libertA'

eguaglianza

 

MONITORE    NAPOLITANO

 

QUINTODI’ 15. FIORILE ANNO VII. DELLA LIBERTA’;

 

I. DELLA REPUBBLICA NAPOLETANA UNA, ED INDIVISIBILE

 

(SABATO 4. MAGGIO 1799)

 

Secondo trimestre Num. 25

 

 

COMMISSIONE LEGISLATIVA

 

Presidenza di Cirillo il quale fa le veci di Pagano infermo.

 

La moltiplicità delle utili Leggi pubblicate dalla Commissione Legislativa ci esime da riferir partitamente le diverse sessioni per rapportarne piuttosto la risulta nelle medesime Leggi, e in varj interessanti messaggi diretti alla Commissione Esecutiva.

Dopo aver il Comitato Segreto continuata la discussione sulla legge della G.N. ed in ispecialtà sul controvvertito articolo della contribuzione; la Commissione riconobbe, che tal contribuzione doveva considerarsi per esenzione servigio, e non di tassa, e fu quindi imposta a 35 grana il mese per tutti.

Nella sessione de' 3. fiorile furono destinati Pagano, Pirelli, e Galante per formar il piano di un indulto generale, e decretato alla C.E. il seguente messaggio.

 

Napoli 3. Fiorile ann. 7.

 

LA COMMISSIONE LEG. ALLA C.E.

 

L'ignoranza nella quale vive il Popolo, le voci menzogniere, che spargono i satelliti di Carolina per ingannarlo, e i timori malfondati di un triste avvenire, sono stati ostacoli al progresso della fortunata nostra rigenerazione, e a' progressi dello spirito pubblico: vincere questi ostacoli è opera d'un saggio governo. S'istruisca dunque il Popolo, s'illumini sù i suoi veri interessi, allora sarà esso in grado di resistere alle ree seduzioni, e potrà contare sull'infallibile, ed eterna durata della Repubblica.

A d'avviso la C.L., che un bullettino periodico scritto da penna repubblicana in linguaggio toscano, e in vernacolo nostrale, tal che fosse all'intelligenza di tutti, che contenesse le notizie più interessanti sì patrie, che straniere; possa in parte condurci a così utile intrapresa.

 

Le prime impressioni che acquista il Cittadino al sortir di casa, e prima d'impiegarsi nel suo magistero, difficilmente si scancellano dalle voci seduttrici, che tendono a spaventarlo, e traviarlo nel corso del giorno.

 

La C.L. dunque v'invita, Cittadini, a celeremente creare una cmmessione di tre scrittori probi, e repubblicani, i quali abbiano l'incarico di redigere un bullettino periodico scritto nelle mentovate due lingue in due colonne, che contenga le nuove officiali tanto interne che esterne, e si faccia affiggere negli angoli più frequentati della Città, particolarmente ne' quartieri del mercato; molo piccolo, e Santa Lucia, procurando se fosse possibile di farne fare a suon di tromba, e voce sonora anticipatamente la lettura da individui all'oggetto destinati.

Nulla si trascuri cittadini, di quanto possa contribuire alla consolidazione della Repubblica e alla diffusione de'lumi. Lo scopo delle vicendevoli nostre cure deve essere la felicità del popolo; l'allontanamento di ogni male.

 

Possono i nostri lettori rammentarsi, che cosa consimile è stata da noi molto anticipatamente proposta nel nostro n. 10, solo in vece della pubblicazione a suon di tromba, noi proponevamo la lettura dai pulpiti, ed i pubblici leggitori nelle piazze.

Con altro messaggio dello stesso giorno la C.L. invita a passare subitamente gli ordini alla Commessione di Polizia, che da ora in avanti si occupi unicamente delle cause rivoluzionarie, e tutte le cause di diversa natura le rimetta alla G.C. nazionale Criminale, o al Dicastero centrale, qualora sia di sua pertinenza.

Ai 4. Russo legge un progetto di legge di Polizia di Pagano infermo, attinente alle attuali circostanze I. Se ne apre la discussione, diviene clamorosa, il presidente intima di continuarla in Com. Segr., nel quale si ordina la stampa del progetto, e copia a ciascuno de membri onde meglio discuterlo.

