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eguaglianza |
MONITORE NAPOLITANO |
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QUINTODI' 15.
VENTOSO ANNO VII. DELLA LIBERTA'; I. DELLA
REPUBBLICA NAPOLETANA UNA, ED INDIVISIBILE (MARTEDI' 5. MARZO
1799) Num. 10 |
Da qualunque aspetto si miri, o nell'ardor civico, e
nella cooperazione de' buoni, o nella malvagia resistenza de' cattivi, scuopre
la nostra Nazione spiriti vigorosi, e decisi. Sono le funeste insurgenze de'
nostri Dipartimenti una forza mal applicata sì, ma forza son di carattere.
Piangendo in esse i dolorosi effetti di un carattere viziato da tanti secoli di
assurdo sistema politico, e dalla recente corruzione di un Governo il più
profondamente corrotto tra tutti i governi dispotici, consoliamone almeno gittando
gli sguardi sul felice avvenire, che ne presenta questo carattere stesso,
rettificato, regolato dalle salubri leggi Repubblicane, e rivolto non a
dilacerare, ma a sostenere, e difendere la patria.
Persona cui è riuscito venir dall'Aquila ne avvisa che
quella Città è sempre quieta, ma non così il suo circondario. Due volte i
fuorusciti tentarono penetrare in quella Città, ed in una aveano anche forzata
una porta, ma i francesi che sono in quel Castello, benché pochi, erano usciti
a respingerli, e gli aveano sbigottiti per tal guisa che d'allora in poi non si
erano più affacciati. Dopo il fatto di Guardiagrele molte Comuni di quei
contorni si erano pacificate. La città di Lanciano; avea voluto far resistenza, ma 2500. francesi giunti
dalla via di Pescara, dopo avergli varie volte chiamati invano a perdono que'
rivoltosi, gli avevano finalmente ivi distrutti. Il castigo di quella Comune
aveva reso più saggia quella del Vasto, ch'era venuta ad implorar grazia, e
l'avea conseguita, pagando, si dice, una contribuzione. Par che non diano
grande inquietudine le piccole partite gittatesi sopra Sangermano, e Sora:
è non ostante partita per Capua la Legione Tullia per opporsi loro. Siccome non
vi ha dubbio, che i faziosi degli Abruzzi si desser mano con quelli del
finitimo dipartimento del Clitunno
nel territorio romano, ed anche colà sono stati battuti (vedi art. Varietà)
abbiam luogo a sperare, che la calma resti stabilita così in que' nostri
dipartimenti, che colà.
Più gagliarda di quel che si credeva fu la resistenza
incontrata dal Gen. Duhesme nella Puglia. Que' rivoltosi composti di Galeotti,
di Disertori e soldati dispersi della fu regia armata, e dell'accanita
popolazione di Sansevero, Comune di 13. in 15000. anime, e di altre popolazioni
vicine, formavano quasi una piccola armata di non poche migliaja d'uomini, de'
quali alcuni a cavallo. Gli trovò il Gen. Dubesme fortificati ad uso, ed arte
di guerra sopra un rialto pieno d'ulivi, dominante una vasta e non interrotta
pianura protetta da cannoni situati nelle principali imboccature, o ch'essi
faceano battere dalla loro cavalleria. Se le cognizioni, e disposizioni di
gente raccogliticcia sono sempre efimere a fronte di truppa regolata, divengono
nulle a fronte di truppa Francese. Il combattimento fu ostinato, e sanguinoso,
ma i soldati Francesi avvezzi a battere le più forti, e regolari armate di
Europa disfecero ben presto, e chiusero la ritirata a quella turba di faziosi,
ne fecero quasi per tutto il giorno un continuo macello; e sarebbe passato più
oltre, se le donne ed i fanciulli fuggiti il giorno innanzi dalla Città, non si
fosser allora gittati fra i soldati, e i ribelli chiedendo grazie e perdono, ed
avessero così imposto fine alle stragi, ed ottenuto insieme che la Città non
fosse tutta incendiata, né se ne compisse il saccheggio. Il Gen. Duhesme
conta 3 m. morti, ha quì spedito gli Stendardi della loro cavalleria, que'
della fanteria erano tovaglie di Chiesa.
