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CARLO DE NICOLA DIARIO NAPOLETANO |
MAGGIO 1799
Mercordì primo maggio. Il generale Magdonald ha
publicato un proclama diretto ai soldati della sua armata. Gli dice che per
causa della loro indisciplina era egli obligato a far subentrare il rigore di
un campo alla rilasciatezza di un domicilio in città. Gli dice, che intanto non
gli rimprovera le querele che per loro cagione ha intese, in quanto che crede
che bastar gli debba il rimorso interno. Gl'inculca la disciplina, il buon
ordine e la condotta onesta nei luoghi ove vanno ad accamparsi. Egli è partito
pel campo situato fra Caserta e Maddaloni, sabato ritorna in città per la
processione di s. Gennaro.
Per la città vi è chi crede che domani ci sia la fucilazione di molti soggetti di riguardo, e dubita che sia intimata la ritirata con tre tiri di cannone; credo che siano voci vaghe. Piú affissi vi sono stati quest'oggi. Con uno si è rivocata la ripartizione dell'ex Regno ordinata da Championnet ed eseguita a tempesta da Bassal, che allora era rappresentante. Si son lasciate le provincie quali erano coi stessi capiluoghi, i soli nomi son mutati né trascurerò di notarlo. Solo cambiamento vi è stato, che invece di dodici ora son tredici ripartimenti, perché, come Napoli e Terra di Lavoro formavano un solo ripartimento, ora ne formano due, cioè Napoli e sue adiacenze, e Terra di Lavoro. Un altro ha riguardati nuovi stabilimenti per la organizzazione della truppa civica. Un terzo per l'abolizione del testatico. Questo dovea contenere anco l'abolizione, o sia minorazione della decima; ma questa seconda parte non vi è stata. Un quarto un invito agli Uffiziali dell'ex Re di presentare memorie dei loro gradi e meriti per essere considerati. Un quinto contro gli allarmanti, e di qualche altro non ricordo.
Si è saputo che gl'Inglesi occuparono Castellammare per
intelligenza degli artiglieri dei fortini, dai quali fu ammazzato un giovane
uffiziale di cognome Garofano, che si gittò in una barchetta gridando: la
patria è tradita dopo di aver veduto che i cannonieri del fortino sparavano in
aria. Fu egli ammazzato a colpi di fucile dagl'insorgenti, i quali ricevettero
lo sbarco delle truppe ex Regie ed Inglesi, e puntarono i cannoni contro le
nostre barche cannoniere. Caracciolo, che le comandava, postale al sicuro,
corse egli a Napoli a chiedere soccorso, e così la stessa notte partirono le
truppe, ed avvenne quanto è di sopra riferito. Le violenze usate nella Cava ed
altri luoghi d'insurgenza. o sia gli eccessi del furor militare, furono grandi;
donzelle violate, monasteri saccheggiati, case brugiate, abitanti ammazzati,
insomma quanto la guerra ha d'oneroso, fu sofferto da quei abitanti.
Questa mattina nella Commissione Legislativa dal
cittadino Gaetano Olivieri, si è presa la parola pei PP. Certosini di San
Martino, e si è detto che la Republica puole appropriarsi i loro beni, ma non
puole obligarli a lasciare il chiostro e quella regola che hanno professata,
mentre sarebbe contrario alla libertà democratica, la quale importa che siccome
puol essere libero a ciascun individuo uscire dal chiostro quando gli piaccia,
cosí dev'esser libero il restarci e continuare nell'Istituto professato. Ha
soggiunto, appropriandosi la Republica i beni, deve pensare alla sussistenza
degl'individui che restano nel chiostro. Questa sera ha ripetuto lo stesso
all'Esecutivo.
Il Generale essendo uscito da Napoli, ha prima fatto
sentire che sabato tornerà per la processione di s. Gennaro, ha fatto insinuare
al clero Regolare e Secolare che facesse un triduo, e non interrompesse la
predicazione solita a farsi ogni giorno festivo per la città: ha fatto pure
restituire il Monastero del Carmine a quei PP. avendolo evacuato la truppa. Tra
gli affissi ve n'è stato altro coll'ordine alle botteghe di star aperte fino a
tre ore, per dar commodo ai compratori, e togliere ai male intenzionati
l'occasione di avvalersi delle tenebre, e animare insieme i cittadini a poter
girare con piú franchezza e sicurezza. Un altro riguardava l'abolizione dei
privilegii di cittadino Napoletano.
Giovedí 2 maggio. Questa mattina si sono intesi tre
colpi di cannone di seguito in distanza; quest'oggi se n'è inteso qualche
altro. Le truppe francesi continuano ad uscire, ed il castel Nuovo è passato in
potere della truppa civica, la quale monta la guardia per tutta la città.
Sorrento è in grande insurrezione sostenuta al solito
dagli Inglesi. Si ha notizia che i Francesi ci siano arrivati per la via di
Piano, ove siano stati ben ricevuti da quei naturali e scortati sopra Sorrento,
che forse a quest'ora sta esposto al furore militare. Salerno anco è occupata
dai Francesi, ma sentesi che gli sia molto costato, e dopo esserci entrati
l'hanno trovata vuota d'abitanti, e le case denudate. Che miseria! che
desolazione! colpa degl'Inglesi e delle perfide misure dell'ex Regina piú che
dell'ex Re.
Venerdí 3. Si aspettano notizie delle insurgenze di
Avellino e paesi vicini, e specialmente di Monteforte; essendo partiti rinforzi
di truppa francese per quella volta, restando frattanto chiusa la strada di
Puglia, per cui la posta non è venuta. Con affisso di quest'oggi si è abilitato
il pagamento della contribuzione militare, per quel di piú che restava ciascun
cittadino a pagare, a poterlo soddisfare con carte di Banco con l'agio del 25
per %. Questo dovrebbe far anco bassare il cambio.
Quest'oggi son venute portate dai Francesi tre altre
bandiere prese ad insorgenti, una rossa, l'altra bianca con croce in mezzo, la
terza anche bianca colle armi dell'ex Re, com'era la bandiera di Napoli sotto
la Monarchia. E' ignoto ancora donde venissero.
Sabato 4. Le bandiere si dice che furono prese agli
insorgenti di Sorrento, di cui si ha notizia che dopo essere stato tre giorni
tra il fuoco sostenuto coi Francesi, chiese capitolare, e gli fu accordato,
avendo così evitato il sacco. Ebbe però la contribuzione militare di Ducati
ventimila contanti. A Castellammare la contribuzione si è ordinata per Ducati
100 mila, per Nocera dei Pagani ch'è stata la terza, è stata di Ducati 6 mila.
A Lauro, dopo essere stato bruciato il palazzo Baronale, alcuni monasteri di
monache, e varie case, fu dato il sacco, i disordini e le violenze alle donne
sono stati generali per tutti i luoghi d'insurgenza.
Con proclama della Commissione esecutiva, d'accordo col
commessario francese, stante la difficoltà d'esigere la contribuzione dei due
milioni e mezzo in effettivo, si abilita la popolazione di Napoli a pagare il
di piú che restava a sodisfarsi in polize di Banco con la perdita del 25 per %
fra lo spazio improrogabile di otto giorni, elassi i quali si minaccia di fare
l'esazione in contanti.
Si è veduto con piacere un affisso del Ministro
dell'Interno de Filippis, la proibizione di un libercolo tradotto e publicato
in pochi giorni, che portava il titolo Teresa
Filosofa, e ciò per essere quello scostumato ed osceno, ritenendone
arrestato il traduttore, ritirate le copie e condannate ad essere brugiate.
Quando la morale e il costume si rispetta ogn'uomo onesto gode. Per la
coscrizione militare richiedendosi le fedi de' medici di conosciuto civismo per
situare tra la classe de' contribuenti chi non sia atto per l'attiva, ed
essendosi tali medici ristretti a
quattro, cioè, Cirillo, Leonessa, Bagni e Mauro, n'è avvenuto che con sei
carlini si hanno le fedi, ed i cittadini ne soffrono. Le privative degenerano
sempre in monopolii e furti.
Si è affisso un invito per fare una coscrizione
marittima per custodire il littorale dalle incursioni Inglesi. Un altro d'una
legione di patriotti Leccesi e Baresi. Altro di Calabresi con l'approvazione
del Ministro della Guerra.
Quest'oggi si è fatta la processione del Sangue del
nostro Protettore s. Gennaro, solita farsi in ogni primo Sabato di maggio in
memoria della translazione del miracoloso Sangue. E come solevasi far seguire
la liquefazione in uno dei Sedili per turno, così aboliti oggi i Sedili,
l'incontro della Testa col Sangue si e fatto nella Chiesa del Gesú Nuovo, ossia
Trinità Maggiore.
Vi è intervenuto e stato presente il Generale Magdonald
a fianco del nostro Arcivescovo; dopo dieci minuti è seguita la miracolosa
liquefazione, della quale ha confessato di essere stato sorpreso il Generale[*1]. Si è restituito poi alla cappella del Tesoro collo
stesso accompagnamento e col seguito di molta truppa civica, che poi si è ritirata
in parata con banda intera, anco la cavalleria Nazionale vi ha assistito.
Si è publicata quest'oggi la condanna fatta dall'alta
Commissione militare di quattro rei dell'assassinio del Duca della Torre e
fratello Filomarino. La esecuzione dovrà eseguirsi lunedí all'ore dieci di
Francia, e due dei condannati restar dovranno sospesi alla forca per due
giorni, cioè ore 48, questi sono Giuseppe Maimone parrucchiere di 24 anni
Napoletano, i reo principale della sollevazione, ed Anello d'Ascanio, Clemente Filomarin[*2] e Gioacchino Lubrano, che fu il primo a tirare col
fucile sulla persona di Clemente Filomarino, chiedendo espressamente tal
preferenza.
Domenica 5. Questa mattina è passato all'altra vita ad
ore 12 d'Italia l'ottimo Filippo Mazzocchi, già Presidente del S. C., egli è
compianto da tutti i buoni per la sua ottima morale e bontà di cuore, umanità,
e piacevolezza; rispettato anche dalla satira, mentre in una che ne fu fatta
anni sono coi versetti dei libri Santi contro tutto il Ministero, per Mazzocchi
dicevasi elogio, avendogli appropriato il versetto Iustitia et pax osculatae
sunt. Egli è morto idropico di petto, ma la sua malattia cominciò con lo spavento
dell'anarchia popolare, e dal momento dell'entrata delle armi francesi, avendo
avuto il teatro della guerra innanzi alla sua casa fuori Port'Alba, tanto che
delle palle di moschetto entrarono pei balconi. D'allora si ammalò, né piú si
rimise, per cui non è salito in Tribunale senza toga. La sua carica non sarà
proveduta, dovendo organizzarsi i Tribunali republicani.
La giornata d'oggi è stata piuttosto quieta ed allegra, qualche piccolo disturbo in qualche quartiere della città è stato per la visita delle coccarde che andava facendo la guardia Nazionale; chi sa se domani sarà cosí quieta attesa la esecuzione dei quattro che dissi. Di affissi publicati vi sono i seguenti. Con uno si è ordinato che tutti gli abitanti di Napoli facciano la rivela dei loro beni per potersi equilibrare la tassa. Con un altro si è ordinato di nuovo che tutte le botteghe siano aperte fino a quell'ora che vogliono, meno i Caffè, Osterie e simili, che devono chiudere alle ore due d'Italia, o avere la licenza dal Governo. Con un terzo si è fatta nota e publica l'organizzazione seguita di quattro compagnie di volontarii Calabresi per andare a reprimere le insurgenze di quelle provincie. Un quarto faceva sapere che la Sala d'istruzione è passata nel convento di S. Severino maggiore. Con un quinto si invitavano gli uffiziali tutti ex Regii a dare il loro nome alla Municipalità. Con un sesto finalmente si promoveva una coscrizione marittima per aumentare le forze della nostra marina.
