libertA' |
eguaglianza |
MONITORE NAPOLITANO |
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QUINTIDI’ 25. FIORILE ANNO VII.
DELLA LIBERTA; I. DELLA REPUBBLICA NAPOLETANA
UNA, ED INDIVISIBILE (MARTEDI
14. MAGGIO 1799) MAJESTAS POPULI Secondo trimestre. Num. 28 |
Il primo indizio d'interna virtù,
indizio, che si trasforma in arra de' futuri destini di un Popolo, è, che a
misura della difficoltà delle circostanze, cresca l'attività, ed il coraggio
negl'Individui. Così l'uomo si avvezza a trarre partito da tutte le sue
facoltà, e co' mezzi, che procrea a se stesso si rende superiore alle
circostanze, e padroneggia gli eventi. Noi cominciamo felicemente a dar
quest'indizj. Destituti, per le passate vicende, di ogni mezzo, cominciamo a
crearli; l'ardore, e l'attività cresce ogni giorno ne' Patrioti, ed ogni giorno
decresce in questo minuto Popolo la prima ritrosia, o apatia pel nuovo sistema.
Le sparse insurgenze, se affliggono, danno motivo a' buoni di riconcentrar le
loro azioni, ed esercita la vigilanza di tutti sulla pubblica bisogna.
L'attuale posizione d'Italia, non è
uno svantaggio: l'Italia resterà una Nazione guerriera, combatterà del suo, non
dell'altrui ferro cinta; si comprenderà
la gran verità, che un popolo non si difende mai bene, che da se stesso, e che
l'Italia indipendente e libera, è utile alleata; dipendente è di peso; perché
la libertà non può amarsi per metà, e non produce i suoi miracoli che presso i
Popoli tutti affatto liberi.
Per rimetter il buon ordine, e
tranquillare i nostri Dipartimenti sono stati nominati otto Commissarj
organizzatori, e sono i seguenti; del Vesuvio, Tirone; del Volturno, Ignazio
Falconieri; del Sele, e del Bradano, Ferdinando Ruggi (si dice che abbia
rinunciato); del Calore, Pier Gio: de Luca; del Gargano, Luigi Mastrolillo;
dell'Ofanto, e del Leuca, Amodio Ricciardi, dell'Aterno, del Gran Sasso, e del
Fucino, Stanislao Melchiorre.
Questa mane la nostra Cavalleria
destinata a partire per Puglia, in numero già di 1200., si è riunita a dar il
giuramento nel Largo Nazionale; l'ardore di distinguersi era dipinto su tutti i
volti, e il sacro amor della Patria, e della libertà infiammava gli occhi di
tutti. Essa si è formata in un quadro; hanno assistito il Ministro di Guerra
Manthonè; per la Commissione Legislativa i due Rappresentanti Mario Pagano, e Marcello Scotti; per l'Esectitiva
il Rappresentante Albanese. Il Ministro le ha dirizzato breve, istruttiva,
ed energica arringa, altra non men saggia arringa le ha diretta anche il
Rappresentante Scotti, il quale nella
sua doppia qualità di Rappresentante, e di Ecclesiastico, l'ha poi benedetta in
nome di Dio, e della Repubblica. Il Comitato Napoletano ha risposto a nome di tutti i suoi compagni, ed ha
ringraziato la Repubblica, giurato vivere, e morire per essa, la subordinazione
a' loro superiori, e l'obbedienza alle leggi. Immediatamente ha presa la marcia
per Nola, dove precede la Fanteria di due giorni E' uscita intanto
l'organizzazione di amendue. La Cavalleria è per ora di tre Reggimenti,
ciascuno di 12. Compagnie, e ciascuna di queste di cinquantaquattro uomini
montati, oltre i tre Officiali, Capitano, Tenente, e secondo Tenente. Della
istruzione diretta al General di Divisione Federici, sono rilevabili i seguenti
articoli.
I Capi di Squadrone sono
autorizzati a dare delle recreazioni pubbliche, purché si abbian presenti le
istanze della Repubblica.
Il Cappellano è incaricato di spiegare
ogni cinque giorni i principj della Democrazia. Egli deve istruire i Volontarj,
non già sul tuono di una predica; ma con l'espressione di un discorso familiare
e naturale. Rileverà il rispetto, che si deve alla proprietà de' Cittadini,
ispirerà l'amore per gli uomini, l'orrore pel delitto, e la sommissione alla
legge, ed alle Autorità costituite; in somma riunirà nella sua missione il
doppio dovere di conciliatore, e d'istruttore. I Patrioti sono incaricati di
riscontrare il Ministro della Guerra, pel canale de' loro Superiori Militari
del zelo con cui i cappellani eseguiranno quest'articolo.