Quella Comune non era però sfornita di gran numero di
ottimi patrioti: la feroce porzione insurgente aveva da per se stessa indicato
la maniera al suo castigo, col trucidar le persone, e bruciar ella le case de'
medesimi carcerando altresì nel suo furore il proprio Vescovo, perché predicava
la pace, e consigliava di arrendersi. Manfredonia,
Sanmarco, Torremaggiore, e tutti i paesi circonvicini vennero a dimandar
perdono, e l'ottennero.
Combattimento non meno gagliardo, è seguito in Salerno
fuori della porta detta di Frattamaggiore.
Secondo un testimonio di vista, seicento rivoltosi si erano colà
fortificati, appoggiando la loro dritta sopra un molino, e la sinistra ad una
boscaglia. Non erano i Francesi sotto il Gen. Olivier più di 80, di fanteria, e
30. di Cavalleria, e con essi i due nostri patrioti Nicola Pierri di Corfù, già
Uffiziale de' Granatieri del Reggimento Macedone, e Orazio Pelliccia di Tropea.
I rivoltosi avevano la bandiera nel centro, dal quale facevano un fuoco
vivissimo. Il Gen. Olivier voltosi ad amendue gli anzi nominati cittadini, ambi
a cavallo, disse loro che avrebbe desiderato, che persona coraggiosa
s'impadronisse della bandiera. Compreso essi il cenno del Generale; si
offerirono, e sul momento a spron battuto, e colla sciabla alla mano
s'inoltrarono a prenderla. Il Cavallo meno valente del Pelliccia fu trattenuto
da varie brusche ch'erano sul terreno. Più fortunato il Pierri svelse, ed
involò la bandiera protetto da' Francesi, che lo seguivano dappresso. Lo stesso General Macdonald nel suo
discorso al nostro Governo, ha rese pubbliche testimonianze di lode al valor di
amendue quei Cittadini. A quell'azione coraggiosa si sbigottirono i faziosi, e
cominciarono a ripiegare, ed a sbandarsi, il valor francese gl' inseguí da per
tutto, e gli attaccò nel villaggio detto Santalucia, ov'essi fecero furiosa resistenza, ed al quale convenne
dar fuoco ugualmente, che ad altre Case ove molti si erano ristretti, ed
ardivano resistere. L' istessa sorte hanno avuta i rivoltosi in Nocera dove
sono state fucilate con cinque Uomini anche tre donne complici di avere
anch'esse prestata la mano a qualche incendio di case particolari, e
partecipato della rapina. Quel buon Parroco è venuto egli stesso a sollecitar
dal Governo il permesso di formarsi in quella Comune la truppa nazionale,
attesoché molti di que' faziosi si son rifuggiati alle montagne, e ne
minacciano la quiete.
Cotest' infrangenti han frastornata la truppa francese di
progredire verso le Calabrie; per le quali è nominato Generale il fervido
benemerito patriota Giuseppe Schipani, e partirà immediatamente con gran
rinforzo di truppe e di artiglieria.
Intanto quattro bandiere tolte a que' di Nocera, una
delle quali ex-regia, portate imprudentemente Mercordì scorso in Napoli già
verso la sera, sopra di una carrozza, furono sul punto di far nascere degli
sconcerti. Il basso popolo nel vederle, credé che ciascuna appartenesse ad un
despota differente, e nel vederle così sventolanti sulla carrozza, le credé
bandiere non vinte, ma vincitrici. Alcuni quindi o per malizia, o per ignoranza
cominciarono a dire, che Ferdinando, o il suo figlio era giunto con tre imperatori; il sapersi la partenza del Generale Championet dette peso
alla sciocchezza del detto; altri lo ripeterono: molti si affollarono, chi per
vedere, chi per sentire; taluni gridarono viva
il re;
a questo grido accorse la forza armata
a reprimerlo; nacque una commozione, un bisbiglio, un inquietudine a vicenda
comunicata, e ricevuta; qualche secreto emissario, qualche fazioso tentò trame
profitto; tutti coloro, che abitano nei rioni di Porta Capuana, e sue vicinanze
si chiusero; furono mandati avvisi al Governo; la truppa Francese passò la
notte sull'armi; furono raddoppiate le pattuglie a cavallo ed a piedi per tutta
la Città; la truppa nazionale accorse da per tutto, e si trovò co' Francesi; e
tutto questo moto, e sconcerto, che maggiore potea divenire, perché? per la
ignoranza ch'è nel popolo delle cose, e de' fatti.
