libertA' |
eguaglianza |
MONITORE NAPOLITANO |
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PRIMODI’ I. FIORILE ANNO VII. DELLA LIBERTA’; I.
DELLA REPUBBLICA
NAPOLETANA UNA, ED INDIVISIBILE (SABATO
20. APRILE 1799) Num. 23 |
La disposizione di ritirare la Truppa francese in un
campo, aveva somministrato pretesto a taluni malevoli, ed allarmisti di disseminare varj timori, e voci ingiuriose alla
realtà, e magnanimità francese, ed alla sicurezza e libertà del Popolo; quindi
il General Macdonald martedì scrisse alla Commission esecutiva una lettera,
ch'essa si affrettò di pubblicare mercordì mattina, nel modo che siegue.
Napoli 4. Fiorile, anno 7. Repubblicano.
LA COMMISSIONE ESECUTIVA
AL POPOLO NAPOLETANO.
Cittadini
«La Commissione Esecutiva si fa premura di communicarvi
la lettera, che il Generale in Capo le ha in punto trasmessa. La gran Nazione,
che ha fondata la nostra Repubblica, le garentisce la sua libertà a fronte di
chiunque ardisse di attentarne alla indipendenza. Si dissipino dunque i timori
dagli animi de' pacifici Cittadini. I vili, ed infami satelliti della tirannia
si agitano invano: essi non giungeran più a spaventarci. La tirannia è sparita
per sempre dal suolo della libertà, né vi porrà più il piede. N mostri, che la
esercitavano, altra salute non rimane nella loro disperazione, che di liberar
della loro presenza anche il suolo, che ad essi ha servito di asilo nella
precipitosa, e vergognosa lor fuga; ed aumenteranno ben tosto il numero de'
Capeti vagabondi, e de' miserabili, e disperati emigrati.
«Il Governo, i ComandantI della Truppa della Repubblica,
tutt'i bravi, e coraggiosi Patrioti vegliano alla sicurezza pubblica. La
Repubblica è stabilita, ed altro non resta ai suoi nemici, che il livore, la
disperazione, e la morte.
«La seguente lettera del Generale in Capo vi contesta le
assicurazioni, che vi diamo.
Libertà
- Eguaglianza - A rinata di Napoli - Repubblica Francese - Al Quartier Generale
di Napoli li 3. Fiorile, anno 7. della Repubblica Francese, una ed indivisibile
- MACDONALD General in Capo dell'A rinata di Napoli - Alla Commissione
Esecutiva della Repubblica Napoletana.
Cittadini, ]'Armata va ad accamparsi a
Caserta: Il desiderio di alleviare gli abitanti di Napoli dal peso di
alloggiare gli Uffiziali nelle loro rispettive case, e la necessità di
consolidare e mantenere la disciplina ne' nostri battaglioni, mi avea da lungo
tempo fatto determinare a prendere un tal partito.
Colà io veglierò, siccome ho quì
praticato, alla sicurezza esterna ed interna della vostra Repubblica; né mai
ombra di timore v'ingombri a questo riguardo. Proseguite i vostri travagli:
Fate che l'ordine e la regolarità regni in tutte le parti del l'amministrazione
dello Stato. Siate giusti; ma siate energici: l'una cosa è tanto necessaria
quanto l'altra. Dite alla Commissione incaricata della formazione delle Leggi,
che dal suo canto si affretti all'opera per quanto più può: nulla deve
interrompere, né turbare le sue legislative meditazioni; e rammentatele che
l'esistenza d'una Nazione non incomincia veramente, che dal momento in ella è
costituita. Dite alla Guardia Nazionale, ch'io riposo sulla sua vigilanza, e
sul suo zelo: dite alle truppe di linea che io conto sul loro valore, e
finalmente dite a tutti i Cittadini della Città di Napoli, ch'io conto sul loro
attaccamento, e la loro sommissione alle leggi.
Noi abbiamo arrecata la Libertà al Popolo Napoletano: questa
riposa sulla nostra garanzia. Guai a' Realisti, agli Anarchisti, e a tutti i
malevoli che osassero di volergliela rapire. L'Armata Francese è qui vicina, ed
all'istante comparirà come un lampo, ch'è seguito dal fulmine. Invigili dunque
ciascuno sulla pubblica tranquillità; e che tutti i patrioti stiano uniti fra
loro.
