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CARLO DE NICOLA DIARIO NAPOLETANO |
MARZO 1799
Venerdì primo Marzo. Più proclami sono
usciti la giornata di oggi. Con uno si è posta in attività la pia Congregazione
di S. Ivone
per le cause dei poveri, e così credo terminata la destinazione dei nuovi
avvocati che annunziò l'altro ieri la Sala d'istruzione, dando l'incarico ai
tre che nominai, di ricevere i nomi di coloro che volessero ascriversi per tal
difesa, essendo così concepito l'invito, e non come lo accennai nella giornata
del 27 febrajo.
Un altro proclama è del generale
Championnet diretto ai generali Olivier e Duchesne destinati alla conquista
dell'ex Regno, e con questo gl'insinua di usare dolcezza e moderazione evitare
le rapine, i disordini, i saccheggi, e punire con rigore i soldati che li
commettessero, acciò le popolazioni vengano a ricever sollievo e non
oppressioni, e benedicano anziché no le armi francesi.
E' anche suo un altro proclama diretto
ai cittadini Napoletani incaricandoli l'armonia ed il buon ordine e
promettendogli il governo di breve organizzato, e pel primo germinale, che
corrisponde ai 21 marzo, la costituzione e l'atto della publicazione con la
festa della confederazione. Mi rincresce che cada nel giorno di giovedì santo
tra noi consacrato al più sacro de' nostri cattolici misteri, perché temo
qualche profanazione e qualche disordine, se mai tal festa si facesse; giacché
se sarà simile a quella che si fece in Francia, ha molto del gentilesimo.
Con un quarto s'invitano i cittadini a proporre tra
giorni quindici i loro progetti per la vendita de' beni Nazionali, unico
espediente per mettere i Banchi in sistema. Contiene un altro proclama del
Provisorio la divisione del ripartimento della città di Napoli in sei cantoni:
il cantone di Chiaia, Sannazzaro[ 1]: di Antignano, Monte
libero: Due Porte, Colle Giannone[ 2]: Serraglio, L'Umanità[ 3]: Le paludi, Sebeto: Mercato,
Masaniello[ 4]. Per ciascuno di questi cantoni si è destinata una
municipalità composta di sette individui, oltre il Commessario. Si è con altro
invito disposta la nuova numerazione delle case della città, tolta dal furore
popolare nei giorni dell'anarchia.
Finalmente dal Tesoriere Nazionale
s'invitano i cittadini tassati ad incassare le rispettive somme, servendo per
la difesa della Republica. Ma pochi sono intenzionati di pagare, attesa la
generale impossibilità, e l'incongruenza della tassa fatta non dai 12
tassatori, ma non si sa da chi dei membri del Provisorio.
Si è intimato al PP. Domenicani del
monastero di s. Caterina a Formello di lasciare il loro monastero ai PP. del
Carmine maggiore, che deve incorporarsi al torrione del Carmine. L'ordine era
di ripartirsi per le altre famiglie domenicane, ma quei Padri son Lombardi e
riformati, così hanno detto che piuttosto vogliono restituirsi alle loro
patrie, e intanto interinalmente se gli è dato un casino che hanno sopra
Capodimonte.
Le notizie poi che oggi corrono sono
allarmanti. Si sentono i rumori del Regno crescere invece di mancare, e nella
città vi è del fermento: si è detto di un cartello trovato sotto la statua del
Gigante, che conteneva i seguenti termini:
Vuie pensate a fa le tasse
Nuie pensammo a fa fracasse
Ve magnasteve i fecatielli
Lo Rre se mangia i casatielli.
O che siasi veramente trovato quel
cartello, o che sia semplice invenzione, sempre vi si riconosce il fermento. Da
Castellammare si sente che essendo andati dei villani a comprare cavolifiori
son tornati indietro, perché gli hanno risposto che si stava pensando a polvere
e palle. In Napoli corrono voci che il Principe ereditario si aspetti a momenti
nelle Calabrie, e nello stato in cui è il Regno, avrà certamente seguela. La
verità poi è che non si puol essere contenti del Governo attuale. E cattiva la condotta
dei generali francesi, e di quei che si sono posti alla testa degli affari.
Tante belle promesse di felicità e libertà, ed intanto siamo più infelici e
schiavi di prima. I dazii e le imposizioni sono le stesse. Il numerario manca
come prima ed è arrivato al 62 per cento. I viveri sono cari oltremodo: la
tassa angustia tutti coloro che avevano qualche comodo; e ciò si rifondè anche
a danno del restante della popolazione, perché chi meno ha meno spende; la
gente non è impiegata, quelli ch'erano in Corte non trovano padroni, gli
artieri non hanno da poter fatigare, in conseguenza i malcontenti crescono, e
quelli che desiderarono la mutazione di governo ora hanno cangiato linguaggio.
I francesi uffiziali per le case dei particolari finiscono a disgustare colle
loro impertinenze, e se non altro col peso che recano a chi deve darli quanto
li bisogna per alloggio e mangiare, e non si contentano di poco. I soldati non
lasciano di commettere impertinenze, e questo la Nazione non lo soffre. La
Religione che si promise di non toccarsi, il basso popolo crede che si vilipenda,
perché i soldati francesi non hanno rispetto né per le chiese, né pel
Santissimo quando lo incontrano per Napoli. Oggi è venerdì di marzo, giornate
che si son sempre consacrate, ed ora si son fatti chiudere appena i Tribunali,
né si sa se saranno chiusi nella settimana Santa. I preti si veggono arrolati
nella milizia urbana, si sente publicamente insegnare lo scioglimento dei voti,
il matrimonio dei preti, il ripudio e il divorzio, cosa che al popolo fa della
molta impressione. Questo è lo stato della città, ed io preveggo nuove
sciagure.
Questa sera ritirandomi verso le ore
due, ho veduto molto moto nella truppa, molte pattuglie di cavalleria ed
infanteri oltre le civiche, molte sentinelle di cavalleria per le strade
principali, vale a dire che vi è agitazione, e sarà forse anche vero quello che
si è detto, cioè che le notti scorse si sia tentato disarmare la guarnigione
civica che sta al palazzo oggi Nazionale, ed occupare il castello di S. Elmo.
Vi è chi crede che nel numero di coloro che compongono la guardia civica vi
siano molti del partito realista che procurano di aumentarsi e di rendersi
superiori di forza. La partenza di Championnet anche ha dato causa ad
accrescere il turbamento, la maniera dolce e clemente di questo generale gli
avea fatto acquistare l'animo della popolazione. Ora si dice che questo gli sia
stato imputato a delitto, e perciò si crede che il nuovo generale Magdonald sia
terrorista, se questo si avvera, saranno più solleciti i guai. Della partenza
di Chaimpionnet la notizia più vera è che la conquista di Napoli dovea farsi da
Magdonald, perché di lui più antico, ed egli lo avea impedito per cui era stato
richiamato a Parigi, e restituito al comando dell'armata di Napoli il suo
emolo. Sia come si voglia è partito, ma sino ad oggi il suo nome ancora è
scritto sotto i proclami, né di Magdonald si è veduto editto o proclama alcuno.
Sabato 2 marzo. Questa mattina, mentre
reggevasi Tribunale è venuta chiamata a tutto il Ministero di portarsi alle
undeci di Spagna, a fare un complimento al generale Magdonald, per cui verso le
dieci i Tribunali tutti si sono sciolti. Magdonald fu al Provisorio l'altro
ieri, ed assicurò la Republica Napoletana dell'intera indipendenza: i fatti per
altro sin'ora non corrispondono, staremo a vedere.
Si sono organizzati quattro altri battaglioni di truppa
civica. Si devono formare gli altri, dovendo arrivare a 12m. uomini. Fin'ora
per aver concorso si è fatto sentire, che non potrà essere impiegato nelle
cariche della Republica chi non sia stato ascritto a d.a milizia, in seguito si susurra di obligar tutti
dall'età di anni 15 ai 60. Che bella libertà.
Si sta esiggendo la tassa de' due
milioni e mezzo, e Dio sa con che stento, e si comincia a dire che il nuovo Generale
voglia per sé un altro mezzo milione. Da questa mattina per l'intera giornata
vi è una grande sospensione di animi; e si susurrano voci di controrivoluzione.
Si è detto che Capua siasi chiusa, e gli sia stata intimata la resa. Questa
sera poi verso le ore 24 si susurrava, che fossero arrivati commissarii mandati
dal Re, Imp.e, Turco e Moscovita ad intimare la ritirata all'armata francese,
che ci sia chi vada spargendo coccarde rosse, e che il popolo del Mercato e
Conciaria sia già disposto ad andar tagliando gli arbori innalzati per le
piazze principali di Napoli. Iddio ci aiuti ed abbia compassione di noi.