Dopo aver più
volte, ed a varj Cittadini proposto una
gazetta in lingua vernacola colla quale istruire il minuto popolo de' veri
fatti, e delle vere circostanze, ardisco proporlo al governo.
Propongo dunque, che in lingua vernacola per ora, giacché
per ora altra lingua il minuto Popolo non intende, sia in ogni settimana fatto
un piccolo giornale contenente l'estratto di tutte le nostre notizie, ed anche
di quelle trall' estere che sembrino importanti; più, l'estratto delle leggi ed
operazioni più interessanti del Governo, con a ciascuna le opportune
istruzioni; e dilucidazioni: che questo foglio sia ne' dì festivi letto in
tutte le Chiese di Città, e di Campagna; che le sei nostre Municipalità tengano
ciascuna degli uomini pagati apposta per leggerlo il dopo‑pranzo ne'
gruppi del popolo: che questo metodo della centrale sia comune a' dipartimenti.
Rammento a' nostri degni Rappresentanti, ch'egli è non solo utile, ma
d'intrinseco dovere nella democrazia, che il popolo sia inteso de' fatti, e
posto in istato di giudicarne; altrimenti come vi prenderà interesse? rammento
che l'Assemblea costituente, prima Madre, ed ingeneratrice dello spirito
pubblico di questi stessi mezzi si servì per eccitarlo. Conchiudo in fine:
l'istruzione teorica fa qualche filosofo, la sola istruzione pratica fa le
nazioni.
Tutte le surriferite bandiere, e tutte le prese
agl'insurgenti, saranno pubblicamente brugiate, così invitato a far il Governo
dal Generale Macdonald.
Con ordine dello stesso Gen. è stato riconosciuto Capo
dello stato maggiore l'ajutante generale Leopoldo Berthier, fratello del Gen.
Alessandro Berthier, fondatore della Repubblica romana, sempre Capo dello stato
maggiore del Gen. Bonaparte, ed ora con lui al Cairo.
Lo stesso Gen. in Capo ha ordinat' a tutt' i Militari in
attività di servizio di qualunque grado che essi sieno, non meno che a'
Comrnissarj di guerra e tutti gi'impiegati ne' diversi servigj delle armate,
con permissione, o senza, di partir da Napoli fra ventiquattro ore, per
raggiungere i loro corpi rispettivi, sotto pena d'esser arrestati come
disertori, giudicati, e puniti come tali.
Ogni individuo al seguito dell'armata senza alcun titolo,
deve ritirarsi. Cioè a dire, da Napoli fra ventiquattro ore, ed in dieci giorni
dalle Repubbliche Napolitana e Romana. Eccetto coloro che hanno
delle permissioni in regola dal Gen. in Capo, dall'ambasciador Francese in
Roma, e dalla Commission Civile, essi si giustificheranno presso i Generali, o
Comandanti di piazze e di truppe, ne' ristretti dove si troveranno, e questi
saranno tenuti di renderne conto al Capo dello stato maggior generale.
Ogni individuo che à ricevuto delle funzioni dal Generale
Championnet resta al suo posto fino a nuov'ordine.
I Generali di Divisioni, e Comandanti di piazze sono
incaricati dell'esecuzione di tal ordine.
