libertA' |
eguaglianza |
MONITORE
NAPOLITANO |
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TERZODI'
3. GEMILE ANNO VII. DELLA LIBERTA'; I.
DELLA REPUBBLICA NAPOLETANA UNA, ED INDIVISIBILE (SABATO
23. MARZO 1799) Num.
14 |
Due carte girano per le mani di taluno; una come se
diretta dal Tiranno al Popolo, l'altra come se diretta ai Baroni: né l'una, né
l'altra è sfuggita all'oculata vigilanza del Governo, ed il Gen. in capo ha
diretto al Popolo un lungo e ben inteso proclama su tali finzioni, onde i suoi
malevoli lo aggirano, e son ben anche state arrestate varie persone. Con
lettere di Cirignola sappiamo, che un Barlettano di nome Vincenzo Barracchio,
ed un Corso di qualche somiglianza con Francesco figlio dei pretendente di
Napoli, son andati girando pe' luoghi maritimi della Puglia, ed in grazia della
simiglianza, spacciavano, che il Corso era il vero Francesco, e l'altro il suo
Segretario: ambi dicevano viaggiare per metter in piedi un'armata, per la quale
abbisognava danaro; e per meglio dar colore alla finzione il sedicente figlio
del pretendente andava in abito di monaco, sotto il quale aveva la fascia di
San Gennaro; amendue portavano alcuni proclami fatti nella stamperia di
Polignano: riuscirono così ad accumulare la somma di 30 m. duc. circa, ma
giunti in Bisceglia furono scoperti e arrestati, e tolto loro il danaro. Uno Scrivano di cognome Pellicano
falsificando il carattere dei Rappresentante Forges, fingeva di costui a suo
fratello lettere incendiarie, ed atte a promuovere rivolta; ed infine altri
Scrivani dell'ex‑Tribunale di Trani metton a fumo alcune monete di 6
carlini, e con queste fanno delle impressioni sopra talune carte alla foggia
de' dispacci, e così illudono e deludono la povera gente.
Con lettere di Foggia ci si dice, che la Comune di
Andria aveva mandato suoi Deputati al Gen. Duhesme, e fin da sabato scorso era
quel Gen. marciato alla volta di Trani e di Bisceglia.
Mercordì la legione Bruzia in
numero di 500 fant. e 200 cavall. a cui erano uniti varj altri patrioti
associati a partire per le Calabrie, fece la sua parata schierandosi nel largo
del Palazzo Nazionale alla presenza della truppa Francese, e Cisalpina; ed
avendo formato un quadro, in mezzo a cui s'ergeva l'albero della Libertà, vi si
radunarono i membri del Governo, ed il Rapp. Laubert pronunciò un energica
arringa; indi gli Uffiziali colle sciable sguainate prestarono il giuramento di
fedeltà alla nostra Repubblica, e giurarono di viver
liberi, o morire. Tutto il popolo concorso lo ripetè co' più giojosi
evviva alla nostra truppa. Nell'indomani poi han presa la marcia verso le
Calabrie.
Lunedì si è tirato a sorte il rinovellamento de'
Comitati; dapoi per appello nominale si sono rimpiazzati, e distribuiti come
siegue:
Nel Com. Centrale Abbamonte Presid. Ciaja, Albanese, Manthoné, Paribelli. Segr gen. Salfi.
Nel Com. di Legislazione Pagano, Logoteta, Laubert. Seg. Luigi Rossi.
Nel Com. dell'Interno Cestaro, Bisceglia, Forges,
Degennaro. Seg. Ciaja Gius.
Nel Com. di Polizia Vaglio, Falcigni, Fasulo, Rotondo.
Seg. Petrucci.
Com. di Finanze Porta, Baffi, Vincenzo Defilippis (e
non Nicola, come per isbaglio dicemmo nel foglio n. 9) Seg. Columbo.
Com. Militare Bruno, Derenzis, Riario, Doria. Seg. An. Giordano 5.
Il figlio del fu Vicerè Caramanico ha cercato la
soluzione del matrimonio colla Doria, la quale avea sposato da dieci anni in
circa; sull'assertiva che 'l matrimonio sia stato rato, ma non mai consumato.
Il Governo Provvisorio con invito all'Arcivescovo ha disposto che la Doria
faccia dentro 24. ore la sua dichiarazione in processo; e se è affermativa,
arbitri nominati da ambe le parti pronuncino in otto giorni circa i rispettivi
interessi.