Voi in ogni 24. ore mi darete conto dello
stato della Città di Napoli, Salute, e fratellanza. Segnato MACDONALD.
Indi nello stesso mercordì mattina, il detto Generale
accompagnato dal Comandante, e dallo stato maggiore della nostra Guardia
Nazionale, tutti a cavallo, passò rivista generale a detta Guardia, alla Truppa
di linea, e di marina, che cominciano ad organizzarsi; poscia si condusse nella
sala delle sedute della Commission esecutiva, ed ]vi in presenza del Popolo
accorsovi, pronunciò a' Membri della Commissione, ed al sudetto Generale e
stato Maggiore della Guardia Nazionale il seguente discorso.
Cittadini. Ho passato In rivista la
Guardia Nazionale, e mi compiaccio, ch'essa è numerosa, e sufficiente a
contenere non solo i mal'intenzionati ch'esser potessero in questa Comune, ma
quelli benanche di ogni altro luogo. Organizzata che sarà tutta, potrà ben essa
affrontare ogni estero nemico. Ho fatto somministrare già sei mila fucili; e ne
farò dare degli altri, e di più quattro cannoni per lo servigio della medesima.
Essa colle bandiere avrà i suoi quartieri nel Castello Novo, ed in quelli
dell'Ovo, e del Carmine. Farà il servigio nella maniera, che ho già indicata al
Governo. Passo a manifestarvi i motivi, che mi han determinato ad accampar le
truppe. In primo luogo ho voluto alleviare gli abitanti di questa Comune dal
gravoso peso degli alloggi; indi ho voluto ritirare le truppe, sparse in
piccole partite in diversi luoghi, e concentrar tutte le forze in un Campo, e
dar il comodo a voi da stabilire la vostra propria forza, ch'è quella, che deve
garantire la vostra libertà, ed indipendenza. La stagione favorevole può
inoltre indurre il nemico a fare uno sbarco sul territorio, o di questa
Repubblica, o della Romana; dal campo sarò meglio a portata di accorrere alla
difesa di tutti i punti. Lascio però una forte guarnigione nel Castel S. Eramo,
un battaglione per lo servizio nella Città, e formerò vari piccioli campi in
distanza di cinque in sei miglia dalla medesima per sua difesa. L’armata
francese sarà distribuita in colonne mobili per accorrere ovunque potrà nascere
insurgenza. I segnali sono stabiliti. Se accaderà disturbo nella Città, ad un
colpo di cannone, che tirerà il Castel S. Eramo, voi mi vedrete in men d'un'ora
alla vostra difesa. L’armata, a guisa di un lampo comparirà colla velocità del
fulmine per iscagliarsi contro i mal'intenzionati, ed i realisti. Io sarò
spesso fra di voi; visiterò i Forti, i posti, e la Guardia Nazionale, e qualche
volta farò batter la generale per osservar la vigilanza della medesima. Voi
siete liberi, la forza, e la vostra saviezza vi garantiscono l'indipendenza.
Il Presidente della Cammissione Esecutiva ha risposto.
Cittadino Generale. La libertà del Popolo Napoletano è
Opera della Gran Nazione. Sotto gli auspicj della medesima, e colla fortuna di
esser Voi al comando dell'Armata di Napoli, essa non può più vacillare. Voi ce
la garantite, ed il Popolo Napoletano colla sua energia saprà conservarsela, e
mostrarsi degno di averla meritata. Possan I lumi spargersi generalmente da
pertutto, e tutti i popoli esser felici.
In conseguenza degli ordini dati dal
Generale giovedì il giorno un distaccamento 'della guardia civica prese la
consegna del castello dell'uovo; un'altro la prese jeri mattina di quello del
Carmine. Fin da Lunedì giunse qui richiamata la divisione Schipani con lui
stesso alla testa.
Gl' insurgenti del Dipartimento del
Sele son comandati da un tale Sciarpa
già birro; egli ha il suo, così detto quartiere in Campestrino; là nell'alto di
una montagna ha legato un gran campanone, indi a determinate distanze l'una
dall'altra, varie altre campane minori, e così ad un sol tratto riunisce le sue
bande; se la malignità ha in lui aguzzato l'ingegno, la virtù ha fatto lo
stesso alle Comuni da lui minacciate; le Guardie Nazionali di tutte, così
particolarmente ispirate ed istruite da que' buoni Padri Missionarj, detti
volgarmente Giuranisti hanno pur esse i
loro mezzi di comunicativa, e si riuniscono all'istante al soccorso reciproco.