I tre Reggimenti non sono completi,
e per le sofferte requisizioni di cavalli, neppure tutti forniti di cavallo, si
completeranno, e forniranno de' secondi nella Puglia per quanto sarà possibile.
La partenza del General Federici è differita per ora a cagione di sua salute.
Le Legioni di Fanteria, devono seguirli dopo due giorni; l'organizzazione se
n'è pubblicata anche stamattina. Esse si chiamano la Sannita, la Volturna, la Salentina, e la Lucana; ciascuna composta di tre Battaglioni, distinti col numero
1. 2. 3., ogni Battaglione di 9. Compagnie, delle quali una di Granatieri;
questa di 80., le altre di 120. teste, e tre Officiali per ciascuna, Capitano,
primo, e secondo Tenente. Coteste Legioni si completeranno in Puglia, dove stan
già pronti attendendole, e il noto Capitan Florio colla sua gente, ed infinito
numero di Patrioti.
‑ Partono anche in punto per Salerno cinquecento nostri soldati
con più pezzi di artiglieria, e 200. Francesi della guernigione di S. Eramo.
Disposizione generale di marcia per gli Uffiziali,
che debbono formare le quattro nuove Legioni.
1. Tutti gli Uffiziali destinati
all'organizzazione della Truppa di linea di fanteria, marceranno due giorni
dopo la data di questa determinazione. L'equipaggio di ciascuno sarà un
fagotto, e d'un fucile.
2. Essi dipenderanno dagli ordini
del Cittadino Matera, che li diriggerà nella loro missione; e perché questo
servizio non è tutto affatto militare, così non avranno altra dipendenza, che
la sua
3. Il Cittadino Matera stabilirà un
Consiglio di Amministrazione da regolare gl'interessi, il sostentamento, e
quant'occorra pe' bisogni di questa commissione. Le marce saranno tutte a
piedi, e da veri Repubblicani; ma si proccureranno transiti comodi, e per nulla
defatiganti. Rimane autorizzato il Cittadino Matera di fissare le Comuni, ed i
giorni da parmanervi.
4. Questa compagnia bivaccherà di tratto in tratto, porgendo
un esempio imponente de' disagi, che debbono soffrirsi nella carriera militare;
e ripartita in picciole aggregazioni di 30., o 40. Individui avranno comune la
mensa senza distinzione alcuna. Gli Uffiziali godranno la sola metà de' soldi,
di cui godevano, e giungeranno a goderli interi, e secondo la promozione
seguente, sul riscontro delle loro azioni, che mi sarà rimesso dal Consiglio di
Vigilanza.
5. Questo Consiglio sarà
permanente. Avrà per Presidente il Cittadino Matera, e per Membri i Cittadini
Rocco Lentini, Francesco Rossi, Pietro de Roche, ed Angelo d'Ambrosio. Esso
serberà un registro giornaliero della condotta di ciascun individuo: vi
rimarcherà gli atti di umanità d'ogni specie; le testimonianze di vera
fratellanza col Popolo; gli atti di temperanza, e di disinteresse; i riscontri
di coraggio, purché sian quelli della virtù; l'incoraggiamento ne' disagi; la
intrepidezza ne' perigli; la fiducia, ed il rispetto per la legge; l'orrore per ogni delitto, e per
ogni tiranno; e la ripruova di essersi operata la rivoluzione nel cuore,
calpestando coi fatti quell'infame linea di separazione, che distingueva
diversa specie tra' Cittadini. I risultati degli atti di questo registro, che
mi si faran giungere ogni Decade, verranno ammessi al godimento degl'interi
averi quelli fra gl'individui, che ne han meritata menzione; anzi se vi sarà
taluno, che vi si distinguesse con qualche atto speciale, godrà i soldi, che
corrisponderanno all'impiego, a cui sarà per esser promosso. Oggimai bisogna
convincersi, che nel Governo attuale non v'è miglior mezzo per promuoversi, che
quello di mostrare de' talenti, e della virtù.
6. Il Cittadino Matera è autorizzato a far prestare dal
Consiglio di Amministrazione tutt'i soccorsi, de' quali potrà bisognare
qualunque degl'Individui, che dirigge.