Con due diverse leggi ambe del 4. Fiorile, e sanzionate dal Commiss. Abrial nel giorno 7. la Com. L. considerando in una, che la Legge contra degli allarmisti è rimasta inseguita per l'indolenza, e la poca energia di alcune Autorità costituite, decreta provvisoriamente:

I. Che tutte le Autorità costituite, cui appartiene, contra delle quali siasi provato di non aver prese tutte le misure energiche per denunziare a chi spetta, o fare arrestare gli allarmisti, ed i controrivoluzionarj, saranno puniti come prevaricatori con tutto rigore.

2. Che tutte le Autorità costituite, le quali per private vendette, o per altri fini particolari abusassero delle facoltà accordate loro dalla Legge, convinte che sieno di tal'abuso, debbano essere punite con tutto il rigore, come prevaricatori, ed obbligate alla indennizzazione de' danni sofferti dagli oppressi.

3. Che la Commissione Esecutiva con tutta l'energia farà rigidamente eseguire questa legge.

Coll'altra legge decreta:

1. Che in tutti li proclami de' particolari, avvisi al pubblico, progetti ce., che si pubblicano colle stampe, sia messo non solo il nome dello Stampatore, ma benanche il nome dell'Autore distesamente, ed a lettere majuscole in fronte.

2. Che sia però permesso di conservare l'anonimo agli Autori de' libri, o fogli periodici, restando a carico dello Stampatore di mettervi in fronte il suo nome, e conservare presso dì se lo scritto originale firmato dall'Autore, affine che contenendo questi libri, o fogli periodici, delle proposizioni contrarie alla tranquillità pubblica, o tendenti a richiamare la tirannia Regale, se ne possa dalle Autorità costituite, alle quali spetta, sapersene gli autori, e procedersi contra de' medesimi col rigore della legge: in caso contrario ne resti mallevadore lo Stampatore, e punito a norma delle leggi secondo le circostanze.

3. Che la Commissione Esecutiva resti incaricata di questa legge.

A 5. fiorile la Commiss. Legis. ha mandato il sequente messaggio alla Commiss. Esec.

 

Estata prevenuta la Commessione Legislativa che da voi siensi dati gli ordini di far passare nella Tesoreria Nazionale alcune somme di credito della Nazione. La Comm. Legisl. non vi si oppone. Crede però necessario che dette somme si accreditino in testa non già di un membro di essa tesoreria, come sinora si è pratticato, ma di tutti e tre, e per la stessa ragione non si possano esitare che colla firma di tutti e tre, e ciò si prattichi anche in avvenire.

Per conservare una certa regolarità nelle spese, che bisognano per le urgenze dello stato trova regolare, e necessario la Commiss. Legislativa di mettere sotto la sua disposizione tutto il danaro della Nazione. La Comm. Legisl. passa all'intelligenza della Comm. Esec. questa sua determinazione prevenendola, che tutto il danaro, che le potrà d'ora in avanti bisognare, lo chiederà con un messaggio a questa Com. Legisl, mentre con altro messaggio sì darà essa la premura di metterlo subito alla disposizione della Commiss. Esec.

 

                   Salute e fratellanza.

                   Cirillo Pres. ‑ De Tommaso Segr

 

Cori legge degli 8. Fiorile La parte dell'imposizione chiamato testatico, rest' abolita in tutto il territorio della Repubblica Napoletana .

Non si è ricevuta per anche la sanzione, e perciò non si è pubblicata la legge per l'estinzione del debito de' banchi; si dice, ch'essa abbracciando i diversi mezzi progettati per tal fine; ammetta tontina, lotteria, e vendita di beni nazionali.

 

COMMISSIONE ESECUTIVA

 

Regolamento di sicurezza pubblica

al bisogno pel Comune di Napoli.

 

1. Si avvertirà una ritirata generale con tre colpi di Cannone, che si tireranno da'Castelli Nuovo, dell'Ovo, e del Carmine.

2. Allo scoppio di questi tre colpi tutte le botteghe, tutti i bassi, tutte le porte, tutti i portoni saranno chiusi. I Cittadini di di ogni età, e di ogni sesso, senz'eccezione per chicchesia, sono invitati a raccogliersi nelle rispettive abitazioni, ne' rispettivi siti, ove esercitano i loro mestieri. Le Chiese, e tutti i Ministri della Religione, gl'Individui della Guardia Nazionale non prestanti servizio, gl'impiegati al Governo, meno gli Alabardieri, e Segretarj, e gli addetti al Segretariato, tutti debbono esser compresi nella esecuzione di questa Legge.

3. La Guardia Nazionale in attività si raccoglierà rispettivamente ne'dodici Quartieri desinnati: gl'Individui della Marina, i Soldati di linea, la Giandarmeria si riuniranno ne'Quartieri loro addetti unitamente a 'loro Uffiziali, Uffiziali Maggiori, e Generali.