Domenica 3 marzo. L'allarme di ieri fu
causato dalla venuta dell'ufficialità e porzione di truppa francese e patriotta
che tornò da Sansevero, ove avea sedati i rumori mossi dai rivoltosi di Puglia,
come portavano le bandiere prese ai med.i, così fu creduto dal basso popolo che
fosse truppa realista, e cominciarono le voci del ex Re ed ex Principe
ereditario sbarcati in Puglia, esercito di realisti arrivato a Sangermano, ed
intimata la resa a Capua. Il generale Magdonald il giorno 11 ventoso, primo
marzo, lo avea già annunziato col seguente discorso fatto al Provisorio.
«La
confidenza del Direttorio esecutivo, o cittadini, mi chiama al comando dell'armata
destinata a difendere la vostra indipendenza. Nell'entrare in questa carica ho
il piacere di annunziarvi la vittoria riportata contro i ribelli e briganti
realisti, i quali cercano di abusare della credulità del popolo in favore di
una corte vile e perfida, discacciata per sempre da un territorio conquistato
alla libertà. Citara, Salerno, Sansevero sono state le loro tombe, e ben pochi
sono scappati al ferro dei vincitori. Le bandiere, le loro artiglierie e le
munizioni, sono rimaste in nostro potere. S. Lucia[ 5], altro ricovero de'
briganti è stata posta in fiamme. Tremino pure i nemici dell'ordine e della
tranquillità publica, l'ora della vendetta è sonata, e il segnale della loro
morte è dato. Il risultato degli attacchi del 9 e 10 di questo mese è la pace
ristabilita nelle fu provincie di Apruzzo, Puglia, e Calabrie ».
Di fatti si ha notizia che la Puglia
sia sedata. Il generale Championnet fu richiamato per andare a mettersi alla
testa dell'esercito Annoverese. Questa mattina si è pubblicata la lettera di
lui indirizzataci nel momento di partire, giacché fra 19 ore dovette la sua
partenza eseguirsi, mostra sempre più questa lettera qual fosse il suo cuore; e
però la trascrivo per intera.
« lo parto Cittadini per Parigi dove gli ordini del mio
Governo mi chiamano, e nel partire porto meco la dolce soddisfazione di lasciar
alla Republica Napoletana, la quale mi sarà sempre cara, degli uomini virtuosi
e Republicani che non hanno altra ambizione che la sicurezza della libertà del
loro paese. lo non ho che un sol dispiacere, cioè quello di non aver potuto
regolare la contribuzione Militare che vi era stata imposta; essa è al di sopra
delle forze della Republica, e se lo non avessi dato parte di quest'oggetto al
Governo francese, l'avrei regolata in una maniera più confacente alla nostra
situazione ed alle circostanze dispiacevoli nelle quali vi siete trovati.
L'idea del mio successore non è sicuramente diversa, ed io non mancherò dal canto mio di
usare i mezzi più efficaci presso il Governo per ottenere le giuste moderazioni
che voi anche domandate, e farvi subito pervenire le dilucidazioni che voi
impazientemente aspettate su quel tanto che riguarda i beni personali del Re -
Salute e fraternità ‑ Championnet ».
Circa i beni personali del Re si è
preteso doversi alla Nazione francese, su di ciò vi fu rimostranza avanzata dal
Provisorio per ottenere che si lasciassero alla Nazione Napoletana.
Mentre questa lettera si è letta
affissa questa mattina, si è letto affisso ugualmente un ordine preciso del
nuovo Generale che i cittadini tutti delle prime quattro classi contribuenti
per mezzogiorno dovessero pagare la rata tassatagli, altrimenti si
sequestrassero i loro beni, si trasportassero essi in s. Elmo per essere poi tradotti
nel forte Quarnè di Antibo. La impossibilità di molti, o per meglio dire di
tutti, li ha posti nel massimo abbattimento, son corsi dal Tesoriere Nazionale
Piatti, ma altra abilitazione non si è avuta per taluni, se non che di
consegnare cambiali a vista sugli agenti dei loro feudi, o il corrispondente
valore di gioie in deposito. Io, che sono stato a parlargli con un mio cliente,
ex conte della Saponara, tassato per D/. 5m., dei quali ne avea pagati con
argento soli D/. 700, questa stessa abilitazione ho ottenuta di esibire per
oggi l'equivalente di gioie in deposito.
Altri proclami vi sono stati quest'oggi
per l'organizzazione della truppa civica per la partenza di militari tutti,
ciascuno al suo destino, e per altri minori oggetti del Governo. Si vocifera la
pace coll'Inghilterra e con l'Impero.
Lunedì 4. Ieri ed oggi non sono mancati rumori per la
città. Ieri al giorno, per quale occasione è ignoto, ancora vi fu al Mercato un
attacco in cui rimasero ammazzati due o tre soldati francesi e della guardia
Nazionale. La notte precedente dalla stessa ronda Nazionale fu tirato un colpo
di fucile ad un povero sventurato del popolo che non rispose al chi viva.
Questa mattina anco al Mercato vi è stato del rumore colla morte di due altri
soldati, e si è sciolto il mercato immediatamente. Quest'oggi a porta Capuana
ed a Ponte Nuovo vi è stato pure del rumore. Mi rincresce moltissimo che il
popolo sempre più si disgusta ed il Governo non s'incarica dei mezzi per
quietarlo, anzi mi pare che si faccia il contrario. Quei della Guardia
Nazionale che chiamansi Patriotti sono molto malveduti dal popolo, ed essi
mancano di condotta e prudenza. Quest'oggi ho veduto un sacerdote per nome
Ignazio Falconieri, conosciuto nella republica letteraria per le sue opere
attinenti alle Belle Lettere, con uniforme di capitano della Guardia Civica,
cosa che al popolo forma scandalo, mentre colui crede di ben servire la
Republica; e questa sera ha perorato nella Sala di istruzione, animando tutti
ad arollarsi. Ai Sacerdoti dovrebbe essere assegnato un altro luogo, cioè
quello dell'istruzione e non già della difesa pubblica; ognuno deve stare a suo
luogo, e bisogna rispettare le opinioni e le superstizioni anche del popolo,
non urtare tutto di fronte nel momento terribile in cui una Nazione cambia
Governo.
Per animare tutti ad arollarsi alla
milizia urbana, si è publicato un altro proclama, ordinando che non possa
aspirare a cariche della Republica chi non è ascritto alla milizia. Altra svista
del Governo a parer mio. La Republica deve conoscere i soggetti per quello che
sono, e deve impiegarli per'quello che vagliono, non siamo ai tempi che si
maneggiava la penna e la spada, si perorava in Senato e si combatteva il nemico
da una persona medesima, presso di noi chi attende al bellico non si adatta al
politico, non alla mercatura, non al foro, e simili. Date le cariche politiche
agli arollati alla truppa civica ed avrete dei bravi governanti nella
Republica. Scrivo questi miei sentimenti perché non devono vedere la luce,
altrimenti me ne asterrei.
Per la esecuzione del proclama d'ieri
per la riscossione della contribuzione militare, fu arrestato il Pres. Nicola
Aiello vecchio ottagenario, e il duca di Corigliano; furono rilasciati tutti e
due non so con quali aggiusti.
Ieri al giorno su d'una corvetta
proveniente dalla Sicilia arrivò a Napoli il nostro bravo comandante di mare,
Francesco ex duca Caracciolo.
Si è publicata la notizia officiale
della disfatta dei Realisti, di Puglia, accresciuti al numero di diecimila tra
fanteria e cavalleria, e con questa disfatta si dice sedata e quieta la Puglia.
In Caserta vi fu ieri una rivolta, ed è marciata altra
truppa per quella volta; non se ne sa il preciso. Sono in marcia 15M. Francesi
che vengono ad unirsi all'armata di Napoli.
Altri proclami vi sono stati quest'oggi
relativi alla partita dei forastieri che non avranno fra dieci giorni un
biglietto di assicurazione, ed al buon ordine dell'alloggio militare, ed a
doversi condurre ciascuno al suo destino, come pure dover uscire dal
ripartimento della Republica tutta quella gente che ha seguito l'esercito senza
carattere.