7. La Commissione di Vigilanza
rileverà dal Popolo i mali che ha sofferti; quelli, che lo affiggono:
rimarcherà lo stato della opinione pubblica sulla rivoluzione, e sulla
condotta, che han serbata le Truppe, ed i pubblici Funzionarj : rileverà con
precisione le operazioni de' Preti e di tutti gli addetti al culto della
Religione: in somma si darà le cure più minute per conoscere gli abusi, ed i
disordini, che vi si fossero introdotti, onde mettere il Governo nel caso di
rettificarli
8. Quando essi avran terminato
cotesto incarico della più gelosa importanza, allora si ricomporranno in forza
di Battaglioni, distribuendosi ne' varj Dipartimenti secondo la indicazione,
che sarà loro prefissa dal Cittadino Matera.
Ariano li 12. Fiorile.
Giuseppe de Logoteta alla
Commissione Esecutiva
Salute, e prosperità.
Cittadini, essendomi portato in
alcuni Dipartimenti in compagnia de' benemeriti Cittadini Stilo, e Ponticelli, passando
per questo Comune, pervenimmo fino a Bari. In questa occasione abbiamo
osservato, che lo spirito pubblico è da pertutto in profondo letargo, che
Commissari, o non ve ne sono, o quei, che vi si trovano sono incapaci di
esercitar questa carica gelosa, ed importante. Di fatti, se per fortuna nel
passaggio della truppa Francese in Ariano, non avessimo noi altri riparato al
disordine, che i malevoli volevano cagionare sul pretesto della contribuzione
imposta dal Generale Francese, vi sarebbe stata una rivolta. Ritornati dal
nostro viaggio, trovammo in Ariano notizie funeste della controrivoluzione
seguita in varj luoghi vicini, e ci accorgemmo, che il pericolo era anche
maggiore, se Mirabella, ed altre Comuni, avessero seguito l'istesso sistema.
Quindi per mezzo del Cittadino Luparelli,
tanto rinomato per le sue virtù Repubblicane, insinuammo a questa
Municipalità, di armar gente, per assicurare la tranquillità pubblica, e poter
tenere a freno i luoghi circonvicini. Per buona sorte il Comandante della
Guardia Nazionale è il Cittadino Florio, uomo
di coraggio e deciso patriota: l'armamento seguì felicemente, e jeri si è scritto
a Montefusco all'Udienza Nazionale, anzinché avesse armata gente per attaccare
alcuni paesotti insorgenti, nel tempo che da Florio si dovea attaccar Grottaminarda, ove un Prete scelerato avea
fatto tagliare l'albero della libertà, girando per le strade colle fetide, ed
abbominevoli immagini de' tiranni. Costui avea fatto arrestare tredici
patrioti, che dall'Ofanto givano a Napoli, e sul pretesto, che portavano le
barbette, e capelli tagliati, credendoli Giacobini,
al solito li trattò crudelmente. li Corriere spedito a Montefusco è stato
arrestato, giacché quel paese anche è in piena insurrezione. Un altro, che da
noi erasi a voi spedito con lettere fu arrestato ad Avellino, ove un certo Costantino de Filippis dispose
l'insurgenza, ma oggi da qui sentonsi le cannonate. Quei di Grottaminarda
rilasciarono i Patrioti, che aveano in ferri a richiesta del Cittadino Florio, e di già ne abbiamo alcuni fra
noi. li Cittadino Capuccio di Mirabella ha con molta virtù resistito alle
seducenti insinuazioni di un certo Acquaviva,
che volea tentarlo per far la controrivoluzione in quella Comune, ed avendo
chiesto gente da qui, si è mandato oggi un rinforzo, che se occorre, domani si
aumenterà. Noi già qui abbiamo aumentate le nostre forze, affinchè essendo
battuti per la via di Avellino gl'insurgenti, non possano ritornare in Puglia,
e cosi metterli in mezzo due fuochi, e non lasceremo cosa intentata per far
trionfare la causa della libertà, essendo mio naturale, che le forze, e le
facoltà intellettuali mi si aumentano in ragione delle difficoltà de' pericoli.
Stilo, Policarpo, e Luparelli, non cessano di essere
benemeriti della patria & consolando, &
consulendo. Cittadini, permettete che vi esponga una triste verità. Da per
tutto ove son passato, ho veduto trionfare gli Aristocratici, e quei, che sotto
il Tiranno succhiavano il sangue de' poveri; ed i buoni patrioti oppressi.
