CARLO DE NICOLA

DIARIO

NAPOLETANO

 

 

NOVEMBRE 1799 

 

Venerdì primo novembre. Si è affisso un editto della G. C. colla inserzione di un dispaccio diretto a Ruffo, col quale S. M. dice, che avendo Sua Emin. rappresentato per tutti coloro che si son dispersi nelle truppe in massa, o che sono rimasti storpi negli attacchi avuti, ora che devono ritirarsi, fossero gratificati, S. M. ordina che il Governo faccia nota distinta coi meriti di ciascuno, e di quei che chiedono situazione nella truppa, dichiarando intanto che restano da ora incorporati nei battaglioni provinciali.

L'arco maggiore della chiesa dell'arcivescovado avendo fatto lesione, ieri ci calarono in accesso gl'ingegneri cav. Vanvitelli, La Vega, ed un terzo che non mi sovviene, credo fosse d. Pompeo Schiattarella. Risolvettero doversi fare il castelletto di legname per puntellarlo, ed indi pensarsi a rifarlo. La spesa del castello dovrà ascendere, per quanto dissero, a circa duecento ducati. Le scosse che le fabbriche della città hanno sofferte nel battersi dei castelli, sono causa di queste lesioni.

Sabato 2 novembre. Mi giunge notizia questa sera che in un piccolo paese di Terra di Lavoro, chiamato Ricigliano, notti sono fu recisa la croce[*1] , ed in sua vece innalzato nuovamente l'albore di libertà. Furono la mattina seguente arrestati da trenta persone del circondario e mandate a Napoli a dar conto, perché udendo la notte il rumore non fossero accorse ad impedire quell'attentato. Mi è rincresciuta tale notizia che indica o fermento, o malintenzionati che vogliono rapinare col solito pretesto del castigo dei ribelli.

Domenica 3. Niun accidente è occorso nella presente giornata. Noterò solo, essersi assicurata la venuta del principe del Cassero per Vicario del Regno in luogo del Card. Ruffo, che per quanto si dice partirà martedì, dopo la festa di domani, per la quale si fanno tuttavia dei grandi preparamenti sopra il Real Palazzo. La voce che questo principe avesse rinunziato, si dice nata dalle premure che i Siciliani fanno di volere che venisse col nome di Vicerè.

Quello che si disse delle cause capitali terminate non è vero, né domani vi saranno le grazie dell'indulto che si annunziava. Si sente all'opposto che vi siano da ottanta cause altre capitali da sbrigarsi. Le dame sorelle Cassano e Montemiletto hanno avuto due altri anni di pena risparmiati, e sperano la grazia di aver permutato l'esilio in un ritiro ai feudi.

Le monache del, monastero di s. Gaudioso si distribuiscono per gli altri monasteri di darne della capitale, ma sono dapertutto mal ricevute, perché il nome che questo monastero portava non è favorevole. La catastrofe di tal monastero è stupenda: nell'ingresso dei Francesi fu da questi posto a fuoco, perché gli si disse che dal medesimo s'era fatto fuoco, le monache si salvarono Dio sa come, ed il monastero fu saccheggiato, la chiesa interamente incendiata. Venute le armi del Re si son trovate così anco in disgrazia, per cui hanno meritata la totale soppressione, e non trovano monastero che voglia riceverle.

La certosa di s. Martino si sta riattando d'ordine del Re venuto da Palermo, ciò fa sperare che i PP. potessero avere la grazia, altri dicono che fino alla prossima festa del loro Santo potranno i PP. che vi sono trattenersi, indi passeranno al loro destino. E' degno da notarsi che come la soppressione di  tali monasteri è per pena, così niuno appannaggio, ne sussidio ricevono dalla Corte.

Questa sera dopo un anno ho riveduto il Teatro: si rappresentava una cantata a tre voci con balletto analogo. Il soggetto è l'entrata delle armi Regali in Napoli; all'apparire di queste nella scena ultima composta da truppe figuranti, Moscoviti, Inglesi, e truppe di masse si è innalzato dal popolo spettatore sull'ultima ringhiera, che ora dicesi « palco dei Calabresi », un grido d'allegria risuonante « viva il Re » seguito dal « morano i Giacobini » che mentre mi ha cagionata l'allegria per lo battimento della mani, mi ha svegliato insieme il ribrezzo che queste voci cagionavano, ricordando le stragi che producevano nei giorni

della sofferta anarchia. Tali grida son continuate fino al terminarsi del ballo. Il Teatro in cui rappresentasi è quello dei Fio­rentini.

Il dispaccio alla Giunta fu che il Re si meravigliava, come non ostantino i triplicati suoi ordini di farsi la classificazione, la Giunta continuava a decidere cause particolari, senza occuparsi a classificare, ordinava perciò che senza ritardo ciò eseguisse, volendo in seguito S. M. publicare l'indulto[*2] .

Lunedì 4. Al far del giorno alcuni legni con bandiera Imperiale hanno salutato il porto, e sono entrati in quello. Si è detto che su di essi venuto sia il principe del Cassero. Questo Vicario si dice che venga con maggiori facoltà, e quasi viceregnali. Il suo carattere si dice che sia avvenente nell'esterno, ma terrorista e severo.

Per la ricorrenza del nome della Sovrana questa mattina Ruffo ha ricevuto i complimenti, ed ha data tavola di 60 coverte. Questa sera appartamento con invito di tutta la nota di Corte, cantata nel Real Teatrino[*3] , e ballo dopo di quella. La cantata è analoga all'accaduto.

Ruffo si è detto che partisse questa notte medesima, ma nella chiesa della Trinità maggiore sollennizzandosi giovedì i solenni funerali a Pio VI, invece dell'arcivescovado impedito per la lesione, si veggono alzati due toselli, in uno dei quali si dice che assisterà Ruffo, per cui la sua partenza sarà venerdì, ma se Cassero è venuto, non so se Ruffo si trattiene.