Martedì 5. Il soldato francese
ammazzato al Mercato fu per non aversi voluto levare il cappello, mentre da un
missionario facevasi la benedizione col Crocifisso. L'altro rumore fu con la
guardia urbana che volea arrestare due ragazzi che tiravano a pietre. Tutto
concorre a far conoscere l'alienazione del popolo che non può assuefarsi al
sistema francese, ed io prevedo vicino sempre più qualche sconcerto.
Si sente che nella provincia di Salerno
continuino i rumori. Persona venuta da Salerno questa sera mi ha detto aver
letto affisso un proclama in quella piazza, in cui dicevasi di correr voce che
l'ex Re fosse già sbarcato in Calabria con centomila combattenti Siciliani,
Russi, Turchi; non veggo del verosimile in questa notizia, ma è sufficiente
solo a far crescere i rumori.
Questo si è ordinato fra 24 ore,
l'incasso della contribuzione tassata alle altre classi dalla quarta alla vigesima
terza. Si minaccia la pena a chi non adempisse dell'arresto, e confiscazione di
tanta quantita di beni quanta corrisponda al doppio del tassato.
Mercordì 6. Questa mattina è seguita la
fucilazione di due persone al largo del Castello, chi dice per essere stati
promotori di tumulto, chi perché conservavano armi, o avessero ammazzato un
Francese.
Essendosi publicato proclama ordinante che chi non
s'iscrive alla milizia urbana non può pretendere a cariche della Republica, e
s'invitano i cittadini a scriversi fra il termine di otto giorni, elassi i
quali si dice che chi non si trovi scritto dovrà conformarsi alle leggi per la
organizzazione della truppa civica, concorrono moltissimi ad arollarsi. Con
altro proclama che porta la data di più giorni addietro, si sono abolite le
sopraintendenze tutte come quelle che impedivano la soddisfazione dei
creditori, e rendevano i magistrati agenti de' privati. Uno scandaloso proclama
poi è stato stampato da un tal Pier Nicola Annonii, insinuando ai monaci e
monache di uscire dai chiostri e a dare di cittadini alla patria. E' laido perché si
spazia sulla conformazione naturale dei due sessi, alla propagazione della
specie, che vuol dimostrare non doversi impedire il celibato. E' scandaloso
perché promove la rilasciatezza del costume; è empio perché si manifesta un
perfetto Iconoclasta, dicendo che sia un abuso il condannare le monache e
monaci a muovere di labra innanzi a statue di legno, di marmo e bronzo, perché
tratta da fanatico un s. Girolamo. E' inetto, perché vuol fare il grazioso e nol sa fare,
insomma un complesso di birbanteria e bestialità.
Giovedì 7 marzo. Si dice sicuro che il
nostro Cardinale arcivescovo si fosse portato dal Generale Magdonald pel
proclama scandaloso di sopra riferito, e che abbia ottenuto l'arresto dello,
stampatore e l'ordine che si ritirino le copie di quello, andandosi in cerca
dell'autore, che si crede essersi nascosto sotto quel nome che sta in fronte al
proclama.
Si è publicato il processo fatto ai due
fucilati di ieri, e così s'è saputo essere stati due abitanti di s. Giovanni a
Teduccio, rei di aver ammazzato in quel luogo un soldato francese.
Con proclama del Provisorio si è decretato farsi una
comissione che abbia l'incarico di togliere le arme e le imprese dinotino Monarchia
senza offendere i monumenti come si era cominciato a fare da taluni. Proibisce
pure l'uso di livree che formino distinzione. Un terribile proclama poi si è
publicato dal Generale contro chi sparge voci allarmanti o promove tumulti, e
vuole che sieno i regolari e preti responsabili in ogni comune de' rumori che
potessero avvenire, obbligandoli ad
accorrere e sedarli. Proibisce il suono di campane in caso di allarme[ 6]. Ordina che suonandosi la generale debba ogni cittadino
ritrovarsi alla propria abitazione, menocché la guardia civica. Proibisce la
caccia fino a nuovo ordine, tutto sotto pena di morte. Promette in fine
sicurezza e protezione al culto e ministri del medesimo. Con suo viglietto ha
pure il Generale annunziato la vittoria riportata contro gl'insorgenti
Pugliesi; e si è invitato il popolo a vedere dare alle fiamme le bandiere tolte
ai vinti.
Venerdì 8 marzo. Ieri al giorno innanzi al Palazzo
Nazionale con molta solennità si bruciarono le bandiere tolte ai regalisti di
Puglia ed Apruzzo. La piazza era tutta circondata dalla milizia urbana, in
mezzo si era situato il rogo, dirimpetto fu innalzato un palco su cui montò il
Generale ed il Governo Provisorio al suono delle bande. Furono prima spezzate
quelle insegne e poi gittate alle fiamme fra gli evviva della gente che
ingombrava l'intero largo. Laubert ha presa la parola ed ha fatto un energico
discorso al popolo, indi il Generale ha fatta anche una breve parlata in
francese gestendo col suo bastone. Laubert la ha spiegata, dicendo, aver il
Generale detto, che siccome quelle insegne gittatesi erano al fuoco, così su
quel rogo medesimo, sarebbesi spenta ogni idea di monarchia e di tirannide.
Indi son partiti. Questa funzione si fece con l'intervento di numeroso popolo,
ma fu notato che non vi era gente della plebe, la quale continua ad essere
avversa, e si tiene a freno pel timore non già per amore. Solo vi assisteva un
tal Michele detto il Pazzo, che fa da capo popolo, ma è malveduto dai
suoi stessi popolari compagni.
Al Mercato poi questa mattina si sono
fucilate quattro persone ree del tumulto svegliato giorni colla morte di un soldato francese e della
guardia civica. La esecuzione si è fatta anco coll'assistenza della truppa civica
sopra le armi.
Si hanno notizie dalle Calabrie che i
rumori colà crescono, e sia in moto anche la Calabria citra, e si susurra da
ieri che un corpo di republicani levato in Polistina e Monteleone avendo alla
testa Raffaele e Michele Milano, figli dell'ex marchese di s. Giorgio, già
barone di quel feudo, sia stato battuto dai regalisti, e fatti prigionieri i
due fratelli. Ho lo tal notizia dal padre stesso e dal fratello più grande ex
duca di s. Paolo. .
Ieri fu spedita truppa anche in Caserta
e luoghi vicini, per rumore ivi mosso, e sento che vi sia stato sangue. Quei
de' Pagani che cominciarono la controrivoluzione incendiarono più case e il
monastero degli Scolopii sotto il titolo di s. Carlo, perché ivi si univa la
municipalità. Hanno prese le montagne che circondano Nocera, ed intanto quei
due comuni hanno avuta la tassa di D/. 18m. ripartiti D/. 6m. al comune di
Nocera soprana, e 12m. a Nocera sottana, detta de' Pagani.
Sabato 9 marzo. Niente di positivo è accaduto nella
giornata d'oggi, noterò soltanto che ieri mattina fu fatta dal generale Rusca
una esatta ricerca nel monastero del Salvatore, olim Gesù vecchio, ove ora son
passati i PP. del Carmine maggiore. Furono trovate due pistole ruginite sotto
alcune fascine; e fu arrestato il Priore ed un fratello laico. La notte scorsa
pure fu arrestato l'ex generale de Gambs, e si dice anche Federici, come pure
vi è stato l'arresto di molti del popolo, assicurandosi essersi scoverto un
complotto che dovea far scoppiare una controrivoluzione. Si cerca perciò di
organizzare con sollecitudine la milizia urbana per renderla superiore al
popolo essendo composta tutta di gente scelta. Grande è il concorso della gente
che corre ad ascriversi a quella, essendosi ordinato che il non ascriversi sia
di ostacolo a pretendere cariche dalla Republica, e temendosi che chi
volontariamente non si ascrive perda il merito di buon cittadino, e possa poi
essere obligato a servire nella truppa di linea. Io per me non mi sono
ascritto, ed esito tuttora perché vorrei vivere nella mia quiete, se mai è possibile.
Su di uno degli arrestati si dice essersi trovato la nota di tutti gli ascritti
alla guardia Nazionale che sarebbero proscritti nel caso di controrivoluzione,
che Dio non voglia.
I rumori nelle Calabrie sono
accresciuti, e il peggio è che, non essendovi truppa di linea da mandarci,
dovrà mandarvisi la Nazionale.
Oggi con editto del Provisorio si sono
dati alcuni regolamenti per mettere in sicuro i beni dell'ex Re, fino a che non
si vegga quali debbano appartenere alla Republica Francese. Il Provisorio pure
ha risoluto l'abolizione de' dritti feudali tutti per cui gli ex Baroni
resteranno all'intutto spogliati.