Trani fa spezzare il cuore ad ogni essere vivente, e ragionevole: le case de'
patrioti bruciate, ed i traditori, ed il Castellano passeggiano impuniti,
insultando le ombre onorate de' nostri eroi assassinati. Ascoltate una volta la
voce di un uomo che non ha che temere, né che sperare; e gradite la maniera
franca e sincera, colla quale si esprime. Viva la Repubblica.
Logoteta.
Dal Quartier Generale di Caserta,
il dì 20. Fiorile, anno 7. della Repubblica Francese una, ed indivisibile.
MACDONALD General in Capo
dell'Armata di Napoli.
AL SIGNOR THOUBRIDGE
Ho ricevuta, Signore, la lettera,
che mi avete fatto l'onore di scrivermi in data de' 6. Maggio (v. s.).
A seconda de' vostri desiderj dò
gli ordini, perché gl'Inglesi fatti prigionieri a Salerno sieno condotti al
vostro bordo. Quanto a' Napoletani presi a Castellammare, non posso, Signore,
considerarli come Inglesi, giacché essi son mantenuti, e pagati dal Governo
Siciliano (in guerra colla Repubblica Francese), e 'l cambio non può aver
luogo, che co' Francesi, i quali sono in potere di questo Governo. Vi rinnovo
dunque la domanda di farmi restituire il Cittadino Ribaud vice‑Console di
Francia in Messina, allora non solamente io vi farò rimettere tutt'i
prigionieri di Castellammare, ma ancora tutte le persone, che potrete ricercare
da Napoli. Aggiungo intanto a queste disposizioni una condizione, quella cioè
di rimandarne i Militari, i Membri delle Autorità costituite, ed i Patrioti
della Repubblica Napoletana, arrestati illegittimamente, o per tradimento dal
ribelli del paese.
Quando porrete fine, o Signore,
agli orrori d'una guerra civile, che voi suscitate? Voi cagionate la morte a
più migliaia d'innocenti sedotti, o traviati, e la ruina, la devastazione, e
l'incendio delle loro proprietà.
I militari soli, Signore, sono
l'oggetto della guerra, essi ne debbono sopportare tutt' i mali; ed lo reclamo
con confidenza la vostra lealtà, per risparmiare a' pacifici Cittadini le
sventure, che molti di essi han già provate.
Vi dichiaro, che l'Armata Francese
è risoluta a mantenersi nella sua conquista, ed a sostenere la Libertà, che
essa ha generosamente data ad un Popolo, che n' è degno. Questa dichiarazione
vi basterà senza dubbio, per farvi rinunciare ad un genere di guerra, che vi
tira addosso le maledizioni di tutti gli amici dell'umanità.
Sono con una perfetta
considerazione.
Il Generai in Capo MACDONALD.
Napoli 4. Fiorile anno 7.
LA COMMISSIONE LEGISLATIVA
Considerando, che l'energia de'
bravi nostri Repubblicani, qualora sia ben diretta, basta ad assicurar
fermamente la nostra libertà contra di qualunque sforzo degl'interni nemici.
Considerando, che per le nere
trame, e per le perfide arti di pochi nemici della tranquillità, e del pubblico
bene si è introdotto qualche disordine nella Guardia Nazionale.
Considerando, che con alquante
opportune misure si può ristabilire nella Guardia Nazionale il buon ordine, la
disciplina, e la rapidità delle sue operazioni, decreta:
l. Tutte le leggi pubblicate finora
per la Guardia Nazionale restano in vigore, salvo per quelle cose, che si
trovassero mutate colle disposizioni di
questa legge, la quale sarà solo per questa Centrale per ora, fino a che
si sia con opportune modificazioni adattata benanche a' Dipartimenti.
2. Tutti i Cittadini di questa
Centrale da' sedici a' sessant'anni inclusivi, sono compresi nella Guardia
Nazionale.
3. Le Municipalità coll'assistenza de'
Parrochi, e de' Capitani di Ottina presenteranno fra dodici giorni la nota
coll'abitazione di tutti i Cittadini da' sedici a sessant'anni.
4, Non sono compresi nella Guardia
Nazionale i giornalieri, e gli altri indigenti, non gli storpj, i ciechi, aneurismatici,
cioè quei, che soffrono dilatazione di arteria, epilettici, ed idropici; e
questi saranno esentati dopo l'esame fatto da tre Professori di Medicina probi,
e di conosciuto civismo.
