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MONITORE NAPOLITANO |
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SETTODI' 27. GERMILE ANNO
VII DELLA LIBERTA'; I. DELLA REPUBBLICA NAPOLETANA UNA, ED INDIVISIBILE (MARTEDI' 16. APRILE
1799) Num. 20 |
A Tenore di quanto cennammo di volo
nella fine del numero passato, è stato jeri dal Commissario Organizzatore
Abrial disciolto il Governo provvisorio stabilito dal Gen. Championnet,
sostituendone altro, pur provvisorio, ma in cui divisa la facoltà Legislativa,
dalla Esecutrice, vien già a stabilirsi nella forma, se non nel numero la
futura pianta costituzionale. Le due facoltà intanto, siccome provvisorie,
prendono il nome di Commissioni; la legislativa di 25, l'Esecutrice di 5
membri: Vera era stata la nomina da noi annunciata di Luigi, (non Gennaro)
Carafa ex duca di Jelsi ad uno de' Cinque, ma egli vi ha rinunciato; siccome
han pur rinunciato varj altri chiamati alla Commissione legislativa; fra questi
Bernardo la Torre, Vescovo di Lettere e Gragnano, e Gaetano Carcani Direttore
della Stamperia Nazionale. Ecco intanto il racconto di questo importante
avvenimento.
Jeri mattina 26 Germile, riceverono i
diversi comitati l'invito di cessare dalle loro funzioni, atteso era disciolto
il Governo stabilito, dal Generale Championnet. Sul previo avviso, e viglietto
del Commissario Organizzatore Abrial, tutti i membri eletti dell'una, e l'altra
Commissione, si portarono al palazzo del Gen. Macdonald; sopraggiunse ivi lo
stesso Commissario Organizzatore; indi questi, il medesimo Generale
accompagnato da due suoi Ajutanti, scortarono i nuovi Rappresentanti al Palazzo
Nazionale, passandovi dal primo, che vi resta di angolo fra doppia fila di
truppa francese, situata in ala. Si doveva dar prima possesso alla Commissione
legislativa, ma siccome la sala non era ancora finita di preparare; si passò a
quella del già Governo Provvisorio, e che deve esserlo della Commissione
Esecutiva. Colà in mezzo ad affollato numero di Cittadini, situatisi in capo
alla gran tavola il Commissario Organizzatore alla destra, il General
Macdonald, e dietro lui i suoi due ajutanti, alla sinistra, i Membri eletti
intorno, tutti ugualmente in piedi; il Commissario Organizzatore lesse egli
prima in francese il proclama, ed il decreto che più sotto soggiungiamo,
dell'Istituzione del nuovo Governo; indi lo lesse in italiano Vincenzo Russo,
uno de' nuovi eletti alla Commissione legislativa; finita la lettura, ciascuno de' nuovi Membri prese la
fascia tricolorata, insegna della rappresentanza, che aveva innanzi a se sulla
tavola; sederono il Commissario Organizzatore, il Generale, ed essi; il
Commissario Organizzatore fece un breve discorso conveniente all'oggetto; i
Cinque della Commissione Esecutiva alzarono la mano in segno di giuramento.
Poscia lo stesso Commissario Organizzatore, col Gen. ed i due Ajutanti di
questo, accompagnato dalle due commissioni passò ad immettere la Legislativa
nel suo possesso, conducendo entrambe nella sala destinata alla Legislativa,
ch'è quella dell'antico teatro di Corte. Era ivi, preparata altra gran tavola;
sedettero in capo ad essa il Commissario Organizzatore a destra, il Gen. dietro
il quale si mantennero i due ajutanti in piedi, alla sinistra, tutti i Membri
delle due Commissioni intorno. L'immenso numero de' Cittadini guarnì le
Tribune, e riempì tutta la sala. Il Commissario Organizzatore rilesse di nuovo
in francese il proclama, ed il decreto d'Istituzione, lo rilesse in italiano lo
stesso Rappresentante Russo. Tutti i Membri della Commissione legislativa
dettero il giuramento coll'innalzar delle mani. Il Commissario organizzatore
soggiunse altra breve arringa; conchiuse, ch'il noto amore de' Rappresentanti
per la patria, e per la libertà, l'esperienza de' mali risultanti dalla
miscela, o dall'abuso de poteri, che devono esser distinti, lo assicurava, che
niuna delle due Commissioni avrebbe trapassata la linea delle rispettive
autorità. Il Rappresentante Pagano, che nominato il primo della lista, assunse
tosto gli onori di Presidente, si levò e rispose con eloquente ringraziamento,
giurando per tutti amore alla Libertà, ed attaccamento alla Nazione francese.