Si dicono altri arresti seguiti. Paolo I Imperatore delle Russie ha mandato gli ordini di s. Nicola e s. Stefano al Card. Ruffo in premio del suo attaccamento e zelo pel suo Sovrano. Al principe, dovea dire duca di Serracapriola, nostro Ministro in Moscovia, ha dati tutti gli ordini suoi. Si è dichiarato gran Maestro e protettore dell'Ordine di Malta, e manderà un suo luogotenente in quell'isola subito che l'avrà ricuperata di mano ai Francesi.

La festa riuscì ottima, ed il Cardinale sento che sia partito. Il principe del Cassero anche quest'oggi partirà di Sicilia. Altri legni sono entrati questa mattina.

La colonna Moscovita che viene in Napoli è arrivata a Radicofani, ed è di qui partito il negoziante Cafiero per andare a provederla di viveri.

S. M. ha risposto graziosamente al Tribunale che accelerava il suo ritorno, e gli ha detto che lo avrebbe affrettato al possibile.

Si è publicato un bullettino di Lord Bristol al Card. Ruffo che dà notizia di una rotta che hanno avuta i Francesi dagli Anglo‑Russi nell'Olanda, cinquanta bastimenti di feriti furono trasportati ad Amsterdam, e da 200 uffiziali rimasero sul campo. La data dell'azione è 2 e 3 ottobre.

Ad ore undeci d'Italia è partito il Card. Ruffo. Per la strada di Roma è partito, ma di là passa a Venezia.

La Giunta di Stato fu occupata fino alle ore sei della notte per le seguenti decisioni: d. Rocco Lentini, afforcato, precedente relazione a S. M[*4] .; d. Gianlunardo Palomba, afforcato, costui fu rappresentante; d. Vito Lauria[*5] , asportazione a vita; d. Casimiro de Alteriis, asportazione per 25 anni; d. Luigi Abbadessa, asportazione per 10 anni; d. Domenico Sansone[*6] , anni 15; Gaetano Firone, anni 15.

Continua la Giunta a stare occupata quest'oggi per altre decisioni, fra le quali sarà il celebre d. Francesco Conforti, già teologo di Corte, tanto benemerito e premiato con pensioni e benefizii, acerrimo regalista contro la Corte di Roma, poi acerbo republicano, per cui fu prima Ministro dell'Interno, poi rappresentante del Legislativo, difficilmente scamperà alla forca. Vi sarà pure d. Pascale Baffi, che nella sua vita ha più di una epoca. Egli fu arrestato come Masone da Pallante, indi liberato e premiato coll'essere stato fatto bibliotecario della Reale Accademia dei Studii. Si trovò patriotta e fu rappresentante.

Vi saranno pure i fratelli Muscari Calabresi, ferocissimi patriotti e capi di legione; dubito che tutti e quattro avranno condanna di morte.

Tre dei vascelli Moscoviti furono l'altro ieri chiamati a Palermo, e l'ammiraglio disse che andavano a prendere S. M. e la sua famiglia. Dio volesse, perché potrebbe ciò Importare la nostra quiete. Sento che Ruffo abbia scritto al Re con calore che si restituisca in Napoli.

Si è fatta la terna per l'arcivescovo di Napoli, giacché subito fatta l'elezione del Pontefice, si farà sentire a Zurlo che rinunzii. La terna è di Monsignor Minutolo vescovo di Mileto, Monsignore di Caserta, e Monsignore di Salerno, ancora per l'arcivescovo di Palermo, si è fatta la terna.

I quattro capi dei Tribunali, Presidente del S. C., Luogotenente di Camera, Presidente del Commercio, e Presidente della G. C. hanno mandato, ciascuno di essi una nota di dodici avvocati per la provista che dovrà farsi. Il vicepresidente della G. C. sta mettendo in bello il Tribunale, ed ha situati due toselli di chermisi nella Ruota grande, con al di sotto i ritratti delle MM. LL. decorazione che mancava al nostro Tribunale. Ha formata la Ruota nuova e le sedie similmente, così saranno decorate le altre Ruote.

Giovedì 7. Sento seguita la condanna alla foica di Conforti e Baffi, ma non ne ho notizia sicura.

Ieri arrivò sopra tre filuche l'equipaggio del principe del Cassero, che sento essere magnifico; molta gente di seguito e famiglia, ed oltre questa, ha già fissati 20 domestici Napoletani a ducati dieci al mese. Il dispaccio che lo ha preceduto è che venga a disporre quanto conviene per la venuta dei Sovrani. Si crede che porti l'indulto, perché questo è il desiderio universale. Al Tribunale è pervenuto dispaccio dalla Segreteria di Giustizia, che dice, essendo prossimo l'arrivo del Luogotenente e Capitan generale principe del Cassero, i magistrati stiano pronti ad andarlo a ricevere in toga a Palazzo. Il Presidente del S. C. ha immediatamente rappresentato al Governo che potrà il principe del Cassero trattenersi a bordo finché non si mandi l'avviso del suo arrivo ai magistrati, acciò si portino a riceverlo nel Real Palazzo.

Generalmente si crede che il Re si restituirà in Napoli prima di Natale, e che questo signore resta per Ministro degli affari esteri, successore del marchese del Gallo.

