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Quartiere Generale di Roma, 8 dicembre 1798

 

 Proclama di Ferdinando IV ai suoi fedeli, bravi ed amati popoli degli Abruzzi.

 

Nell'atto, che io sono qui nella Capitale del Mondo Cristiano a rimettervi la Sacrosanta Nostra Religione, che coloro, i quali dicono sempre di voler rispettare, hanno distrutta e rovesciata dai fondamenti; i Francesi, coi quali ho fatto di tutto per vivere in pace, minacciano di voler penetrare nel Regno per gli Abbruzzi. Io accorrerò tra breve con un forte e numeroso Esercito a difendervi; ma intanto armatevi, ed opponete all'inimico, nel caso che avesse l'ardimento di passare i confini, la più valida, e coraggiosa difesa. Armatevi, e marciate contro di lui. Sostenete la Nostra Religione; sostenete il vostro Padre, e Re, ch'espone per voi la propria vita; e ch'è pronto a sagrificarla per la vostra difesa, e per conservare a voi quanto avete di più caro, la Religione, l'onore delle vostre mogli, delle vostre figlie, delle vostre sorelle, la vostra vita, e la vostra roba. Ricordatevi, miei cari Abruzzesi, che siete Sanniti, e che avete sempre date chiare ripruove del vostro valore, e della vostra fedeltà. Son sicuro che tutti, quanti siete, vi difenderete bravamente; ma chiunque fuggirà, sappia che non eviterà il pericolo, anzi lo affronterà indubitatamente, perchè oltre alla perdita dell'onore, sarà trattato dai Comandanti Militari, e Regj  ministri, come ribelle alla Corona, e nemico di Dio, e dello Stato. Chi ha coraggio non sarà mai vinto: ed i Francesi non hanno mai vinto che quei, che hanno dimostrato la più vergognosa timidezza. Pensate che voi avete a difendere il proprio Paese, che la natura stessa difende colle vostre montagne, dove nessun'Armata si è mai avvanzata senza trovarvi il sepolcro. Pensate, Abbruzzesi, che voi nelle vostre tre Provincie siete settecentomila abitanti, e che non dovete farvi soggiogare da qualche migliaio d'inimici. Voi più che ogni altro avete dovuto vedere lo stato di miseria, nel quale sono i Romani. L'inimico gli ha tolto tutto, niente gli resta che la propria disperazione, e la fiducia, che hanno in Dio, e in Me. Coraggio, bravi Sanniti, coraggio Paesani miei. Armatevi, correte sotto i miei Stendardi. Unitevi sotto i Capi Militari, che sono nelli luoghi più vicini a voi. Accorrete con tutte le vostre armi. Invocate Iddio, combattete e siete certi di vincere.

 

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