Lo stesso mercordì mattina alcuni Cittadini di Muro portarono la felice nuova,
che lo scellerato Sciarpa si era
affacciato alla Comune del Tito; tosto spedì ella l'avviso alle sue consocie
Muro, Ruvo, Santosele, Labella; Sciarpa dette
il sacco al Tito, e stava dividendo la preda; giunse la forza delle Comuni
consocie, batté l'infame masnada, ne uccise 300., rese la roba a' Cittadini del
Tito; e stava tuttavia inseguendo il ribaldo per sopra le sue montagne.
Giovedì notte è partita per Salerno
gran forza francese, ed una partita de' nostri ad oggetto di reprimere quei di
Cetara, i quali, siccome marittimi, fatti forti dell'appoggio degl'inglesi vari
infestando quelle contrade, e commettono non poche insolenze..
E un pezzo, che il Cardinal Mostro ognun intende il Cardinal Ruffo,
creatosi di propria autorità Papa, si fa chiamar Urbano IX. il nostro buon
Arcivescovo con pia e cristiana pastorale fulminò subito contra lui l'anatema;
sua non Santità si affacciò per una oblazione de' fedeli, a Rossano, cioè
per darli il sacco. La fedelissima, e veramente devota comune rese cento per
uno tiri di fucile a sua Santità, e fece man bassa su' suoi sgherri santissimi.
Si è quì aperto non picciol numero di
società patriottiche: lo stesso Commissario Organizzatore Abrial ne ha date loro le istruzioni, e le regole: tutte devono
corrispondere colla società centrale; questa
si apri giovedì sera in Mont'Oliveto sotto il titolo degli amici della legge.
Commissione
legislativa.
Domenica 2. Fiorile la Commissione si è
occupata di una legge per assicurare la pronta rimessa delle Carte del Governo
al Dipartimenti ; si chiuse da poi in Comitato segreto per esaminare varj
messaggi della Commissione Esecutiva. Nell'indomani lunedì ricevé sanzionate
dal Commissario organizzatore e la suddetta legge, e l'altra precedente pel
rendimento de' conti.
LA COMMISSIONE LEGISLATIVA.
Napoli 30. Germile anno 7.
Repubblicano.
Considerando
quanto rilevi per frenare in uno stesso tempo l'avidità degli Amministratori
del denaro pubblico, e la facilità di calunniare coloro, che amministrano le
fortune della Nazione, il far rendere conto esatto dell'amministrazione del
pubblico denaro:
Considerando,
che in ogni legittima forma di società esistono leggi, le quali di tal
rendimento di conti fanno una precisa necessità:
Considerando,
che questa necessità è ancora più urgente nel cominciare di una Repubblica, per
meglio formare la pubblica opinione, e 'l costume.
Decreta.
1. Che si debbano
rendere i conti da tutti coloro, che hanno amministrate rendite pubbliche, o che
per ragione del loro incarico, o per qualunque altra hanno ricevuto denaro
pubblico.
2. Che si cominci
dal farsi rendere i conti da coloro, che hanno amministrato, o ricevuto denaro
pubblico dall'entrata de' Francesi nella Città di Napoli.
3. Che tutti coloro i quali hanno da questa
entrata in poi ricevuto, ed amministrato denaro pubblico, debbano presentare ad
una Commissione, che si destinerà per rivedere i conti, un prospetto
documentato di esiti, e d'introiti fra dodici giorni dalla pubblicazione di
questa legge, altrimenti saranno considerati, e puniti, come dilapidatori della
fortuna pubblica.
4. La Commissione
per rivedere i conti, sarà di tre Membri, i quali si sceglieranno un
Segretario, e due Razionali.
5. I conti discussi
saranno pubblicati colle stampe.
6. Prima di essere
pubblicati i conti, saranno presentati dalla Commissione suddetta, alla
Commissione Esecutiva, la quale trovando dilapidazioni, frodi, o altri eccessi,
ne rimetterà il giudizio ai Tribunali competenti.
