio e la cessazione
delle ostilità di Italia. Si dice poi arrivato corriere da Vienna che abbia
calmati i timori del Regno. A me fa tremare la popolazione. Già si è detto
essersi trovato al Mercato un cartello allarmante.
Mercordí 22. Il cartello o cartelli
trovati nella giornata d'ieri mi si dice che contenevano un avviso allarmante
di essere prossima la venuta dei Francesi. Lettere di ieri assicurano che la
colonna Francese entrata in Livorno non è più che di 300 uomini, ed entrò
scortata da 500 cavalli Austriaci. Il generale Austriaco Sommariva dovè
stentare a tenere a freno gli Aretini che assolutamente volevano dar sopra ai
Francesi.
Il nostro generale Damas, che da
qui partì con diecimila uomini per andarsi ad unire all'armata d'Italia, ebbe
ordine da Sommariva di retrocedere, per cui sento che siasi accampato in S.
Germano e Sora. Ciò si vuole sequela della protesta fatta dai Francesi, se le
truppe Napoletane avanzavano, avanzar volevano anch'essi.
Il nostro Segretario d'ambasciata
in Vienna, d. Nicola Abate Giansanti, scrive che s'immaginava l'allarme che
dovea cagionare la notizia dei Francesi entrati in Livorno, ed i discorsi che
su tale avvenimento sí sarebbero fatti; soggiungeva poi ch'egli stava bene, e
sperava di breve essere in Napoli. Questa mattina il vice console della Nazione
Inglese strepitava al porto per aver notizie di Livorno, perché diceva aver
saputo che si erano là sequestrati gli effetti dei soli Inglesi e Portoghesi,
ed a queste, due Nazioni sole si era interdetto il commercio con Livorno, che
si annunziava libero ai Napoletani ed a tutte le altre Potenze continentali.
Ciò fa temere che dalla guerra coi Francesi si passi alla guerra cogl'Inglesi.
Giovedí 23. Le notizie del giorno
sono: l'attitante di Casa Reale d. Francesco Catalano, incaricato per
l'assiento delle nuove livree di Palazzo: l'arrivo d'un corriere che porta
l'ordine di essere libero il porto a tutte le bandiere, non esclusa la
Francese: arrivo di due feluche Napoletane predate dai sanculotti francesi, e fatte
rilasciare, perché di bandiera Napoletana: lettere particolari che annunziano
la pace continentale e neutralità in quanto alle due Potenze Inglese e Francese
che restano in guerra, sebene si dica che siano anche in trattativa di pace tra
loro. Faccia Iddio che si verifichi per nostra quiete, giacché non se ne puole
piú, essendo già due anni che viviamo tra palpiti, spaventi, e pericoli tali,
che ci han fatto essere all'orlo del sepolcro.
Venerdí 24 Sabato 25. Corrono le
stesse notizie, ma non manca il compenso, perché vi è chi riflette, che si è
sguernito tutto il porto, la darsena e riviera di cannoni ed attrezzi, e si son
mandati in Sicilia. I castelli sono anche spogliati dei cannoni di grosso calibro,
e si fortifica sempre piú Procida ed Ischia. Si dicono partiti a tutta fretta
il duca di Berrí e il duca di Chablais.
Domenica 26. Il segretario della
Giunta di Stato quest'oggi mi ha in confidenza assicurato che niente vi sia
della pace, e che niente sia vero delle tante carcerazioni che si son dette.
Il vice console Inglese si dice che
abbia domandato al Vicerè che significassero le novità che si vedevano, e che
vi fosse delle tante notizie che si dicevano, e che ne abbia riportata risposta
di niente saperne. In conseguenza di tal risposta, si dice, che il vice console
sia partito senza sapersi per dove. Un denso velo tiene occulto il tutto,
faccia Iddio che allo squarciarsi non ci trovassimo in mezzo a nuovi guai.
Lunedí 27. Crescono i nostri palpiti.
Mi si dice questa sera che da Firenze sia venuta persona che porti notizia di
trovarsi battendo le due armate Francese ed Austriaca, che la Toscana è tutta
invasa, e che una colonna Francese marci verso Napoli. Sebene lo non creda
tutto vero, pur tuttavia v'è piú da temere che da sperare.
La posta continua a trattenere le
lettere per leggerle prima di distribuirle, e ciò causa attrasso nel commercio
interno del Regno che accresce le querele. Il popolo sempre piú s'insospettisce
vedendo togliere i cannoni dal Molo e dalla Riviera, e chiudere nel castelli.
Dio che ne sarà di noi!
Martedí 28. Siamo in quella stessa
perplessità ed oscurità in cui fummo in decembre 1798.
Il Governo ci tiene occulte le sue
operazioni, tutto è per noi mistero, ed il foglio che si stampa in Napoli,
omette anche la data di Napoli. Intanto si sente che una colonna francese, chi
dice di 36 m., chi di 12 m. uomini sia già a Civitavecchia diretta per Napoli.