Il teatro del Fondo,
che dopo la rivoluzione aveva assunto il tit. di Patriotico, e di cui erano state murate le porte per esservisi
rappresentato l'Aristodemo del Monti;
riaperto infine la sera de' 3 Marzo, ha quella Compagnia procurato rimediar
l'errore con rappresentare a più riprese il Catone
in Utica, contemporaneamente si è rappresentata in quello de' Fiorentini la
famosa trag. di Alfieri la Virginia. Il
pubblico con ripetuti applausi dati all'una ed all'altra ha mostrato a' Comici
quali siano i soggetti, ch'egli ama rappresentati, e i sentimenti di cui solo
si compiace.
Con giubilo universale del Pubblico, e più della
marineria, che tutt'accorse ad incontrarlo, giunse quì domenica sopra una
felluca il noto nostro desiderato, e bravo nautico Caracciolo. Bravo come
nautico, bravo come militare, più bravo come cittadino. Vien egli da Messina
donde pure son giunti altri Uffiziali ai quali tutti è stato colà accordato
congedo. Recano essi che Ferdinando è senza forza militare e sempre più odiato,
la Sicilia tutta in gran fermento, e Messina pronta ad arrendersi a' primi
repubblicani, che compariscano.
Decreti del Governo Provvisorio.
Avendo di già create
sulla proposta dei Comitato dell'Intemo quattro Guardie di boschi per gli
dipartimenti dei Sele, del Vesuvio, del Garigliano, e del Volturno; e volendo
ancora prevenire in tutta la Repubblica li guasti, e le dilapidazioni, che
potrebbono aver luogo nelle selve, e proprietà Nazionali, decreta ciò che
siegue:
Art. 1. Il Ministro
dell'Intemo proporrà subito al Comitato dell'Interno queste Guardie di boschi
per sette dipartimenti, dove ancora non vi sono state stabilite, e destinerà le
loro Commissioni, che dovranno essere approvate dal Comitato Centrale.
Art. 2. Della stessa
maniera verrà subito nominato dall'accennato Ministro dell'Interno un Guardiano
delle proprietà Nazionali in ciascun dipartimento.
Art. 3. Il Comitato
dell'Interno presenterà nel termine di cinque giorni un piano generale di tutte
le proprietà per lo innanzi reali, onde stabilire, che tutte le proprietà
personali del fu re, debbano nel termine prescritto nel decreto del Generale in
Capo riservarsi per la Repubblica Francese; e quelle, che dovranno appartenere
alla Repubblica Napoletana: sulle quali il Governo Provvisorio dovrà deliberare
per affittarle, o mettere in vendita, affinché abbiano de' Custodi, o de'
responsabili, o degl' interessati a conservarle, finalmente per renderle utili,
per rimettere il credito delle polizze, ed effettuire la soddisfazione del
debito pubblico dichiarato già debito Nazionale.
Art. 4. Il Comitato
delle Finanze presenterà tra lo spazio di dieci giorni l'espediente per
l'esecuzione del decreto di sopra accennato, e qual sia l'impiego più
convenevole per le proprietà Nazionali secondo i regolamenti stabiliti
nell'articolo precedente.
Ciaja Presidente. ‑ Pel Segret. Gen. Interino
Cesare Paribelli. -
CHAMPIONNET .
Il Governo
Provvisorio vedendo il bisogno di porre in attività la Guardia Nazionale,
ordina ciò che siegue.
I. Niuno potrà
ottenere alcun grado, o impiego, senza essere precedentemente notato su i registri
della Guardia Nazionale.
Ii. I registri per
la Guardia Nazionale volontaria saranno aperti in questo Comune per lo spazio
di otto giorni, ne' Dipartimenti per lo spazio di un mese, contando da oggi.
III. Tutti coloro,
che fra questo tempo non si saranno fatti notare, vengon obbligati di
conformarsi alla legge sull'organizzazione della Guardia Nazionale, senza di
che non si avrà alcun riguardo a qualunque servizio ch'essi avranno potuto
prestare.