Questa mattina nella chiesa della Trinità maggiore, per impedimento di quella dell'arcivescovado, si sono sollennizzati i solenni funerali di Pio VI. Grandiosa machina era nel mezzo col suo cenotafio e ritratto, sopra sparsa di emblemi e stemma. La chiesa parata a bruno e sparsa d'iscrizioni, due orchestre, ove ha diretta la musica il celebre maestro Pajesiello[*7] , ch'è riuscita bellissima. Vi è intervenuto il Governo, la Giunta Regia di Città, il clero, i vescovi e prelati Romani che qui si trovavano, che sono seduti in una stessa gradazione coi vescovi, molta nobiltà, ed il corpo della magistratura. Il canonico Gaglione ha recitato l'orazione funebre. Quest'oggi tutte le religioni sono andate a cantarci la Libera, per cui è durata la funzione fino alle ore 24.

Venerdì 8. Sono a vista quattro legni da guerra, e si crede che sia il principe di Cassero. Questo signore si crede che verrà per dare a S. M. le notizie sicure di Napoli, onde determinarlo a venire o a restare. Per notizia sicura è il Re in tanto avvilimento di spirito, che si trattiene ai colli, e non tratta che col solo d. Onorato Gaetani e generale Acton; a tutti gli altri è assolutamente invisibile. Lo hanno posto in tanta diffidenza che teme di tornare in Napoli; e chi è venuto da Palermo, dice che la Regina sola è visibile e si presta agli affari del Regno. Il Re tetro ed oppresso, macera se stesso. Che peccato! Il suo ritorno in Napoli, una diversa condotta, lo renderebbe di nuovo l'idolo della Nazione com'è stato pel passato. Faccia Iddio. Vi è chi va promovendo un donativo di un milione e mezzo di contanti da farsi dal Regno di Napoli colla più infelice politica del mondo.

E’ venuto arrestato in Napoli il vescovo di Taranto Mons. Capecelatro.

Sabato 9. Si è questa mattina eseguita la condanna per Gianlunardo Palomba, e lunedì si eseguirà per Pascale Baffi. La Giunta ha mandata la classificazione in Palermo, e pei rei di minor conto ha cominciata una specie di visita, avendo i tre Commissarii ripartite le carceri da visita nel seguente modo: Speciale, Castello Nuovo, e s. Felice: Fiore, s. Maria Apparente, ossia a Parete, s. Elmo, e Castello dell'Ovo: Sambuti, Vicaria, Granili al Ponte, e Portanova. Non mi sovvengo se ho notato nei giorni passati, che con Real carta venuta da Palermo al Gran Priorato di Malta in Capua si fa sapere avere S. M. riconosciuto per Gran Maestro dell'Ordine Gerosolomitano Paolo Primo Imperatore delle Russie, e che il gran Maestro vi ha rinunziato. L'Ordine di Malta acquista potenza, ma ha perduta la sovranità che faceva il cospicuo di quell'Ordine, giacché il gran Maestro usciva dal corpo dei Cavalieri. L'Imperatore di Russia acquista un porto ed un forte nel Mediterraneo.

Si dissero giorni sono arrestati il conte di Policastro ed il marchese Gagliati, due dei più cordati e savii cavalieri che abbia Napoli, e si dissero arrestati per aver dato il piano dei Banchi ai Francesi; devo avvertire che fu una ciarla, come tante altre che se ne son dette e se ne dicono.

Domenica 10. E’ arrivato con 30 ore di viaggio il pacchetto da Palermo, porta la notizia che il principe del Cassero il giorno 15 si metterà alla vela per la volta di Napoli, e che della venuta di S. M. non vi sia disposizione. Le truppe Moscovite sono arrivate a Roma, fra giorni le avremo in Napoli.

Domani sarà eseguito Pasquale Baffi. Fu un tremendo consiglio dell'abate Salfi il non far brugiare i registri e carte dei Burò republicani, ed i libri delle due Sale. Egli disse che il numero eccessivo dei rei di Stato, o avrebbe arrestato il corpo dell'inquisizione, o avrebbe accresciuto, castigandosi, il numero delle famiglie malcontente. Egli credeva coi suoi compagni che potesse salvarsi con la capitolazione, e perciò voleva lasciare esposte tante vittime della sua scelleratezza quanti erano gli infelici che si eran lasciati sedurre ed abbagliare dal sistema Republicano.

Lunedì 11. E’ stato eseguito Baffi, questa mattina, domani lo sarà il P. Guardati. Baffi ha patito molto per la inespertezza del carnefice, perché non è il solito che sta ammalato. Ma sabato fu uno spettacolo molto tragico la esecuzione di Palomba, perché non potendo morire fu scannato dal carnefice. Tiriamo un velo su questi accidenti.

Con altro editto si è ordinato lo scioglimento di tutte le truppe di massa, se gli è ingiunto di ritirarsi disarmate, consegnando non solo le armi di munizione, ma anche le proprie acciò non accadano disordini nel ritirarsi. Il Re promette tutti premiarli; i capi lo sono stati, chi col grado di colonnello, chi di altri gradi, e i soldi corrispondenti. Sciarpa, il celebre Sciarpa, è tino dei colonnelli. Le crudeltà di costui sono state immense, chiunque gli capitava dei prigionieri o sospetti, faceva tirargli sopra uno o due colpi di fucile, e li lasciava poi morire di spasimo sulla strada. Anche in questi fatti è meglio passar oltre.

In questa settimana comincia il corso delle poste di Calabria e Sicilia ad esser raddoppiato, partendo i corrieri due volte la settimana, cioè mercordì e sabato. Sento essere usciti i biglietti delle proviste dei Tribunali, almeno in parte.

Questa mattina pure è uscita dal Duomo la prima processione di preghiera per la elezione del Pontefice, e si è portata nella chiesa di S. Al. di Costantinopoli per non incontrarsi al Carmine col giustiziando. Dovea uscir sabato passato, ma il tempo lo impedì. Era formata dalle quattro Religioni dei mendi­canti, i Parrochi tutti, il clero ed i canonici così del Duomo che di s. Giovanni maggiore.