Si ritirarono allora il Commissario Organizzatore, ed il Generale assieme colla
Commission Esecutiva, colla quale si trattennero ancor altro tempo, indi
ritornarono all'abitazione del Generale Macdonald passando ugualmente nel
cammino fra doppia ala di truppa francese. La Commissione Legislativa invitò i
Cittadini ad uscire, e si formò in Comitato segreto.
REPUBBLICA FRANCESE
Dal Quartier Generale di Napoli
li 25 Germile.
Il Commissario del Governo Francese al Popolo Napoletano.
«Cittadini, è stato per me doloroso
all'estremo, arrivando in queste contrade, il non aver ritrovato in voi quella felicità, di cui il Direttorio
Esecutivo Francese voleva colmarvi. Le funeste insurrezioni, che si sono
moltiplicate nei differenti luoghi dello stato Napoletano, avrebbero potuto far
sì, che i Francesi non ravvisassero più il Popolo Napoletano per lo stesso
Popolo, e così amico della Libertà; se le cause di queste turbolenze non
fossero da tutti conosciute. Accusar dobbiamo di tali insurrezioni l'oro di
Carolina, gl'intrighi de' suoi vili, e perfidi Agenti. Accusar dobbiamo delle
disgrazie che vi opprimono, l'avidità dei vostro ultimo tiranno, il quale nella
sua fuga spogliando tutt'i vostri erarj , e togliendovi tutto il numerario, vi
ha immersi in una penuria momentanea, che il regno della libertà farà ben
presto cessare. Accusar ne dobbiamo in fine i mali inseparabili della guerra. e
se questi mali sono stati ancora aggravati da qualche vessazione particolare,
non dovete imputare alla Nazione intiera i torti di qualche individuo: e siate
sicuri che il Direttorio Esecutivo, altrettanto giusto, quanto egli è
magnanimo, disapprova tutto ciò che si allontana dalla lealtà Francese.
Dubiterete più voi delle sue intenzioni benefiche, allorché saprete, ch'Egli di
già ordina una diminuzione nella contribuzione imposta dal Generale
Championnet? Incamminiamone, dunque con passo ardito e fermo ai regolamenti
della Libertà, a quella Repubblica, in cui il Popolo Napoletano, se
ardentemente lo brama, troverà la fine dei suoi disastri e la sorgente delle
sue felicità. Appunto perché io vi serva di scorta, o Napoletani, il Direttorio
esecutivo mi ha mandato fra voi. Forse un zelo troppo attivo nei primi momenti
dopo la caduta del trono, aveva fatto precipitare le misure, e non aveva
permesso di calcolare con tutta la prudenza, e la maturità necessaria il
Governo Provvisorio. Dalla riunione dei poteri nelle stesse mani, son nate la confusione,
la lentezza, e l'inazione. Bisogna dunque provvisoriamente rimediare a questo
abuso. Bisogna, che un numero scelto di Cittadini si occupi esclusivamente
della parte esecutiva, mentre un'altra discuterà i punti legislativi. Allora il
Governo speditamente, e senza ostacoli marcerà verso la felicità pubblica;
allora siccome il Direttorio fortemente lo desidera, si troveranno i mezzi da
ristabilire la circolazione commerciale, di rianimare il credito pubblico, di
provvedere alle spese necessarie delle Armate, senza che il Popolo ne rimanga
oppresso.
«Frattanto il Commissario
organizzatore, seguendo le regole costanti della giustizia, e della ragione, e
la fortunata esperienza della Francia, gitterà con mano ferma e sicura le basi
inalterabili su le quali si eleverà la vostra libertà. Le istituzioni
Amministrative, Municipali, e Giudiziarie saranno successivamente organizzate;
e lo saranno per quanto le circostanze locali lo permettono sul modello delle
corrispondenti istruzioni prese nella Repubblica Francese.
«L'amor della Libertà, e della Patria,
la virtù, ed i talenti detteranno questa scelta.