Son giunti in questi giorni da Roma li 3. m. Francesi,
che cennammo nel num. passato. Jeri ne son giunti altri per la volta di Abruzzo.
Il Gen. Rey Comandante di questa Piazza e Forti, avea
fatta richiesta di qualche convento per loro alloggio. Il Governo per aderirvi,
e moltoppiù nella mira di esonerare i Cittadini atteso lo stato attuale della
depauperazione de' medesimi, e del cambio al 70 per 100, avea mandato l'ordine
a monaci di Gesù Maria, di S. Domenico Maggiore di evacuare i rispettivi
Conventi. Que' Religiosi son ricorsi al Gen. Macdonald, ed hanno ottenuto che
l'ordine rimanesse per ora sospeso. Si crede si eseguirà dopo Pasqua. Il
Monastero di S. Tomaso di Aquino, ove è il Corpo di guardia della truppa
Nazionale, resterà addetto alla medesirna.
Lo Stesso Gen. Rey di sua autorità mandò mercordì
mattina a richiedere tutte le collane di oro, che la Corte soleva dispensare a
Cavalieri del Tosone, e ch'esistevano presso l'uffiziale del carico.
L'assisa solita pubblicarsi in ogni settimana Santa,
era uscita così alterata, massimamente su le carni porcine delle quali è stata
molta abondanza, che aveva prodotto un generale reclamo, e gl'istessi bottegaj
vendevano a prezzo minore. Dodici mila ducati accusa la pubblica voce, che
abbiansi presi i Municipalisti dei Comitato di Sussistenza da' capi delle arti
suddite. Il Governo ha corretta tale assisa, e ne ha fatta una nuova più giusta
e moderata, con soddisfazione del Pubblico e degli stessi venditori.
La commessione Ecclesiastica ha indirizzato a'
Parrochi ed altri Curati de' dipartimenti della Rep. Napolìtana un invito, in
cui avverte i Predicatori di non appartarsi dalla spiegazione della Sacra
Scrittura, e dalla pura catechesi; ingiunge loro che diano conto alla
Commessione di tutti quelli che abusano del Sagro Ministero, storcono il sagro
testo dal suo vero senso, ed ammaliano il Popolo ignorante con declamazioni
teatrali, o che mancando di solide pruove, si avvalgono di narrazioni sfornite
di ogni autorità e di buon senso, o che inviluppano le coscienze colle opinioni
de' Dottori, o con buffonerie indegne. Ciascun Parroco si compiacerà di
soscrivere il foglio d'invito in segno di averlo accettato.
Con notizia venuta da Roma si dice richiamato il Gen.
Macdonald, e che in suo luogo possa venir quì il Gen. Le‑moine; il Gen.
Rusca partirà a comandare la divisione dell'Armata Francese in Roma.
La non iscusabile negligenza di chi trascrisse, e ci
trasmisse la mozione del Rappresentante Forges per l'innalzamento della colonna
pe' morti per la Patria, ci fè allora riferirla monca. Ora riportiamo
l'iscrizione, ch'egli vi aggiunse, e dalla quale riman infelicemente contestato
il tragico fine non solo del Rappresentante Pepe, ma ben anche del degno
Vescovo Serao: notizie ambe a noi pervenute da più tempo, e che avevamo
tralasciato di annunciare, sperando sempre, che potessero non avverarsi.
ALLA LIBERTA'
Ad Emmanuele de Deo di Gioja
Primo Martire della Libertà
Morto per l'ingiusta scure
Di Ferdinando il Tiranno.
Ad Antonio Moscadello di Trani
A Francesco Paolo Palomba
d'Avigliano
Tutti e due del numero di quelli
Che presero il Castel di S. Elmo
Ed innalzarono la tricolorata
Bandiera
Morti combattendo alla testa
Delle Falangi Francesi
A Francesco Pepe d'Acquaviva
Uno del Governo Provvisorio
Ucciso presso Bari
Da' Satelliti della Tirannia,
E ad Andrea Serrao di Filadelfia
Vescovo di Potenza
Ch'eresse l'Albero della Libertà di
sua mano
E ucciso morì proferendo ‑
Viva la Libertà,
La Patria ora libera
Riconoscente pone e consacra.