4. Tutti i Patrioti cogniti, e tutti quelli, che costoro garantiranno per amici della Libertà a loro precisa responsabilità di vita, hanno il permesso di riunirsi ne' Quartieri della Guardia Nazionale, di prendere le armi se convenga, e di marciare sotto gli ordini de' Superiori, che la comandano.

5. Il Governo Provvisorio riunito ne' siti rispettivi sarà permanente, e saranno permanenti tutte le autorità Militari, e Politiche. Egli terrà delle comunicazioni di Fanteria, e di Cavalleria, per concertarsi col Generale in Capo, col Comandante della Piazza, e con tutte le autorità, o di servizio attuale, o di riserva

6. Tutti i Cittadini, che s'incontreranno per le strade un quarto d'ora dopo de' tre tiri di cannone de' Castelli Nuovo, dell'Ovo, e del Carmine saranno arrestati dalle Pattuglie, e detenuti, se si rinvengono senz'armi, e saranno fucilati senza forma di giudizio; se si ritroveranno armati, o di arme bianche, o di arme da fuoco.

7. Tutte le Guardie destinate alle porte del Comune di Napoli non permetteranno l'entrata, o l'uscita a chicchesia, aumentando il numero delle Sentinelle, sino all' accerto di questo intento.

8. Le Pattuglie della Guardia Nazionale, e le Giandarmerie de' posti saranno triplicate co'Soldati Francesi.

9. Le Pattuglie che arresteranno i controventori per le strade faranno nel momento l'atto dell'ingenere, se si rinvengono armati, e sei ore dopo l'arresto, da un Consiglio subitaneo di Guerra di cinque Uffiziali Maggiori della Guardia Nazionale, verificato l'atto dell'ingenere, si farà eseguire la fucilazione, dandone riscontro al Governo Provvisorio dopo l'esecuzione.

10. Dopo i tre colpi avvertenti la ritirata, se ne spareranno cinque per la chiamata, ed allora sarà permesso ad ogni Cittadino di ritornare alle sue occupazioni pubbliche.

Questi regolamenti saranno affissi pubblicamente per tutt'i Quartieri di Napoli, e per due giorni consecutivi se ne farà la pubblicazione per Trombetta in tutti i suddetti Quartieri.

Napoli g. Fiorile anno. 7. Repubblicano.

 

ERCOLE D'AGNESE Presidente.

                                      CARCANI (FERD.) Seg. Gen.

 

Si è ripubblicata la legge del Gen. Macdonald contra gl'insurgenti, e da noi riferita al num. 11 . coll'aggiunta de' seguenti articoli .

Art. 15. Gli attruppamenti in pubblico, che sorpassano il numero dieci persone son proibiti, e gli attruppati saran giudicati fino alla pena di morte. In caso di resistenza la forza armata procederà contro esse militarmente.

Art. 16. Al terzo colpo di cannone, che si tirerà dal Castello S. Eramo ogni Cittadino deve ritirarsi a casa sua, fuorché quelli, che sono in attività nella Guardia Nazionale, o nell'attual servizio del Governo. Tutti i portoni devono restar chiusi. In caso dì controvenzione, la forza armata agirà militarmente.

Art. 17. Tutti i Cittadini, i quali avranno intelligenze, o qualunque commercio con gl’Inglesi, o con qualunque nemico, sia direttamente, sia indirettamente, saranno giudicati come ribelli, e puniti colla pena di morte.

Art. 18. In caso, che gl'insurgenti dimandino il perdono, se si rendono, il Governo della Repubblica Napoletana è autorizzato ad accordar loro l'indulto, prevenendone il Generale in Capo.

Art. 19. La Commissione Militare procederà alla verificazione del fatto, e condannerà i prevenuti nella spazio di 24. ore alle pene di sopra comminate.

Il Commissario del Governo Francese Abrial considerando che la divisione de' Dipartimenti fatta dal Gen. Championnet a 21. Piovoso presenta delle molte difficoltà; ha ordinato, che il numero de' dipartimenti sia per ora qual era quello delle antiche Provincie restando la medesima estensione, e confini, cambiando solo i nomi ed aggiuntovi dippiù il dipartimento di Napoli .

 

          Nomi delle antiche                   Nomi de'                     Luoghi principali

          Provincie.                                 Dipartimenti.             di ogni Dipartimento.