«Tutte le classi dei Cittadini vi saran
chiamate: il Ministro del culto, se professa, e pratica i principi del Vangelo,
l'ex‑nobile, se ha rinunciato sinceramente ai suoi privilegj,
l'Artigiano, se ha le cognizioni, ed i talenti necessarj; giacché oggi è il
regno dell'Eguaglianza, e della Virtù.
«I Repubblicani, le società
Patriottiche, tutt'i buoni Cittadini sono invitati a far conoscere al
Commissario Organizzatore i soggetti, che ne son degni. Repubblicani, amici
sinceri della Patria, venite ad assisterlo, ad illuminarlo, a secondarlo.
«Mirate qual Potenza maestosa vi
sostiene, e vi protegge! Gli Austriaci discacciati dal paese dei Grigioni; il
Reno, e l'Adige arditamente varcati; i Toscani resi già liberi; i Francesi in
Verona, o innanzi alle sue porte; l'Imperatore di già minacciato nel seno
stesso della sua capitale; gli Stendardi tricolori inalberati in tutta
l'Italia; mentre il perfido alleato del vostro ultimo Re, ridotto a mostrarsi
da lungi, senza ardire di accostarsi alle vostre sponde, non ha altre armi da
opporvi, che la falsa promessa, e l'impotente minaccia di una truppa di Turchi,
e di Russi,
che non potrebbero altro qui trovar che la morte.
«Repubblicani, è purtroppo vero, e
siatene persuasi, che Parigi, e Napoli hanno gli stessi nemici a combattere,
gli stessi interessi a seguire, e che non vi sarà più pel Popolo Napoletano o
bene alcuno, che non sia possibile, o mal alcuno, che non sia riparabile.
REPUBBLICA FRANCESE
Dal Quartier Generale di Napoli li 25 Germile
DECRETO
Il Commissario del Governo Francese.
«Atteso gl'inconvenienti gravi, e gli abusi,
che risultano dalla presente organizzazione provvisoria stabilita dal Generale
Championnet; specialmente dalla riunione nelle stesse mani del potere
legislativo, ed esecutivo.
«Considerando, che fino a tanto che non
si giunga ad un Governo diffinitivo, e costituzionale, fa d'uopo averne uno
concentrato, forte ed attivo, che possa, da una parte comprimere energicamente
i malevoli, ed i Realisti; dall'altra, proteggere con successo i buoni
Cittadini, ed i Repubblicani, e ristorare la fortuna pubblica.
«Che una Commissione esecutiva composta
di un piccol numero di scelti membri sembra solo convenevole a procurare questo
felice effetto.
«Che una Commissione legislativa
composta egualmente di Cittadini istrutti, e dotti può con efficacia ajutare il
Commissario del Governo Francese, rischiarandolo sopra le località, gli usi, ed
i veri interessi del Popolo Napoletano, ed accelerare co' suoi lumi la grande
opera dell'organizzazione diffinitiva;
Ordina ciocché siegue:
«Art. 1. Il Governo provvisorio stabilito
dal Generale Championnet li 6 Piovoso passato cesserà dalle sue funzioni,
subitoché la presente decisione sarà pubblicata.
«Art. 2. Le altre autorità
continueranno provvisoriamente le loro funzioni, sino a che sia loro altrimente
ordinato.
«Art. 3. Perfino a che il Governo
diffinitivo, e Costituzionale sia stabilito, vi saranno due Commissioni, una
Legislativa, e l'altra Esecutiva.
«Art. 4. La Commissione legislativa
sarà composta di venticinque Membri, cioè
Mario Pagano. Vincenzo Defilippis.
Flavio Pirelli. Marcello Scotti.
Gabriele Manthone. Giuseppe
Marchetti.
Capecelatro Arc. di Taranto. Camillo Colangelo.
Raimondo Degennaro. Domenico
Cirillo.
Michele Filangieri. Briganti.
Antonio Nolli. Belforte.
Decio Coletti. Giuseppe Pignatelli.
Vincenzo Rossi. Giovanni Gambale.
«Art. 5. La Commissione esecutiva sarà
composta di cinque Membri, cioè
Giuseppe Abamonte. Giuseppe
Albanesi.
Ignazio Ciaja. Melchiorre Delfico.
Ercole Dagnese.
Art. 6. Gli Atti della Commissione
legislativa non avranno esecuzione che dopo essere stati approvati dal
Commissario francese.