La negligenza stessa di chi ci ha trasmesse le
notizie, ci ha fatto scrivere nella commessione, pel piano delle Finanze,
Domenico Tata, si deve scrivere Domenico Toro.
La commissione che nominammo nel numero passato non è
di 5., ma di 7. membri; ecco i loro nomi: Marcello Luparelli, Policarpo
Ponticelli, Filippo Ruffo, Ignazio Stile, Peppino Laghezza, Carlo Muscari,
Domenico Magliano.
Non potendo realizarsi la contribuzione, attesa la
nota mancanza del numerario, si sono abilitati i Contribuenti a dare non solo
il numerario, diamanti, gioje ec. ma eziandio effetti, derrate, e mercanzie.
Quindi si è formata con dec. de' VI. Corrente un
associazione
composta dalle due case di commercio Meuricoffre, e
Piatti, i quali sono incaricati di riceversi tali effetti, derrate ec. e farne
ricevuta; e così ogni contribuente potrà sodisfare un terzo della sua
contribuzione in numerano o argenterie, un terzo in tali ricevute provenienti
da diamanti, gioje ec. ed un terzo in tali ricevute provenienti da effetti,
derrate, mercanzie ec. Per convenire del valore destinerà la compagnia un
perito, ed un altro la parte; ed in caso che gli esperti non convengano tra
loro, s'inviterà un console dell'arte a sciogliere la difficoltà col suo
parere.
Sala d'Istruzione pubblica
Non avendo avuto a tempo debito i necessarj ragguagli,
non possiamo darci esatto carico di ciascuna delle dotte istruttive arringhe in
essa pronunciate: toccherem soltanto alcune che si son distinte per un
carattere particolare ‑ Nella sera de' 4 ventoso la cittadina Laurent
Prota perorò contra l'egoismo, lo disse verme che rode l'albero di libertà,
inculcò la beneficenza, chiamò con Gio. Giacomo Rousseau il disinteresse il vero
frutto della virtù; abbellì la solidità de' suoi raziocini con vivacità
d'immagini, e grazia di espressione; propose varj mezzi di prosperità pubblica,
agricoltura, commercio, arti, e conchiuse, riuniamo le nostre forze fisiche e
morali per esser liberi.
La Cittadina Pimentel recitò in un'altra un inno alla
libertà, da lei composto in S. Eramo, allorché i valorosi Cittadini colà
rinchiusi e co' quali er'anch'ella, la proclamarono i primi; ed un sonetto
fatto durante la sua prigionia nella Vicaria. Tutta la sala replicò con lei le
strofe di odio ai Re, e di giuramento alla libertà: quindi prima di scendere,
soggiunse: Proprio della democrazia, e
perciò della vera libertà, è render i popoli dolci, indulgenti, generosi,
magnanimi. All'indulgenza con cui mi avete ascoltata, al generoso favore, che
colla voce, e colle mani mi dimostrate, conosco, che Napoli è libera.
Il Cittadino Vincenzo Rossi in una delle sessioni disse, i dritti son
secondo i bisogni; se i bisogni son soddisfatti, ecco l'uguaglianza; perché
cessato il bisogno, il debole, il povero non è dipendente non soggetto, non è
schiavo. Ha conchiuso suggerendo 4 canoni di Logica rivoluzionaria.
I. De' libri scritti sotto la tirannia non si deve
aver conto, e leggendosi, si devono legger con prevenzione.
II. In una democrazia non esser affatto necessario il
commercio, che disquilibra l'uguaglianza.
III. Il rigorismo esser la base della tranquillità,
acciò gli uomini da bene vivan sicuri, e quieti.
IV. Non giova cambiar governo, se non si cambian
Costumi.
Saverio Simoni, e Raffaele Vittoria in due diverse
sessioni han sostenuta, il primo l'ugual divisione dell'eredità, il secondo in
una sessione seguente parlando in favore del primo, ha sostenuta di più
l'abolizione de' testamenti, delle donazioni fra vivi; ha conchiuso che tutto
deve disporre la legge; e quando ella dispone il cittadino vive sicuro
all'ombra di lei. Amendue furono vivacemente oppugnati da Francesco Lauria.
2. Germile anno 7 Repubblicano.
L'Amministrator generale dell'Offizio Nazionale.
Alla Cittadina Compilatrice dei Monitore Napoletano.