A proposito di marina, quest'oggi sono apparsi di nuovo gli Inglesi. Sorrento è stato sottoposto ad una contribuzione. Avellino è stato saccheggiato ieri, per quanto si dice, essendosi arrestati l'ex principe ed ex principessa e sottoposti a consiglio di guerra. Mercogliano è stato brugiato, tutto il circondario si dice verrà sottoposto a contribuzione.
E’ partito
questa mattina per Nola il cittadino Ignazio Falconieri col carattere di
commissario organizzatore del ripartimento del Volturno. Il cittadino Vincenzo
Troisi è stato istallato correttore degl'Incurabili, carica cui viene annessa
cura di anime.
Molti monaci questa mattina hanno chiesto al Governo di
servire nella guardia civica attiva, e però obligarsi i nostri monasteri ad
equipaggiarli e farli un assegnamento. Pirelli e Scotti hanno detto che chi è
stato cattivo monaco non sarà manco buon soldato; ma tanto si è conchiuso che
non poteva impedirsegli il servire, e si è preso il temperamento di ordinare
che il monastero gli dia Ducati 15 per equipaggiarsi, che vestano l'uniforme
solo nei giorni di guardia, ed in quei giorni gli somministri anco il monastero
carlini due[*3]. Ai monaci di San Martino è stato permesso di restare e
di amministrare i beni in nome della Repubblica, e darne conto.
Gira ancora
per Lecce un falso Principe ereditario, il quale presentatosi nella città di
Lecce col suo esercito, fu in publico trattato da impostore dai patriotti di
quella ex provincia, fra i quali si segnalarono Giuseppe Capone, Giuseppe de
Rinaldis, Giuseppe Cosma, e Berardino Perrone, tutti avvocati di quella città.
De Rinaldis fu arrestato nel carcere di quel Tribunale, i rimanenti furono
portati nel castello di Brindisi. "Si aspettano le ulteriori notizie.
Lunedí 6.
Questa mattina è seguita al Mercato la fucilazione dei quattro condannati. Vi è stato un po' di
rumore, che immediatamente si è comunicato per tutta la città, si dice causato
da un galesso, altri hanno detto da alcuni colpi da sparo che si sono intesi.
Il Generale della guardia civica ha mostrata molta prudenza e presenza di
spirito. Per la città non vi è stato altro di nuovo. Si è prorogata per altri
tre giorni la coscrizione della guardia Nazionale.
Martedí 7. La fucilazione dei quattro seguì al Molo
piccolo, luogo ove da essi erano stati fucilati Ascanio e Clemente Filomarino.
Fu tolto dalla sentenza la soggiunta di dover rimanere sospesi due di essi per
48 ore nel luogo del delitto commesso. ‑ Il rumore che nacque fu
cagionato da un colpo di fucile per inavvertenza accaduto, attesa la
inespertezza di un figliuolo della truppa civica, il quale fece cadere il cane
del fucile, e si cagionò la mossa, la fuga del galesso e tutto il dippiú. Ieri
stesso verso le ore 19 essendosi sentiti dei tiri di cannone sopra s. Elmo,
succedette altra agitazione in qualche parte di Napoli, ove si credette che
fossero tiri di ritirata. Si seppe che fu prova di cannoni. Tutto fa spavento
nello stato di agitazione in cui si vive.
Questa mattina si è decretata l'abolizione del Tribunale
della Camera, essendosi fatta mozione che sia questo inutile, ed in conseguenza
una spesa soverchia. La ragione perché sia inutile è per non esservi piú cause
fiscali né feudali, e pei conti delle università non essere necessario un
Tribunale. Si è decretata pure la legge proibitiva dello sboscamento delle selve.
Costruendosi alcuni fortini al Molo, si è veduto questa
mattina far da operai la nostra gioventú ascritta alla milizia civica,
trasportando calce e pietre, e scavando fossi[*4].
Tutto giorno ricorrono in città dei particolari che
fuggono dai luoghi d'insurrezioni ed invasioni Inglesi. Credo aver notato nei
giorni precedenti l'arresto dell'ex principe di Lauro e dell'ex Duca di
Corigliano, fu seguito quello dall'arresto pure dell'ex Duca di Casacalenda; a
ciascuno di essi è stata imputata la insurrezione di Lauro, Palma, e Don so
quali dei feudi dell'ultimo. Dell'ex principe ed ex principessa di Avellino, si
è saputo, che dopo di essere stati interamente saccheggiati, portati furono quasi
nudi girando per la strade di Avellino con trombetta avanti. Si dice che il
generale Magdonald abbia avuto ordine da Parigi di non abbandonare Napoli in
qualunque evento.
Mercordí S.
Non sento verificata la precedente notizia, anzi all'opposto è sicuro che le
truppe francesi marciano tutto giorno verso lo Stato Romano, e qui si fanno dei
preparativi che dinotano qualche vicino allarme. Si provede Capua di munizione
di bocca, e si accresce la guarnigione di s. Elmo. Qualche uffiziale francese
ha detto, che se le notizie d'Italia non sono favorevoli, essi marciar dovranno
a quella volta; qualche altro ha detto che in ogni caso s. Elmo capitola. Si
travaglia per la costruzione dei fortini, ed ieri, oltre la milizia civica,
s'invitavano i cittadini tutti a prestare l'opera loro a detta costruzione. Vi
è chi dice che si aspetta a giorni di veder Napoli assalita per mare e per
terra, e chi crede che per tutta domenica sarà battuta la generale, e partirà
l'armata francese, la quale intanto sta raccogliendo quanto può, sollecitando
la vendita dei mobili del palazzo ex Reale di Portici e della villa detta la
Favorita a Resina. Si sollecita la coscrizione militare e la tassa della
contribuzione. Dalla Commissione esecutiva si è publicato un proclama col quale
s'invitano le comuni tutte a soccorrersi a vicenda, essendovi insurgenze ed
incursioni.
A futura memoria registro
aver io saputo da persona venuta dalla Terra di Lavoro, che la barbarie usata
in quella dal furore militare fa disonore all'umanità. Già l'insurgenza fu
promossa da non naturali, tutta gente tranquilla fuggita sulle montagne colla
roba e famiglia. Quando furono chiamati a restituirsi alle loro abitazioni con
lettera che si disse del Generale, obbedirono; ma la sera di quel giorno
medesimo si videro preda del sacco e del fuoco. Non vi è rimasta una casa
intatta, depredandosi del più prezioso, il dippiù si consegnava alle fiamme. Le
donne violentate, le chiese spogliate, per terra le ostie sacrosante. Le
monache fuggite furono raggiunte e fatte preda della sfrenatezza militare;
quelle che resistevano erano crudelmente ammazzate, né le altre venivano
lasciate se non semivive. Lo stesso fato ebbe Avellino, ove mi si dice che
arrivarono a restar morte nelle braccia dei loro violatori le infelici donne
anco consagrate a Dio. Queste scelleragini non fanno onore certamente
all'umanità come dissi, e la vendetta divina, se sarà tarda, non sarà
certamente sfuggita da chi la merita.
Giovedí 9. Due grandi operazioni ha rese publiche quest'oggi il Governo. La prima riguarda i Banchi. Si sono assegnati ai medesimi i beni Farnesiani ed allodiali, proprietà dell'ex Re; quel dell'Azienda Gesuitica, delle Abbadie che si trovano invenduti, dei soppressi monasteri Benedettini e del Carmine maggiore. Si è ordinato, che da dieci ducati in sotto non Si notino piú polizze, acciò tali somme si paghino contanti, ed andando a riscuotere quei che vi sono in giro, il Banco li paga per interi col rilascio del 25 per % che gli si farà dal possessori dei medesimi. L'altra operazione è stata la gabella sulla farina abolita, promettendo il rimpiazzo ai consegnatarj sul prodotto della decima. Il popolo quest'operazione l'ha ricevuta con applauso ed entusiasmo; e se prima si fosse fatta il popolo non sarebbe tanto disgustato.
Resta dunque Napoli in mano di quella tale guarnigione e
della truppa civica. Ecco perché si cerca affezionare il popolo, che prima non
si curava, e si cercava spaventare. Molti patriotti di primo rango seguono
l'armata, come Vaglio, Cassano e le due principesse di Belmonte suocera e
nuora. Gli uffiziali francesi che qui sono parlano di capitolare occorrendo.
Le lettere di Bari portano uno sbarco seguito a Taranto, i fogli publici dicono
che in Sicilia siano sbarcati 2m. uomini di truppa Inglese, e sia già organizzata
un'armata Regia. In Italia le armi Imperiali hanno investita Mantova, e sono
in Milano, Ferrara e Bologna; se devono credersi le voci che corrono. Vi è chi
assicura che gl'Inglesi aspettino a vista di Napoli che sia tempo di
accostarsi, e che il basso popolo tenga approntate le coccarderosse. Qui si
sollecita la esazione della contribuzione, e si vende con sollecitudine il
mobile di Portici e Favorita. Insomma tutto addita uno stato di perplessità per
parte dei Francesi e del Governo, ed
una nuova prossima mutazione di Governo; riuscisse almeno con quiete.
La Commissione della tassa ha ordinato a tutti di
esibire le rivele dei loro effetti e lucri di professione, ed insieme che si
facesse noto ad essa le somme fin'ora pagate in conto, per vedere quanto manchi
per arrivare a due milioni e mezzo.
Venerdí 10. Se fossero vere le notizie che si fanno
correre, fra giorni dovrebbe tornare Napoli alla Monarchia. I Francesi in tutte
e tre le guarnigioni si vorrebbe che non eccedano il migliaio. La truppa civica,
a riserba di pochi che hanno interesse a sostenere la Republica, nella massima
parte al vedere rumore, gittarebbero il fucile, né tutti sono sette otto mila,
e si stenta a completare le Legioni per fargli arrivare a 12 m. Il Generale
Magdonald è uscito dal nostro continente; e si dice anco il Commissario
organizzatore Abrial. Insomma non vi è chi sostener possa e resistere ad una
aggressione. All'opposto all'infuori di Napoli e casali, tutto il dippiù e in
insurgenza; tanto che poche migliaia di truppe di linea che venissero,
sarebbero seguite da esercito innumerevole d'insorgenti. Questo si vuole
succeduto, perché si dice seguito uno sbarco di Russi a Taranto. Salerno si
vuole in mano di truppe Regie; al passaggio del Garigliano, si dice tagliata a
pezzi una colonna francese che usciva; e 28 vele Inglesi e Russe si dicono a
vista di Capri; ciò vero, replico, da un giorno all'altro sarà terminata la
Republica; finisse con quiete importerebbe poco alla gente tranquilla; ma
questo è il timore, a cui se ne aggiunge un altro anche serio, che da per tutto
si sente che gl'Inglesi vogliono regalarci un poco di peste.
In seguito della gabella della farina abolita,
quest'oggi si è annunziato ordine del Governo, perché si venda la farina grana
20 a tomolo meno di quello vendevasi. Si cerca così chiamare il popolo, dopo
averlo alienato cercando solo deprimerlo e spaventarlo. La verità si è che i
Francesi non sono che guerrieri, ed i nostri Soloni tutto sanno fuorchè l'arte
di governare, arte difficilissima, sopratutto nei primi momenti di una
rivoluzione di cinque milioni di anime, che dopo 800 anni non ha inteso parlare
che di Re e Regno, e crede che senza Re non si possa vivere.