Art. 7. L'una, e l'altra Commissione
sarà stabilita ciascheduna nel luogo delle sue sessioni immediatamente dopo la
pubblicazione della presente decisione.
Art. 8. La presente decisione sarà
impressa nelle due lingue, affissa, proclamata solennemente nella Città di
Napoli, e nei Dipartimenti.
Firmato ABRIAL
Questa mane nella commissione
legislativa si è fatta la mozione sostenuta vigorosamente da molti membri, che
que' del passato Provvisorio debbano render
i conti della loro amministrazione. Vi e' stato aggiunto, che restino in
sindicato, destinando 40 giorni per ricevere le accuse; e rimettendo alla Commission
esecutiva il diffinir il tempo per la reddizione, de' Conti.
MACDONALD Generale in Capo
dell'Armata di Napoli
AL GOVERNO PROVVISORIO.
Sono le due dopo il mezzogiorno, Cittadini,
e ricevo la novella, che, nel dì 20. di questo mese, il Vascello di linea
Francese il Generoso, e molti altri
Bastimenti hanno messo a terra una porzione di truppe da sbarco, le quali hanno
assalita, e presa la Città di Brindisi. Un
grande numero di Ribelli sono stati uccisi, ed il resto ha presa la fuga verso Otranto.
Io
vi partecipo con premura questa notizia.
MACDONALD.
Si dispensano nel teatro del fondo i
biglietti pel giuoco della tombola. E'
questo giuoco una specie di Lotteria.
Nel Teatro stesso si tira, se ne dispensano i premj. Coteste private Lotterie
si sa, che altro non sono, che un insidia tesa alla buona fede de' Cittadini;
mercé la quale sull'allettativa di un premio si tirano da essi gran somme che
ricadono tutte in vantaggio di chi fa il giuoco. I nostri Concittadini, benché
sian già molti anni trascorsi, non avran peranche perduta la memoria della
Lotteria che il così detto Spoletino fece
nella Fiera, che a que' tempi si teneva avanti Palazzo ‑ Dopo gli scritti
del dotto Milanese Verri, e quanto sulle tracce di lui è stato scritto,
e discusso in Italia, e Francia non è dubbio più per alcuno ch' ogni lotteria è
un'ingiustizia. E' noto che in Francia la Costituente tale l'aveva
riconosciuta, e se dopo gran dibattimenti la conservò, spiegò di cedere alle
imperiose urgenze del pubblico erario. Queste urgenze medesime l'han poi
provvisoriamente conservate nelle altre Repubbliche; ma se l'urgenza forza a
conservarle come pubbliche, devon severamente proibirsi come private, dove il danaro
emesso da molti è sacrificato al vantaggio di pochi; cola nella maggior parte
nelle mani del giuocoliero. Inoltre se il Teatro è presso i popoli liberi
destinato a sostenere lo spirito pubblico, è nelle nascenti Repubbliche
destinato a formarlo, e se le pubbliche Autorità son così gelose invigilatrici de'
soggetti, e dell'espressioni delle rappresentanze teatrali, egli è scandaloso,
che si permetta in Teatro una Lotteria; giuoco, che ha il primo luogo fra que
di azzardo, ed equivalerebbe altrettanto permettervi pubblico banco di Faraone.
Infine se un giuoco d'azzardo, se una
lotteria privata è sempre cosa immorale; giuoco fatto ad ingannare, e smunger
la borse de' Cittadini, quanto più diviene scandaloso, che sia dall'autorità
pubblica permesso nelle attuali circostanze, e in tanta pubblica, e privata
miseria. Tutti coloro a' quali riusciva allora di proccurarsi i fogli di
Milano, possono rammentarsi, che mentre la Cisalpina non era peranco
dichiarata, e Milano era tuttavia sotto l'autorità Militare, fu colà tentato
ugualmente di far in teatro il giuoco della tombola. La Municipalità lo proibì,
tutti i fogli pubblici insorsero contra tal giuoco; e malgrado i potenti
maneggi, co' quali i promotori del medesimo cercarono sostenerlo,
quell'illuminato Governo, ne conobbe lo scandalo, e ne sostenne la proibizione.
Il giuoco non fu fatto.