7. La presente legge
sarà pubblicata colle stampe.
PAGANO
Presid. - RUSSO Segr
Il Commissario del
Governo Francese approva; e poiché la Commissione Esecutiva, la quale dovrebbe
nominare i Commissarj per ricevere i conti, si trova principalmente composta di
membri dell'antico Governo Provvisorio, che dovrebbero trovarsi sottoposti alla
contabilità di cui si tratta, il Commissario del Governo Francese nomina per
ricevere, ed esaminare i conti, i Cittadini Domenico Toro, Giuseppe Rinaldi, e
Michelangelo Bozza -Napoli a 2. Fiorile an. 7. - ABRIAL.
Per
copia conforme - RUSSO Segr
La
Commissione Esecutiva decreta, che la presente legge sia stampata, ed eseguita,
munita del suggello della Repubblica.
Per
la Commissione Esecutiva.
CARCANI (FERD.) Seg.
Gen.
Napoli 2. Fiorile
Anno 7. Repubblicano
COMMISSIONE LEGISLATIVA.
Considerando,
che una delle cagioni, per le quali manca fra la Centrale ed i Dipartimenti la corrispondenza
sì necessaria all'unità, ed alla rapidità delle operazioni, si è l'ignoranza,
in cui sono i Dipartimenti delle operazioni del Governo.
Considerando, che l'essere subito informato delle Leggi,
e delle misure del Governo, contribuisce molto, così ad evitare i disordini, ed
a non fare invecchiare i mali, e gli abusi, come a far sentire più d'appresso
la vigilanza, e la presenza vigorosa del Governo, decreta:
1. Che si prenderanno subito i mezzi più energici, ed
opportuni, affinché in ogni settimana tutte le Leggi, ed altre carte di
pubblica Sanzione pervengano a ciascun Commissario di Dipartimento in tante
copie, quante sono le Municipalità del Dipartimento, e le altre Autorità ivi
costituite.
2. I Commissarj del Dipartimento faranno pervenire le copie alle Municipalità, ed alle
altre Autorità costituite per mezzo dei Commissarj di Cantone.
3.
Tutti coloro, che in questa Centrale, e nei Dipartimenti verranno incaricati
della esecuzione di questa Legge, mancando al pronto adempimento del dovere
imposto loro da essa, saranno sul fatto privati d'impiego, e resteranno
strettamente responsabili di ogni disordine accaduto per lo ritardato arrivo
delle Leggi, e di altre carte di pubblica Sanzione.
4.
La Commissione Esecutiva prenderà le più pronte, ed efficaci misure, perché non
siano trattenute nella Posta le carte pubbliche, le quali si spediscono nei
Dipartimenti.
5.
La Commissione Esecutiva resta incaricata della promulgazione, e pronta
esecuzione di questa Legge.
CIRILLO Presid. per PAGANO.
RUSSO Segn
Approvata
dal Commiss. del Gov. Franc. - ABRIAL.
Per
copia conforme - RUSSO Segr.
La
Commissione Esecutiva decreta, che la presente Legge sia stampata, ed eseguita,
munita del Suggello della Repubblica.
Per
la Comm. Esec. - CARCANI (FERD.) Segr.
Gen. Il Citt. Russo, membro, e Segretario di essa Commissione Legislativa, ha
data fin da martedì la sua dimissione.
Lettera di Giuseppe
Logoteta alla Citt. Fonseca Pimentel.
Mia cara Cittadina, ed Amica.
Ho letto nel vostro Monitore, e nel foglio di
Marcilly la notizia, che gl'Inglesi per
favorire Carolina, e sostenere fra di noi il di loro favorito sistema
dispotico, cercavano di procurare in Costantinopoli robe appestate per introdur
fra noi questo flagello micidiale.
Voi, e Marcilly non sapete tutte le risorse della
tirannide, e perciò vi siete inorriditi amendue.
Ma io, che so un poco quali sien le risorse de' re, che
ho sempre abborrito, voglio raccontarvi un Aneddoto, che forse è ignoto nel
mondo.