Per domenica prossima si è annunziata una festa
patriottica: sta a vedere che si farà qualche altra minchioneria, che invece di
cattivare, disgusterà il publico. Sarà così se verrà regolata da qualche testa
calda e sventata. S. Elmo ha costruito un fortino che domina la parte del
Vomero.
Sabato 11. E’ sicuro che anche il Commissario
organizzatore Abrial è partito coll'esercito e col Generale Magdonald, diretto
per Firenze. Mi è noto il seguente aneddoto. Due rappresentanti, cioè
Filangieri e Pignatelli si querelavano con Abrial perché gli avesse compromessi
mettendogli in carica, mentre vivevano cosí tranquilli nelle loro case, e poi
gli lasciavano cosí esposti senza difesa. Altro Abrial non gli disse, se non
che potersene partire con lui. Vi è chi ha seguito l'esercito, fra gli altri
voleva fare lo stesso anco l'ex marchese di Genzano, ma gli è stato impedito.
Mi si dice che ieri piangeva la ex duchessa di Andria,
forse pei due suoi figli.
L'altro rappresentante Camillo Colangelo disse,
parlandosi della contribuzione, che altro avevano per la testa. A sentimento di
molti tutto dipende dagli affari d'Italia, ove le forze dei due Imperi del Nord
sono imponenti, e forse al doppio delle Francesi. Quello che veggo sicuro si è,
che se in Sicilia si ha la notizia che in tutto il regno di Napoli non vi sono
che appena quattromila uomini di truppa francese alla piú favorevole lettura,
con 6m. che ne sbarchi in Reggio, ne farà un esercito di 60m. pel Regno, e non
vi sarà chi gli impedisca la riconquista di Napoli. GI'Inglesi sono padroni del
mare, dunque non mi pare che passi molto e si vedrà l'esito della nostra
Republica, che secondo le apparenze sarà soffocata in culla.
Al comando dei forti è qui restato Rusca, a quello delle
colonne volanti un tal Gerardon, se non erro. Al contrario vi è chi avverte
alla serenità che si vede regnare in fronte agli altri rappresentanti, i quali
si occupano della organizzazione dei Tribunali Republicani, essendosi ieri
proposta.
Le notizie d'Italia si sentono secondo il genio di chi
l'e riferisce. Questa mattina qualche geniale Realista diceva presa Mantova
dagli Austriaci, arrivati questi a Civita Castellana, l'Imperatore avere in sua
possa il Pontefice, ed aver già annunciato con un proclama che lo restituirebbe
trionfante in Roma. Questa sera un republicano diceva, calato Augerau con 30 m.
francesi, aver preso alle spalle la colonna Austriaca, ed aspettare che Morcau
e Magdonald arrivassero con l'armata d'Italia, per coglierla in mezzo, locché
sarebbe all'Imperatore una perdita irreparabile. La festa republicana
annunciata per domani è anco differita.
Giovedí la roba mobile di Portici e Favorita fu venduta
per niente. Si sollecitano i riveli per la revisione delle tasse. I patriotti
feriti nella spedizione del Cilento sono stati gratificati con una sovvenzione
di D/. 100 in contante, e graduati a primi e secondi tenenti.
Domenica 12. Pentecoste. La festa patriottica annunziata
per quest'oggi, venne anco sospesa ieri sera, ed è la seconda volta. Si è
publicata colle stampe la lettera del generale Magdonald in data del 20
fiorile, 10 maggio, di risposta ad altra inviatagli dall'Ammiraglio Inglese
Tounbridge in data del 6 maggio. Tratta quella della restituzione degl'Inglesi
fatti prigionieri in Salerno che il Generale ammette. Gli nega la restituzione
d ci
Napoletani presi a Castellammare, se non gli si restituisce il console
Ribaud arrestato in Messina, e tutti i militari, membri delle autorità
costituite, ed i patriotti Napoletani arrestati illegittimamente, o per
tradimento, poi gli dice cosí:
“Quando ponete fine o Signore agli
orrori di una guerra civile che voi suscitate? Voi cagionate la morte a piú
migliaia d'innocenti sedotti e traviati, e la ruina, la devastazione, e
l'incendio delle loro proprietà, I militari soli, Signore, sono gli oggetti
della guerra, essi ne debbono sopportare tutti i mali; ed io reclamo con confidenza
la vostra lealtà per risparmiare ai pacifici cittadini le sventure che molti di
essi hanno già provate. Vi dichiaro Signore che l'armata francese è risoluta a
mantenersi nella sua conquista, ed a mantenere la libertà che essa ha
generosamente data ad un popolo che n'é degno. Questa dichiarazione vi basterà
senza dubio per farvi rinunciare ad un genere di guerra, che vi tira addosso le
maledizioni di tutti gli amici dell'umanità.”
Ieri tornò la barca parlamentare Inglese. Mentre
Magdonald parlava cosí alto, era sulle mosse per partire, e partí lo stesso
giorno, avendo lasciata la sola guarnigione come notai.
Le notizie continuano le stesse. I Realisti dicono, che
la Cisalpina non vi sia piú, che Mantova sia in mano dei Tedeschi, anzi che
stiano questi a Roma, avendo anche preso d'assalto castel s. Angelo, che le
guarnigioni di Napoli si chiudono a Capua per capitolare, come farà anco s.
Elmo, che l'esercito Regio formidabilissimo sia in Calabria e si accosti a
Napoli, e 16 vele siano in vista di Barletta. I Republicani all'incontro
dicono, che la colonna Austriaca sia stata presa alle spalle da Augerau con 30
m. Francesi, che investita di fronte da Moreau e Magdonald sia disfatta, che di
esercito Regio niente vi sia, e tutte sieno voci allarmanti.
Quello che vi è di sicuro è che lettere né d'Italia, né
di Roma si son date, che si è publicato un proclama dell'Esecutivo che anima il
popolo a star fermo nella ricevuta libertà, che ieri sera giravano dei
patriotti insinuando colla viva voce lo stesso; che la scorsa notte partirono i
figli di Cassano, e che l'ex duchessa di Capracotta, ex baronessa Ricciullo, ed
altre patriotte abbiano seguita l'armata.
Si è accordata la dilazione di altri otto giorni pel
pagamento della contribuzione in carta, e tre altri giorni per la esibizione
delle rivele. Siccome notai che il Ministro dell'Interno aveva proibito il
libro intorno Teresa Filosofa, perché
scostumato ed immorale, cosí noterò che si è publicato per le stampe la
traduzione dell'opuscolo di Mably intitolato Dritti e Doveri dei cittadini da un tal Francesco Lomonaco, con una
sua prefazione di poche pagine, nella quale dice quanto si può dire di empio
contro la Cattolica Religione, e tratta da pratiche superstiziose la messa, la
confessione, la Eucaristia, le astinenze, le preghiere, le regole chiostri, mostruosi i riti della Chiesa,
imposture la nascita, la morte dell'autore di quella; e cento e mille altre
simili proposizioni. Mi auguro che arrivi a notizia dello stesso Ministro, e lo
proibisca ugualmente. Ecco la libertà delle stampe a che porta.
L'ex principe di Lauro è in libertà. Il commissario di
campagna Lelio Parisi è stato arrestato dal commissario organizzatore Ignazio
Falconieri, che oltre detto arresto ha fatto eseguire anco la fucilazione di
sei persone.
Lunedí 13. Le notizie sono sempre le stesse. A
Perugia si vuole che sia l'armata Austriaca. In Salerno vi è insurgenza estesa
fino a Nocera dei Pagani. Gl'Inglesi hanno sbarcato delle armi a Salerno, e si
dice che hanno mandato in Sicilia a prendere truppa da sbarco. Il Governo cerca
affezionarsi il popolo, ma è tardi. L'abolizione della gabella sulla farina non
ha fatta impressione, anzi fu trovato un cartello che diceva:
S'è levata la gabella alla
Evviva Ferdinando e Carolina.
Si fa predicare al popolo che il Re sia unito coi
Turchi, Russi ed Inglesi, vale a
dire tutti infedeli e scomunicati. Ma ieri predicando un frate in questo
tuono, fu inteso un popolano dire, che se avesse potuto transigersi con dieci
anni di galera, si avrebbe levata la sodisfazione di scannarlo in mezzo alla
strada, ma il timore delle fucilate lo tratteneva. Questa mattina la
municipalità del Sebeto ha voluto farsi vedere in forma assistere alla messa ai
Gerolomini, e voleva che questi PP. avessero anche fatto un sermone, indi sono
andati distribuendo elemosine.
S. Elmo si fortifica, e si son messe intorno delle
baracche che si dice servire per ritirata ai patriotti. Questi vanno in giro
raccomandandosi ai popolari del Mercato ed altri luoghi piú popolosi della
città, dicendogli che se s'uniranno a loro gli sosterranno e difenderanno. Si è
annunziato pel 30 fiorile la festa delle bandiere.
Martedí 14. Si sente che vi sia stato in Salerno sbarco
di truppe, per cui parte, ed è partita da Napoli a quella volta una colonna
francese chi dice di 400 e chi di 800 uomini, seguita da mille fra soldati di
linea Napoletani e truppa civica. Oltre i i 4m. fucili anco sei cannoni si
dicono sbarcati dagl'Inglesi. Le navi di questi sono tra Baia e Fumo, e
quest'oggi vi è notizia che abbiano fatto fuoco sul fortino di Fumo. La colonna
partita per gli Apruzzi o Cilento, si dice battuta, o da Sciarpa o da Proni
(Pronto): è ancora confusa la notizia. Si parla con fondamento di armata Regia
che si accosti, e vi è chi dice che i patriotti abbiano risoluto difendersi
fino all'ultimo sangue. Altri, che in casa dell'ex principe di Torella, uno dei
primi patriotti, vi sia stata riunione per risolvere che convenga fare; e vi
sia stato chi abbia proposto di mandare una deputazione a Palermo per mettere
l'affare in trattato. Oltre s. Elmo che si fortifica, si sono costruiti fortini
nelle alture ed anche sul piano di Capodimonte. Al castel Nuovo si è tagliato
il ponte di fabrica per farei nuovamente il ponte mobile di legname come prima
vi stava, avendolo levato in mano al Re il maresciallo Pomereuil.
La municipalità del Sebeto mandò invito anche al parroco
di s. Aniello, dicendogli che secondo il rito della primitiva chiesa, volevano
essere insieme cogli altri figliani ad assistere ai divini officii, e sentire
da lui una spiega del Vangelo nella sua purità e semplicità, e cosí seguí.
Dalle notizie d'Italia, che hanno grande influenza su di
noi, si ha che i vantaggi degl'Imperiali continuano; ma questa sera si cominciò
a vociferare che abbiano avuta una rotta. Vi è chi vuole che Magdonald ed
Abrial siano tornati a Caserta, e che il primo assisterà alla funzione delle
bandiere domenica, ed alla processione del Corpus
Domini giovedí l'altro. A proposito della festa del Corpus Domini, si sente che sia stato stabilito
l'abito che dovranno vestire i magistrati che v'interverranno
Questa mattina si è trattato nel Governo dei soldi da
assegnarsi ai magistrati, e Pagano ha proposto darsi D/. 80 al mese ai giudici
di Pace. Vi si è opposto Cantalupo che voleva gli bastassero venti; finalmente
si è formata una deputazione di tre membri per tale sistemazione, e i tre sono
Forges Davanzati, Magliano, e Scotti.