Portano varie notizie d'Italia, che
l'armata malcontenta del Gen. Scherer, reclami a gran voce il virtuoso Joubert ‑
Tutte le nuove confermano, che i Francesi siano entrati in Friburgo, e sieno
padroni di tutta la Brisgovia ‑
E' voce generale, che sia seguita la
battaglia fra Giordano, e l'Arciduca Carlo, che abbia durato sanguinosamente
per due giorni ma in ultimo, abbiano trionfato i francesi.
Rastadt
19. Ventoso. Per comprovare la mala
fede, e la perfidia della Corte di Vienna, si è pubblicata la convenzione
seguente, firmata qui agli 11. Glaciale anno 6., tra il Gen. Bonaparte,
e i PIenipotenziarj dell'Imperatore.
«In esecuzione dei trattato di
Campoformio, e della convenzione addizionale, i Plenipotenziarj di S.M.
L'Imperatore Re di Ungheria, e di Boemia, e '1 plenipotenziario della Rep.
Francese, essendosi riuniti co' Generali rispettivi incaricati di ordinare i
movimenti di evacuazione, son tra loro convenuti sugli articoli seguenti.
«1. Le truppe di S.M. l'Imperatore, e
quelle dell'Impero, che si trovano al suo soldo, evacueranno il territorio
dell'Impero, in guisaché a' 25 Decembre (5. Nevoso) sieno essi negli stati
ereditarj di S.M. e al di là del fiume Inn.
2. Il contingente di S.M. l'Imperatore
ripasserà il Lech, e non potrà essere impiegato nelle fortezze dell'Impero.
3. Le truppe Austriache della
guarnigione di Magonza non potranno dal dì 25. Dicembre eccedere il num. di
15.000 uomini.
4. Nello stesso giorno l'Armata
Francese evacuerà i paesi Veneziani, i quali deve occupare S.M. l'Imperatore.
5. Resteranno 15000. uomini di truppa
Francese ne' sudetti paesi Veneziani, tanto per formare le guarnigioni delle
differenti piazze forti, quanto per mantenere l'ordine.
6. Nel dì 20. Decembre le truppe di
S.M. l'Imperatore usciranno dalle piazze di Manheim, Philipsbourg,
Ehrenbreitstein, Ulm, Ingolstadt, e Wirzbourg, e le consegneranno a chi
appartengono. L'artiglieria, e le provvisioni da guerra, e da bocca esistenti
attualmente in queste piazze, ed appartenenti a S.M. l'Imperatore dovranno
essere evacuate alla detta epoca.
7. Le truppe di S.M. L'Imperatore,
l'artiglieria, come pure le provvisioni di guerra, e di bocca appartenenti a
S.M. usciranno dalla Città di Magonza, inguisaché nel dì 30. Decembre (10.
Nevoso) questa operazione sia interamente terminata.
8. Alli 10. Decembre (20. Glaciale) le
truppe Francesi investiranno la Città di Magonza lasciando le comunicazioni
aperte alle' truppe Austriache.
9. Prima degli 8. Decembre (18.
Glaciale) i plenipotenziarj di S.M. l'Imperatore dichiareranno all'Impero, che
l'intenzione del loro Sovrano è di evacuate il territorio, e le fortezze
dell'Impero.
10. I Plenipotenziarj di S.M.
l'Imperatore prenderan delle misure per procurare alle truppe Francesi dalla
parte degl'Elettori di Magonza, o da quella dell'Impero, l'occupazione della
Città di Magonza durante il corso delle negoziazioni, dimodoché le truppe
francesi vi possano essere nel di 30. Decembre (10. Nevoso); e se l'Elettor di
Magonza, o l'Impero non volessero affatto prestare il consenso, la Repubblica
Francese potrà obbligarveli colla forza.
11. I Generali Francesi, che comandano
le truppe, che si trovano intorno alla fortezza Ehrenbreilitein, daranno alle
truppe Austriache, ch'evacueranno quella piazza, tutte le facilitazioni
necessarie pel loro passaggio. Essi procureranno nel tempo stesso a' Generali
austriaci i cavalli, i battelli, e gli altri mezzi necessari al trasporto
dell'artiglieria, e delle munizioni di guerra, e di bocca.
12. Le truppe Francesi, e Cisalpina
evacueranno nel dì 30. Decembre (10 Nevoso) le piazze di Palmanova, Ossopo,
Porto legnago, Verona e i due castelli, Venezia, e il territorio Veneto fino
alla linea di demarcazione.