Domenica 10. Questa mattina si è
innalzato altro albore a Porta Capuana con parata della truppa Nazionale, che
va diventando numerosissima, è riuscita la funzione allegrissima, avendo ivi
mangiato tutta la truppa, e dato da mangiare al popolo, per cui è tornata tra
gli evviva del medesimo.
Sono arrestati il generale de Gambs,
l'ex colonnello Bock, un uffiziale Albanese Dillotti, ed un altro militare
graduato di cognome Federici, nipote per quanto mi si dice del celebre d.
Checco Federici. Il motivo si dice essere stato che promovevano la
controrivoluzione.
La legge abolitiva de' dritti feudali si dice che abbia
incontrato ostacolo nella sanzione, perché in Provisorio vi fu chi sostenne
ch'era troppo aspra, e proponeva per modello quella, che per l'oggetto medesimo
si era fatta in Francia; ma vi fu chi gli oppose e volle dire che qui vi era
chi sapeva fare qualche cosa di meglio. Questa presunzione merita una
mortificazione, per cui si sente che il
Generale non sanzionerà la legge come è fatta dal Provisorio.
Lunedì 11. Sono stati arrestati alcuni
monaci della Trinità maggiore minori osservanti, perché, si dice, scoverto
tener essi mano ad un complotto rivoluzionario con quei del Carmine maggiore
passati come dissi al Salvatore. Si vuole che in detti monasteri si sieno
trovate delle armi, dei cartucci, in uno di essi il laboratorio dei cartucci.
Se ciò è vero si vedrà altro spettacolo. Iddio non voglia.
Con editto della municipalità
autorizzata si sono proibite le piroccole a lavorarsi e tenersi in casa, e ciò
perché si è saputo che il Mercato ne faceva incetto.
Martedì 12. Continuano a sentirsi
arresti oltre quelli da me notati, fu anche arrestato giorni sono, il P. M.
Spavento Domenicano. Questo Priore fece tre anni sono il Quaresimale in s.
Domenico maggiore con infinito applauso, e si vide la novità nel corso di quel
quaresimale di citare un sol testo per tema di tutte le prediche, ed era il
testo convertimini.
Fu chiamato l'anno seguente a predicare
nella cappella ex‑reale, indi fu eletto per direttore del Reclusorio, ove
stava tutt'ora. Si disse che aveva predicato all'esercito a Capua ne' primi
tempi dell'accantonamento, ed avea posto nella cassa delle sovvenzioni il
ritratto delle sue fatiche, animando tutti a far lo stesso. Si è inteso
arrestato, e si dice per maneggi segreti che avea.
Quest'oggi si è inteso l'arresto
dell'abate Zarillo, che a tempo della Monarchia era incaricato del Museo, ora
stava occupato nel dividere il tenimento della Republica, e formazione de'
ripartimenti: come pure l'arresto di alcuni principali popolani, fra i quali un
certo Paci o Paggi e Buonocore. Si è publicato permesso di portare alla zecca
oro, argento, e rame per coniarsi a conto proprio, pagando il solito dritto.
Con altro proclama si è detto che dovendo sapersi da ogni
cittadino quali sieno state le sottrazioni fatte a' suoi averi, intendo dire ai
beni Nazionali, e quali sieno le risorse che la Nazione abbia, sarà formata
una Commissione che si occuperà la
formazione di questo quadro e mappa
generale. Intanto è la premura di Faipoult, quel commissario che fu fatto uscire
dalla Republica da Championnet ed ora è tornato, il quale chiede che si
addicano alla Republica francese tutti i beni
dell'ex Re, vale a dire Farnesiani,
Medicei, e quei di suo particolare acquisto, di maniera tale che molto poco
resterà alla Nazione Napoletana.
Formicolano progetti pei Banchi che
tutti si riducono all'ammortizzazione delle fedi di credito, all'annientamento
de' Banchi med.i, alla vendita dei beni nazionali, che non si sa quali sieno.
Quest'oggi son venute da circa
ventinove carrette di feriti francesi, non si sa da dove, e si son situati
nell'ospedale della Pace.
Mercordì 13. La legge per l'abolizione
de' dritti feudali non è stata sanzionata dal Generale, e si crede che si
rivocherà anche quella dell'abolizione de' fedecommesi, essendosi attaccata la
facoltà del Governo Provisorio, mentre si dice che il formar leggi che
riguardano la costituzione sia facoltà del Direttorio Legislativo non del
Provisorio. La verità si è che tolti pochi uomini di vaglia alla testa del
Governo v'è poco di buono per tutti i riguardi. Si è affisso un proclama con
cui si chiamano a dar conto al Direttorio esecutivo Francese tutti coloro che
abbiano commesse rapine nel venire alla conquista di Napoli, e vien chiamato
pure a portarsi al comitato militare il cittadino Bassal[ 7], già rappresentante partito con Championnet. Questo
generale si dice che tornerà a Napoli.
Girano delle persone che dicendosi incaricate dal Governo
vanno commettendo dei ricatti. Nel monastero di Sanseverino ieri si portarono
due, sotto figura di un uffiziale francese ed uno della guardia Nazionale,
dissero essere incaricati vedere se quel monastero fosse buono per ospedale,
poi si manifestarono all'Abate dicendo che se volea aiutarsi gli dasse, un
migliaio di ducati contanti pel Generale, e tre o quattrocento per essi. Il
Padre Abate prese tempo fino a questa mattina, si portò dal Generale, il quale
disse niente esser vero, e che tornando queste persone si arrestassero. Uno n'è
tornato, e si è arrestato da' stessi uffiziali francesi che dimoravano in quel
monastero.
In casa del can.co Vinaccia si
portarono più persone colla divisa militare, dicendo aver ordine di arrestarlo,
si presero D/. venti contanti e partirono.
Questa notte parte la spedizione di cento
cinquanta de' nostri della guardia Nazionale per andare a democratizzare alcuni
paesi del Cilento. Il cittadino Schipani ha fatto affiggere un proclama
d'invito ai Calabresi per ascriversi alla legione Bruzia, e marciare insieme
con lui contro gl'insorgenti Calabresi guidati dal Card. Ruffo e Preside
Winspeare.
Giovedì 14. Si sente arrivata a Capua
la vanguardia di un corpo di 15m. Cisalpini, che dovranno marciare in Puglia e
Calabria ove le insorgenze sono maggiori.
Questa mattina si è publicato un altro
editto con cui si dice che i cittadini tutti dall'età di 16 ai 50 anni devono
considerarsi come soldati della guardia Nazionale, se gli accordano 15 giorni
di tempo ad ascriversi, e si minacciano le pene secondo le circostanze a coloro
che non si ascrivessero. I soli difetti fisici, o la immoralità della condotta,
escludono da tale ascrizione, il cittadino non puole aspirare a cariche né
civili né criminali senza di essere ascritto a d.a guardia.
Notai che la legge abolitiva dei feudi non fu dal Generale
sanzionata, e che si era attaccata la facoltà legislativa del Provisorio, ora
si sente che vi sarà di breve mutazione in tutto il Governo. La mozione della
d.a legge pe' feudi si fece in publico, e
fu applaudito il voto del
rappresentante Mario Pagano, che sosteneva la sola abolizione dei dritti
feudali personali, volendo che per le prestazioni reali i Baroni si
considerassero come tutti gli altri possidenti, ebbe attacco con Laubert e
Cestari, che sostennero il contrario.
Venerdì 15 marzo. Molti proclami ed
editti vi sono anche stati nella giornata di oggi. Noterò due che più meritano
essere ricordati. Uno contiene la decisione del Provisorio che condanna il
proclama di Francesco Liberatore che avea proposta la intera abolizione delle
fedi di credito, facendo perciò nascere del bisbiglio in Napoli. E in questo
proclama si dice che il Provisorio li fa grazia di non punirlo, ed assicura il
publico che il debito de' Banchi si considera come debito Nazionale. L'altro
autorizza il solito costume di chiudersi i Teatri nella prossima settimana
Santa, e proibirsi le carrozze il giovedì e venerdì Santo.
Sabato 16. Si è affisso avviso
dell'arcivescovo che comprende l'invito fattogli dal ministro dell'Interno di
far seguire le funzioni di settimana Santa colla solita solennità.
Con editto del comitato di Finanze in
seguito di decreti del Provisorio, si è fatta una Commissione di cinque
cittadini invigilatori delle casse degli argenti, per fare che vadi al Banco il
contante che nelle stesse s'introita. Si è proibita la formazione dei polizini
di cassa, e si è proibito di poter notare in fede colla gira a me med.o somma
minore di D/. dieci, per pagamenti con causale si nota in fede qualunque somma.