Nap. 8. Ventoso ‑ Ciaja Presidente ‑ Per il
Segr. Gen. Laubert. -
CHAMPIONNET .
Per
parte del Comitato Militare.
Tutti gli Ufficiali,
o Patriotti, che desiderano servire nell'Armata Repubblicana tanto di Fanteria,
che di Cavalleria, e d'Artiglieria, o che chiedono ritiro; si diriggano alla
Commissione per l'organizzazione della Truppa Repubblicana, composta da'Gen.
Federici, Wírtz, Massa, Francesco Pignatelli, e Vincenzo Palumbo.
Quelli che hanno
petizione da dare pe' conti arretrati Militari si diriggano alla Commissione di
revisione de' Conti Militari.
In punto è giunto Corriero al Gen. Macdonald coll'atto
officiale della ricognizione della nostra Repubblica.
Si assicura che quel Direttorio abbia emanato fortissimo
decreto, col quale, richiamando l'opportuno articolo della Costituzione,
ordina, che tutti coloro, i quali trovans' impiegati ne' paesi non riuniti alla
Repubblica, debban aversi come forestieri, e perdere la cittadinanza francese;
rimettendo al Ministro di Polizia lo esaminare, se debbano o no inserirsi nella
lista degli Emigrati.
Con altro decreto ha ordinato che tutte le donne, che
sieguono l'armata debbano ritirars' in Francia.
Si
è aggiornata la discussione su i feudi a giovedì prossimo.
VARIETA'
Cenniam brevemente quanto occorre, per mettere i nostri
lettori nel caso di seguire i fatti correnti.
Germania. In Rastadt si è proseguita sempre la negoziazione. La
Deputazione dell'Impero continuava a rappresentare in favore della nobiltà
secondaria, pe' diritti di Dogana sul Reno, perché la legge di Emigrazione non
fosse applicabile a' paesi ora riuniti, e sopratutto per l'approvisionamento
della Piazza di Ehrenbreitstein. L'Imperatore intanto faceva inoltrare per la
Moravia grossi corpi di truppe Russe, attendeva a reclutare, e le sue
intenzioni erano molto equivoche. Quindi a' 31. Dicembre (11. nev.) i
Plenipotenziarj Francesi presentarono memoria alla Deputazione dell'Impero
contenente, che se la Dieta di Ratisbona acconsentisse all'ingresso delle
Truppe Russe nel territorio Germanico, verrebbe ciò riguardato come una
violazione di neutralità per parte dell'Impero, e che la negoziazione di
Rastadt, sarebbe rotta, ritornando la Repubblica e l'Impero com'erano prima
della sottoscrizione de' preliminari di Leoben, e della conchiusione
dell'armistizio. La Deputazione rispose, che questo affare riguardava, non
l'Impero, ma il Capo di esso, e spedì tosto Corrieri a Vienna.
Intanto ai 5. Gennaro (16. nevoso) arrivò in Brunn il
primo Corpo di Truppe Russe di 23‑24. m. uomini sotto il comando del
Conte di Rosemberg. L`Imperatore vi si portò coll'Imperatrice ad incontrarle, e
vederle passar rivista, e regalò al Conte di Rosemberg una tabacchiera d'oro
col suo ritratto tempestato di ricchi brillanti. Questo Corpo è giunto a
Salzbourg, e si sente ora che un' altro Corpo di 60. m. Uomini comandato dal
Barone di Hormann sfila dalla Buckwina per l'Ungheria. La Francia ne ha fatta
direttamente all'Imperatore una perentoria protesta: dipende dalla risposta la
pace, o la guerra. Alcune ultime notizie la portano già corninciata.
In data di Colmar 10. Piov. il Gen. Jourdan fece sapere
al Dir. Esec., che il dì 8. le truppe Treviresi sotto il com. del Col. Faber
aveano evacuata la fortezza di Ehrenbreltstein, e che le truppe della
Repubblica vi sono entrate lo stesso giorno.