Mercordí 15 maggio. Continuano a contradirsi le notizie
che corrono per la città. Vi è chi vuole Roma fin da venerdí in potere dei
Tedeschi col massacro dei patriotti, e v'è chi vuole battuta l'armata
Imperiale. Sicuramente sono mancate le lettere di Roma, né degli affari
d'Italia si sa il preciso. Le apparenze sono che continuino i vantaggi
degl'Imperiali, altrimenti se ci fossero dei vantaggi per parte dei Francesi,
si avrebbero le notizie, e si darebbero stampate. Della spedizione di Salerno
si parla con la stessa contradizione. Vi è chi dice che gl'insorgenti siano
fuggiti all'approssimarsi della truppa mandata da Napoli, vi è chi dice che
questa sia tornata indietro. I proclami per le coscrizioni militari da spedirsi
in Puglia, nel Cilento, nelle Calabrie, negli Apruzzi che si veggono affissi,
fanno credere che tutto l'ex Regno sia in insurgenza. GI'Inglesi mantengono la
loro posizione. Il Governo cerca affezionarsi il popolo, e se ne lusinga, non
so io con quanto appoggio.
Giovedí 16. La grande novella del giorno è la notizia
sparsa di essere l'ex Re fuggito da Palermo, scampato miracolosamente dalle mani
della popolazione rivoltata. Vi è chi aggiunge la morte di qualche individuo
della sua famiglia; e si dice che si gridava da per tutto: viva la Republica
Napoletana, vivano i Patriotti di Napoli. Le navi Inglesi che fino a questa
mattina serbavano la loro posizione, e che si vuole aver fatta ieri una
illuminazione a Procida per alcuni vantaggi che dicono aver riportati sulla
flotta Galloispana, gl'Inglesi, dico, sono scomparsi immediatamente colle loro
navi, ed hanno abbandonate Procida ed Ischia; tanto che questa notte parte il
Ministro della Guerra Mantonè con artiglieri e cannonieri e va a fortificare
Procida per premunirla da qualche altra irruzione. Domani naturalmente
sentiremo il preciso di tal notizia.
Nocera dei Pagani fu ieri assalita nuovamente
dagl'insorgenti di Sanseverino, e Salerno è nello stesso stato d'insurgenza.
Non è mancata la notizia che Roma sia in mano dei Tedeschi fin da sabato, e si
è anco detto che la notte scorsa il Governo avesse posto in discussione se
convenisse mandare una deputazione all'Ammiraglio Inglese per parlamentare; e
vi è stato chi ha aggiunto pure, che si era mandato un messaggio a cui
gl'Inglesi avevano risposto: che portata avrebbero essi in Napoli la risposta,
tuttociò non è che immaginazione dei geniali Realisti, che finirà se si avvera
la notizia di Sicilia. Si è fatta una mozione dal cittadino Bartolomeo Odierna
per l'abolizione dei Monti familiari dei maritaggi, e si vuole decretata già.
Venerdí 17. Dall'ore cinque d'Italia fino a questa
mattina si è inteso un continuo cannoneggiamento, si è saputo essere stato
Caracciolo, che portatosi colle lancie cannoniere ad abbattere il fortino
costrutto a Procida dagl'Inglesi, aveva trovata resistenza da una fregata
Inglese e due Brik, coi quali s'è
battuto ed è stato respinto, si diceva con la perdita di due lancie, una sento
con la perdita di due o tre uomini ed otto gravemente feriti. E venuto oggi a
portar rapporto, ed ha detto che non si era potuto accostare al fortino che sta
benissimo piantato e fortificato. Si dice bensí che pensi tornare questa notte
se il vento lo favorisce portando anche la nostra fregata.
La notizia della fuga del Re in Sicilia, fu una voce
fatta uscire da un marinaio, che diceva aver lasciata in Palermo la rivolta, ed
il Re fuggito. Il Ministro dell'Interno voleva che soscrivesse la sua
deposizione, ma non volle farlo.
Dei legni Inglesi partiti al numero di 13, non si sa
quale sia l'idea, vi è chi crede che siano andati a battere Gaeta, altri
eredono che siano andati in Sicilia a prender gente. Si ha notizia che Gravina
ed Altamura siano state prese da una colonna dell'esercito di Ruffo passata in
Puglia, e si crede che ancora Bari a quest'ora abbia subita la stessa sorte.
Questa mattina è stato dissacrato un Sacerdote di
Cassano condannato con tre altri ad essere fucilato dall'alta Commissione
militare, e domani si eseguirà la sentenza. Il reato lo sentiremo con la
publicazione di questa; per ora si dice, che il prete in una trattoria,
bevendo, avesse detto: Viva il Re. L'avvocato Vincenzo Iorio che lo ha difeso,
voleva garentirlo con l'ubbriachezza, ma dai giudici si disse, che l'ubbriaco
manifesta i sentimenti del cuore.
Il giudice della G. C. Civile, creato a tempo dall'ex
Re, Vincenzo Lotti, ha data la dimissione. Il motivo n'è stato l'aver sofferto
dodici ore d'arresto per aver firmato un consignatarius
exhibeat contro il rappresentante Decio Coletti, il difensore dell'attore
anche è stato arrestato. Si è publicata questa mattina la legge che ordina a
tutti di portare la coccarda Nazionale uniforme al modello che ne sarà
publicato dal Ministro di Polizia. Colla stessa legge si è proibito di potersi
portare dei collaretti mobili sugli abiti, o di altro colore non republicano. I
magistrati hanno avuto invito di vestire nella processione del Corpus Domini in abito uniforme della seguente
figura: intero abito nero con calzabrache[*5] uguale, cappello tondo con una falda alzata in fronte e
pennacchio nero, un occhio d'argento appiccicato al petto pei magistrati
civili, indicante l'occhio della giustizia, una scure i criminali. Si crede che
sarà sospeso dalla Commissione legislativa pel motivo specialmente che potrebbe
far diventare ridicola la funzione devota.
Sabato 18. La sentenza si è eseguita. La stessa ecco
quello che ci ha fatto sapere. I tre laici furono condannati perché convinti di aver procurato di mettersi
alla testa di un'insorgenza a Mugnano, aver forzati i cittadini a togliere la
coccarda ed a prendere le armi, e aver procurato di recidere l'albore della
libertà, insultando il Presidente della municipalità. Il Sacerdote, per nome
Giovanni di Napoli, perché reo convinto di voci allarmanti, con aver
proclamato: viva Ferdinando e Carolina. A tutti è sembrata eccessiva questa
condanna e dicesi aver d.o Sacerdote fatta una morte di martire. Ecco i nomi
dei giudici che lo hanno condannato: Vincenzo Lupo, commissario del Governo,
Giovanni Battista Mantoné Presidente, Timolconte de' Bianchi, Antonio Velasco,
Gregorio Mattei, Bruno Gagliano. Si dice che Giuseppe Raffaeli, Domenico
Sansone, e qualche altro siano stati di vita (sic).
Si è annunziato al publico un temperamento preso per
fare che da lunedí in avanti l'agio sulla moneta non si paghi piú del 40 per cento
in contante. Ciò si è stabilito in una commissione formata dal rappresentante
Giuseppe Marchetti coi principali cambiamonete della città. Si è publicato pure
uno stabilimento in piú capi per far si che si ritirino i polizini di Ducati 10
in sotto, che da oggi innanzi non si possono piú notare in fede.
E' stato arrestato in Napoli il cittadino Salonna
fratello di quello che si dice capo degl'insorgenti di Bari. Venne arrestato
giorni sono in Napoli l'arcivescovo di Salerno Spinelli, fratello dell'ex marchese
di Fuscaldo, perché incolpato della insurrezione di Salerno. Si ha notizia che
Altamura e Gravina siano state saccheggiate da una colonna di Ruffo passata in
Puglia, e che Bari per evitare la stessa sorte abbia reciso l'albore ed
inalberato lo stendardo Reale, mandando un messaggio a Napoli a protestare che
cedevano alla forza. Si dice pure che a Barletta si accostarono cinque legni
Inglesi e gli diedero « il chi viva ». La risposta fu «il piú forte ». Gli fu
in seguito intimato di recidere l'albero e d'innalzare la bandiera Regia;
chiese tempo quella municipalità due ore a risolversi, scorse le quali e non
avendo data risposta,, i legni fecero cominciare a volare le bombe, per cui
Barletta aveva eseguito l'ingiunto. Questa notte parte la spedizione de'
patriotti per Puglia; altra dovrà partire pel Cilento; una terza per Calabria.
Lo stato delle provincie è infelicissimo.
S. Elmo ha d'intorno quantità di baracche per tenerci la
truppa di guarnigione.
Si susurra che la perdita di Caracciolo sia più significante; certamente non ha
riportato vantaggio, perché si sarebbe publicato. Oggi dicevasi che i legni
Inglesi erano di nuovo a vista, altri li vogliono al blocco di Gaeta.
Una monaca professa del monastero della Maddalena di
cognome Spiriti (credo che sia figliastra dell'ex marchese Spiriti preside di
Salerno) è uscita da quel monastero gravida di un tal Montefusco della terra di
Santo Mango, e gli vien permesso dal Governo di sposare alla republicana
innanzi alla Municipalità, avendo detto il Presidente Ercole d'Agnese, uno dei
membri dell'Esecutivo, che la Republica non s'interessa dei motivi di
Religione, ma solo dalla legittimità della prole, volendo cittadini.
Domenica 19. Questa mattina si è publicato un proclama
del Governo provisorio diretto agli abitanti dell'isola di Procida,
richiamandoli a riunirsi alla nostra Republica, e promettendogli ogni
amorevolezza, se mostrano che hanno solo obbedito alla forza degl'Inglesi col
pronto ritorno all'unione republicana.
Con invito del generale Virtz si sono incaricati i capi
di Legione ad avvertire tutti coloro che montano la guardia della città la
notte a domandare il chi vive quando
la persona a cui si domanda è distante 12 passi dalla sentinella, e se non
risponde, replicare la domanda una seconda e terza volta, indi procurare di
arrestarla, e solo nel caso che fuggisse, o volesse avventarglisi potrà tirare.
E ciò ad oggetto di evitare il disordine che fin'ora sii è, commesso di tirare
con la massima facilità, cosa che turbava la quiete dei cittadini.
Per la contribuzione dei due milioni e mezzo essendo
abilitati i contribuenti a pagare il dippiú da essi dovuto in carta di banco
con l'aggio del 25 per % in contanti, si cercò di godere di tal benefizio anche
da coloro che avevano accettata cambiale a tempo pel pagamento di loro rata.
Questa mattina si è publicata la risoluzione del Governo che fa sapere non
poter essi godere di tal benefizio, perché le cambiali erano negoziate come
contante. La sola abilitazione dunque poteva farsi alle cambiali non negoziate,
pagandosi però in carta con l'aggio che corre in piazza.