Si dice poi che ciò sia perché i Francesi non abbiano voluto far entrare Napoli
in trattative di pace, se non colla condizione di darseli in mano per sicurezza
i forti ed il porto, come hanno fatto coll'Imperatore, che ha dato Livorno in
Italia, e tre forti nella Germania. Chi dice ciò sia per impedire agl'Inglesi
che non s'impossessino anche del porto di Napoli come si sono impossessati del
porto di Messina. Chi dice che non verranno più di 6m. Francesi con altrettanti
Austriaci, e che tutto sia concerto. Ma tutti convengono che i Francesi siano
per tornare, e se questo si avvera, i nostri guai saranno serii, e saremo di
nuovo in mezzo all'anarchia, al sangue, alla guerra; avremo nuove estorsioni,
peso di alloggi, ed altre conseguenze della nuova invasione. Iddio ci aiuti.
Per quello che si vede poi delle
operazioni del Governo, Cassaro tiene sempre il pacchetto pronto per partire. I
castelli si approvisionano per sei mesi sul piede di assedio, e sono tutti
restaurati e fortificati. La marina è tutta disarmata, gli attrezzi e la gente
è partita per Sicilia. Quest'oggi si è disfatto lì fortino di Posillipo. Questa
notte s'imbarcano i pezzi tutti che sono vici castelli. D'altra parte si sente
fatto l'appalto per le livree di corte, le lettere tutte parlano di pace, e si
è mandato dispaccio alle nostre truppe di Roma, che resti un sol battaglione
per custodia di Sua Santità sul piede di pace, il dippiú delle truppe si ritiri
al confini.
Mercordí 29. Niente di nuovo ci
offre la giornata di oggi solo si è veduto che i Moscoviti che sono al palazzo
del principe d'Angri, hanno levati all'intutto i cannoni che avevano situati
innanzi al portone ed al luogo o sia spiazzo avanti allo stesso, né questa sera
vi erano i posti avanzati al pontone dì Maddaloni. Si è veduto trasportare del
treno di artiglieria, ma non saprei dove si è mandato. Le notizie poi sono
sempre varie, e vi è chi nega all'intutto quello che si diceva ieri sicuro.
Giovedí 30. Quello che ha dato piú
causa all'allarme che vi è stato e continua tuttavia in Napoli è stato il conte
de la Turne perché da lui fu ordinato il disarmo del cratere, ed ieri si portò
in Castellammare, ove fece calare all'imbarco tutto il mobile del casino di
Acton, cosa che sommosse la popolazione, tanto che avvedutosi egli dell'errore
fece sbarcarne porzione, e fece anche calare il suo mobile. Intanto non manca
del susurro nel basso popolo di Napoli che ci fa tremare.
Per le notizie venute si crede che
l'armistizio sia terminato a causa dell'invasione della Toscana, e che siano
cominciate le azioni. Il generale Moscovita ch'è in Napoli, ha scommesso con
una dama che per domenica si sentirà evacuata Livorno.
Venerdí 31. Generalmente si dice
che sia stato tutto quanto si è detto falso allarme. In quanto a me sono sempre
con l'ainnio perplesso, perché mi ricordo che in questo stato di oscurità e
perplessità siamo stati cosí nell'invasione dei Francesi come nella rientrata
delle truppe del Card. Ruffo, e sempre tutte e due le volte la perplessità e
l'oscurità si è risoluta in sangue e rumore[*2].
Cento cinquantuno furono i detenuti imbarcati, fra i quali il sacerdote d. Michele Passero che fu uno dei membri della commissione pel catechismo republicano. Costui stiede nascosto, ed ultimamente si presentò per evitare la forgiudica, essendo stato citato come assente. Lo sento condannato ad esilio perpetuo.
Sessantatrè capi sediziosi popolari
con tutte le famiglie furono imbarcati, ed ieri alla spiaggia di Chíaia ne furono
arrestati cinque. Al Molo piccolo mi si dice che vi fu del rumore e vi accorse
d. Scipione La Marra, a cui dissero che era un secondo Moliterno, che voleva
tradirli, tanto che fu obligato mettersi alla testa della truppa per sedarli
col minacciare. Una spedizione popolare sento anche partita per Palermo. Si
aspettano col pacchetto delle altre novità.
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[*2] In marg. Quest'oggi è stato per
succedere un rumore. Si son veduti venire inolti legni di convoglio, e i
maleintenzionati e i popolari hanno cominciato a susurrare di essere la squadra
Gallispana, e quindi tutto il molo piccolo e Riviera della strada nuova posta
in commozione è corsa al Molo per assicurarsene. La truppa si è posta sopra
l'armi, e vi è stata fino a notte avanzata. Finalmente si è veduto essere
quelli legni tutti mercantili. Ecco l'effetto del disarmo del cratere, se
questo non si fosse fatto, niuno avrebbe pensato ai Gallispani, e niuno si
sarebbe allarmato.