Avete supposto nel foglio de'26
Ventoso segnato n. 13, che il General Duhesme avesse trattenuto, e preso pe'
suoi bisogni al Procaccio di Lecce ducati 7 m. ch'esso portava quì per varj
particolari. V'invito, Cittadina, ad essere più circospetta nella narrazione
de' fatti, e d'inserire la presente reclamazione a lettera nel prossimo
monitore. Primieramente il procaccio fu trattenuto nella supposizione che i
generi, e le partite fossero di pertinenza del fisco del passato governo. In
secondo la disposizione derivò da tutt'altro che dal General Duhesme, il quale
anzi si è incaricato di far reintegrare questa Cassa dell'officio Nazionale,
quando avrà fatto delle diligenze necessarie per assicurare, che i fondi erano
di proprietà de' particolari, e non del Fisco.
Salute, e Fratellanza.
Eleonora Fonseca Pimentel
Al Cittadino Urtin Amministrator generale dell'Uffizio
della Posta Nazionale; Salute, e prosperità.
Ricevo la vostra lettera, e rendo
tosto risposta, siccome il vostro messo mi à detto desiderarsi da Voi.
Incarico mio è di riferire le
publiche notizie ed i publici fatti; la spiega che voi mi date delle cagioni o
supposizioni, mercé le quali il Generale Duhesme à trattenuto il denaro del
procaccio di Lecce, non poteva io saperla, se prima non veniva comunicata o al
Pubblico, o a me. Supposi io bensì in me stessa, che senza bisogno ed URGENTE
né il Generale medesimo, né qualunque Gen. Francese, o altri all'ombra della
loro autorità, si sarebbe mosso al trattenimento suddetto. Quindi nell'esporlo,
aggiunsi la ragione supposta da me del bisogno, che è la più plausibile, ed
aggiunsi la vostra rappresentanza in favore de' danneggiati; non intendendo
affatto di mancar di riguardo al Generale, intendendo bensì render giustizia al
vostro zelo; infine di narrar un fatto nella sua semplicità.
Sento con piacere che il valoroso
Gen. Duhesme s'incarichi egli stesso di reintegrare la Cassa di cotesto Uffizio
Nazionale; inserirò la vostra lettera del num. di domani. V'invito ad avvisarmi
tostocché il Gen. reintegri di fatto, per poterlo imediatamente annunciare al
Pubblico.
Per conto del Fisco passato, dopo
due mesi di proclamata Repubblica, non può esser quel denaro: alla peggio può
esserlo del Fisco presente, ed è facile il saperlo o dal Governo stesso, o da'
libri del procaccio. Io domanderò al mio Governo li schiarimenti necessari al
Pubblico. Siccome spero che anche Voi non mancherete di darmeli; ed intanto
contestandovi la mia stima, e la gratitudine pel vostro zelo per l'interessi
del Pubblico, e della verità, resto augurando felicità alle nostre Repubbliche
ed a Voi.
Casa anno VII. della Libertà I. della Repubblica
Napoletana 2 Germ. (22 Marzo 1799).
VARIETA'
Lettere giunte quì da Landau in data degli 8 Ventoso,
portano, che nel giorno 11. cominciavano le ostilità fra la Francia, e
l'Imperatore.
Forze della Francia per contrapporle a quelle della
Casa d'Austria numerate dalla Gazzetta di Schaffusa.
|
|
Infanteria |
Cavalleria |
Armata de' Pirenei |
|
20m. |
8m. |
Annata di Olanda |
|
25m. |
5m. |
Armata di
Magonza |
|
140m. |
30m. |
Armata della
Svizzera |
|
38m. |
12m. |
Armata d'Italia
compresa quella elle Alpi |
90m. |
15m. |
|
Armata di Napoli |
|
30m. |
4m. |
Armata di
Egitto |
|
25m. |
4m. |
Armata
dell'Interno |
|
100m. |
20m. |
|
In tutto |
408m. |
98m. |
Forze imperiali 263m. d'infanteria, e 61m. di
cavalleria.
Niun Governo Provvisorio ha proceduto mai con tanta
sollecitudine ed energia a spianar il terreno alla futura costituzione, quanto
il Governo Piemontese con utili leggi, che si sussieguono l'una l'altra. I
fogli pubblici in data de' 20. Febrajo portavano già quanto siegue:
Essendo stato preso in considerazione che una nuova
Legge nella materia di testata ed intestata successione non può con quella
celerità proporsi la quale sarebbe desiderabile attesa la varietà de' casi, il
Governo Provvisorio ha decretato.