Il Governo questa mattina ha date le bandiere alla
nostra Guardia Nazionale, quest'oggi poi verso le ore 22 si è portata la detta
Guardia, tanto a piedi che a cavallo, in gran parata innanzi al Palazzo
Nazionale con bandiere spiegate, tamburro battente, e banda militare, ed
accompagnata dal treno di artiglieria. Là giunta in mezzo a numeroso popolo ha
fatto il giro della piazza, indi ha circondato l'albero, intorno a cui era
innalzato da piú giorni un palco in ogni facciata del quale vi era un versetto
come: Odio eterno ai Tiranni, e
simili. Son montati sul palco alcuni della stessa Guardia ed hanno lacerate le
bandiere tolte agl'insorgenti, strappandole, calpestandole, e gittandole in
mezzo al popolo, che faceva lo stesso, gridando: ViVa la Libertà, viva la Republica delle quali voci rimbombava la
piazza e le case circostanti. Indi si sono aggraziati gl'insorgenti di
Castellammare che stavano ai ferri, e dessi sono anche montati sul palco, hanno
abbracciato l'albore, e ricevuto l'abbraccio fraterno dai patriotti. Si sono
ancora cantati alcuni Inni composti uno da Vincenzo Mundo, l'altro da Eugenio
Palumbo e posti in musica da Cimmarosa e Paisiello. Forse scriverò in margine
le parole di essi. L'allegria è stata
universale, e si è comunicata a tutta la città.
Per notizia precisa il danno ricevuto da Caracciolo, fu
di cinque morti e tre feriti, ed una barca sdrucita. Il Governo ha preso in
considerazione le famiglie dei morti, ed ha collocati i figli nel Collegio
della Nunziatella, già nobile militare. Caracciolo fu sopraffatto dal fuoco
delle batterie di terra, ma la fregata Inglese fu molto danneggiata. Si prepara
di andarla di nuovo ad attaccare.
Si ha notizia che la Puglia sia tutta in insurrezione,
Barletta, Molfetta, Bisceglia, Giovinazzo, hanno seguito l'esempio di Bari,
innalzando lo stendardo Regio per non essere bombardate dagl'Inglesi, che con
cinque legni si accostarono a Bari, ingiungendoli di recidere l'albore ed
innalzare la bandiera Reale.
Lunedí 20. Caracciolo ha publicata l'azione marittima
avuta con gl'Inglesi in un rapporto da lui fatto al Ministro della Guerra. Egli
dice che il vento fresco uscito gl'impedí la vittoria ed obbligò a ritirarsi
nel porto di Miseno, ove aveva lasciati in osservazione i legni che non avevano
patito, portando gli altri in Napoli per risarcirli e tornare ad uscire. Dice
aver perdute cinque persone dell'equipaggio, morte nell'azione, e quattro
averne ferite. La flottiglia Inglese era composta di una fregata, due corvette,
una col mortaro, uno sciabecco, sei lancie cannoniere, una bombardiera, e tre
barche con cannone di grosso calibro. Quella di Caracciolo era di 8 cannoniere,
sei bombardiere due galeotte, ed un numero competente di lancie di aiuto.
Del danno cagionato agl'Inglesi altro non dice, se non
che si vedeva che stavano riparando la fregata, ed avevano tirata a terra una
cannoniera. Il Governo ha assegnata la paga a vita alle famiglie dei morti in
azione, e Ducati 50 contanti pel lutto, e D. 25 di dote alle figlie femine. Ai
feriti la gratificazione di Ducati 50 contanti ed il doppio dei loro averi
mensuali. Adotta per figli suoi tutti i figli dei morti in quell'azione, ed
ordina che si diano delle tavole di ricreazione a tutto l'equipaggio innanzi al
Palazzo Nazionale sotto l'albore della Libertà.
Ieri portarono sopra s. Elmo alcune donne da partito che
ora qui chiamansi piccoline perché cosí dai Francesi chiamavansi Mandarono ad
offrire i loro favori a quella guarnigione, e il comandante fece introdurle,
indi fece visitarle da chirurgi, e trovatele infette, le fece nudare fino alla
cintura e fece batterle. Indi fattele tingere tutta la persona con quel grascio
con cui i soldati tingonsi i stivali, le mandò frustando cosí denudate e tinte
per l'interno del castello, e fino ai posti avanzati, indi poi fece
rilasciarle,
Si è cominciata la discussione della Costituzione nel
Legislativo questa mattina.
Martedí 21. Essendosi ieri voluto cominciare a mettere
in pratica il sistema del cambio al 40 per %, immaginato da Giuseppe Marchetti,
ne avvenne lo sconcio che non si trovò piú contante per Napoli. Questa mattina
dunque si è affisso un avviso in cui dicevasi, che non avendo potuto avere
effetto il d.o sistema, restasse ognuno in libertà di convenire quell'aggio che
potesse sul cambio delle carte. Quest'oggi poi si è affisso proclama del
Governo, il quale dice, che al Corpo Legislativo spettando sol far leggi,
restava proibito quel progetto particolare per l'aggio del 40 per % con doversi
ritirare tutte le copie del medesimo.
Si sente che torni il generale Rusca colla sua colonna
in Napoli, ed è sicuro che questa mattina si andavano notando le case ad
alloggio. Domani, per quanto si dice, uscirà di nuovo Caracciolo a battere i
legni che son postati in faccia a Procida, e ad ccupare quell'isoletta. Da Bari
son fuggite in Napoli molte famiglie, sentiremo le notizie che portano, e anche
da Capua si sente che ne vengano. Le insurrezioni nei ripartimenti dell'ex
Regno sono grandi, e le notizie d'Italia son sempre presso di noi
contradittorie, perché dipendono dal genio di chi le spaccia e perciò non le
noto, finché non le avrò sicure.
Ieri fu mandato l'invito ai magistrati di poter vestire
quell'abito che gli piacesse nella processione di giovedí, purché fosse
decente; e ciò finché non si organizzano i Tribunali republicani. E gli si dice
il proprio distintivo, giacché ora i Tribunali che vi sono esercitano
provisoriamente. Si sente che forse vestiranno i Ministri abito nero.
Mercordí 22. Si è veduta questa mattina una nave Inglese
a tre ponti, che si è quasi accostata sotto il tiro dei cannoni dei nostri
fortini. Si è detto che aveva mandato a disfidare Caracciolo; schiocchezza per
altro, se fosse vera la disfida, giacchè sanno essi che Caracciolo non ha
vascelli per battersi con forze eguali; si dice bensí che Caracciolo pensi
misurarsi.
E' venuto da Capua il generale, si dice, Girardon, che
comanda quella divisione, con 400 uomini per assistere alla funzione di domani
che si apparecchia solenizzarsi con grande pompa anzi vi sarà dippiú la salva
dei castelli, per cui quest'oggi si è mandato publico bando a suon di tromba,
che il popolo non si sbigottisse allo sparo dei cannoni, credendo fosse quella
generale che un mese fa fu annunziata. Il Dicastero Centrale con carrozza ricca
si porterà a Palazzo, ove riceverà il Corpo Esecutivo, gli darà luogo in quella
carrozza, occupando egli la seconda, e di là andranno al Catafalco al Pennino,
ove si trovano cinque sedie di velluto pei cinque membri dell'Esecutivo, uno
sgabello pel Segretario, e quattro sedie di paglia pei quattro Ministri, di
Finanze, Guerra, Giustizia e Polizia, e dell'Interno.
Vi sono stati quest'oggi dei varil proclami per la
reddizione dei conti dei funzionarii passati, pei forastieri, pel soldo dei
militari, e qualche altro; non li riassumo, giacché se ne forma la ollezione
stampata, altrimenti questo mio giornale crescerebbe molto di mole.
Innanzi al Palazzo Nazionale, e intorno all'albore è
rimasto il palco erettovi per la funzione di domenica passata. L tutto ornato
di bassirilievi militari, ed ha due scalinate per ascendervi, una che risponde
in faccia al Palazzo, l'altra al lato opposto. Vi sono sei motti intorno.
Quello che sta al lato che risponde in faccia alla strada di Toledo, dice: Riconoscenza eterna alla Republica Francese.
Gli altri poi, uno dice: Tremate
Tiranni Italia è libera; un terzo: Uomo
e Libertà saranno di breve un nome solo; e cosí gli altri che non ricordo.
Si continuano a togliere tutte le iscrizioni che sono
nelle mura dei publici edifizii. Mi rincresce che tolgono con quelle le memorie
che contengono, a cagion d'esempio, sotto Porta Sciuscella, cosí detta, come
quell'arco fu amplificato tre anni sono in occasione dell'incendio della
soprapposta casa di Sterlik, cosí vi era un'iscrizione latina ben scritta, la
quale dava noti zia del fatto. Ma come accennava che si era aperto quell'arco
nell'anno stesso in cui erasi effettuato il matrimonio di Francesco, che è
chiamato principe della gioventú, e cominciava col nome di Ferdinando IV, così
è stata tolta, e con essa in conseguenza la memoria dell'anno in cui fu
quell'arco ampliato e del come. Io non so che importa il far togliere tali
iscrizioni; già si sa che
Napoli era stata Monarchia, e la storia non se ne
dimenticherà certamente. Il popolo alle iscrizioni non guarda, ed, o non legge,
o non sa leggere, erano solo di notizia ai forastieri per far (noto) chi quell'opera e chi quell'altra
avesse fatta. Cosí pure il togliere da sulle fontane le statue perché di
Monarchi, mi sembra una picciolezza, tanto sta Nettuno su quella di Medina,
quanto Filippo V che stava su quella di Monteoliveto, il popolo, certa- mente
non curava né l'uno, né l'altro.
Quest'oggi sono girati per Napoli molti patriotti, che
portando per sotto al braccio dei popolari piú cenciosi ossia quei che diconsi
lazzari, andavano gridando e cantando la Carmagnola ed altri Inni alla Libertà;
distribuivano qualche moneta, e chiamavano il concorso di altri. Ciò ha per
oggetto di affezionare il popolo, e credo che ci riescano. Dovendo abolirsi i
Monti di famiglia, si è chiesto con proclama la fondazione di ciascuno di essi.
Giovedí 23. Allo sparo del cannone, che solo è servito
ad annunziare che partiva da Palazzo la Commissione Esecutiva, come facevasi
all'uscire dell'ex Re, è cominciata la festa di questa mattina. La processione
ha fatto il solito giro dal catafalco a s. Chiara ed all'Arcivescovado.
L'ordine è stato quello che ieri accennai da Palazzo al catafalco, la
processione però ha serbato l'ordine seguente. Cominciava dall'essere preceduta
da una pattuglia civica a cavallo, seguiva il Seminario, indi i Canonici;
cominciava poi il Ministero in questo modo, Commissione di Polizia, i cui
membri vestivano l'uniforme civica, seguiva l'Ammiragliato; indi la G. C.
Criminale e Civile, poi il Commercio, la Camera dopo, il Consiglio e la Camera
Reale tutti in flacca, chiudeva l'alta Commissione di Polizia, i di cui membri
con l'uniforme civica. E fra questi si distinguevano, Vincenzo Lupo, che colla
testa alla Bruto faceva un'orrorosa figura, e Timolcone Bianchi in abito
all'ussara, anche pettinato alla Bruto, pareva che incutesse terrore. Avvertirò
a questo luogo, che la testa alla Bruto non è altro che portare i capelli neri
ricci e con zazzera come si dipinge e scolpisce la testa di Bruto che restituí
la libertà a Roma. Alle magistrature seguivano le municipalità tutte in abito
civico, con fascia tricolore a traverso. Fra queste vi era il municipalista
Crisanti, frate di s. Maria la Nova, che sopra l'abito di Francescano portava
la fascia. Chiudeva il Dicastero Centrale anco coll'abito civico, fascia, e
ricamo. Immediatamente appresso al SS. seguiva il Corpo Legislativo, situati a
due a due, la prima riga la componeva il generale di brigata Gerardon, a sinistra
il Presidente dell'Esecutivo, a dritta indi gli altri membri col Segretario
Ferdinando Carcani. Seguivano i
quattro Ministri del Governo tutti con abito riccamente ricamato, e colla banda
tricolore. L'abito già era come il civico, ma con largo ricamo di oro. Il
generale della Guardia Nazionale era con essi, indi i commessi tutti e sceffi
di Burò esecutivo.