Sentesi che così egli, che il Gen. Bernadotte ch'era col
suo corpo d'armata nei contorni di Spira, e Landau sia in cammino per Parigi
chiamato dal Direttorio.
Paswan Ogiù è padrone di tutta la Vallachìa. Sentesi che
il Turco sta radunando una grossa armata contro di esso sotto gli ordini di
Jussuff Pascià attuale gran Visir. Anche nella Bosnia si radunano gran truppe
contro Paswan alla cui testa è stato posto Pascià Mustafà già Govern. di Belgrado.
Pietroburgo. L'AUTOCRATORE Paolo
I. rivestito attualmente della dignità di Gran Maestro dell'ordine di Malta
(almeno per quanto potè valere il voto, e l'atto della lingua di Russia, e
degli altri Cavalieri presenti a Pietroburgo) si figura d'essere già in
possesso anche di quell'Isola. Quindi ha già nominato Comandante di Malta il
Gen. Maggiore Princ. di Wolkonskoi, e ha destinati per formarne la guarnigione
i battaglioni riuniti del Ten. Col. bar. di Budberg, e del Magg. Schengelindsew
(viva Sua Eminenza Fra Paolo).
Stockolm.
Continui corrieri vengono, e vanno da Pietroburgo a questa Corte.
Londra. Pitt fa il piano di un nuovo imprestito forzoso. Si
progetta l'unione coll'Irlanda, ma questa non è ancor quieta. Si parla di una
spedizione contro l'Olanda. Le notizie della Martinicca portano che 'ivi si fanno de'
preparativi contro del Surinam.
(Articolo estratto
dal Mon. di Roma) 23. genn. E'
scoppiata scoppiata di nuovo in Irlanda un terribile insurrezione. La Contea di Clare è quasi tutta
rivoluzionata. Gl'insurgenti sono circa 6. m. tutti meglio disciplinati, e
diretti, che nella scorsa estate. Le milizie ricusano di battersi contro di
loro, e le guardie nazionali sono tutte disarmate. Dublino è in uno spaventoso
allarme, e la Truppa Inglese ha ordine di massacrare il popolo nel caso della
minima ostilità.
Spagna.
Gl'inglesi sono padroni di Portomaone
e di Minorca. Il Re di Spagna si sforza di preservare Majorca, munendola del
necessario, ed avendo nominato al comando di quella Fortezza uno de' suoi più.
valorosi Uffiziali.
In vista dell'ultima decisa richiesta fatta da' Francesi
a questa Corte per il passaggio di 80. m. uomini contro il Portogallo; si
spedirono subito i corrieri a Lisbona, donde se ne riceverono degli altri, e si
ha per certo, con facoltà di trattare per essa la pace, si assicura incaricato
di una tal trattativa l'Amb. di Spagna a Parigi.
Parigi.
Si sono ricevute delle nuove da S. Domingo posteriori di venti giorni alla
partenza del Gen. Hedouville. Esse annunziano che la Colonia gode della più
perfetta tranquillità. Le voci d'insurgenza fra i Negri non hanno alcun
fondamento; la bandiera tricolore sventola al Capo, ed in tutta la Colonia.
Le notizie degli Stati uniti d'America portano, che il
popolo nemico della guerra colla Francia a gran pluralità di voti ha nella nuova elezione nominato a' Consigli tutti coloro, che son
dello stesso parere. Speransi, dunque, sventati i disegni di Pitt per promovere
tal guerra.
21. Piovoso. Con lettera arrivata in pochi giorni da Alessandria
si è saputo, che Bonaparte stà tranquillo al Cairo, e va organizzando con
energia la nuova Colonia; che la sua armata gode salute, e non è minore di 32
m. Uomini; che oltre a questa ha un esercito bene organizzato sotto i suoi
ordini composto di 50. m. in circa tra Copti e Drusi, che gli dimostrano la
maggiore deferenza ed attaccamento; ed aspetta che le acque del Nilo si sieno
ritirate per proseguire le sue spedizioni, ed imprese in que' luoghi.