 

Napoli colle sue dipendenze.               Vesuvio                               Napoli.

Terra del Lavoro.                                Volturno.                            Capua.

Principato Citra.                                 Sele.                                    Salerno.

Principato Ultra.                                 Calore.                                Montefusco.

Capitanata in Contado di Molise          Gargano.                             Lucera.

Basilicata.                                           Bradano.                             Matera.

Terra di Bari.                                      Ofanto.                               Bari.

Terra d'Otranto.                                  Leuca.                                Lecce.

Abruzzo Citra.                                    Aterno.                              Chieti.

Teramo.                                             Gran Sasso.                       Teramo.

Calabria Citra.                                     Crate.                                Cosenza.

Calabria Ultra.                                    Sagra.                                Catanzaro.

Abruzzo Ultra.                                    Fucino.                              Aquila.

 

Giungono tuttogiorno nuove bandiere, che la divisione del Gen. Watrin acquista su gl'insorgenti del Dipart. del Sele.

Dimani mattina si benediranno le bandiere, che il Gen. in Capo ha regalate alla Guardia Nazionale, e si brucieranno solennemente quelle tolte a' ribelli .

Giovedì partirono le truppe Francesi pel campo a Caserta, ov'è stabilito il quartier generale.

Oggi il Gen. in Capo è venuto di là a pranzo qui dal Governo per indi assistere in gran parata alla processione delle ampolle di San Gennaro solita farsi in ogni primo sabato di Maggio  ‑ A motivo dell'abolizione de' sedili le dette ampolle colla testa si trasporteranno per far la liquefazione nella Chiesa della Trinità Maggiore.

I tentativi inglesi sono stati valorosamente respinti da' nostri Cannonieri nella batteria di Baja, Miniscola, e Fumo, mandando anche un de' loro lancioni a picco.

Le ceneri dell'illustre Garofano riceverono da' Francesi gli onori funebri in Castellamare .

E’ giunto in questa settimana la posta di Chieti.

A 11. Fiorile Si pose in marcia Domenico Muscati alla testa de' Patrioti che volontariamente si sono offerti per raggiungere la Colonna Francese, la quale sul mezzodì scoperse ch'era già alle mani cogli Insorgenti nella spianata di Monteforte sulla strada che porta ad Avellino, e furono vigorosamente rispinti. Non contenti di ciò ritornarono poche ore dopo a fare più vivo assalto, ma furono anche costretti a ritrocedere .

Essendo capitato in Lecce il pseudo Principe ereditario col suo Esercito, crebbe in quel popolo l'insurrezione, li di cui primi semi aveano di già gettato gi'intemi Allarmisti. I coraggiosi patrioti però non lasciarono di sostenere con le armi quella libertà, che senza contrasti aveano proclamato, subito dopo la rigenerazione di questa centrale. Si segnalarono in questo rincontro i Cittadini Giuseppe Capone, Giuseppe de Rinaldis, Giuseppe Cosma, e Berardino Perrone, tutti Avvocati di quella Città : costoro intrepidamente si conferirono alla presenza del finto figlio di Ferdinando, e lo smentirono, caratterizzandolo per un impostore, ed un brigante al cospetto di tutto il popolo, che avvertirono a non prestar fede a costui, ma di mantenersi saldo nella già stabilita Democrazia. Ben presto però toccò loro sperimentare le conseguenze di un tanto coraggio: il Cittadino de Rinaldis fu rinchiuso nel carcere di quel Tribunale, ed il successivo suo fato è ignoto per ora; i rimanenti furono fatti arrestare, e quindi vennero dalla truppa de rivoltosi trasportati nel Castello di Brindesi, e destinati alla consumazione del di lei furore. Si crede ora con fondamento, che i menzionati Patrioti siano liberi dalla prigionia, mercé il soccorso delle armi francesi, che si sono impadronite, come è noto, di quel Forte, dopo aver battuto, e fugato gl'Insorgenti, che l'occupavano.

 

NOTIZIE DI GUERRA

 

La Cisalpina è tutta in armi. Si son in Milano riaperti i Circoli costituzionali. Sono indubitati i vantaggi di Moreau, non si spiega però con chiarezza, se i francesi siansi di nuovo inoltrati sotto Verona, ostian tuttavia in Legnago. Continuo è il rinforzo di truppe francesi, che scende dall'Alpi; si attende Augereau con 30 m. uomini.