«1. Per determinare il congruo appannaggio dovuto a'
figliuoli secondogeniti sopra i beni feudali, primogeniali, o fidecommissarj in
virtù del § 6. dell'Editto de' 7. Marzo 1797., e del § 10. dell'Editto de' 29.
Luglio dello stesso anno, si prenderà per base la legittima porzione, che a
'termini del diritto comune sarebbe stata loro dovuta sopra i mentovati beni,
qualora al tempo della morte del padre comune i medesimi fossero stati
allodiali, e liberi.
2. Rimane in pieno vigore la facoltà data da' citati
Editti ai Relatori delle cause di trattare, sulla base fissata nell'articolo
precedente, un amichevole componimento fra le Parti.
3. La presente Legge non riguarda i casi già decisi
diffinitivamente, o transatti in conseguenza degli Editti sopraddetti, dovendo
tali sentenze, e transazioni pienamente eseguirsi.
Con altra Legge è stato ordinato.
«1. Gli Sponsali che si contrarranno d'ora innanzi,
non produrranno obbligazione alcuna, od altro effetto.
2. Qualora quelli, che hanno risoluto di unirsi in
matrimonio, manifestano questa loro intenzione in iscritto autentico, e diansi
un reciproco affidamento di venire ad esso fra un certo tempo non più lungo di
mesi tre, quello de' medesimi, che senza giusta cagione avrà ricusato di
aderirvi, sarà tenuto al risarcimento delle discrete spese fatte per tale
motivo verso quello, che proporrà su ciò fondate doglianze.
3. Gli sponsali contratti avanti il presente Decreto
s'intenderanno legittimamente sciolti, subito che, ad istanza di chi ne ha
interesse, il renitente interpellato in iscritto dal Presidente della
Municipalità a contrarre il matrimonio, risponda parimenti in iscritto di non
volerlo effettuare, perché ha motivi fondati di chiedere un risarcimento de'
danni a chi proverà avergli ingiustamente sofferti pel recesso degli anzidetti
Sponsali».
Ecco poi l'estratto di lettera di colà, colla quale si
annuncia la decretata abolizione di tutti i diritti feudali.
Torino 16. ventoso (6 Marzo). Il Governo Provvisorio è venuto
finalmente a toglier di mezzo que' rimasugli Gotici, che non per altro
esistevano, che per deformare il maestoso edifizio della nostra libertà.
Considerando, egli dice nel suo decreto de' 12. ventoso, che i vestigj della
schiavitù, e della barbarie debbono ormai sparire da un suolo divenuto libero,
ordina. I. Che tutti i dritti feudali, come decime, annualità riscossioni,
affitti a minuto, terze vendite, laudemj, censi fissi, o casuali, dritti
d'accordare le derivazioni dell'acqua, emolumenti, dritti di padronaggio, ed
altri che abbiano un origine feudale, sono soppressi senza indennità. Lo sono
parimenti tutt' i dritti di pedaggi feudali, allodiali, o da qualunque altro
titolo provengano, come altresì i dritti di pesca, e la bannalità privativa,
anche allodiale, de' molini, e de' forni appartenenti alla nazione, o a'
particolari. Gli attrassi de' dritti soppressi, o delle annualità che sono
state surrogate non potranno più esigersi in avvenire. II. I già detti
vassalli, feudatari, e i depositarj quali che siano de' titoli costitutivi de'
feudi, e de' dritti soppressi, ed eziandio le investiture, e consegne che vi
sono relative, e di ogni altro titolo o patente di nobiltà, sono tenuti di
rimetterlo fra due mesi dalla pubblicazione del presente decreto alle
municipalità respettive de' luoghi, a' quali appartengono. Codesti titoli
saranno bruciati in presenza della Municipalità, e del popolo nel termine di
tre mesi. Coloro che saranno convinti di aver nascosti o sottratti, o di non aver consegnate le minute degli
atti che devono esser bruciati, incorreranno la pena di 1500. lire, che le
Municipalità rispettive applicheranno a quegli usi, che crederanno a proposito,
e tre mesi di carcere.
REP. ROMANA Roma 26
Vent. Trovasi afflitta da penuria di grano questa Centrale. Se n'è
trovato però una gran'quantità in Civitavecchia.