Martedì 12. Guardati è passato alla cappella per eseguirsi domani. E’ resa così indifferente la esecuzione dei rei di Stato, che non fa più impressione: il popolo non ne ritrae esempio né l'ignominia che a questa pena era unita, è nel suo essere. Desidererei che al Re si facesse ciò noto, ma da chi?

Mi viene detto essere arrivato pacchetto da Sicilia che porti l'ordine della sospensione di tutta [a Giunta di Stato. Il principe del Cassero si vuole che porti l'indulto. L'esser qui venuto il Real tapezziere ha fatto sperare che i Sovrani fossero per restituirsi in città, ma sento che sia venuto per ripartire subito.

Si è publicata la seguente provista in Tribunale: i giudici, d. Raffaele Giovannetti, d. Crescenzo de Marco, e d. Domenico Ciuraldi a consiglieri di S. C. ‑ d. Vincenzo Lotti e... Scurci al Commercio ‑ d. Goffredo de Bellis, a presidente di Camera d. Gaetano Ciccarelli a giudice di Vicaria. P, stato restituito nel suo posto di segretario della R. Camera il consigliere d. Pietro Rivellini, decorato col titolo di marchese e con una pensione di D/. 300 annui. Egli appena piantato il Governo republicano, rinunziò alla sua carica.

Mercoldì 13. Ai promossi si deve aggiungere l'avvocato criminale d. Vincenzo de Jorio, ad avvocato dei poveri di Vicaria criminale.

Quest'oggi alcuni legni sono andati e venuti salutando il porto, ma non so che siano stati, forse legni mercantili. Si sta addobbando l'imbarcatolo della Deputazione di Salute per l'arrivo del Vicario.

Si è eseguita la sentenza di Guardati afforcandosi, non si è voluto neanco abilitare ad esser decollato. E’  morto rassegnatissimo, dicendo che Iddio lo aveva voluto salvo, perché ogni altra morte che avesse fatta sarebbe stata seguita dalla sua dannazione. Egli aveva apostolato, ed era capo di legione sotto il Governo dei ribelli e Francesi.

Per domani la sera si è ordinato alla città di Aversa di preparare il pane e gli alloggi per la vanguardia dei Moscoviti, che sarà di millecinquecento, per la giornata seguente di altri mille, e del restante per domenica. Tutti si dice che siano 3800. Vi sono state altre condanne della Giunta di Stato, ma non le so con precisione.

Giovedì . Altro legno è entrato questa mattina ed ha salutato ti porto. Si è detto che s. Elmo avesse, corrisposto, ma non posso assicurarlo. All'arrivo della nuova colonna Moscovita partirà quella che qui ora si trova per andare alla spedizione di Malta. Corre una voce sorda di essere stato battuto Nelson sotto Gibilterra dalla squadra Gallispana: che la sua squadra sia tutta dispersa, ed egli ferito. Dio non voglia, saremmo in nuovi pericoli.

Ieri si affisse editto ordinante, che fra un mese si esibissero tutte le carte di Banco che avessero causa dall'abbattuto sedicente Governo republicano per esaminarsi, elasso il mese, non si avrà di quelle alcun conto.

Venerdì 15. La Giunta di Stato quest'oggi è occupata nella decisione di trentasei cause, fra le quali sei di rappresentanti dell'abbattuto Governo, mi si dice che si sollecita, perché Cassero porta l'indulto.

E’ arrivata notizia che in Molfetta, essendo insorta rissa tra paesani, accorsero alcuni soldati che vi presero parte, e due ve ne rimasero ammazzati; accorsero degli altri, e la rissa diventò guerra civile, restandoci da otto soldati malamente feriti. Dopo di ciò il popolo si diede al saccheggio ed al massacro dei galantuomini del luogo, per cui si mandò a Barletta, per aver gente ed artiglieria. Accidente è questo di funesto esempio, e se non si reprime la baldanza del popolo, un giorno o l'altro saremo ancor noi nelle stesse circostanze, che Dio non voglia. Il Governo pensa solo ai rei di Stato, ed il popolo che vede mandare alla forca solo persone di qualità, acquista più altura, mira di mal'occhio i ceti più alti, ed aspetta il momento per darsi a massacrarli e saccheggiarli di nuovo.

La Luisa Molines Sanfelice sarà eseguita, perché o non più gravida, o abortita.

Sabato 16. Le condanne uscite dalla Giunta sono state: Sacerdote Marcello Scotti, Nicola Magliano, e Vincenzo Rossi, alla forca, d. Michelino Filangieri[*8] , esilio per anni venti, d. Pietro Napoli Signorelli[*9]  e d. Camillo Colangelo, esilio perpetuo. Filangieri è stato salvato da due carte trovate nelle officine del Legislativo, una conteneva mozione da lui fatta nel Legislativo, domandando si mandasse ad implorare perdono a S. M.; e la seconda la sua rinunzia perché non si volle tal sua mozione approvare. Ventiquattro testimoni, fra quali i portieri del Legislativo, avevano attestato di aver egli sempre spiegati sentimenti Realisti unitamente con d. Raimondo de Gennaro e d. Ilario Pirelli, per cui erano tutti e tre malveduti dagli altri. Vi è chi crede che tali carte si siano fatte trovare, ora che si stanno scegliendo. Magliano forse meritava la morte meno di questi altri tre, ma la sua miseria noli gli avrà permesso di aiutarsi, essendo certissimo che chi ha danaro da spendere, si aiuta moltissimo. Magliano era un miserabile, e la carica di Rappresentante, avuta negli ultimi tempi, gli serviva per vivere e noli per altro.

