DOCUMENTI
Napoli, 17 dicembre 1798.
Lettera di Maria Carolina a Lady Hamilton
Mia cara Miledy.
Da giovedì non abbiamo notizia di Mack dagli Abruzzi. Ciò mi fa vivere in
palpiti ed in continue ambasce. Ardisco inviarvi questa sera tutto il nostro
danaro di Spagna del re e mio. Essi sono 60 milioni, ecco tutto il nostro
avere, ma noi non abbiamo mai tesorizzato. I diamanti di tutta la famiglia,
uomini e donne, verranno domani sera, per essere tutto consegnato al rispettabile
ammiraglio Lord Nelson. Il generale [n.d.r: Acton] gli avrà parlato del nostro
danaro, ma è quello per pagare l'esercito, marina ec. Infine, la viltà, il
tradimento, la paura, la costernazione generale, ed il nessun vigore mi fanno
molto temere. Ciò mi rende completamente sventurata; ma, adempierò a tutti
i miei doveri fino alla fine. Addio, i miei complimenti al cavaliere, al rispettabile
Milord, nostro liberatore. Conservatemi la vostra amicizia. Voi me ne date
tante pruove, e credetemi per la vita, la vostra sincera amica, Carolina.
Saverio, uomo fedele e sicuro accompagnerà il danaro.
Questa era scritta jeri, ma sapendo la festa in casa di Nizza, non ho voluto
mandare, per non incomodarvi. Lo farò sta sera e v'invierò tutto, gioje, danari
e quant'occorre, perchè la nostra sventura incalza.I nostri sono de' vili,
degli infami, degli esseri esecrati. Il fratello d'Acton è giunto e racconta
orrori. Mack è alla disperazione. Sono fra duolo e fra sbalordimento. Addio,
i miei complimenti all'eroe Nelson ed alla sua buona nazione: arrossisco dell'infame
viltà della nostra. Addio, tutta vostra per la vita e per la morte, Carolina.
Napoli, 18 dicembre 1798.
Lettera di Maria Carolina a Lady Hamilton.
Mia cara Miledy. Eccovi ancora tre bauli ed una cassa. Nei tre primi v'è
un poco di biancheria per tutti i miei figli, da servire a bordo ed alcuni
abiti nella cassa. Spero non essere indiscreta inviandovele. Il resto di ciò
che potra àndare, andrà su di un bastimento siciliano non volendo incomodare
di più. I Francesi sono entrati a Teramo ed hanno messo i prigionieri di stato
alle prime cariche. La provincia d'Aquila li ha respinti e si difende valorosamente,
e dicesi che essa non soffrirà i Francesi. Addio, mia cara Miledi.
Mille complimenti al cavaliere, al nostro degno liberatore, e credetemi per
la vita, la vostra riconoscente e fedele aica. Spero vedervi domani sera col
nostro caro e prezioso ammiraglio.
Napoli, 19 dicembre 1798.
Lettera di Maria Carolina a Lady Hamilton.
Cara Miledi. Io abuso della vostra bontà e di quella dei nostro bravo ammiraglio. Le casse grandi fatele riporre a fondo di stiva. Le piccole più a mano. Egli è che io ho, disgraziatamente, una numerosa famiglia. Sono nel colmo della desolazione e delle lagrime, persuasa che il colpo sarà da sbalordire; la rapidità soprattutto, e parmi di non venirne mai a fine. Esso m'abbatterà e lo sbalordimento mi condurrà alla tomba. Piacciavi. mia cara, farmi tutto sapere, tutto. Siate certa della mia discrezione. Mio figlio è ritornato da Capua e racconta orrori delle truppe ritornate fuggenti. E' una sventura di meno. Addio, mia cara. l'orribile ruina abbrevia due terzi della nostra pura esistenza. Mi rimetterò alla divina Provvidenza e me ne farò una ragione. Il momento è crudele, mortale. Porgete i miei saluti al nostro stimabile liberatore. Addio, mille complimenti. Abbiatevi la mia riconoscenza. Oltre la grande nota delle persone da imbarcarsi, ne farò una particolare, che porterà un biglietto scritto, secondo il modello che vi compiego, e con cui vi prego d'imbarcare e salvare, sotto la mia responsabilità.