Veroli 23. Ventoso. I limitrofi
abitanti del fu R. di Napoli attualmente in insurgenza, tentarono attaccare la
nostra Comune del Monte S. Giovanni, che
realmente assalirono con atterrare l'albero della libertà, e minacciarono
diramarsi, ed inquietare la Municip. di Veroli. Furono colà tenuti a bada più
colla prudenza, che colla forza finché comparve l'armata francese, la quale assali Castelluccio sul far del giorno de' 22, se ne impadronì, e si diresse alla
vicina isola di Sora: ma
v'accorsero in grandissimo numero gl'insorgenti, che respinsero l'Armata
Francese, e l'obbligarono ad evacuar Castelluccio,
e ritirarsi a Veroli sulla sera. Ivi si è però rinforzata col
soccorso de' patrioti Alatrini, e
Ferentinati.
24. Ventoso. Luciani Capo del
Segretariato nel ministero della Giustizia, e Polizia all'ex‑Ministro
Ramet.
Il Ministro della Giustizia e Polizia, a cui avete
diretto la vostra, mi ha incaricato di rispondervi.
Egli crede di aver usato con voi tutta l'umanità
possibile subito che vi trovate situato in una buona camera, sebbene in
carcere, e che ritirate da fuori tutto quello, che vi occorre.
Per quello riguarda la sollecitudine della vostra
causa, egli al presente non ne può prescrivere i limiti, né definirne il
carattere, perché i motivi della vostra detenzione possono essere tanto
illimitati, e terribili, quanto funeste, e innumerevoli sono le sciagure,
l'oppressione, la miseria estrema, in cui geme l'afflitta, ed innocente Roma,
per cagione dell'infame Despota, di cui foste il principale agente, e Ministro.
Siate di bona fede; esaminate a sangue freddo il
passato, e converrete con me, che voi siete stato ben fortunato a ricevere un
trattamento, quale avete, da quel Governo, che n'è stato sì altamente offeso,
da quel popolo, che n'è stato sì orribilmente trafitto.
Il Patriottismo Romano fremette alla vostra vista. Voi
sicuramente dovete l'ulteriore esistenza alla detenzione, in cui siete. Ma il
vostro arresto non è stato accompagnato dall'orrore delle segrete, non dalla
compagnia dei pubblici ladri, non dalle catene, non dall'esposizione
all'intemperie della più rigida stagione, non dalla nudità, e dalla mancanza di
ciò, che serve a non morire, come per parte del vostro infame Re
sfortunatamente accadde ai più distinti Patrioti Romani, pei quali sicuramente
voi non foste niente premuroso, né a tempo del Papa, né a quello dell'invasione
Napoletana.
Cosa contate voi in vostro prò, per meritarvi il
favore della Repubblica Romana? Per qual destino diveniste in un baleno l'amico
de' Repubblicani? Chi consigliò la vostra venuta in Roma? Chi assicura che non
siete ancora l'agente dello spergiuro Ferdinando?
Questi medesimi sentimenti vi convincano della
giustizia, e della lealtà Repubblicana. Voi potete aspettarvi tutto dalla
generosità dei Romani rigenerati, e dalla cooperazione del mio ministro presso
il Governo per il disbrigo della vostra Causa.
Madrid. Si è
decretata la vendita de' majorascati, o terre patrimoniali sostituite in
perpetuo; il prodotto di questa vendita doveva primamente esser versato in
totalità nella Cassa d'Amortizzazione: questa legge è stata modificata. I
possessori de' majorascati potranno conservare pel pagamento de' loro debiti, o
per qualunque altro uso il terzo del prezzo che ne ritireranno, e non saranno
tenuti a versare che gli altri due terzi nella Cassa d'Ammortizzazione. Cosí
saranno conciliati co' bisogni del tesoro pubblico gl'interessi de' creditori
de' proprietarj.
Londra 25 Genn. Secondo l'ultime novelle d'Irlanda,
continuansi a prendere delle risoluzioni contro l'Unione nelle assemblee delle
diverse Contee, come anche in quelle della Città di Dublino. Il risultato di
questi decreti è:
«Che i Rappresentanti del Popolo nel Parlamento non hanno
affatto il potere di alienare i dritti de' loro costituenti, né di cangiar cosa
alcuna nella costituzione del Regno. Che un Parlamento Irlandese indipendente
può solo mantenere i dritti, e i privilegi dell'Irlanda. Che un unione
legislativa colla gran Brettagna tende ad ingrandire l'influenza ministeriale;
ch'essa è egualmente nocevole per l'Inghilterra, e per l'Irlanda; ch'essa può
portare a ricorrere a' primi principj; che chiunque proporrà quest'unione, è un
nemico della Patria».