Per la Molines vi è di nuovo sospensione. Per Conforti fu anche sospesa la esecuzione per un biglietto di d. Gaetano

Ferrante, che fece sapere alla Giunta, potersi da lui avere dei lumi e notizie.

In Castellammare la truppa di massa commetteva delle continue insolenze e saccheggi, ieri ci spedì il Governo truppa di linea, e fece tuttadisarmarla, locché riuscì con quiete.

Questa mattina circa le ore undeci di Spagna è entrato un corpo di truppa Moscovita, ma era quella che stava in Roma, e che si è restituita in Napoli: chi dice che arrivi l'altra d'Italia, e chi lo nega.

Tornasi a mettere in dubio la venuta di Cassero, e si dice che venga il Re, e vi è chi assicura che nel palazzo di Acton sieno già situati i letti per le MM. LL. Quello che vi è di certo è che sta preparato alla Deputazione di Salute per lo sbarco di lui, e tutto è disposto per un pranzo che gli darà il Governo di 60 coverte, I convitati al quale sono stati designati da Palermo. Quest'oggi si è visto un affisso che fa sapere essersi tolta dal palazzo di Acton la Giunta del ricupero degli effetti saccheggiati nei Reali appartamenti, con esser passata nella sala del Real Teatrino sopra Palazzo. Ciò fa credere che possa esser vera la notizia della venuta di S. M. Con altro affisso si è avvisato che lunedì si apriranno i Regi Studii.

 Il luogotenente Vivenzio ha rappresentato che non sia ben fatto il far stare separato dalla Camera il ramo dei feudi confiscati ai ribelli, e che potrebbesi restituire alla Camera, nominandosi il cav. Ferrante per presidente di quello, collo stesso carico che ora ha.

Domenica 17. Circa le ore 22 sono entrati i Moscoviti che vengono da Lombardia. Gli applausi del popolo e la sua allegria è stata gTandissima, gridando « viva il Re » e gittando per aria i cappelli e fazzoletti. Chi ha veduta, com' io l'entrata dei Francesi, facendo il confronto, scorge quanto di mala voglia il popolo vedesse quelli, dallo scorgere l'allegria che mostra nel­ l'entrare le truppe di S. M. Si dicevano l'un l'altro che ora verrebbe il Re essendo venuti i Moscoviti. Si è sparsa pure voce nel popolo che Cassero non venga per essersi scoverto Giacobino. Questo è il male tutto rifonde là, e non è sazio ancora delle continue esecuzioni. Mi dice persona degna di fede aver egli inteso ieri donne al Mercato che dicevano, doversi all'entrante settimana afforcare dodici persone, ma esser poche ancora, perché se ne dovrebbero afforcare dugento al giorno.

Nella città di Pozzuoli ]eri accadde un altro rumore cagionato per altro da indiscreto zelo del vescovo Mons. Rosini, che quest'oggi forse a tale oggetto è corso a Napoli. Il fatto fu, che celebrandosi non so che festa dalla città, Monsignore volle impedire che si cantasse il mottetto, forse seguendo un'enciclica che anni sono publicò il nostro arcivescovo, dicendo che quella era musica più da Teatro che da chiesa. La città ed il popolo di Pozzuoli intese male tal proibizione, e cominciò a strepitare e dire che il vescovo era Giacobino, perché impediva la musica che facevasi in onore di Dio. E il tumulto crebbe a segno che volevano arrestarlo; non so come si fosse sedato. Sicuramente quel Vescovo è venuto quest'oggi in Napoli.

Mentre i Banchi sono chiusi, le carte di Banco si cambiano al 52 per %, ed il contante si vede a raro dal particolari. Si è affisso un editto contenente il dispaccio del direttore Zurlo, che ordina al delegato della decima di provedere con tutto rigore ad esiggere quella in contanti, tanto per l'attrasso che pel corrente, e, giacché, non ostante l'abilitazione fatta di potersi pagare l'alttrasso per tutto il di 20 ottobre, non s'era curato di soddisfarlo. La riflessione più ovvia è quella, che chi non ha potuto pagare in carta, tanto meno lo potrà in contanti. Se il rigore ed il terrore insieme che incutevano i Francesi non fu sufficiente a far pagare la contribuzione in contanti, come si potrà lusingare il Governo di esiggere in contanti la decima. Si parla pure di un donativo di un milione e mezzo da farsi a S. M.

Lunedì 18. Si dice con asserveranza che S. M. non siasi uniformata a le dieci condanne a pena di morte, e che fra questi ci siano Doria e Ruggi. Si spera che voglia cominciare la clemenza e cessare il rigore: sono però passati in cappella per eseguirsi domani, Magliano e Rossi.

La colonna dei Moscoviti, per quanto sento, non volle prender quartiere nel monastero di s. Giovanni a Carbonara che gli era stato assegnato, dicendo che quel luogo era stato addetto a religiosi, e che dovea essere rispettato. Bella lezione per noi cattolici. E’ certo che sono religiosissimi, tutte le loro operazioni le cominciano, come dissi, col segno della s. Croce, nelle chiese sono riverenti, e per le strade, incontrando il Santissimo, lo sono ugualmente; non così certamente i Francesi, che per sedurre il popolo permettevano di osservare il culto, e cercavano di far vedere che l'osservavano; ma il publico vedea bene che tutto era un inganno mentre né un Francese entrava in chiesa, né alcun segno di riverenza mostravano incontrando il Santissimo, tanto meno incontrando la Croce.