La città continua ad esser quieta, ma è
certo che si fa grande provista di viveri ne' castelli. La spedizione destinata
pel Cilento non è seguita, seguirà lunedì l'altra per le Calabrie.
Domenica 17. Questa mattina si è
affisso un proclama al popolo del Generale Magdonald, di cui trascrivo un solo
paragrafo:
« In quella spregevole carta che fa
sordamente girare (l'exRe) egli ci annunzia il suo vicino ritorno e minaccia
della sua impotente collera coloro, che spiegando il loro zelo patriottico,
sudano per la indipendenza e la felicità ecc. ».
Conchiude con queste parole:
« Abitatori della città siate ognora
tranquilli e confidenti: abitatori delle campagne rientrate nel seno delle
vostre famiglie, abbandonatevi con sicurezza ai vostri campestri lavori, alla
vostra industria, e persuadetevi francamente, che riuniti al popolo invincibile
che vi ha liberati, nulla avrete a temer mai da coloro che non hanno potuto
proteggere la vostra schiavitù ».
Questo proclama fa comprendere che si tema di qualche
movimento. Di fatti per le notizie che si danno vi è del fermento in città, e
le insorgenze nelle provincie sempre più crescono. Oltre al partito realista,
ch'è molto più grande di quello che si crede i stessi patriotti sono tra loro
divisi e formano diviso partito: brigano cariche, e si disputano il governo
della Republica. Questo è voler cominciare dove le altre Republiche hanno
finito. In Calabria si dice, che oltre gl'insorgenti, vi sia un corpo di 12m.
uomini di truppa di linea comandati da Damas. La situazione nostra intanto è la
più pericolosa, perché le nostre castella che dominano tutta la città, sono a
portata di distruggere in ogni caso di mossa, ed i Francesi le hanno guarnite
di provisioni da guerra e bocca. Il numero de' malcontenti sempre più cresce,
tra per la tassa che non è possibile pagarsi, tra pel contante che manca, pe'
viveri cari e pe' rapporti che son cessati, e che fanno molti languire nella
miseria. Il popolo invece di affezionarsi al Governo più si disgusta, sentendo
la soppressione che si dice di più monasteri, come quello di s. Domenico
maggiore, s. Paolo maggiore, s. Agostino de' Scalzi, s. Tommaso d'Aquino. Pe'
tre primi non vi è ancora risoluzione; ma per l'ultimo è già seguita la
soppressione, essendosi fatto il quartier generale della milizia urbana.
Lunedì 18. Notizie allarmanti si hanno
dalla parte di Salerno e Capua. Da Salerno si sente che in Eboli vi sia stato
gran sangue, ed equivoche sono le notizie, se cioè siano stati battuti gli
insorgenti, o se la peggio l'abbiano avuta le truppe francesi. Da Capua si
sente che giovedì passato vi fu una strepitosa azione, avendo fatto
gl'insorgenti rinculare le truppe, occupati i cannoni, e postisi nello stato di
stringere Capua. Si dice che alla testa della truppa di linea ed insorgenti vi
sia Pronio, ed un altro che per contronome chiamasi fra Diavolo, oltre molti
ufficiali delle truppe Regie. La carta di cui parlava il proclama del generale
Magdonald è girata per quei contorni, si dice che sia un proclama in nome del
principe ereditario, che dice di essere vicino con potente esercito, ed impone
alle municipalità tutte di abbattere gli arbori di libertà, minacciando in caso
contrario e ferro e fuoco. L'altra colonna di truppe ed insorgenti che ha preso
la via di Salerno, si dice accampata a Campestrino. Quello ch'è certo stiamo male.
La truppa francese è poca, ma tiene i nostri castelli che dominano la città,
per cui in ogni evento sinistro noi saremo rovinati. Le insorgenze per le
provincie sono grandi e non vi è forza da reprimerle. Il popolo in tutti i ceti
è disgustato del governo attuale e del trattamento ricevuto da' Francesi, che
non sanno renderselo amico. La tassa non si paga, e quell'asprezza mostrata nel
principio per riscuoterla è anco cessata.
Questa sera mi giunge notizia che siano stati tolti dal
Provisorio come estorsori cinque rappresentanti, cioè, Laubert, Riario,
Cestari, Rotondo, Fasulo, mi par mille anni domani per appurarlo con certezza.
Si sente pure che vi sia un partito fatto dal cav. Medici per essere posto alla
testa degli affari: la nostra Republica comincia come le altre finiscono.
Martedì 19. La novella del giorno è la
soppressione di più monasteri, s. Domenico maggiore, s. Nicola alla Carità dei
Pii Operarii, s. Maria della Verità, ossia s. Agostino de' Scalzi sopra i
Studii; ebbero ieri l'annotazione dell'archivio e sagrestia, e l'ordine di
evacuare la casa per tutto giovedì prossimo. Si stanno aiutando per vedere se
possono restare ma fino ad ora non vi è alcuna novità, se non l'essersi rimesso
l'affare a quel birbone di Laubert. Bella maniera di accattivarsi il popolo,
bella maniera veramente di far corrispondere i fatti alle promesse. Si promette
la protezione del culto e suoi ministri, si fa sentire che si vogliono tutte le
solennità religiose di settimana Santa, e poi si ordina in questi giorni stessi
la soppressione dei monasteri più utili alla Religione, s. Domenico per la
predicazione, i Pii Operarii per le missioni entro e fuori Napoli, e pel
servizio della Chiesa in confessioni ed esercizii e funzioni religiose. E tutto
pel canale del Ministero dell'Interno, di quel Proteo scellerato di Francesco
Conforti, che sotto la Monarchia fu teologo di Corte, Regalista sfacciato,
assassino publico, e che ora finge il religioso patriottico ed il zelante
Republicano. Si è affissa una pastorale di Sua Eminenza, che naturalmente gli è
stata mandata perché la publicasse.
Per la contribuzione un altro proclama
questa mattina. Si abilitano i contribuenti a pagare un terzo in contanti, un terzo
in gioie, e un terzo in generi, derrate ed effetti. E si è fatta una
Commissione nuova (ogni giorno una Commissione nuova) di Piatti e Mauricoff,
ove si ricevono le gioie e derrate, si apprezzano e pagano, e s'incassa poi il
contante all'armata. Per l'apprezzo delle gioie si destina un orefice dalla
Commissione, un altro da chi porta le gioie, e si è dato il tempo di 10 giorni
pel primo terzo, 20 pel secondo, e 25 per l'ultimo. Hanno veduto che il
perentorio delle 24 ore era una bestiale spampanata.
Il Comitato di Polizia ha permesso che
le botteghe siano aperte fino a quell'ora che solevano per l'addietro, le
cantine, le taverne, e casini devono solo chiudere alle ore due della sera, o
farsi abilitare quando vogliono stare aperti ulteriormente. Ciò serve per
estorquere danaro, di fatti mi costa che un cafettiere a Fontana Medina, per
tenere aperto il gioco, ha pagati D/. quaranta. Stiamo male malissimo e
soffriamo con un governo tutto dispotico, mentre ci si promette la democrazia.
Siamo liberi in parola, schiavi in effetto.
Mercordì 20. Cinque sono i monasteri ai
quali si è intimata la espulsione, s. Paolo Maggiore, s. Domenico maggiore, s.
Agostino de' Scalzi, s. Nicola alla Carita', s. Tommaso d'Aquino. Quest'ultimo
servir deve per gran Guardia della truppa Nazionale, i quattro primi per
alloggio degli ufficiali francesi, giacché replicati ordini del Direttorio
Esecutivo di Parigi, proibiscono di alloggiare nelle case de' particolari. La
verità è che si vuole togliere una gravezza collo spogliare detti monasteri
delle rendite, e togliere al publico il commodo spirituale che i medesimi li
danno. Perché non pigliarsi le case di Monteoliveto, s. Pietro a Majella, e
Montevergine, che predicano e non confessano, ed inquietare chi predica,
confessa, e fa missioni? Tutti però questi monasteri si stanno aiutando, e
coll'oro alla mano saranno liberati; non trascurerò di notare il come per
futura memoria.
Il Governo Provisorio ha permesso per
sabato il suono delle campane per la gloria.
Questa notte parte Schipani colla sua
legione per Calabria, e con lui anche truppa di linea.