Piemonte. In vista delle malvage azioni, e delle mancanze di fede
commesse da' già Re di Sardegna, e di Napoli si propose in Parigi a' 12 Frimale
dal D. E. al consiglio de' cinquecento di dichiarar loro la guerra, al che fu
approvato con molti evviva. Quindi il Gen. Joubert emanò il celebre manifesto che
comincia.
La corte di Torino
ha posta finalmente il colmo alla misura; essa si è tolta la Maschera; ha
chiesta dilazione per somministrare il suo contingente, mentre dirige una parte
delle sue forze a Loano e ad Oneglia per accogliere gli inimici della nazione
Francese. Essa si prepara apertamente a figurare nella Coalizione, i suoi
satelliti più non si celano, ed ultimamente hanno violato a mano armata il
territorio della Rep. Cisalpina & c.
Il Re spaventato, e non vedendo più risorsa per lui fece
la sua rinunzia a' 19. Frimale (9 Dec.).
A' 24. Frimale dunque andò l'ambasciadore Fouchet insieme
coi Gener. in Capo Joubert ad organizzare il nuovo governo in Piemonte.
Esso fece un governo provvisorio di 15 persone,
dividendolo in sei Comitati.
Il Governo provvisorio fece il suo manifesto al popolo
dirigendolo agli Uomini liberi del
Piemonte ove fra l'altre cose è da notarsi dove dice: l'opera di molti secoli fu distrutta in tre giorni, per sostenerla si
sono versati torrenti di sangue, per farla crollare non se n'è sparsa una
goccia.
Rapidamente si videro per cura del Governo provvisorio
emanate moltissime leggi, colle quali si abolirono i fedecommessi, si soppresse
la tortura, si proibirono per sempre i giuochi di azzardo, si dichiararono beni
nazionali tutte le Commende di SS. Maurizio, e Lazaro, e quelle di Malta. Si
posero all'asta i beni del Clero regolare, e secolare, incaricandosi il Governo
di pensar poi al mantenimento degli individui. Si dichiarò ch'essendo uguali i
Cittadini non vi fosse religion dominante. Si proibì a' Vescovi di esercitare
alcun potere corporale; si dichiarò che i voti Religiosi posteriori al decreto
non avrebbero l'assistenza della legge; s'ordinò subito il conio di nuova
moneta con impronto Repubblicano.
Ora abbiamo notizia che abbiano dato il voto per unirsi
alla Rep. Francese, e formarne un dipartimento.
Il Gen. Joubert ha ottenuto il suo ritiro, che per ben
due volte aveva dimandato.
La Sardegna non ha voluto ricevere il fuggiasco despota,
ei dovette rifugiarsi in Firenze, ed ora è in Livorno.
Il Gen. di divisione Bruneteau Sainte‑Susanne ha
preso provvisoriamente il comando dell'Armata d'Italia.
Corfù. I Turco‑Russi, o Russo‑Turchi sono
padroni di Zante, Cefalonia, e Cerigo, ove hanno esercitato le più alte
crudeltà. Corfù sta ben munito, e si ride de' Russo‑Turchi, e de'Turco‑Russi.
Lucca. Nella mattina del di 16. Piovoso (4. Feb.) il Gen.
di divisione Serrurier in nome del Gov. Francese depose in Lucca l'antico governo
Aristocratico, e ne stabilì il nuovo democratico provvisorio facendo un
direttorio di cinque membri con un segretario; due Consigli, uno de' Seniori
composto di 24 Cittadini, ed uno de' Giuniori composto di 48; cinque Ministri,
uno delle finanze, uno di Giustizia, uno degli affari Esteri, uno dell'Interno,
ed uno di Guerra, e Marina. Si decise che i Tribunali Civili, e Criminali
rimanessero provvisoriamente com'erano; e che la costituzione si modellasse
provvisoriamente sulla Costituzione ligure. Si sono ancora siffatte le
mensuali provvisioni come siegue.
Ad ogni Direttore scudi 30.
Al Segretario Gen. 20.
Ad ogni Ministro 25.