Martedì 19. Sono stati eseguiti questa mattina Nicola Magliano e Vincenzo Rossi, quest'ultimo è morto impenitente, ed è costante voce che salendo sulla forca avesse detto « muoio per la Patria, viva la Libertà ». Sicuramente non ha voluto confessarsi, si  era raccomandava n dava a Dio, rispondeva alle litanie, ma niente più. Bravi soggetti della congregazione dei Bianchi vi si sono inutilmente impiegati. Diceva aver egli studiate bene queste materie, ed aver appreso a dubitare di tutto, insomma si è manifestato un deciso Pirronista. Volle mangiare, dicendo, che se poi aveva quel lume che dicevano, si sarebbe comunicato per viatico, e ciò in tuono di derisione. Mi si dice di costui un aneddoto che maggiormente lo definisce. Stando in Roma si fece un'ablu­

zione publica in una botte per togliersi il battesimo. E’ morto, né vi è, stato chi lo abbia compianto.

Circa le ore 22 sono entrati in rada sette legni Moscoviti, dicono mercantili, scortati da legni da guerra. Cassero non è arrivato, e si crede che non sia neanco partito da Palermo. La Giunta di Stato si è chiusa decidendo più cause. IL arrivata quest'oggi la notizia della resa di Ancona.

Mercordì 20. I condannati ieri e la notte scorsa dalla Giunta, giacché non si sciolse prima delle solite ore sei d'Italia, sono i seguenti: d. Antonio Ruggi, decapitato; Melchiorre Maffei, forca; asportazione a vita, Gabriele Tramontano, Antonio Mastracchio, Giuseppe de Cesare, Andrea Cestari, Giuseppe Sguecco: asportati per anni 20, Gaetano Guardati, Francesco Petrilli, Giorgio Bussi, Francesco Aulenta, Domenico Antonio Topputi, Leonardo Mastrobuono, Francesco Calabrò, Melchiorre Sella, Angelo M.a Morlati, Tommaso Barilari, Giovanni d'Aiello, Michele Darlisanni, Pompeo Montella: per anni 15, Liborio Basile.

Non più si inette in dubio la grazia da S. M. fatta a quei dieci condannati a morte che si disse; fra questi sento vi sia la Molines, Conforti, Ruggi, Ferdinando Lentini, e Doria.

Avendo i Cavalieri Napoletani, di Piazza e feudatarii firmata supplica a S. M. pregandola del suo ritorno, e fattasi una cassa volontaria su dei relevii per un donativo di un milione e mezzo da offrirgli, hanno avuta insinuazione di mandare una loro deputazione a Palermo per pregare S. M. anco a viva voce. Ciò fa credere che S. M. condiscenderà a tali loro suppliche.

Qui non è mancato chi abbia detto che S. M. con d. Diomede Carafa, incognito arrivò sui legni giunti ieri. Cassero sta a Palermo, d'onde forse partirà ai 21, se pure partirà, e pure si era qui cominciato a preparare il pranzo, tanto si disse imminente il suo arrivo.

Giovedì 21. Si parla ancora della impenitenza di Vincenzo Rossi. Il celebre canonico Scarpati, conosciutissimo ed antico missionante ed oratore, impiegò tutta la sua sacra eloquenza per convertirlo, avvalendosi di soli ragionamenti filosofici, ma fu tutto inutile. Volle citarli Pagano, Cirillo, letterati di lui molto più illustri, che pure avevano sottomessa la loro ragione alla efficacia dei lumi di Religione, ed erano morti contriti. Ed egli rispose, che non erano stati buoni Republicani, quasi che Republicano ed ateo, fossero lo stesso. Finalmente avendo il Rossi detto « levatemi questa maschera d'innanzi » additando il Crocifisso, Scarpati, riscaldato di santo zelo, disse: « e questa maschera tra poco vi gitterà nelle pene dell'inferno >>. Ma niente lo scosse, e morì impenitente ed incredulo, per cui gli fu negata la chiesastica sepoltura, e fu nella notte seppellito al ponte della Maddalena.

Nella notte passata si son levati dalle carceri della Vicaria i detenuti e trasportati nei castelli; si seguirà a fare lo stesso la notte prossima: non si sa perché si evacuino quelle carceri, vi è chi dice che vi sia stato del complotto.

Di Cassero sempre più si mette in dubio la venuta; si dice che siasi anche disfatto il ponte di legno costrutto alla Deputazione di Salute pel di lui sbarco. Comincia a parlarsi di una pace generale per la quale si dà anco per conchiuso un armistizio.

Venerdì 22. La grazia che si disse fatta a dieci dei condannati si comincia a mettere in dubio, e si vuole che la voce sia nata perché la risposta alla relazione della Giunta sia venuta con formola diversa dalle altre, per cui ad insistenza degli avvocati di rei siasi fatto nuovamente rappresentare.

Sono stati posti quest'oggi in cappella d. Antonio Ruggi e d. Melchiorre Maffei.

Da Bari è venuta notizia di molti arresti là seguiti, e molti altri da seguire. Per quanto mi si dice sono rei di una mascherata fatta nel Carnevale in cui posero in berlina la Regina e il generale Acton. Da Palermo si scrive che il Re pensa restituirsi in Napoli per la metà dell'entrante decembre, se pure da Napoli non si scrive qualche altra graziosità, come mi si dice che si legga nella lettera.

Sabato 23. E’ seguita la decollazione di Antonio Ruggi, e Maffei si è afforcato. Si son così rese familiari tali esecuzioni, che Don se ne parla neanco.

Si sono publicate nei passati giorni le promozioni militari che ora posso notare non avendole prima sapute. Duca della Salandra sino a nuovo ordine comandante generale delle armi in Sicilia ed ispettore di quelle truppe. A tenenti generali sono stati promossi i marescialli di campo, principe di Hassia Philipstad, Cav. d. Giuseppe di Sassonia, d. Emmanuele de Burcard, e conte d. Ruggiero de Damas. A marescialli di campo i brigadieri, barone d. Abramo de Box e barone d. Giuseppe Acton.