Nella Germania il Principe Carlo, superiore di numero ha avuto vantaggio a Pfullendorf, ma i francesi l'hanno avuto a Duttlingen. Jourdan per cagion di salute aveva dato il comando ad Ernouf, capo del suo stato maggiore. Egli è tornato a Parigi, il Direttorio ha spedito un Corriere a richiamare Joubert dal seno della sua famiglia; e si assicura per mandarlo alla testa di quell'armata e notizia carissima a' patrioti italiani, sarà restituito alle armate anche Championnet.

Ecco la posizione delle armate Francesi: dal Reno alle sorgenti del Danubio, indi da quelle dell'Inn a quelle dell'Adige fin al Po.

Secondo alcune notizie Sciaffusa era scoperta, e ciò si credeva uno stratagemma militare; secondo altre, un considerevole corpo di truppe è stabilito innanzi quella Città, e l'armata di Jourdan conserva per mezzo del lago di Costanza la comunicazione con quella di Massena, padrone di quasi tutto il Tirolo. Il Direttorio Elvetico ha con severa legge proclamata la coscrizione militare. I rinforzi alle armate concorrono da ogni parte.

 

Rastadt, 15 Germile.

 

Il Principe Carlo ha pubblicato il rapporto seguente sull'azione succeduta nel dì 5. tra l'Armata sua, e quella del Generale Jourdan.

 

Rapporto dell'Arciduca Carlo.

 

«Nel. dì 4. Germile, io feci partire l'Armata da Pfullendorf, ed occupare un campo innanzi Stockach; l'ala dritta fu situata sull'alture di Malsbica verso Nellembourg, e l'ala sinistra pel ponte del pedaggio verso Wallwics; tre battaglioni di Lascy, dell'ala sinistra, furono postati per coprire quest'ala sull'alture d'Espingen. I miei posti avvanzati s'inoltrarono fin a Geislingen, Eigeldingen, e sull'alture di Lipringen: il General Maggiore Conte di Meerfeld prese in questi contorni 3. cannoni, e fece molti prigionieri.

«Nel dì 5. alla punta del giorno, il General Jourdan attaccò i miei posti avvanzati con vigoroso assalto, dopo che la sua ala dritta aveva ricevuto de' considerevoli rinforzi dalla Svizzera, e la sua ala sinistra dal Danubio. I nemici s'avvanzarono in tre colonne, cioè sul rialto di Singen verso Geislingen, sul riatto d'Engen per Ach, e sul rialto di Tuttlingen per Lipringen.

 

«Le sue forze principali furono dirette verso l'ala dritta. li Generai Maggiore Conte di Meerféld, la di cui Vanguardia era stata da me rinforzata il giorno antecedente, fu costretto in conseguenza a retrocedere con una parte delle sue truppe nella Foresta situata tra Liptingen, e Stockach; mentre l'altra parte di queste medesime truppe fu respinta fino a Schwandorff.

«Il nemico inseguì il General Meerfèld dentro la foresta con tale celerità, che tra poche ore egli giunse all'estremità della foresta, che ha un miglio di lunghezza. Il suo disegno era di prendere alle spalle i nostri posti: e tutto fu da lui tentato per riuscire in questo piano. Egli ebbe il vantaggio dalle cinque ore della mattina, fino alle due dopo il mezzogiorno; indi marciò innanzi coll'ala sinistra in cinque divisioni. lo aveva fatto passare alcuni battaglioni di fanteria dell'ala sinistra per rinforzare l'ala dritta; ma malgrado questo rinforzo, sarebbe riuscito impossibile di respingere il nemico, la resistenza del quale era al più alto grado ostinata, senza la bravura singolare di alcuni Regimenti di fanteria. Alle due dopo il mezzodì fu obbligato di cedere, e fu cacciato dalla Foresta, benché più volte abbia ripreso posto. Il Feld Maresciallo Tenente, Principe di Furstemberg, restò ucciso in questo attacco. Il general Maggiore di Stipkitz subentrò in sua vece, ed eseguì colla più grande bravura, e fermezza l'ordine importante, di cui era incaricato.

«Il Feld‑Maresciallo‑Tenente Principe d'Anhalt Cathen, si segnalò in questa stessa azione. Egli smontò da cavallo, e si mise alla testa di due battaglioni di fanteria, e li condusse al fuoco. Dopo che i miei Granatieri uscirono dalla Foresta, li fece marciare innanzi sotto il comando del Feld‑Maresciallo‑Tenente, Conte Wncent de Kollovrach, come pure i due Regimenti di Corazzieri, Nassau e Mack. Mentre questi Granatieri si schieravano, i Carabinieri Francesi tentarono di assalirli: Nassau e Mack marciarono innanzi su di questi Carabinieri, li respinsero con grande perdita; e nello stesso momento la Fanteria Francese fu attaccata da i nostri Granatieri, che pur la respinsero. Quasi una mezza brigata fu fatta prigioniera, e la nostra Cavalleria s'impadronì d'un pezzo di cannone.