Le Contee di Louth, di Meath, di Drogeda hanno
manifestati i loro sentimenti per risoluzioni di tale natura.
Il Lord Maire, i Sceriffi, i Comuni, e i Cittadini di
Dublino unitisi straordinariamente hanno presentato a M. Forster, Oratore della
Camera de' Comuni una memoria contro l'unione. M. Forster nella sua risposta ha
prese vivamente le loro parti.
Dopo le notizie pervenute jeri da Lisbona, sembra che
si facciano presentemente i più grandi preparativi di guerra in tutta
l'estensione del Portogallo. Si sono fabbricate a Beleme (bettelemme), e in
tutti gli altri contorni di Lisbona, varie baracche per ricevere le truppe
Inglesi, che vi si aspettano a primavera. Il Governo frattanto è occupato nel
fare il piano di un armamento generale. La maggior parte delle truppe deve formare
differenti campi sulle frontiere della Catalogna. Si sa che i Francesi non
hanno altro che un armata di 25 m. Uomini nell'ex provincia del Rosiglione.
Viene scritto dal Brasile, che vi è stata colà una
grave insurrezione. Si suppone che sia stata fomentata da' Francesi che vi son
domiciliati, e sostenuta dagli Indiani dell'interno.
Da Wesel li 2. Feb. Molte
lettere particolari della Francia avvisano, che il Gen. Brune ha richiesto alla Repubblica Batava
la somma di 12 milioni di fiorini, sia come un impronto, sia come una
contribuzione: dippiù che la Repubblica Batava rimetta all'intiera disposizione
della Repubblica Francese tutta la sua marina. come anche tutte le sue forze
terrestri. Le stesse lettere soggiungono, che il Governo Olandese credeva impossibile
di poter soddisfare a una simile domanda.
Strasburgo 7. Febrajo. È
di ritorno quì il Gen. in Capo Jourdan, il
quale non va alla Svizzera, come si era sparsa voce. In conseguenza di un
ordine del Direttorio, l'Armata di Magonza che si stendeva dalle frontiere
dell'Olanda fino a quelle dell'Italia cessa di esistere sotto questa
denominazione, e vien divisa in tre armate novelle. La prima formata dal
Centro, sarà sotto gli ordini dei Gen. Jourdan,
che avrà il suo quartier generale a Strasburgo. La seconda, cioè
l'ala sinistra della già detta Armata di Magonza, sarà comandata in Capo dal
Gen. Bernadotte, il di cui quartier generale sarà in Magonza.
La terza cioè, l'ala dritta, che si trova nella Svizzera, sarà sotto gli ordini
del Gen. Massena, ed avrà il suo
quartier generale a Zurigo. L'Armata di Jourdan
sarà chiamata secondo si asserisce, Armata
d'Esecuzione dell'Impero; ed entrerà senza indugio in campagna. Il
Generai Lèval commanderà
l'Avanguardia.
Manheim 7 Febrajo. li Governo Francese ha fatto dimandare al
duca di Wistemberg la fortezza di Hohentwiel situata cinque, o sei leghe
lontano da Sciaffusa. Il duca ha spediti in Parigi due ministri incaricati di
far delle rappresentanze al Direttorio su tale oggetto.
Vienna 14. Piovoso. Benché
quì continui a regnare la stessa incertezza sul partito che prenderà il nostro
Gabinetto, contuttocciò i preparativi di guerra si seguitano colla più grande
attività, per esser pronti a qualunque evento. I Reggimenti di Moravia, e di
Boemia debono venire sul Lech. L'Arciduca Carlo
comanderà quest'Armata:, quella del Tirolo sarà sotto gli ordini di Bellegarde. Il Gen. de Hortz avrà
il comando delle truppe che si trovano ne' paesi de' Grigioni. Finalmente si
assicura che il Gen. Melas commanderà
in Italia.
E' uscito
il Volume CXV. del Giornale Letterario di Napoli. Si dispensa in Napoli al negozio di Michele Stasi, in Roma da Vincenzo
Imperiali, ed in Firenze da Giuseppe Molini.
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