Ieri fu la giornata dell'anniversario delle nostre sciagure, perché cominciarono queste colla partenza di S. M. per la spedizione di Roma seguita per l'appunto il giorno 22 novembre del passato anno 1788. Speriamo che cominci quest'oggi un'epoca più felice. Ricorre quest'oggi il nome della Principessa ereditaria Maria Clementina, si credeva che vi fosse salva, ma non vi è stata, ed è generalmente rincresciuto che tal giornata sia stata funestata dalla seguita esecuzione di Ruggi e Maffei.

Domenica 24. Il principe del Cassero ieri sera fu a vista del golfo di Salerno che non potette superare avendo il vento contrario; quest'oggi si scovriva da Napoli, per cui si aspetta a momenti che arrivi in rada, e si prepara già il pranzo o la cena per lui.

Lunedì 25. Allo sparo del cannone dei legni e del castello Nuovo è sbarcato questa mattina, circa le ore 16, il principe del Cassero, incontrato da Deputazione Regia di Città e dalla Giunta del Governo. Fra gli evviva del popolo, concorso a folla, ed accompagnato da una salva di mortaretti fatta al largo del Castello, è arrivato a Palazzo, ove alle scale è stato ricevuto dal Ministero in corpo. Giunto sopra è uscito in balcone, donde ha inclinato tre volte il popolo concorso al largo ch'è d'innanzi al Real Palazzo. R stato trattato dal Governo medesimo questa mattina a pranzo. Si attendono con la sua venuta grandi novità.

Da Palermo è venuta confermata la decisione per quei tali condannati pei quali si disse sospesa, meno che, mi si dice, per Doria, Ruggi, e Molines, perché andati con nota separata.

Martedì 26. Il principe del Cassero ha invitati a pranzo i capi dei Tribunali ed i consiglieri della R. Camera per la giornata di domani. Ieri la folla del popolo gli diede del ribrezzo, per quanto si dice. Le magistrature in corpo lo ricevettero nella R. cappella, egli è venuto con l'intera famiglia.

Variamente si parla della venuta di S. M. Vi è chi la crede vicina e chi lontana, chi dice che siano dati gli ordini perché si disponga il casino di Belvedere per la Sovrana, chi essersi imposto a Cotunnio di non parlare di mutazione d'aria.

Mercordì 27. Il presidente coi consiglieri della R. Camera sono stati a pranzo dal Luogotenente del Cassero, per cui motivo non vi è stata quest'oggi Camera Reale. Il dispaccio del detto Luogotenente è concepito in poche parole, ma importano molto perché vi si legge che porta facoltà datagli a voce da S. M., e che abbia anche quella di mandare al Re il suo voto particolare sulle risoluzioni della Giunta. Si dice che due giornate nella settimana darà udienza; quattro altre sono destinate a sentire i direttori, uno per giorno, ció vuol dire che la Giunta del Governo e quasi disciolta. Si vuole che abbia detto aver fatto il possibile per portare l'indulto, ma inutilmente, non avendo voluto S. M. accordarlo.

Ieri al giorno ebbe il biglietto di giudice della Vicaria d. Bernardino Targiani, effetto della premura di sua moglie in Sicilia, ove tuttora si trova.

Sono passati in cappella per eseguirsi domani i seguenti soggetti: Domenico Bisceglia[*10] , Giuseppe Albanese[*11] , ... de Filippis[*12] ,Gregorio Mattei[*13] , Luigi Ross[*14] i, Francesco Bagni[*15] , Giuseppe Logoteta [*16] , Clino Rosselli [*17] .

Sì è detto quest'oggi che Cassero avesse mandato a prendersi le carte tutte della Giunta, ma è stata una diceria.

Giovedì 28. Finito ieri il trattamento dato dal principe del Cassero, giusta il costume Siciliano coll'essere stata in tutti i tre giorni tavola di cento coverte, quest'oggi ha mandato avviso di trovarsi, domani la mattina il Ministero in corpo al Duomo, volendo in forma publica portarsi a venerare il nostro Santo Protettore. Ciò ha fatto che siasi domani mattina sospeso il Tribunale. Anche si può ascrivere tra le novità di quest'anno il sentìrsi sospesa il giorno di ieri la Camera Reale per un pranzo, domani mattina il Tribunale, per una uscita che poteva differirsi sabato o domenica.

La giustizia ha avuto il suo corso colla morte degli otto che notai ieri, è riuscita con quiete, e tutti sono morti rassegnati.

Si sente che il colore blò sia assolutamente proibito alle truppe, che tutte vestiranno il bianco come i Moscoviti. Sarà anche abolito l'uso delle coccarde rosse, che da tutti furono prese nell'entrata dell'armata di S. M. L arrivata notizia della presa delle Bocchette e del bombardamento di Cuneo. Si aspetta a giorni il piano dei Banchi.

Venerdì 29. S. E. il principe del Cassero alle dieci di Spagna è uscito dal R. Palazzo, ed in gran treno si è portato al Duomo, ove pei, l'impedimento della fabrica è stato ricevuto in s. Restituta, essendosi là trovato il Ministero in corpo, la Deputazione di Città, ed i Cavalieri di Corte. Non è da occultarsi che qualche i gentiluomo di Camera sdegnava di andarci dicendo di essere obligati ad assistere solo la persona del Re, e quello che lo ha detto è stato, per quanto si dice, il principe di Bisignano. Un altro aneddoto mi è stato detto del principe di Calabritto. Egli è somigliere: si dice che il direttore Zurlo gli mandò dispaccio perché si trovasse allo scarrozzare di S. E. per essere alla portiera. Calabritto, si dice che avesse risposto al barandiere: « dite al signor direttore che lo compatisco perché troppo giovane, e però ignora i suoi doveri e quelli degli altri: non son io obligato che servire nella qualità di somigliere la sola persona del Re ».