La parata si è fatta dalla Guardia Nazionale divisa in
plutoni, come dicesi, cioè posta a squadroni nei larghi. Il popolo che vi è
concorso è stato numerosissimo, la sola gala e sfoggio di ricchezze di abiti e
livree che vi era a tempo della Monarchia è mancata[*6].
Questa mattina si è publicata la legge per la
organizzazione dei nuovi Tribunali republicani che descriverò quando saranno
istallati. Segue la barbarie di togliere le memorie per la città e deturparla.
Quest'oggi per togliere gli emblema aristocratici che stavano intorno alla
statua di s. Gaetano, ch'è al largo di s. Paolo, hanno spezzate le braccia ai puttini
che li sostenevano. Fu fatta una Commissione per togliere tali emblema, ed è
ben fatto, perché questa gli avrebbe tolti senza guastare i monumenti e le
opere dell'arte; ma non ha avuto effetto, perché come viene in testa a qualche
civico, cosí unisce il popolo, gli dà qualche carlino, e corre a rompere ed a
spezzare senza sapere quello che fanno.
Mi è giunta notizia che la spedizione dei patriotti in
Puglia sia tornata, perché non ha potuto cimentarsi con gl'Insorgenti. Mi
dicono pure che l'insorgente fra Diavolo abbia arrestato un carico di caffè che
veniva per terra ad un negoziante Napoletano, e gli abbia mandato il suo ricevo
in questi termini: « lo Antonio Pacifico, conosciuto in Napoli sotto il nome di
fra Diavolo, ho ricevuto dal vetturino N.N. botti n.° ... di caffè di
pertinenza del negoziante di Napoli N.N., a cui mi obligo di restituirlo quando
mi farà costare con ordine dei Ministri del Re di Napoli di non essere stato
Giacobino ».
Venerdí 24. Sicuramente la divisione della colonna
destinata per Puglia, comandata da un tal Rutoli, è tornata insieme con lui;
dice che non abbia perduti che tre o cinque dei suoi tra morti e feriti, e che
siano rimasti morti da una cinquantina d'insorgenti. Fatto sta che sono
fuggiti, sebbene dicono perché inferiori di forza. Si dice che il generale di
brigata Gerardon, avendo conferito col Governo, abbia detto che per ora non
bisogna pensare a reprimere le insorgenze, ma a consolidare le forze della
Republica finocché non vengano da Francia rinforzi atti a reprimere
gl'insorgenti. Per venire tali rinforzi dovrà quietarsi prima l'Italia, d'onde
non abbiamo notizie, perché mancano e fogli e lettere; e siccome nell'aprirsi
la campagna si publicarono vantaggi dell'armata Francese, cosí nel non
vedersene piú publicati, vi è ragione da credere che vadano male. Quello ch'è
certo Milano è in possa dei Tedeschi, sebbene la cittadella si voglia in mano
dei Francesi. Vi è notizia, dettami per altro con riserva, che Moreau riunite
le forze avesse attaccati gli Austriaci, i quali retrocedettero il giorno 7
maggio fino alle pianure di Lodi, se non erro, nel giorno 11 poi, essendo
calata l'altra colonna Austriaca, avevano preso in mezzo Moreau, e l'avevano
battuto, coll'aver fatti molti prigionieri, fra i quali due uffiziali. Sebbene
nel mio giornale tali notizie non dovrebbero entrare, le accenno perché dalla
guerra d'Italia dipende il destino nostro, mentre, se l'Imperatore è battuto,
resteremo Republica, ma se sarà superiore, non lo saremo certamente; tanto piú
che le insorgenze sono fino alle porte di Napoli, per cui non potremo
certamente sostenerci nell'interno della città soltanto.
Qui si continua a cercare la maniera di tenere il popolo
affezionato. Questa mattina si è affisso proclama del Governo, i leggesi: « che
si meravigliava come abolita la gabella in cui della farina si vendesse questa
piú cara; per cui ordinava che dovesse vendersi due carlini meno di quel prezzo
che vendevasi prima di abolirsene la gabella ».
Non vorrei che si facesse come per la minorazione
dell'aggio sulla moneta, e fossimo al cimento di non aver piú farina.
Si è ordinata fra tre giorni un'esatta coscrizione di
tutti gli artiglieri littorali, dicendosi essere di necessità per la custodia
del littorale minacciato dagl'Inglesi Vi è chi dice, aver scoperte cento vele a
vista, ma poi si son ridotte alle solite 17.
Sabato 25. Nocera dei Pagani ieri ebbe un'altra
tragedia, essendosene partito il Comandante Spanò con 400 uomini di truppa per
andare ad unirsi con la colonna di Rutoli, e rimasti soli 200 uomini in Nocera,
calarono gl'insorgenti di Sanseverino, li battettero, ed essendosi chiusi nel
quartiere, li strinsero in modo che li obbligarono a resa. Molti ne rimasero
morti, molti prigionieri, altri fuggirono; abbattuto indi l'albore, innalzarono
bandiera Regia coi ritratti del Re e della Regina; ordinarono una illuminazione
la sera; imposero una contribuzione. Si dice che questa mattina fossero calati
in Pagani ancora.
Si ha notizia che in Foggia vi sia truppa Regia, e vi è
chi sostiene che vi sia il Principe ereditario, e che in Puglia vi sia stato
sbarco. E certo che venne ieri un uffiziale aiutante del generale Federici per
nome Nicola Colangelo, portò un plico ai Governo e ripartí subito. Quest'oggi è
venuto lo stesso Federici. La famiglia dell'ex principe di Avellino e la
municipalità di quel luogo son venute anco ieri. In Ariano di Puglia si dice
che vi sia rumore. I fogli tutti son mancati, quello di Firenze è venuto, ma fu
trattenuto dal Governo, e non si è publicato.
Per quanto si è preinteso Genova si vuole in mano ai
Tedeschi, e non piú di tre giornate da Roma l'esercito Austro-Russo.
Qui Poi si son vedute queste mosse. Da ieri che vanno e
vengono barche parlamentari Inglesi. Si è detto che fossero venute ad intimare
il disarmamento del littorale, e ad annunziare in nome del Re il perdono
generale a tutti, ai capi il permesso di partire. Quest'oggi si è saputo che
parte subito Caracciolo colla fregata per Palermo. Si è detto che vada a
trattare a dirittura col Re; altri che parta Stigliano a tal uopo; chi che vada
pel cambio dei prigionieri, e finalmente chi crede che (Caracciolo) voglia
uscire per una sfida avuta di battersi con un'altra fregata di eguale
grandezza.
I Francesi tutti stanno ritirati in s. Elmo. Il castello
Nuovo si sta isolando, essendosi tagliato il ponte dalla parte della darsena, e
stando facendosi un altro ponte col fosso dalla parte del Gigante di Palazzo.
Domenica 26 maggio. La notte scorsa il Governo è stato
unito fino alle ore otto, e si dice che vi siano stati i deputati della Sala
patriottica. Tre membri di quello hanno rinunziato, o li hanno fatto
rinunziare, e sono Bruni, Pignatelli, e Doria. Si crede che abbiano questi
manifestati sentimenti moderati contro il sistema di terrorismo che nelle attuali
circostanze i patriotti vogliono che si spieghi. E si dice che Pagano e Cirillo
possino essere i Robespierre di Napoli. Il Governo sa che le insurgenze sono
alle porte di Napoli, che la colonna comandata da Rutoli e Spanò fu battuta a
Monteforte, essendosi rivoltata contro quella la stessa cavalleria ultimamente
organizzata. Federici e Matera sono stati battuti a Benevento. L'abate Pronio
si avanza con la sua colonna d'insorgenti dalla parte di Apruzzo, ed in Foggia
vi è già truppa Regia, aspettandosi da un giorno all'altro lo sbarco di altra.
Non ignora pure il Governo che tremila uomini di truppa che sbarchi in questo
Regno è sufficientissima, perché diventerà all'istante di 30 m. Si vuole dunque che si voglia tenere la popolazione in dovere col terrore; e vengo
avvisato che bisogni stare cautelatissimo, non impicciarsi, né parlare di
niente, perché anche i pensieri saranno notati e puniti. Caracciolo, tanto è
lontano che vada in Palermo, come ieri costantemente dicevasi, che anzi si
prepara di andare a battere gl'Inglesi con cento e dieci barche cannoniere che
si approntano.
Ho saputo quest'oggi medesimo che la dimissione de' tre
rappresentanti fu proposta ieri sera stessa nella Sala patriottica, che si
raccoglie ove prima si riuniva l'Accademia dei Cavalieri a s. Lucia, ossia al
Gigante. Si disse, che Bruni con una lettera allarmante diretta agli abitanti
di Puglia, con la quale diceva che si armassero contro i Russi che minacciavano
sbarco, avea data occasione all'insurrezioni in quella provincia. Che Doria si
era opposto all'abolizione dei fedecommessi e dei feudi, spiegandoci un
carattere aristocratico, e che Pignatelli essendo nipote di Francesco
Pignatelli, già Vicario a Napoli nella fuga dell'ex Re, bastava ciò a renderlo
sospetto. Immediatamente si mandò con tali accuse una deputazione al Governo,
in seguito della quale i tre rappresentanti rinunziarono, e fu ammessa la loro
rinunzia. Altra mozione fu fatta nella Sala patriottica, e fu, per togliere
ogni sorta di distinzione, che si obbligassero i titolati e privilegiati ad
esibire i loro titoli e privilegi per brugiarsi, si demolissero i Sedili, e
togliessero tutte le imprese. Fu approvata pel dippiú, pei Sedili si disse, che
potevano servire per publiche scuole di educazione publica. Finalmente si
propose una coscrizione di 6m. patriotti per la spedizione di Puglia, si mandò
un messaggio al Governo, e si offerirono molti, anco esibendo danaro per le
spese occorrenti. Questa Sala è nel massimo fervore.
Per la esibizione dei titoli e privilegi vi è stato anco
un proclama affisso quest'oggi, che contiene pure i regolamenti per togliere le
imprese e stemmi tanto publiche che dei privati, come ancora l'uso da farsi dei
Sedili, ossiano luoghi addetti alla congregazione dei Cavalieri godenti alle
Piazze, che in Napoli vi erano cioè Nido, Capuana, Porto, Portanova, e
Montagna. Quest'oggi sono stati arrestati i seguenti soggetti. I due figli
dell'ex duca di Gravina, che partì colla Corte e dimora a Palermo, si crede per
lettera dal padre scrittagli che sia stata intercettata. La moglie di d.
Diomede Carafa, dei duchi di Maddaloni, che
anco sta in Palermo, anco per lettera intercettatagli, per quanto si dice. E
Luigi Targiani, già segretario dell'Intendenza Allodiale, per lettera del
fratello.
Lunedí 27. Questa mattina il Governo, o sia il Corpo
legislativo, si è occupato della elezione de' nuovi magistrati, ossia soggetti
che dovranno sedere nel Tribunale di Cassazione, e gli altri Tribunali
republicani. Per quello che so i tre avvocati dei rei della Giunta di Stato,
Pirelli, Rosa, e Paternò, sono stati approvati: il già Caporuota Mascari è
stato sbussolato, e per l'ex marchese Dragonetti, già Presidente della G. C. si
è fatta parità, che domani dovrà derimersi. Si sollecita dai patriotti la
intera organizzazione dei Tribunali republicani, mi riserbo notarne la esatta
formazione quando sarà seguita.