La peste di Messina,
e di Reggio fu introdotta a bella
posta per impedire i Tedeschi di entrare in questo paese; giacché i re di
Spagna, e di Francia erano allora due tiranni, che sostenevano un altro loro
compagno, non mica inferiore ad essi in delitti. La Deputazione della salute di
Messina composta di satelliti del tiranno, lasciò ad arte introdurre la peste
In quella Città, e sotto varj pretesti la fece ben dilatare, in modo che il
contagio passò nella Calabria, ove
durò molto tempo. Nel 1746. accortisine i Reggitani, (che non sogliono essere
tanto dolci di sale per non conoscere le tiranniche trame) tumultuarono, e
diedero di mano alle loro armi. Imperciocché osservarono, che il Governatore Ferri (di sempre infame, ed abominevole ricordanza) faceva artifiziosamente
ripullulare la peste, introducendo ne' luoghi spurgati persone e robe infette.
Li Reggitani armati tutti, corsero in massa per ammazzarlo; ma sia per la mala
condotta de' capi, o per qualche imprevista cagione, non vi fu altro che alcuni
colpi di schioppo, e pochi morti e feriti. Il
Ferri nascostosi in un fienile, come Acton,
e Mack han fatto a' tempi nostri,
si salvò. La cosa finì all'uso tirannico. Pochi popolari furono assassinati
legalmente, ed i nobili sempre veri amici de' re furono dopo poco tempo
indultati.
Ferri
si regolava colle istruzioni segrete,
che un altro mostro, chiamato Maoni, ch'era
allora Vicario Generale delle Calabrie, gli avea mandato. Era in quel tempo
Comandante della Piazza di Reggio il Colonnel. Giuseppe Burgati qu. Giovanni di
Valenza del Po, uomo virtuoso, e vero amico dell'uomo. Or non sapendo egli, che
il Ferri agiva in questo modo per
ordine di Maoni, ed ignaro essendo di
un così inumano mistero, cominciò egli stesso a far eseguire lo spurgo, e fra
pochi giorni la peste finì. Questa operazione, che in un paese libero lo
avrebbe ricolmo di gloria, che in Atene avrebbe meritato una statua, ed un
luogo per pranzare vita durante nel Pritaneo, fu la fatale cagione della rovina
di un tanto Eroe. Ferri scrive
l'accaduto a Maoni, questo ne dà
parte a Carlo, e costui, al quale
gl'infami adulatori anni sono, vollero, ma impotentemente, dar il nome di Grande, lo fa rinchiudere nel Castello
ignominiosamente, e dove dopo pochi giorni per l'acerbo dolore terminò i giorni
suoi. I Reggini lo sepellirono nella Cattedrale magnificamente, e dopo aver bagnato di calde lacrime
di riconoscenza il suo cadavere li posero una iscrizione, che attestava la, di
loro eterna riconoscenza. Questa era nelle mie carte, che all'insigne Lafragola piacque derubarmi nella terza persecuzione,
che alcuni schiavi de' re mi fecero sofferire, ed ho tutto il dispiacere di non
poterla perciò dar al pubblico .
Salute a Voi, ed a tutti i buoni
Cittadini.
Anno VII. Repub. 4.
Fiorile. Logoteta.
A quanto quì racconta il dotto ex
Rappresentante, vero modello de' buoni Cittadini, possiam aggiungere, che
l'altra peste sofferta nella fine del secolo passato in Messina, fu pur dono di
Marianna d'Austria, allora tutrice di suo figlio Carlo II. dopo che Messina
sollevatasi contra la tirannia spagnuola, e postasi sotto la protezione della
Francia, fu, prima favorita e protetta, indi venduta e sacrificata alla stessa
Spagna dai Cardinale, che regolava il gabinetto di Francia, e quindi univa
insieme tutte le perfidie di un gabinetto di Re, e di un gabinetto di Preti.
Che un simile dono dalla politica Spagnuola ebbe Napoli, nella terribile peste,
che la desolò dopo la famosa sollevazione di Masaniello: e il gran Gabinetto
d'Inghilterra, e il gran Ministro Pitt, che stan ora mercanteggiando la peste,
avevano nel principio della Coalizione fatto il gran progetto di affamar la
Francia; perché figlio delle speculazioni dei gran gabinetti, di gran Ministri
del gran Re, è il gran terno peste, fame,
guerra.
ISTRUZIONE.