L'ex marchese Carlo de Marco ha
ringraziato il Governo della pensione di D/. 200 al mese accordatagli, dicendo
che non trovava in lui altro merito se non quello di essere stato sempre attaccato
alle autorità costituite ed al Vangelo, e che ancor ha tanto da poter vivere i
restanti suoi pochi giorni, e però impiegassero in altro uso i D/. 200 al mese,
attese le urgenze della Republica. Il Governo non ha accettata la sua ricusa,
ed ha ordinato stamparsi la di lui lettera. Si dicono cambiati i Ministri,
Conforti, che lo era dell'Interno, Mastellone di Giustizia, Arcambal di Guerra.
Giovedì 22. Le funzioni sacre del
corrente giovedì Santo si sono fatte con la solita solennità, ma con niuna pompa,
ed i Santi Sepolcri non hanno avuta manco la terza parte del solito splendore,
anzi la maggior parte delle Chiese non hanno manco parato l'altare, essendosi
contentate di mettere il monumento nudo sull'altare con lumi anche scarsi e
niente più. La Chiesa di Donna Regina, solita a fare grande macchina ad olio e
cera, non ha fatto che piccola macchinetta con poca cera.
Per le strade grande concorso di
pennacchi civici ed uniformi d'ogni specie, poche si possono dire le persone
che vestono senza distintivo.
Si è sospeso l'ordine dell'evacuazione
de' cinque monasteri. Per ora avvertirò, che s. Nicola è stato esentato con D/.
760 di contanti che ha sparsi, pagandone 300 al Provvisorio, 360 al generale de
Rey, comandante della Piazza, e 100 al presidente della Commissione Giuseppe
Cestari. Sentiremo gli altri quale sagnìa abbiano avuta.
Il Provisorio ha proibito alle donne di
partito che abitano fuori la città di poter entrare in questa di notte.
Venerdì 22. Le sacre funzioni hanno
seguitato a farsi con quiete, soltanto ieri quanto oggi si son affrettate, e
chiuse le chiese più per tempo di quello che per l'addietro solevasi.
Quest'oggi verso le ore 22 e mezza sono entrati circa
1100 uomini di truppa che si dicono Cisalpini.
Grande moto vi è nel Provisorio: vi si
era formato un partito che volevano comporre il Direttorio e mandare gli altri
a spasso. Si era risoluta la mutazione di tutti quattro o cinque Ministri,
cioè, Conforti, Mastellone, Arcambal, Rotondo, e Fasulo; ma si è anco sospesa.
Si aspetta però che venga il commissario Saliceti con due altri per organizzare
il Politico di Napoli. Staremo a vedere.
Il Comitato, di Polizia ha fatto sapere
di aver destinato un uffiziale a tener conto de' ricorsi che riceverà, e si è data
la libertà ai cittadini di poter dare ricorsi sugellati colla direzione al
Presidente del Comitato colla parola scrittavi sopra riservato, lo che
importerà che i detti ricorsi si leggeranno addirittura dal Presidente ché vi
darà quel corso che meriterà. Per domani si susurra qualche novità.
La grande cabala di taluni del
Provisorio che vorrebbero erigersi in despoti, ha per primo mobile il celebre
Carlo Laubert, secondato da Bisceglia, Rotunno, Parimbelli, e qualche altro, ed
è bilanciata dal partito dei buoni Republicani, Mario Pagano, Ignazio Ciaja,
Forges Davanzati, e qualche altro. Questi si cooperarono col Direttorio perché
di là vengano disposizioni, e stanno formando un partito di.guardia Civica dei
sentimenti medesimi Per bilanciare la potenza del partito d'opposizione. Entra
di mezzo a questi due partiti, un terzo che ne stanno, formando tre
aristocratici, Medici Luigi[ 8], Colobrano ex principe, s. Angelo ex principe. Questi
aspirano a mettersi alla testa degli affari, e formare un governo
aristocratico, vi è però chi gli veglia. Povera mia patria chi sa quando si
vedrà tranquilla.
Sabato 23. Il
suono delle campane e lo sparo dei mortaretti ha rallegrata la città questa
mattina, il basso popolo specialmente ha mostrata dell'allegrezza: molti
monasteri hanno sfabricati e rifabricati i campanili, ossia le porte de'
medesimi. La scarsezza è stata grande ne' generi di animali vaccini e pecorini,
per cui è mancata la carne, né si è veduto quell'apparato che negli anni
precedenti indicava l'abbondanza della nostra città, anco il sale si è veduto
scarso. Il Provisorio ha corretta
l'assisa de' casaddogli che aveva sabato di Passione data fuori il Comitato di
publica sussistenza, e nell'epigrafe della nuova assisa dicea che il detto
Comitato l'avea cacciata senza l'approvazione del Provisorio, ed in prezzi
esorbitanti, l'ha minorata di grani quattro per ciascun genere. Il publico ha
creduto e crede che i membri del Comitato si avessero preso danaro per dar
fuori l'assisa alta, tanta è la buona opinione che ha di chi governa. L'assisa
della carne anche si aspettava altissima, ma poi è uscita a grana 19, prezzo
che non si puol dire caro, attesa la mancanza degli animali vaccini, tra pel
gran consumo fattone dall'esercito, e tra per essere intercettato il commercio
tra la capitale e le provincie.
Questa
mattina si sono presentati al Provisorio alcuni cittadini ed hanno fatta
passare l'ambasciata in nome di una deputazione di 8m. patriotti. Alla
risposta che il Provisorio era occupato in serii affari, hanno essi fatto
strepito, dicendo: che quello pel quale essi venivano era l'affare più serio
che meritasse l'occupazione del Provisorio; sono così stati introdotti. Fattosi
innanzi, ha preso uno di essi la parola, ed ha detto, molto meravigliarsi come
il Provisorio al sentire una deputazione di 8m. cittadini avesse fatto
rispondere essere in altro occupato, e come
si negasse udienza a chiunque de' cittadini si
presentasse per affari della Republica. Il rappresentante Pagano ha immediatamente
ripigliato: « Cittadini è stata mal intesa l'ambasciata
vostra fattaci innanzi, e parlate con libertà ». A questa
scusa ha cominciato il suo discorso il deputato dicendo: che erano là essi a
chiedere al Provisorio che si togliessero dal Governo alcuni de' membri che lo
componevano. Pagano ha subito soggiunto: Bravi cittadini dite pure, e dite con
franchezza, e se avete motivi di querela contro di me spiegateli pure, che io
son pronto a calare da questo luogo. Animati così, ha esposto la Deputazione
che la loro querela per ora era contro Nicola Fasulo, Prosdocimo Rotondo, e
Giuseppe Paribelli, i quali non meritavano sedere nel Provisorio, e
malversavano le rendite e l'amministrazione della Republica, che aversi i
processi di tali imputazioni, e consigliavano quei cittadini a dimettersi
volontariamente dal Governo, se non volevano subire la pena che la loro
condotta avea meritata. Pagano ha risposto che avessero posta in carta la loro
domanda e presentata al Generale. Il deputato ha replicato esser pronti a
farlo, ma facevano sapere al Provisorio, ch'essi non volevano essere menati in
parola, e che dal Generale e dal Provisorio aspettavano che si dasse sfogo alla
loro domanda, in caso contrario essere già pronta la deputazione per Parigi,
ch'essi avevano giurato non solo l'avversione al Tiranno, ma a chiunque si
spiegasse oppressore della patria, e che a costo del loro sangue avrebbero
sostenuto un tanto impegno.
Quest'oggi hanno formata una memoria e
fattala tradurre in francese per presentarsi al Generale. Essi chiedono che
Rotondo tra gli altri dia conto di 60m. ducati di contanti la settimana, che
dagli arrendamenti, poste ed altre rendite della Republica introitavansi in
contanti, e che non si era saputo ove andassero a piombare. Vogliono conto
delle tasse di contribuzione, e della dichiarazione de' beni Nazionali, pei
quali hanno detto non voler conoscere commissarii, ma voler adirittura trattare
colla lealtà della Republica francese.
Domenica 24, giorno di Pasqua di Resurrezione. Colui che
prese la parola ieri al Provisorio fu il D.t Giuseppe Nicola Rossi giovane di
molto fuoco unitamente al D.r Giuseppe Laghezza. Tra le cose che dissero, vi fu
quella che non conveniva che coloro i quali avevano avuta la disgrazia di
nascere nobili sedessero alla testa di un Governo democratico, per cui Vaglio,
Riario e de Gennaro vollero allo stesso rinunziare, ma non si ammise la
rinunzia, perché la nascita niente opera in un Governo in cui il solo merito
deve riguardarsi.