Nella Sala patriottica, quando si fece mozione contro i
tre rappresentanti, che poi rinunciarono, se ne fece altra pure contro Luigi
Medici, che si disse non dover mai aver parte nella Republica in qualunque
carica, e si prese con ciò di mira qualche soggetto nel Corpo Esecutivo che si
accennò di favorirlo. Forse si parlava di Albanese, del cui glub si disse che
Medici fosse, mentre mandava alla forca e giudicava gli altri glubisti cori
Annibale Giordano suo grande amico e commensale.
Si è ordinata e cominciata oggi ad eseguire una nuova
requisizione di cavalli e muli pel tiro dei cannoni per la spedizione di Puglia
che si sollecita, Si è detto con invito affisso, che si sarebbero pagati,
esibendosi fra 24 ore, sarebbero rimasti aggiudicati a beneficio della
Republica, elasso tal tempo. Si andava però oggi stesso in giro pigliandosi a
forza.
Mi è stato detto questa sera dal cittadino Saverio
Spitalieri da me conosciuto, essendo uno degli Attuarii di Camera, che fu egli
arrestato e trattenuto per ventidue giorni, senza saperne il motivo, indi fu
liberato con esserglisi detto, che perdonasse l'incomodo ricevuto. lo da ora in
poi non farò piú riflessioni, ma noterò solo i fatti, rincrescendomi di averne
fatte notando gli accidenti passati.
Martedí 28. Questa mattina dal Legislativo si è fatta la
legge a mozione di Pagano, che siano confiscati i beni tutti di coloro che
seguirono la Corte, dovendo riputarsi come nemici della Patria. Cantalupo ha
voluto opporsi, dicendo che non gli sembrava interamente giusta la legge,
perché quei finalmente avevano seguito il loro legittimo Padrone, e voleva che
si fossero posti in mora, assegnandoglisi tempo a ritirarsi. Tutta la sala dei circostanti
ha susurrato contro di lui, e Pagano, Conforti, Scotti, gli hanno dato sulla
voce, dicendo: che non dovevano chiamarsi coloro che si erano spiegati nemici,
e che avevano avuto quattro mesi di tempo per ritirarsi se volevano. L corsa
dunque la legge proposta. Per quei poi che si trovano assentati per timore, o
che siano usciti ora con passaporto, si è deciso che si ordini doversi ritirare
fra due mesi, quei che sono nel circondario della Republica, quattro quei che
sono in Italia, sei mesi per coloro che fossero fuori l'Italia. Si è discettato
per quelli che si trovassero di aver preso servizio con Potenze straniere, e si
è risoluto che anche questi dovevano richiamarsi, perché la Republica ha
bisogno di chi la difenda, e di chi la consigli.
La Sala patriottica è insorta contro la elezione dei
magistrati fatta ieri, dicendo che non dovea il Governo arrogarsi la facoltà di
procedere a tale elezione, la quale dovea farsi con loro suffragio,
rappresentando essi il popolo. Vi fu chi sostenne che fosse stato anche un
passo intempestivo quello di organizzare ora i Tribunali republicani, per la
ragione che restando senza impiego tante migliaia di persone, si faceva
crescere il numero dei malcontenti.
Si è publicata una lettera del Comandante Inglese al
Comandante della brigata Francese ch'è in Napoli, e la risposta di questi, sono
tutte e due caustiche ed alterate.
Si susurra la caduta della Commissione Esecutiva, perché
la Sala patriottica sostiene che abbia profittato dal peculio Nazionale, e che
affetti del despotismo. Si citano dei fatti, uno della dimissione data a Felice
Saponara, commissario nella Tesoreria Nazionale, per aver chiesto a Piatti,
altro commissario, ma divoto dell'Esecutivo, qual uso volesse farsi del denaro
che vi era in cassa, e che gli si era ordinato di passare all'Esecutivo.
L'altro di un biglietto fatto dal cittadino Ciaja per
far scarcerare un suo cocchiere detenuto per debiti. La Sala patriottica
minaccia la loro vita se non vengono dimessi.
Questa notte parte la spedizione per Puglia. Se fa come
quella che partì l'altra settimana, da qui a due giorni la sentiremo fuggita.
Non si dubita, avendolo rappresentato il Ministro della Guerra all'Esecutivo,
che quella spedizione fuggì da Avellino gittando le armi, senza che vi fosse un
insorgente per dieci miglia di circondario. Ora la cosa è diversa, mentre
questa sera mi si è supposto che una colonna d'insorgenti fosse ad Atripalda, e
che al di là di Avellino, si erano (mosse) quelle popolazioni per andare a
ricevere il Cardinal Ruffo. Si vuole che tutta la Puglia sia Regalizata. In
Salerno si sostiene che vi sieno tremila uomini, e che quest'oggi la Torre
dell'Annunziata siasi chiusa, perché vi era arrivato un proclama che gli
ordinava di non opporsi all'arrivo delle truppe. A Capua si dice che vi fosse
del cannoneggiamento. Finalmente mi si è detto ch'è venuta una lettera
scritta da sul legno Inglese, la quale assicura aver
sbarcate a Procida delle truppe di linea, e disporsi di essere a Napoli da qui
a pochi giorni. Ecco lo stato nostro. I patriotti dicono volersi sostenere fino
all'ultimo sangue, e vogliono che i contribuenti debbano prendere le armi,
tanto che essendosi portati i biglietti di contribuzione per pagare il mese in
certe municipalità, gli hanno lacerati ed ascritti quei che l'avevano esibiti
nella classe degli attivi.
Mercordí 29. Le notizie dell'avvicinamento
degl'insorgenti continuano, e questa mattina si querelavano i patriotti che il
Governo non ci provedesse. Si appronta però la partenza per domani di 30OU
patriotti per Puglia, e portano quantità di torcie incendiarie per atterrire col ferro e col fuoco i luoghi
d'insorgenza. Quest'oggi intanto si è veduto tornare numero di carrette con
fucili, selle, ed equipaggi, e si è detto che fossero d'una divisione la quale
s'era avviata ed è tornata indietro fino alla Torre dell'Annunciata, si dice
che sia la colonna che viene da Salerno, e quella che viene da Avellino, si
dice arrivata a Mugnano, ed anche piú in qua. Quello ch'è sicuro che quest'oggi
a Poggioreale si è formato come un campo, e vi si sono postati da 200 Francesi.
La città comincia ad essere in allarme. Difatti quest'oggi, verso le ore 23
dalle parti di Porta Capuana è venuta una fuga che si dice causata da un cavallo[*7], e questa sera verso mezz'ora di notte vi è stata la
seconda coi soliti serra serra, dei
quali sono stato io testimonio; ma tutto poi si è tranquillizzato Sul momento,
mentre vi era il primo rumore, la Sala d'istruzione a s. Domenico si è sciolta,
e mi dice persona che vi era, di aver veduti smarriti i patriotti tutti, tanto
che andavano cercando chi non avesse divisa per mandare a vedere che fosse il
rumore. A Castellammare mi si dice che vi sia stato del nuovo rumore, e che i
patriotti abbiano mandato a chiedere un legno per venirsene per mare, non
potendo arrischiarsi a venire per terra; gl'Inglesi però sono a vista, e
quest'oggi due fregate bordeggiavano a vista sull'imboccatura di Capri.
Sulla Sala patriottica di S. Lucia arringava in tribuna
un popolare del Mercato, ma io questi gli credo prezzolati, perché il popolo in
generale è tutto Regalista, e so che aspetta l’ armata Regia, e fa provisione
di cartucci. Anzi mi si dice che acquista dei cristieri per liquefarli e farne
palle. Qualche cosa vi sarà, perché il Ministro di Polizia ha fatto affiggere
editto per le armi da fuoco che mai si tenessero nascoste. Si è affisso un
avviso, in questi termini presso a poco: « Da Giuseppe Pignalver e Pugliese
venuti da Livorno il giorno 23 maggio si è riferito al Ministro di Polizia,
aver lasciato essi affisso in detta città di aver riportata i Francesi compiuta
vittoria su de' Tedeschi, dei quali 13 m. erano rimasti sul campo, e 20 m.
prigionieri; come pure di essere in quelle acque la squadra Gallispana ». Non
so qual fondamento possa farsi su tal notizia.
GI'Inglesi per rappresaglia, avendo intesa la
fucilazione dei quattro eseguita qui, Perché rei di opinioni politiche, hanno
su' legni fucilati quattro della municipalità di Sorrento: spero che sia falsa
la diceria, poiché sarebbe una crudeltà.
Giulia e Mariantonia Carafa continuano ad andar
mendicando la limosina per la Republica. Questa mattina sono passate per casa
mia, ed io ho fatto cacciarle grana cinque, dicendo, non estendersi piú in là
le mie finanze. Esse per dar soggezione notano i nomi di coloro che niente
danno: a me dovranno notare quello che gli ho dato. Giulia è la celebre
duchessa di Cassano.
Giovedí 30. Quest'oggi è seguita la processione dei
quattro altari, non so con quale accompagnamento, non avendomi data pena di
vederla.. vi sono accadute delle fughe, che secondo il solito si sono estese a
tutto il quartiere, non ne so l'occasione, ma sono state freddure. Il Governo
questa mattina è stato sempre chiuso, e si dice che fosse in conferenza col
generale di brigata Gerardon venuta da Capua. Egli è certo che sta in
agi-tazione. Anzi quest'oggi mi si è detto che il rappresentante Pagano ieri
sera voleva ammazzarsi. Sarà ciarla popolare, non è poi tanto fuori proposito.
So che vi è di certo che la disfatta di Spanò è stata considerevole, di 700
uomini della sua colonna appena 200 ne sono tornati sani, i feriti sono stati
moltissimi, ed i morti anche molti. Egli è gravemente ferito con due palle, una
entro la coscia, l'altra nel ginocchio; leggermente è ferito anche in fronte e
nel petto. All'arrivo di questa notizia furono immediatamente chiamati al
quartiere i civici tutti, e gli fu detto che conveniva si accingessero a
partire. Questi ricusarono, e vi fu chi tra loro prese la parola dicendo, che
poteva partire il rappresentante Pagano ed il generale Basset, che stavano a
fare i minchioni a Napoli. Il capo di Legione disse, che sarebbero notati come
infami tutti coloro che ricusavano di partire. Ma di niente giovolli, anzi vi è
stato chi ha deposto l'uniforme, ed è andato a dire al Governo, che non erano
essi obligati ad andare a reprimere le insorgenze, essendosi solo prestati al
servizio interno perla quiete della città; non si sa l'esito di quella briga.
Questa notte poi partirà Mantoné, Ministro della guerra, si dice con 13 m.
uomini tra civici, gendarmeria, e truppa di linea, ed andrà verso Nola; credo
esagerato il numero della colonna; ma è certo che parte colla premeditazione
d'incendiare Nola, e non ha voluto accordar carta di sicurezza a niuno. Credo
che faranno peggio, staremo a vedere. Tanto è sicuro che la truppa civica non
voglia fare piú spedizioni, che ho letto l'invito fatto dal capo di legione
Grutter alla colonna del cantone mio di Monte Libero, che assicurava tutti sul
suo onore che non sarebbero invitati per niuna spedizione, ma solamente a
custodire l'interna tranquillità.