Ad ogni Segretario 18.
Ad ogni Messaggiere 10.
Ad ogni membro de' 2. Consigli 12.
Milano 19. Piovoso (7. Feb.). Questo direttorio Esecutivo ha emanato
un Decreto col quale dichiara: che le pubblicazioni di matrimonio dovranno
esser fatte in avvenire dalle Municipalità respettive de' ,due sposi: a tale
effetto si terrà affisso per dieci giorni una tabella ove saranno notati i nomi
de' futuri coniugi. Passato questo spazio, e qualora non vi siano ostacoli a
norma delle leggi potrà eseguirsi il matrimonio. Non volendo per giusti motivi
sottoporsi alla pubblicazione, dovranno due testimonj certificare lo stato
libero de' contraenti.
Con
un universal dispiacere la notte de' 10. agli 1 l. corr. è morto il rinomatiss.
Lazzaro Spallanzani cel. naturalista.
Il Gen. Massena comanda l'armata Francese nella Rep.
Elvetica. I Grigioni non sono peranche uniti nè alla Rep. Elvetica nè alla
Cisalpina. Tre sono i partiti fra loro, uno per la Rep. Elvetica, uno per la
Cisalpina, uno per l'Imperatore; il primo pare il più forte. Intanto le truppe
Austriache coprono buona parte di quel territorio.
Roma. Durante l'invasione ferdinandiana
il Governo si ricoverò in Perugia. Evacuata Roma, vi ritornarono ne'
principj di Nevoso. Ill Gen. Championnet che colà si trovava proccurò subito
prima di avanzare verso Capua ristabilirvi di buon ordine con varie consecutive,
e vigorose leggi, e rimettere in attività tutte le autorità costituite. Ora il
governo si occupa tutto in ristabilire una col buon ordine anche le sue forze
militari. A 27. Piovoso (15 Feb.). Si eseguì una bella, e magnifica festa
nazionale per celebrare l'Epoca felice della proclamazione della Libertà
Romana.
Funeste conseguenze dell'invasione ha sofferto anch'esso
nel suo territorio dalle forti insurgenze, che si davan la mano colle nostre, e
che anche sono state contemporaneamente battute.
Il Gen. Grabowski comand. le truppe Romane scrive dal qu.
Gen. di Terni in data de' 2 Ventoso al Ministro
della Giustizia, che tutta la riva dritta della Nera è affatto sgombra
dagli assassini; che la strada da Spoleto a Temi è libera. Non si può assolutamente credere,
egli dice, che questa sia un
insurrezione di popolo, nè di contadini, ma di briganti soldati, e partitanti
dell'ex re di Napoli, i quali hanno invaso questo nostro paese; e de' fanatici,
e de' preti hanno profittato di questa occasione per indurre i cittadini ad
unirsi a loro. D'altronde questo popolo del Clitunno è naturalmente buono, e
pacifico e rientrerà facilmente nel dovere. Oggi noi marceremo avanti da tutte le parti verso Rieti per liberare
questa città ch'è ancora bloccata.
Nella Stamperia Flautina a S. Giuseppe si è pubblicata la
celebre Costituzione della Repubblica Francese dell'anno 1795. in idioma
Francese, ed Italiano. Questo Codice dell'Umanità, e della ragione è stato il
modello delle altre Repubbliche Italiane, che hanno formato le particolari
Costituzioni, e lo sarà ancora della Repubblica Napoletana. Avendosi dunque la
Costituzione Francese per le mani è lo stesso, che averle tutte. Le basi di
giustizia sulle quali è fondata sono la libertà, e l'eguaglianza, e deve perciò
prosperare ogni nazione che l'adotterà. Chiunque voglia farne acquisto potrà
dirigersi alla suddetta Stamperia, ed alle Librerie del Cittadino Stasi
dirimpetto la Chiesa di S. Gregorio Armeno, ove si trova vendibile al discreto
prezzo di grana venti, non ostante, che sia in due lingue, e di sufficiente
volume.
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