«Il Feld‑Maresciallo‑Tènente Conte Riezel, il quale respinse il nemico alla testa della Cavalleria, si è sopratutto distinto in questa occasione.

«In seguito di questi avvenimenti i Francesi si ritirarono fino a Liptingen; ma fu impossibile d'inseguirli più lontano, essendo sopravvenuta la notte.

 

«La perdita, che soffri il nemico nella sua ala sinistra, ed i replicati attacchi, ma infruttuosi, della sua ala dritta contro la mia sinistra, lo forzarono alla ritirata.

 

Al Feld‑Maresciallo‑Tenente, Conte di Nauendorff, il Generai Maggiore, Principe di Schvartzberg, ed il Conte Giulay si contradistinsero particolarmente in quest'ala.

«La notte ultima, l'ala dritta del nemico passò il Danubio per Oefingen, e Singen, ed indi per Engen, ed Helfingen, e l'ala dritta per Tuttlingen.

«Dopo un rapporto, che ho avuto, l'ala dritta del nemico si è già ritirata fino a Schaffhousa».

Il Principe Carlo ha indirizzato, colla data de' 10., un proclama agli Svizzeri, in cui tiene loro il più amichevole linguaggio, e promette di mantenerli ne' loro dritti, nella loro libertà, indipendenza, e possessioni. Ma la passata condotta dell'Austria verso la Nazione Elvetica distruggerà senza dubbio l'effetto, che il Principe Carlo cerca di ottenere con questo tratto politico.

Strasburgo 9. Germile. Il Gen. Chateauneuf‑Randon ha oggi ricevuto dal Gen. Jourdan la seg. lettera in data de' 26. dal Quartier Generale di Veiller, presso Dutllengen.

«Da' 30. Ventoso io ho sostenuto contro il Principe Carlo molti fatti d'armi importanti nell'ultimo che ha avuto luogo a' 5, ed è durato tredeci ore, io sono restato padrone del campo di battaglia, ed ho fatto quattro mila prigionieri. Ma l'Armata nemica, forte di 60 m. uomini, ricevendo ogni giorno de' rinforzi, lo mi trovo benché vittorioso costretto a ritrocedere. lo coprirò le gole della Selva nera dimodoché il dipartimento del basso‑Reno non abbia nulla a temere, e mi porterò avanti subito che mi saranno pervenuti i rinforzi, che mi sono stati promessi.

1 rinforzi che il Gen. domanda gli giungeranno fra poco. D'ogni parte sono in marcia de' numerosi corpi di Truppa per la sua armata.

 

Essendo stati liberati dal Tesoro Nazionale al Citt. Giuseppe Lozza, ex-Capitan Comandante d'Artiglieria, la somma di duc. Centoventinove, e grana novantanove per le sue paghe de'due mesi Piovoso, e Ventoso; egli, non avendo in tal tempo prestato servizio alcuno, a causa de'suoi acciacchi di Salute, che lo impediscono di servire, stimò essere della sua onestà non riceversi la detta somma, rilasciandola in mano del Commissario di Guerra Ciafrone, dal quale glie ne tu offerto il pagamento, e di esporlo al Comitato Militare del Governo Provvisorio. Fin de'7. Germile eseguì tal suo dovere, ma non avendone riportato alcun riscontro, fu nella necessità di replicarlo al Ministro della Guerra in una nuova memoria, che gli presentò a'26. dello stesso mese; in esito della quale ha veduto nella pubblica Tabella (le' 6. Fiorile emanato il decreto, che restituisca la liberanza fattagli al Commissario di Guerra Ciafrone, per tenerne conto.

Il Pubblico non informato de "fatti potrebbe credere, da tal decreto, che il suddetto Cittadino Lozza si fosse ricevuto un indebito pagamento e che poi sia stato obbligato a restituirlo, e potendo ciò giustemente ledere l'onesta di lui, che con troppo gelosia conserva, desidera, che tutti sappiano, che il pagamento, che nel suddetto decreto si dice dover egli restituire è quello istesso, che non ha voluto riceversi .