13. Il Gen. Comandante delle truppe di
S.M. l'Imperatore in Italia, e '1 General comandante delle truppe francesi
prenderanno tutte le misure necessarie per assicurar l'esecuzione dell'Articolo
6. del trattato di Campoformio. Questi due Generali concerteranno egualmente
come levar tutti gli ostacoli che potrebbero opporsi all'occupazione nel di 30.
Decembre (10. Nevoso) da farsi dalle truppe Imperiali de' paesi, e fortezze che
debbono queste occupare in conseguenza del sudetto articolo, e dell'articolo
10. della convenzione addizionale, e segreta.
14. Se vi restasse ancora
dell'artiglieria, e de' magazini di guerra, e di bocca appartenenti alla Rep.
Francese ne' paesi, o fortezze, che la di lei armata evacuerà in Italia,
allorché questi paesi, o fortezze saranno occupati dalle truppe di S.M.
L'Imperatore sarà accordata ogni facilitazione, e protezione necessaria per
l'evacuazione de'detti magazini.
Fatto, e firmato a Rastadt, 1. Decembre
1797 (11. Glaciale an. 7. della Rep. Francese) firmato nell'originale. BONAPARTE ‑ LUIGI DE COBENTZEL ‑
Il conte di BAILLET LA TOUR ‑ IL conte di MERFELD.
IL MINISTRO DI POLIZIA
Al Supremo Consiglio Nazionale.
Il Comitato di Legislazione ha
dichiarato, che avendosi la Nazione addossato il debito originato dalle rapine del
passato tiranno, non possono le Carte Bancali metterli in discredito, che
perciò non può il creditore ricusarle dal debitore sul pretesto di generali
espressioni solite ad usarsi ne' contratti, ma che vi debba essere specificato
il patto di essere pagati in moneta sonante, per poter domandare l'estinzione
del debito in contante. E' invitato pertanto codesto Tribunale di eseguirla in
tutt'i casi corrispondenti. Salute, e Fratellanza.
Mastelloni
Ministro
Ne' nostri primi numeri invitammo i
buoni Patrioti a formar qualche foglio in lingua napoletana per istruzione dei
Popolo; Ci è sfuggito dalla mente annunciar poi una pregevole gazzetta
napoletana, che adempie pienamente all'oggetto, intitolata La Reprubbeca spiegata
co lo Santo Evangelio; foglio in cui fra gli scherzi vernacoli si insinuano le
sane massime, e vi si aggiungono talora delle opportune canzonette; si vende da
Angelo Trani, e da Giuseppe Augiero.
Si desidera aver notizie sicure di Prospero
Rosi
Tirolese di Valsugana da più anni
ammogliato, e dimorante in Napoli. O egli, o altri che voglia darne contezza, è
invitato a portarla all'officio di Gennaro Giaccio, stamatore dei Monitore alle
fosse del grano.
Nel
nostro numero 15. per articolo comunicato fu inserito che la Libertà trionfava
in Ariano, alla cui proclamazione e conservazione aveva contribuito ciascun
Cittadino, ma con precisione il
Cittadino Pietro Paolo Goduti Canonico di quella Cattedrale. Ora per replicata reclamazione di persone
maggiori di ogni eccezione siamo invitati ad inserire, che il benemerito
Cittadino, che molto si è cooperato colà e si è distinto nel proclamar, la
democrazia, è il parroco Giuseppe Capozzi; né vi ha avuto nessuna parte il
Goduti, il quale non gode l'opinione de'suoi Cittadini. Soddisfatto l'invito,
preghiamo i nostri Associati, e tutti i
nostri Concittadini a non mandar al nostro stampatore articoli difatti
particolari, che distruggonsi a vicenda, e nulla interessano il Pubblico.
Dal Cittadino Saverio d'Onofrio Editore
della Gazzetta di Firenze e di Lugano a S. Liguoro, e presso tutti i
dispensatori delle medesime si trovano vendibili i seguenti libri: Dell'Anima delle Donne, e della Libertà del Vestire discorsi dei Cittadino
F.M. al prezzo di grana cinque. Memoria
degli Avvenimenti Popolari seguiti in Napoli in Gennaio 1799 in forma
piccola da potersi acchiudere in lettere, grana cinque.
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