REP. Rom. L'Istituto nazionale per adempire alla legge, che gli prescriveva
di formar un piano distinto di scuole superiori, e scuole primarie, ed aprire
ciascun anno in ciascuna delle due classi un concorso, pubblicandone il
soggetto, e ricevendo poscia ed esaminando le memorie de' concorrenti, per
aggiudicare, e proclamare i premj, ciascuno di 500 miriagrammi ha annunciato i
seguenti argomenti.
CLASSE DI MATEMATICHE, E FISICA.
Comporre
per la prima età, e per uso dell'uno, e l'altro sesso due libretti elementari, uno
cioè il quale nel modo più semplice, e palpabile insegni i primi rudimenti di
Aritmetica, e i modi più facili, e spediti di eseguire i computi che più spesso
occorrono nel commercio sociale; e l'altro che in vantaggio principalmente
de'maschi, presenti nell'ordine più adattato alla capacità de'primi anni le più
necessarie nozioni di Geometria, e di Meccanica applicate alle arti.
CLASSE DI FILOSOFIA, E BELLE LETTERE.
Comporre per uso delle scuole primarie della Rep. e perché possano essere scelti per insegnare sopra di essi a leggere i fanciulli si dell'uno che dell'altro sesso, uno o più libretti, i quali sieno principalmente indirizzati a formar loro di concerto lo spirito e il cuore, ed a sviluppar in essi i preziosi germi delle virtù morali, e repubblicane.
Il premio per l'uno, o per l'altro argomento sarà di 500
miriagrammi, o sia di scudi 215. - Tutti potranno concorrervi eccettuati i
membri dell'Istituto .
Genova.
Istituto nazionale 24. Ventoso. Il Citt. Massucco ha esposto
quanto saria conveniente, che le nostre colline, e montagne, che non sono
suscettibili di coltura fruttifera, o frugifera fossero piantate di alberi
selvatici, che servirebbero a molti oggetti, e se non altro per uso di legna,
di cui scarseggia molto questa Comune di Genova, e il doppio littorale della
Liguria.
15. Germile.
Si son lette tre memorie. La 1. del Citt. Marrè sulla lingua
italiana, che fu giustamente applaudita. La 2. del Citt. Rell, sulle massime, che convengono a un popolo libero. La 3. del
Citt. Tagliafico sopra un Teatro nazionale disegnato pel locale di S.
Domenico. L'Istituto ha deliberato, che questa memoria sarebbe rimessa al
Direttorio Esecutivo per incoraggiarlo ad eseguire il piano del Citt.
Tagliafico. La seduta fu chiusa colla presentazione di un Campione in argent plaqué lavorato in Genova da due
benemeriti Cittadini, che tentano di levare alla nimica Inghilterra questo ramo
d'industria.
Nella Prussia si è trovato il modo di
cavar lo zucchero da certe rape giallastre; 32 libbre di queste danno due
libbre circa di zucchero; Il Re ha esibito all'inventore 100 m. talleri per il
segreto; ma egli non gli ha accettati, e desidera solo godere per 10. anni del
privilegio esclusivo, e di un quadrato di 280 tese, col quale pretende poter
somministrare a tutta la Monarchia sufficiente quantità di tale prodotto .
Il Dott. Van Marum ha scoperto, e
provato molte volte con successo un mezzo semplicissimo di purificare l'aria
delle sale d'Assemblea, degli spettacoli, e degli spedali. Consiste nel
sospendere al palco una lampada fatta come quelle d'Argan, alla quale si adatta
un tubo, che passa al di fuori del tetto, e che si guarnisce di un ventilatore.
Il Dott. Van. Marum nella sua prima
sperienza riempì il suo laboratorio, ch'è spazioso, di fumo di frasche. Pochi
minuti dopo, che la lampada fu accesa, tutto il fumo spari, e l'aria
dell'interno si trovò perfettamente purificata.
L'Astronomo
Lalande scrive. Il Cittadino Vidal,
dilettante d'Astronomia a Mirepoir, ha osservata Venere intorno al disco
solare: ha veduto Mercurio a un mezzo grado del sole: egli ha osservato
quest'anno 141 volte il detto pianeta, tanto difficile a vedersi, che il gran
Copernico mori senza aver avuta questa consolazione. Il Cittad. Vidal ha fatte
egli solo più osservazioni, che tutti insieme gli Astronomi dell'Universo. Un
bellissimo Cielo, de' buonissimi strumenti, una vista acuta, un ardente zelo:
ecco qualità rare, ma preziose per l'astronomia.
