La colonia di San Leucio.
"Nella
magnifica abitazione di Caserta, cominciata dal mio augusto padre, proseguita
da me, io non trovava il silenzio e la solitudine atta alla meditazione ed al
riposo dello spirito, ma un'altra città in mezzo alle campagne, con le stesse
idee di lusso e di magnificenza della capitale; così che, cercando luogo più
appartato che fosse quasi romitorio, trovai adatto il colle di San
Leucio." (Ferdinando IV)
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La collina di San
Leucio fu acquistata da Carlo III
nel 1750, dai principi di Caserta,
per facilitare il trasporto dell' acqua alla vicina Reggia
di Caserta. E' Un'ampia zona, ricca di vegetazione, dominata da una
collinetta con il cinquecentesco casino del Belvedere. Ferdinando nel 1774
fa costruire un muro di recinzione e fa trasformare il vecchio rudere in
casino di caccia.
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Nella tenuta vi
abitavano alcune famiglie che avevano il compito di custodire il
territorio. Nel 1776, per venire incontro ai bisogni dei pochi abitanti, fu
creata la prima manifattura dei veli di seta e fu trasformato in cappella
il salone centrale del Belvedere. Successivamente, stante la
"favorevole prolificazione" si iniziò la costruzione dei quartieri
di S. Ferdinando e di S. Carlo e nel 1787 furono istallati dei filatoi
utilizzando l'acquedotto costruito per la Reggia.
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Fischetti:
La primavera
(Belvedere di San Leucio)
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Nel 1789 Ferdinando appoggiò il
progetto di creare una colonia di operai di entrambi i sessi dedita alla
lavorazione della seta e alla produzione di manufatti finiti di alta qualità.
Il progetto fu predisposto anche in virtù delle più moderne ed illuminate
teorie, elaborate da economisti e legislatori quali Filangieri, Genovesi e
Galanti.
Jacob philipp Hackert : La mietitura a san Leucio
Nel gennaio di quell' anno
Ferdinando pubblica "Origine
della popolazione di San Leucio colle leggi corrispondenti al buon governo di
essa".
EDITTO REGIO DEL
1789
1) Il solo merito
distingue tra loro gli abitanti di San Leucio; perfetta uguaglianza nel
vestire; assoluto divieto di lusso.
2) 1 matrimoni saranno
celebrati in una festa religiosa e civile. La scelta sarà libera dei
giovani né potranno contraddirla i genitori i sposi. Ed essendo spirito e
anima della società di San Leucio l'uguaglianza
tra i coloni sono abolite le doti. Io, re, darò la casa con gli arredi
dell'arte e gli aiuti necessari alla nuova famiglia.
3) Voglio e comando che
tra voi non siano testamenti; né veruna di quelle conseguenze legali che da
essi provengono. La sola giustizia naturale guidi le vostre correlazioni; i
figli maschi e femmine succedano per parti uguali ai genitori, i genitori
ai figli; poscia i collaterali
nel solo primo grado; e in mancanza la moglie nell'usufrutto; se mancheranno gli credi (e sono
eredi solamente i sopradetti), andranno
i beni del defunto al Monte e alla cassa degli orfani.
Le esequie semplici,
devote, senz'alcuna distinzione saran fatte dal parroco a spese della
casa. É vietato il bruno: per i
soli genitori o sposi e non più lungamente di due mesi, potrà portarsi al
braccio segno di lutto. E prescritta la inoculazione del vaiuolo che i
magistrati del popolo faranno eseguire senza che vi s'interponga autorità o
tenerezza dei genitori.
4) Tutti i fanciulli,
tutte le fanciulle impareranno alle scuole normali il leggere, lo scrivere,
l'abbaco; i doveri, e in altre scuole le arti. 1 magistrati del popolo
risponderanno a noi dell'adempimento.
5) I quali magistrati
detti Seniori verranno eletti in solenne adunanza civile dei capi di
famiglia, per bozzolo segreto e maggioranza di voti. Concorderanno le
contese civili o le giudicheranno; le sentenze in quanto alle materie delle
arti della colonia saranno inappellabili; puniranno correzionalmente le
colpe leggiere, veglieranno all'adempimento delle leggi e degli statuti.
L'uffizio di Seniore dura un anno.
6) I cittadini di San Leucio, per cause d'interesse superiore
competenza dei Seniori o per misfatti, saranno soggetti ai magistrati e
alle leggi comuni del regno. Un cittadino dato come reo ai tribunali
ordinari, sarà prima spogliato segretamente degli abiti della colonia e
allora sino a che giudizio d'innocenza nol purghi, avrà perdute le ragioni
e i benefizj di colono.
7) Nei giorni festivi, dopo santificata la festa e presentato il
lavoro della settimana, gli adatti all'armi andranno agli esercizi,
militari; perciocchè il vostro primo dovere è verso la patria: voi sangue e
con le opere dovrete difenderla e onorarla.
Queste
leggi io vi do, cittadini e coloni di San Leucio.
Voi
osservatele e sarete felici.
Ferdinando IV di
Borbone
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Luigi
Fergola: Festa in San Leucio
"la costituzione di San Leucio è quella che solo un sovrano
assoluto poteva concepire e concedere ai suoi sudditi, considerati alla
stregua di figli che rimangono perpetuamente in età minore. Che poi qualche
lontana eco del pensiero illuminista e riformista si possa trovare in essa
non può e non deve meravigliare perché quelle idee permeavano tutto questo
periodo. Ma da questo a dire che il codice è riformista o socialista o
prerivoluzionario ci corre. Esso è e rimane l'ultimo atto di Ferdinando IV in
cui l'assolutismo si esprima ancora con la forza con la quale si esprimeva in
Luigi XIV". (Mario Battaglini: La fabbrica del Re).
Nel 1798 Il Re Borbone portò la
guerra contro la Francia e la Repubblica Romana, occupò Roma,
ma sconfitto a Civita Castellana si rifugiò
nel Belvedere di San Leucio. Poco prima di scappare a Palermo, preparò il suo
appello al popolo retrodatandolo di due giorni fingendo di averlo redatto in
Roma.
Mentre stavo nella capitale del mondo cristiano a
tutelare la Santa Chiesa, i francesi, coi quali ho fatto di tutto per
vivere in pace, minacciarono di entrare negli Abruzzi. Mi sono avventurato
dunque, nonostante il rischio, a passare attraverso le loro file per
raggiungere la mia capitale in pericolo; però, una volta a Napoli, marcerò
contro di loro con un numeroso esercito per sterminarli. Ma frattanto,
corrano i popoli alle armi, volino in soccorso della religione, difendano
il loro re, o meglio il loro padre, che è pronto a sacrificarsi per conservare ai suoi sudditi
gli altari e i beni, l'onore delle donne e la libertà! Chiunque non andasse
sotto le bandiere della guerra santa sarebbe reputato un traditore della
patria; chiunque le abbandonasse dopo
esservisi unito sarebbe punito come ribelle e come nemico della Chiesa e
dello Stato.
Roma, 7 dicembre 1798
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Il 23 dicembre il Re, Ferdinando
IV di Borbone, per sacrificarsi abbandona tutti e tutto.
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