La carrozza di S. E. era preceduta e accompagnata da molti laceri popolari che gridavano « viva il Re ». Così attorno al generale Championnet, quando fece la stessa uscita andavano gridando « viva la Libertà ». N'ebbero lo stesso ritratto, perché S. E. lasciò una larga limosina.

Le decisioni seguite il giorno d'ieri sono: Nicola Neri, Pietro Nicoletti, e Gregorio Mancini, alla forca. Quest'ultimo è un giovane professore di legge, trasportato dal desiderio di vantaggiarsi. Gaspare Gargelli, Nicola Galiani, Prospero Betti, asportati a vita. Domenico Martuscello per anni 15. Questo Martuscello credo che diede luogo alla voce che fosse stato arrestato quel Martuscello che andò a Palermo, e ne riportò tanti doni.

Da persona venuta da Palermo con la quale ho parlato sento che S. M. la Regina anela di venirsene, e dice che verrebbe anco su d'una barca peschereccia. Ella sta ai colli, dodeci miglia fuori Palermo. Il Re è in altro sito opposto e distante miglia 14. Acton è lontano da tutti e due. La M. del Re due volte si è portato a visitare la Regina.

Il giorno 4 novembre si parlava a Palermo per la gala, ove il generale Acton fece trovare nel Palazzo del Vicerè accomodato un appartamentino per le Principesse. Nelson ha fatto sentire ch'egli fino a decembre si tratterrà, poi farà vela perché quell'aria non gli giova. Amilton dice lo stesso; insomma tutti ppremurano per venire, ma il Re è fin'ora inflessibile. La Regina promette di fare il possibile perché venga pei 12 gennaio almeno per giorni.

Sabato 30 novembre. Niuno accidente ha contrasegnata la giornata d'oggi, almeno per quanto è a mia notizia nel momento che scrivo. Col pacchetto è tornata da Sicilia la duchessa di Corigliano, e tutte le altre dame e cavalieri che si portarono a complimentare le Maestà loro, tornano ugualmente.

Già si dice che siasi rappresentato contro Cassero perché fece sospendere il Tribunale per avere il corteggio dei Ministri. Si caratterizza già per matto e superbo. E’ certo che per tutta la strada da Palazzo all'arcivescovado non fece altro che andare inchinando tutti coloro che l'assegnavano sulla strada.

 

 

 

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 [*1]                     Non so se ho avvertito in altro luogo di queste memorie, che nei siti così della città che dei paesi del Regno, ove stavano piantati gli albori della pretesa libertà, recisi questi, vi si sono innalzate delle croci, non so con quanta buona politica.

 

 

 

 

 [*2]                    Ecco la copia del dispaccio « Il Capitan generale cav. Acton con Real carta del 14 corrente, partecipa quanto segue: Em. Sig.re. Il Re osserva con pena che la Giunta di Stato non adopra quell'energia e sollecitudine necessaria per lo disbrigo delle pendenze di Stato. Per tanto S. M. ha comandato e vuole che la Giunta raddoppj la sua attività e diligenza per divenire prontamente alla decisione delle cause dei rei principalissimi e notirj, ed alla ordinata classificazione in generale dei rei di Stato. Onde in conseguenza di tuttociò la M. S. sia in grado di poter prendere le convenienti risoluzioni sull'articolo di un perdono ossia indulto generale, a favore di coloro che ne saranno suscettibili a norma delle Sovrane determinazioni. La consimile avvertenza è Reale volontà che si faccia alla Giunta dei generali per quello possa riguardare la sua incombenza. Lo comunico a cotesta Reale Segret. di Guerra ecc. ».

Oltre questo dispaccio mi si dice ve ne sia un altro posteriore che minaccia la deportazione alla Giunta, se fra un breve termine che gli prescrive non solleciti la ordinata classificazione. Non ardisco fare riflessioni; le riserbo a chi sarà per leggere.

 

 

 [*3]   Si è questo rimesso, giacché la sala ove stava fu dai ribelli addetta, come si disse, alla Commissione Legislativa.

 

 

 [*4]    Condannato come cospiratore.

 

 [*5]    Giovane di grandi talenti: era ascritto alla Sala patriottica.

 

 [*6]    Valentissimo giovane nella ragione criminale, per cui era stato ratto uditore nella provista ultima, prima della partenza del Re.

 

 [*7]    Questo maestro si sta giustificando, perché in disgrazia, essendosi detto che fosse andato in Roma per servizio della Republica.

 

 [*8]    Fratello al duca di Arianiello.

 [*9]    Questi è il notissimo autore della Storia critica dei Teatri, e delle Vicende della Coltura della Sicilia, e di altri opuscoli. Era segretario della R. Accademia delle scienze e belle lettere. Dicesi che siasi avuto riguardo a tali sue fatighe letterarie che gli abbiano salvata la vita. A Mario Pagano forse i Saggi politici concorsero a farlo condannare, perché spiravano sentimento rivoluzionario.

 

 [*10]  Costui fu assoluto dalla Giunta di due anni sono.

 [*11]  Come il precedente era stato guardia del corpo di S. M.

 

 [*12]  Fu Ministro dell'Interno.

 

 [*13]  Figlio del fu celebre consigliere de Mattei.

 [*14]                  Non so chi sia.

 

 [*15]  Medico ed uno dei cospiratori.

 [*16]                  Prete, rappresentante, era sordo che faceva uso della troniba per sentire.

 

 [*17]                  Costui era sotto il Re ingegnere militare, fu sceffo di battaglione, municipalista, ec.