Li 27. Nevoso (16 Gennaj o) vi fu un'occultazione di Giove,
cagionata dal passaggio della Luna su quel Pianeta. Questo curioso fenomeno
principiò a due ore della mattina, e finì a due ore e 50 minuti. La vista
naturale bastava per osservarlo. La parte oscura della Luna passò la prima
sopra Giove.
NOTIZIE DI GUERRA.
Sciaffusa 27. Marzo. Da
motti giorni si è aperto teatro di una sanguinosa guerra fra il Lago di
Costanza e il Danubio Superiore. Si era digià saputo che gli Austriaci avevano
distrutto a colpi di cannone il ponte stabilito da' Francesi presso Mainingen;
che i Francesi dopo aver passato il Reno, erano penetrati fino alle porte di
Feldkirck, ove s'impadronirono di due Ridotti; ma dovettero abbandonarli,
stante un rinforzo giunto al nemico. - Sappiamo ora che l'Armata di Giordano
marciando per riunirsi a quella di Massena tra Sciaffusa e Bregenz, ed il
Principe Carlo avutone avviso, distaccò dalla sua armata 16. compagnie di
cavalleria, e colla guida di un Sargente Francese disertore, si oppose non solo
alla marcia de' Francesi, ma nel di 20. dette loro battaglia, obbligandoli a
retrocedere: il conflitto fu sanguinosissimo: tutti si batterono coi maggior coraggio, e con scambievole fortuna: il
cannoneggiamento si sentiva nelle nostre vicinanze, e da qualche collina si osservavano i movimenti delle
armate: qui si stette in timore continuo, vedendo giungere sempre de' feriti.
La battaglia terminò sul far della sera. I Francesi ricevuti de' rinforzi,
attaccarono a vicenda gli Austriaci il di 24. tra Lingen, e Hizingen; la
battaglia fu sanguinosa come in prima; ma gli Austriaci dovettero cedere il
campo, e venendo respinti fino al di là di Engen, e di Stockak. IJArciduca
Carlo corse pericolo di esser fatto prigioniero dagli Ussari Francesi, se non
veniva liberato da' suoi. Una parte dell'Armata Repubblicana è attualmente
appoggiata al Lago di Costanza presso Zell; l'ala sinistra va fino a Meringen;
il Quartier Generale è a Gassingen, e il Generale Ferino è tra Engen e Stockak.
- Il Quartier Generale di Massena è stato trasportato nel Rehintal; e si dice
che i Francesi sieno penetrati nel Voralberg, e che Feldckirk con molti
magazzini sia in loro potere. - Abbiamo pure, che un considerabile rinforzo
proveniente dall'Armata di Bernadotte abbia passato il Reno presso Brissach .
Gli avvisi di Ancona portano la reddizione di Corfù a
russo-turchi! La guarnigione, composta di 900. uomini ha capitolato per
mancanza di viveri: è insorta subito lite fra' due alleati per l'occupazione
de' forti, l'hanno superata i Russi .
Le ultime notizie di Milano avean portata
la conferma dei gran vantaggi riportati da Moreau, che l'armata lo aveva eletto
generai in capo, ch'egli non voleva accettare, senza che ne venisse la nomina
dal Direttorio, ma Scherer si era dimesso. Jeri si è diffusa la notizia, che le
armate francesi abbian avuto in tutti i punti compiuta vittoria sopra tutte le
armate austriache, al Danubio, nel Tirolo, ed in Italia, coi triplice perfetto
trionfo di Jourdan, Massena, e Moreau. Si attende di sì gran notizia il
ragguaglio officiale, che daremo nel foglio di questa sera, che dobbiamo a'
nostri associati in ultima soddisfazione del passato trimestre.
Alla
Cittadina Eleonora Fonseca Pimentel.
Cittadina.
La
notizia a voi comunicata, che io sia stato impiegato nel geloso uffizio della
Posta non è vera. Sono ascritto alla Guardia Nazionale, ma nella classe de'
Contribuenti. Salute e Fratellanza.
Il Cittad. Arcangiolo
Sanseverino.
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