Il
Monitore ci ha fatto sapere, che per la Puglia era girato un
impostore, che avvalendosi di qualche somiglianza col Principe Ereditario, si
era spacciato per quello, ed avea raccolti da 30m. ducati, e che girava vestito
da monaco con la fascia di s. Gennaro da sotto l'abito, e ch'era Corso di
nascita, ed andava in compagnia di un tal chirurgo Barracchi di Barletta, che
si dicea suo segretario, e che finalmente in Bisceglie erano stati scoverti e
carcerati.
Questa mattina il generale Magdonald
con grande treno a cavallo si è portato all'arcivescovado ed ha assistito alla
messa celebrata da S. E. l'arcivescovo. Per la strada ha gittato qualche
danaro.
Dalla gente fuggita da Sessa si è
inteso che un corpo di 4m. uomini, alla testa del quale vi è un certo Sciarpa,
si accostava a quella volta.
Il Generale vuol levare le truppe da
Napoli perché alla giornata vanno agli ospedali informati di morbo gallico che
li regalano le nostre meritrici, alle quali essi perdutamente si abbandonano.
La città è stata tranquilla. Questa
mattina è stato veduto affisso il seguente cartello:
Domenica 24 marzo vecchio stile.
Sono invitati i cittadini tutti ad
assistere alla tragedia dell'infame Medici: chi si sente in seno un cuore di Bruto, venga armato di pugnale.
Vi è notizia che L'Imperatore abbia
stabilita la pace con la Francia, e che tratti di far sistemare il governo di
Napoli con un Re costituzionale. Non so se possa riuscire dopo i tanti passi
irretrattabili dati dalla Nazione Napoletana. Il basso popolo però è tutto
ancora Realista, all'opposto i patriotti non intendono che affatto torni, e
pensano mandare una deputazione a Parigi per essere intesi se mai vi sia questo
trattato.
Lunedì 25. Quest'oggi il Generale in capo ha passata
rivista generale di tutta la truppa francese e Nazionale così di linea che
civica: alla mezza dopo mezzogiorno si è trovata tutta pronta ed è cominciata a
sfilare verso le ore 19 dal largo delle Pigne fino a Palazzo. Era una
continuazione di truppe tutta di parata, il Generale l'ha scorsa tutta a
cavallo e non si è ritirato che verso le ore 23. Il colpo d'occhio è stato
bellissimo. Avendo il Monitore detto
che per l'assisa uscita dalla municipalità, aveva la publica voce ripetuto di
D/. 12m. che a quella si era data da venditori e negozianti, quest'oggi si è
veduto affisso un proclama col quale si fa sapere al publico, che il Comitato
di publica sussistenza era da un mese solamente diviso da lei, che non gli dava
parte delle sue operazioni. Locchè ha soggiunto averlo fatto non perché
prestasse credito a quanto il Monitore imprudentemente
avea detto, ma per far sapere al publico che le autorità costituite erano
ciascuna incaricata del suo particolare ripartimento.
Avverto per notizia che l'assisa uscita
alta diede occasione alla voce dei D/. 12 m. Il Provisorio sospendendo
quest'assisa, perché fatta senza la sua approvazione ed esorbitante, ed
ordinando che si eseguisse quella più moderata da lui fatta, diede maggior peso
a quella voce. Il Monitore ci
aggiunse qualche cosa di più, e la municipalità col caricarne il Comitato
di publica sussistenza, ha sugellata la voce medesima.
Martedì 26. Per quanto si fosse cercato di far comparire
numerosa la truppa d'ieri, per notizia appurata, non era che di 3100 fanti e
700 cavalli, e le castella restarono assolutamente sfornite di guarnigione, sapendo io di certo che nel castello
Nuovo non ci erano che otto uomini che servivano a farsi vedere di sentinella
alla porta e sulli bastioni. Gl'insorgenti di Calabria e di Apruzzo vanno
acquistando consistenza, da un giorno all'altro le truppe francesi si
chiuderanno nei forti, e la città si troverà tra due fuochi. Faccia Iddio che
non si avveri si funesto presagio, ma le disposizioni tanto ci annunziano.
E' arrivata notizia che Andria sia
stata distrutta da Ettore Carafa, già Barone e duca di Andria, coll'aver
passato a fil di spada circa 7 m. abitanti, senza risparmiarne né donne, né
ragazzi, e ciò per non aver voluto deporre le armi all'intima della resa da lui
fattagli.
L'altro pericolo a cui siamo esposti è
quello di rimanere affamati, essendo chiuso il commercio interno ed
intercettato l'esterno.
La municipalità militare ha fatto
affiggere un proclama con cui dice, che nella milizia civica si siano intrusi
soggetti che non hanno tutto lo zelo che si conviene, anima tutti ad
investirsene, e minaccia chi per tutto altro fine vesta quella divisa e cinga
la spada.
Non mi ricordo se ho notato che
l'uniforme civica è bleù bavaro giallo con rivettino rosso, e sott'abito
giallo, mostra rossa, e pennacchio tricolore. E ugualmente non mi ricordo se ho
nei giorni addietro notato che si è monetato il rame, con esso si è fatta la
moneta del valore di tre o due grani, che hanno da una parte il fascio colla
scure e berretta nazionale in punta, colla iscrizione Republica Napoletana,
nell'esergo, corona d'alloro, con in mezzo il valore della moneta, attorno
l'iscrizione: anno primo della Republica Napoletana.
Si sta rimettendo la numerazione della
città, e la strada Toledo e molte altre e vicoli cangeranno nome. Si continua
pure a compiere l'apparecchio per illuminare la città.
Quanto sarebbe meglio se si occupasse
il Governo di quello che maggiormente interessa, giacché siamo a momenti di non
aver come spendere, mancando semprepiù il contante, ed essendo arrivato il
cambio al 70 per %, i generi di prima necessità, a riserba del solo pane, vanno
carissimi, e la carne vaccina manca giornalmente.
Mercordì 27. Crescono i nostri guai.
Un'epidemia si è scoverta nell'isola di Procida e si crede di contagio, questo
ci mancherebbe, ed allora avressimo tutt'e tre le sorelle. Iddio nol voglia. Si
è avuta notizia della distruzione di Andria, come ieri notai, aggiunge che ciò
sia avvenuto perché fingendosi resa, entrata la truppa, se gli avventarono
sopra facendo fuoco dalle finestre, e gittandole addosso pietre ed acqua
bollente. Ciò inasprì gli animi, onde ne seguì quel massacro, essendosi solo
risparmiate le donne e i ragazzi, fu saccheggiata interamente, insomma fu preda
del furore militare una delle più belle e più ricche città di Puglia. Si
aspettano le notizie di Trani che oggi dovea scaliarsi essendosi chiusa.
Si dice che volendosi obligare a
partire un'altra legione di guardia Civica, tutti unanimamente hanno risposto
non volere, per cui si teme qualche rumore, se mai vogliano usare la forza; ma
credo che per ora non l'useranno essendo le truppe francesi inferiori alla
guardia Civica. Una pattuglia di questa truppa per altro, due notti sono,
lasciò le armi e fuggì via, temendo di pochi popolani disarmati che incontrò al
largo delle Pigne.
Giovedì 28. Si è publicato altro
decreto per la organizzazione della truppa Civica. Ordina che tutti dai 16 ai
60 anni inclusivi si ascrivano. Eccettua i ciechi, i storpi, i giornalieri,
quei di cui costi la immoralità di condotta. Gli divide in due classi, una di
cittadini che non vogliono prestar servigio, e questi pagar debbono gr. 35 al
mese per la guardia gli toccherebbe; l'altra di que' che prestano servigio, ed
in questa essendoci soprannumerarii, i medesimi entreranno in servigio, dopo
sei mesi, e si aggregano alla classe de' suprannumerarii gli attivi che avranno
servito i scorsi tre mesi, pagandosi da tutti le gr. 35 al mese ne' mesi che
non prestano servizio.
Il generale Magdonald è uscito questa
mattina con carrozza da viaggio a quattro cavalli, ed è tornato questa sera
verso le ore 23 e mezza; si crede sia andato a Capua. Si ha notizia, che la
provincia di Lecce sia in insurgenza.
Il foglio del Monitore di sabato avendo data la notizia, che il generale Rey di
sua autorità aveva mandato a prendersi mercordì mattino tutte le collane d'oro
che la Corte soleva dispensare ai cavalieri dell'Ordine di s. Gennaro, che
esistono presso l'uffiziale del carico, tale notizia è dispiaciuta al generale
Rey che siasi stampata. Volle dunque carcerare lo stampatore, per cui la
compilatrice del foglio cittadina Eleonora Fonseca Pimentel ne ha avanzata le
sue querele al Governo. Intanto il foglio
di martedì non fu stampato.