Ieri dal correttore Vincenzo Troisi, furono chiamati i
superiori di tutti i missionarii, si voleva che spedissero missioni volanti pei
ripartimenti tutti, gli fu risposto da taluno di essi, e specialmente dal P.
Tornesi dei Vergini, che le missioni volanti di due o tre giorni erano inutili
e pericolose; da altri che non era tempo di mandarle ora che i ripartimenti
erano in rivolta, perché avrebbe ciò esposti gl'Individui, poste in discredito
le missioni, ed allarmate vieppiú le popolazioni. Per Napoli anco si fanno
predicare dei monaci Francescani la Republica e la Libertà; ma il popolo se ne
beffa, e la Religione ne patisce.
La colonna d'insorgenti ch'era sulla strada di Nola, si
dice che sia stata chiamata in Salerno dagl'Inglesi. Persone ch'erano a
Galluccio sulla strada di Avellino si son ritirate a Napoli, e v'è chi dice che
vi sia il regimento di Palmieri, di Roccafiorita e di Scipione La Marra in
quelle vicinanze. Quest'oggi si e inteso un cannoneggiamento, ma non si è
distinto per qual lato. Ci è notizia che gl'Inglesi abbiano sbarcata piú gente
verso Sorrento o Castellammare, e che abbiano armate piú lancie per circondare
la flottiglia di Caracciolo e tagliarli la ritirata, se mai volesse tornarsi a
cimentare di andarli ad attaccare.
I Tribunali si apriranno sul piede antico sabato
prossimo, dicendosi sospesa la organizzazione dei nuovi per le rimostranze
della Sala patriottica. I ministri che si erano fatti, sono a mia notizia i
seguenti. Pel tribunale di Cassazione, Pirelli, Rosa, Paternò, ministri anco
sotto il passato Governo ed avvocati dei rei alla Giunta di Stato, Emmanuele
Mastellone, stato Ministro di giustizia pria dell'organizzazione ultima fatta
da Abrial, ed un certo Astorre, che non si sa chi sia.
Dovea nominarsi l'altro invece di Mascaro, che fu
sbussolato, e derimersi la parità fatta per Dragonetti. I giudici civili fatti
erano Carlo Chiarizia, Giacinto Bellisto, Felice Saponara, Orazio Grimaldi,
Vincenzo Lupo, Antonio la Rossa, già consigliere del Commercio, Costantino
Melillo, anche Consigliere del Commercio, e due altri gli ignoro, o non erano
fatti ancora. Anco pel Commercio era stato nominato Francesco Paolo Altobelli.
La verità è che niuno di essi gode la opinione del publico, e si sono
attrassati tanti altri che avevano dato saggio dell'esser loro, e che non hanno
altro neo che l'essere stati eletti dal passato Governo, come per esempio
Tommaso Caravita, di cui non vi è chi non lodi le cognizioni, dottrina, scienza
legale e virtú sociali, ed Urbano Giacinto Troisi, Gaspare Vanvitelli,
Michelangelo Cianciulli, e molti altri. Del resto, se la notizia che siano per
continuare i Tribunali antichi fino a novembre è vera, la fatta elezione
resterà inutile. La Commissione censoria ha data la sua rinunzia vedendo che si
eliggono soggetti a capriccio del Governo.
Venerdí 31. Questa mattina è stata portata al Governo la
conferma della notizia della disfatta dei Russi ed Austriaci in Italia, e si
ordinato che si stampi, onde la registrerò con maggiore asserto domani. Le
insorgenze son sempre maggiori, ed oggi si è saputo che gl'Insorgenti di Nola
son calati fino a Somma, Ottalano, s. Anastasia, ed hanno recisi gli albori e
commessi dei saccheggi, fra gli altri alla casa, ossia Grancia, dei Certosini
in Somma. La spedizione che dovrà comandarsi da Mantoné va partendo, ed egli
stesso si dice partito quest'oggi; le sue forze si dicono significanti, e vi si
è unita una colonna di circa 400 Francesi. Il piano., ossia sistema che Mantoné
si ha formato, è di far giocar molto l'artiglieria per non esporre la gente,
porta perciò cannoni con bombe, granate, torcie incendiarie. Ove arriverà si
situerà a tiro d'artiglieria, farà intimare la consegna dei capi insorgenti, se
gli vengono consegnati farà fucilarli all'istante, accorderà il perdono agli
altri, passerà oltre. Se non gli vengono consegnati, i cannoni, le bombe, le
torcie distruggeranno e case e boschi. Sentiremo. Si susurra già, che avendo
non felice riuscita, intimerà una leva forzosa, ed allora sarà il bello, perché
tal leva non potrà farsi oltre il circondario di Napoli, ove il partito
Realista è molto superiore, se si arma, avremo una guerra civile del
circondario di Napoli. Si trovò il seguente affisso: Unica ed indivisa la Republica Napoletana. ‑ Comincia a Posilipo
e finisce a porta Capuana.
Mentre i principali patriotti spiegano coraggio ed
energia, tutti i loro seguaci poi fuggono ad ogni minimo rumore. Quest'oggi
reggevasi la Sala patriottica a s. Lucia, si è inteso un colpo di cannone, e in
un momento la Sala è rimasta vuota; son tutti spariti, senza che le voci del
moderatore Luigi Serio fossero state bastanti a trattenerli. Si è saputo dopo
che il colpo di cannone fu tirato per chiamare all'obbedienza un pieciolo legno
che si è creduto mascherato, avendosi notizia che giornalmente vengono di
simili piccioli legni Inglesi mascherati, fino a scendere a terra.
Erano a vista quest'oggi tre legni Inglesi, e si dice
che dalle alture si scorgevano molte vele, chi le dice Russe, chi Gallispane,
secondo il genio. Mi si è detto con asseveranza che giovedí, non ieri, ma
giorno del Corpus Domini, arrivò a
Foggia il Principe di Sassonia con 800 uomini di truppa Austro-Russa, si prese
la benedizione della processione, e fece la salva con 30 tiri di cannone. Uno
della municipalità spedí un corriere con l'avviso al Governo di Napoli, ma il
corriere portò la lettera al Principe di Sassonia, il quale fatto arrestare il
municipalista, la mattina seguente fece afforcarlo. La stessa persona accertava
aver veduta la moneta Regia nell'esergo della quale vi è l'impronta del Re che
calpesta un albore abbattuto al suolo. Anche a proposito dell'impronta del Re,
noto il seguente aneddoto, sia vero, sia falso, almeno si è detto. Appresso
alla processione del Corpus Domini si dice
che andasse un popolare, il quale portando in mano una moneta colla impronta
del Re andava dicendo non volevano che et
andasse e pure ci va, volendo dire, che il Re pure seguiva la processione
come negli anni passati. Questo fa vedere che il popolo è nella stessa
fermezza, non ostantino i no le prediche che ogni giorno gli si fanno fare da
un frate Francescano fra gli altri, il quale va predicando Republica e Libertà
per tutta Napoli. Il popolo non è possibile che si affezioni a questo Governo
per quanto facciano e dicano, perché vede che i fatti non corrispondono. La
scostumatezza dei patriotti pompeggia ed il popolo lo vede e lo sente. Quanto
sarà peggio appresso, e questo fa disperare della salute della Republica, il di
cui fondamento dovrebbe essere la virtú: eccomi di nuovo a riflessioni.
Per notizia della scostumatezza noterò due aneddoti. In
un quartiere della truppa civica, quattro scostumati si erano disposti a
trastullarsi alla pederastia, e non ci volle poco perché desistessero. In mezzo
Toledo una gentildonna caminava col marito, ed un civico ebbe l'impudenza di
darle con la mano un colpo sulle natiche. La scompostezza poi che regna per la
strada medesima la mattina ed il giorno chi gira la vede. Si è publicato un
proclama diretto al publico in cui s'invita il Governo ad ordinare una
requisizione militare di tutti gli argenti delle Chiese, che consistono oggi
solo in calici e pissidi; con altro, delle posate dei particolari, con pagarsi
D/. 107 contanti metà ora, metà quando la Republica sarà comoda; una oblazione
volontaria di contanti, carte, oro lavorato, galanterie, e quanto vi sia in
mano ai particolari; ed una spedizione finalmente con alla testa un
Rappresentante. lo lo credo di Cestari che cerca di farsi merito per tornare in
carica.
Si è ordinata una nuova numerazione di anime per vedere
chi abbia mancato di ascriversi alla Guardia Nazionale, o chi abbia espiccate
fedi affettate (sic) dai medici per essere contribuente. Si ordina ai padroni
di casa di rivelare gli abitanti che sono nelle case sue tra tre giorni, sotto
pena di D/, 300 in contanti. Intanto i capo Legione con affissi pregano gli
attivi di non mancare alle guardie, assicurandogli che non saranno invitati a
partire, e ve n'erano piú d'uno di tali inviti.
Agamennone Spanò, tornato ferito dalla spedizione di
Puglia, come si disse, è morto; ne sentiremo decretata l'apoteosi. I Tribunali
domani si apriranno sul piede antico, e resteranno così. Noto intanto i nomi
degli eletti, o per dir meglio, designati ai nuovi magistrati republicani.
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[*1] In
marg. Si vuole che avesse detto: avete un Santo vigente, e noi lo
difenderemo col nostro sangue.
[*2] N.d.R. L’Autore si confonde con il
nome di uno delle vittime. In realtà trattasi di un tal Candido Jalenti come si
può leggere nel N. 20 del Monitore
Napoletano.
[*3] In
marg. Vi sono stati dei monaci che hanno girato per Napoli con la sciabla da
sopra la tunica.
[*4] In marg. L'entusiasmo è arrivato al segno che vi concorsero anco
delle signore, e s'invitavano le genti pulite che colà capitavano passeggiando,
le quali volentieri si prestavano all'opra. Il concorso sul Molo veduto dai
legni Inglesi, ha fatto che si approssimassero un poco piú. Mi si dice che sia
stato bello vedere la gioventú patriotta situarsi tra i cannoni, uscire sulle
cannoniere comandate dal Caracciolo, e sfidare gli Inglesi ad accostarsi.
[*6] In marg. Vi è, stata una lautissima tavola nel Palazzo Nazionale,
nella sala detta dei Vicerè. 1 commensali sono stati i rappresentanti del
potere Esecutivo, i Ministri del Governo, il generale Basset, i Presidenti
delle municipalità, il comandante della piazza di Capua Gerardon, quello di s.
Elmo e molta uffizialità. V'intervennero ancora delle donne, tra queste talune
della plebe, e molti uomini della stessa. La tavola fu sontuosissima del numero
di 108 coverti, ma tutti i circostanti ne furono a parte, anco i domestici che
la servirono mangiarono le stesse pietanze. Ci fu il noto capo Lazzaro, oggi
capo di Legione, Michele, che si pose a ballare, e con lui gli altri del
popolo, gridando « viva la Libertà viva la Republica».
[*7] In marg. La vera causa dei rumore ed allarme fu il veder
tornare per porta Capuana una porzione della colonna di Spanò senza fucili, e
molti di essi perché feriti e stanchi stavano gittati per terra, per cui si è
creduto che fosse la colonna degl'insorgenti. Molti carri di monizioni, altri
di armi e di feriti si son veduti entrare. E questo ha cagionato l'allarme
primo. Il secondo poi è stato causato da una rissa seguita sotto il campanile
di s. Gregorio Armeno, e come la gente era con l'animo sospeso, così quella che
sarebbe stata cosa indifferente in ogni altra occasione, è stata causa di
allarme nella situazione attuale delle cose.