Presso il cittadino Vincenzo Merola,
già uffiziale giubilato dell'ex segreteria di giustizia, esistevano ducati 10
m. in contanti ed 850 in fedi, di
pertinenza dell'ex tesoriere Tacconi, sono stati incassati alla Nazione. E' stato privato della
cattedra di fisiologia, ospedali, e comunità tutta, il medico Antonio
Sementino, per imputazione di essere stato delatore del passato Governo; la
stessa sorte ha avuta l'altro medico Salvatore Ronchi.
Nuovi rumori sono stati al Provisorio
per la rimozione de' tre soggetti, Fasulo, Rotondo, e Paribelli; ma sono sforzi
inutili, perché il partito de' cittadini che vorrebbero il bene della patria è
timido, perché sa di non aver la forza da poter resistere al Generale francese da
cui vengono protetti coloro; intanto ne gemiamo tutti nell'oppressione, ed
un'orda di birboni è alla testa del Governo.
Venerdì 29. Mentre si parla di Andria distrutta, e si
vende stampato un dettaglio di quella spedizione che fa ascendere i morti a 10
m., si susurra, che l'altra spedizione di truppa Nazionale mandata verso il
Cilento e Calabria, sia stata rotta e disarmata e massacrata, per cui molti
pochi ne sono tornati in Napoli. Ma
queste notizie si tengono celate, e ciascuno le dice con riserva, perché il
Tribunale rivoluzionario procede ad arresti, e fa quello stesso che si
condannava in persona dell'ex Re. Di questo si dice, che sia venuto fino a
Napoli un proclama, col quale assicura di tornare di breve con
potente esercito, e riportare quei milioni, che non avea avuto idea di
appropriarsi, ma di sottrarli alla rapina francese. Accorda il perdono a tutti
quei che hanno prese le armi contro di
lui nel Regno, se fra il termine di giorni 15 daranno prove del loro
attaccamento alla Corona, minacciando in caso contrario della sua indegnazione
chi persistesse nella rivolta. Intanto non si sa se abbia egli forze tali da
riconquistare il perduto. Sappiamo solo, che i Francesi non hanno forze da tenere in soggezione
il Regno, non dico di respingere un'agressione, ed in conseguenza siamo sempre
più vicini a trovarci in mezzo ad una
nuova crisi.
Questa mattina si è ordinato con proclama che i dazii tutti degli
arrendamenti si dovessero pagare in contanti per mandarsi ai Banchi; intanto il
basso popolo va cantando questa canzone:
Libertà
ed Uguaglianza
Li
denari vanno in Franza
E
ntri ntri nce fa la panza.
I studenti di Sementino hanno fatto
rumore nel Provisorio perché siasi privato della cattedra ed ospedale, con voce
che ha dato saggio dell'esser suo, per semplice imputazione di aver consigliato
il figlio sotto la Monarchia ad indultarsi; hanno aggiunto pure che non dovea
il Governo senza concorso provedere la cattedra come ha fatto. Voci inutili se
non sono sostenute dalla forza.
Sabato 30. E' arrivato il cittadino Abrial
da Parigi che dovrà organizzare il Governo.
Da patriotti tornati dall'azione di
Eboli si è saputo, che Schipani ivi aspetta rinforzo dopo aver avuta un'azione
cogl'insorgenti, dei quali è capo quel tale Sciarpa già birro di campagna, ed
aver preso Sicignano e Gaudio che diede in preda al fuoco ed al saccheggio. In
quell'azione perì il commendatore Spinelli di Cariati che comandava i
patriotti, e (perirono) da circa 20 di questi ch'erano al numero di 80.
Schipani ha circa 700 uomini di truppa di linea, ma tutta Nazionale, la
compagnia di Sciarpa è superiore di forze. I patriotti, tanto i feriti che i
buoni, se ne sono tornati, perché furono situati soli senza truppa di linea a
covrire le alture, ove si trovarono assaliti dal nemico e costretti a fuggire
per valloni e montagne.
Si sono ricevuti più precisi ragguagli
da Ettore Carafa della presa di Andria.
Egli in una relazione al Provisorio, che ha letto, dice
che accostati ad Andria già suo feudo fu chiamato a nome ed invitato ad
avvicinarsi, ma che approssimandosi si fece fuoco su loro per cui si dispose
all'attacco. Forzarono la porta, entrarono nella città fra il fuoco della
mitraglia e de' fucili che da tutte le case fulminavano su loro, se ne resero
padroni dopo due ore, ed il generale francese la diede in preda al furore
militare. Egli fa conto di esservi stati degli Andriani 4 m. morti, de' suoi
non ne dà conto, dice bensì aver 12 ufficiali feriti, e non poter passare
innanzi: locchè fa capire dover essere anco maltrattata la sua colonna. Ecco lo
stato infelice del nostro continente, invaso da una guerra civile; il fuoco, il
sacco, la devastazione delle campagne, sono mali che risentiremo per più tempi.
La città è tranquilla, ma non lo sarà
sempre secondo le apparenze. Il generale francese sollecita la formazione del
campo tra Capua e Caserta, al Garigliano non vi è più scafo. Il cittadino
Gabriele Mantonè è andato visitando il cratere, il generale Rey uscì per
sollecitare l'occorrente per la costruzione delle barche cannoniere. Si teme
dunque di aggressione per mare e per terra. Le ostilità coll'Imperatore son
cominciate, dunque si aprì la campagna, e noi avremo il teatro della guerra in
mezzo alla città, se Dio non provede, essendo disgustati i ceti tutti della
condotta francese e del Governo.
Domenica 31 marzo. La soppressione dei monasteri che
indicai è stata sospesa, meno che per s. Tommaso d'Aquino, in cui è rimasto il
quartier generale della truppa civica. I monasteri che notai contenevano anco
s. Paolo, ma fu errore, avendo ricevuto l'ordine della soppressione non già
quello, ma l'altro monastero de' Domenicani di Gesù e Maria. Ora si dice che
siasi risoluta la soppressione di Montecasino, Certosa di s. Martino, s. Maria
in Portico, s. Brigida a Toledo. Pel monastero di s. Gaudioso è sicurissimo che
si è soppresso; si susurra ancora s. Gregorio Armeno detto s. Liguoro, e s.
Giuseppe de' Ruffi. Finalmente si parla della soppressione dei Benedettini
tutti bianchi e neri. In s. Gregorio Armeno sono state mandate le sorelle di un
tal Galiani che fu afforcato come reo di Stato sotto la Monarchia, e in Donna
Regina le tre sorelle di de Deo, altro martire della libertà. Il monastero di
s. Gregorio Armeno che non riceveva se non Dame di Capuana e Nido, è rimasto
ben mortificato, anzi si dice che si parli della sua soppressione appunto per
essersi opposto all'ingresso di dette donzelle. Il Governo all'incontro ha
scelti tali monasteri per fare appunto perdere l'idea di ogni grandezza che i
detti monasteri avevano.
Si susurra che notti sono fu tentato di
sorprendere s. Elmo, che per poco non fu preso. Grandi partiti vi sono, e forse
siamo sempre più vicini a nuova crisi sanguinosa.
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[ 1] Nota a margine dell' Autore. E' noto esservi nella
chiesa di Mergellina dei Serviti il se
polcro di questo poeta.
[ 3] Nota a margine dell' Autore. Per l'opera del Serraglio destinato a vantaggio dei
poveri.
[ 4] Nota a margine dell' Autore. Notissimo per la rivoluzione popolare del 1647.
[ 6] Nota a margine dell' Autore. Come del suono delle campane
nel caso che succeda si vogliono responsabili i monaci e le monache, così
questi corpi religiosi, per mettersi al sicuro hanno levato il suono anco
all'ave‑maria ed un'ora di notte, e molti anco nel mezzogiorno; e certi
monasteri hanno fabricato le porte de' campanili, o tolto i battagli dalle
campane.
[ 7] Nota a margine dell' Autore. Ad un Consiglio di guerra
dice l'editto. Il d.O Bassal è di Nazione francese ed era molto ben veduto da
Championnet, per cui si crede che anco per d.O Generale vi saranno delle
imputazioni, forse per gli uffici contrarii fattigli dal commissario Faipoult.
[ 8] Nota a margine dell' Autore. L'altro ieri Luigi Medici, che
Napoli ha veduto alla testa del Governo regente togato di Vicaria, gentiluomo
di Camera, e dominatore degli animi de' Sovrani a tempo della Monarchia, Medici
dico, montò la guardia semplice soldato di truppa civica.