5. I compresi nella Guardia
Nazionale saranno divisi in due classi, una sedentaria, e l'altra attiva.
Quelli della classe sedentaria non sono tenuti al servizio personale, ma solo a
pagare una certa somma al mese: quei della classe attiva saranno tenuti al
servizio personale, senza che se ne possano esentare con qualunque pagamento.
6. Degli ascritti nella classe
attiva si formeranno sei Legioni. Ogni Legione avrà un Quartier Generale:
saranno ascritti in ciascuna Legione gli individui, che si trovino ad abitare
più vicini al Quartiere, per quanto lo permetteranno le circostanze.
7. Spetterà alla Piana Maggiore
della Guardia Nazionale di assegnare alla classe attiva, o alla sedentaria gl'
individui notati nella Guardia Nazionale, e rimarrà risponsabile della scelta.
8. Ciascuno della classe sedentaria
pagherà trentacinque grana effettive al mese per quel servizio attivo, che non
presterà alla Patria.
9. I Preti non indigenti, i Monaci
di qualunque carattere, ed osservanza, eccetto i Mendicanti non possidenti
saranno nella classe sedentaria, e pagheranno come gli altri, che sono in essa.
Se alcuno di loro in vece di pagare vorrà fare il servizio personale se glie si
lascia la piena libertà, purché venga creduto atto dalla Piana Maggiore.
10. I Funzionari pubblici, cioè i
membri dei due poteri Legislativo, ed Esecutivo, i Ministri, ed i Segretarj
Generali sono nella classe sedentaria fra i contribuenti.
11. GI'impiegati al servizio della
Repubblica sono nella classe attiva, e saranno ammessi fra i contribuenti nel
solo caso, che qualche giusta cagione non permetta loro di fare il servizio
personale.
12. Quei fra gi'impiegati, che
abbiano qualche posto nella Guardia Nazionale, qualora non bene adempiano ai
doveri loro dell'una, e dell'altra carica, saranno costretti dalla Piana
Maggiore a rinunziare al posto della Guardia Nazionale, ed allora faranno il
servizio personale, se non vengano per giuste cagioni ammessi fra i
contribuenti.
13. I Funzionarj pubblici, che
avessero qualche posto nella Guardia Nazionale ne sono privati con questa
legge.
14. Nessun Cittadino della classe attiva può dispensarsi
dalla sua Guardia senza il permesso del suo Capitano, il quale dovrà in
iscritto dar conto al suo Capo di
Legione de' motivi, che avranno indotto ad accordare quel permesso.
15. Coloro, che senza permesso del
loro Capitano mancheranno alla Guardia, saranno puniti a tenore delle leggi
militari. Perché non si dia luogho a' pretesti, i Generali e gli Mutanti
Generali restano incaricati sotto la più stretta risponsabilità di prendere
tutti gli espedienti più facili, e pronti, acciò si sappia due giorni prima la
volta del rispettivo servizio.
16. L'Amministrazione Militare
impiegherà dietro i convenevoli informi buona porzione del denaro ricavato dai
contribuenti in ricompensare le fatiche straordinarie di quei Cittadini, che
dotati di vero animo Repubblicano, ed ardenti di sincero amor della Patria,
mancano di beni di fortuna, e vivono coi proprj travagli.
17. Tutti coloro, che non essendo
Cittadini della Repubblica Napoletana vogliono essere ammessi al servizio
attivo della Guardia Nazionale, debbono ottenere il permesso della Piana
Maggiore, che non l'accorderà, se non sull'attestato di civismo in iscritto di
tre onesti cogniti Cittadini, e colla risponsabilità loro.
Sarà continuato.
NOTIZIE STRANIERE.
Rastadt 11. Germile. Due nuove battaglie si dicono seguite: una a' 27., e l'altra a' 28. del
cadente mese: della prima il General Jourdan scrive a questa Deputazione
Francese in data de' 27. da Villingen quanto appresso. «L’Arciduca Carlo
postato fra Tuttlingen e Stokak mi ha di nuovo attaccato: la vanguardia
Austriaca che era a Tuttlingen fu però battuta e posta in disordine: il nemico
riceveva continui rinforzi, e la battaglia è durata fino a notte con grande
ostinazione: si sono fatti 5 mila prigionieri con molti Uffiziali». Della seconda
battaglia, che dicesi accaduta presso Villingen, non abbiamo dettaglio.
Sappiamo solo che il 28. le due Armate erano a fronte nella Svevia: il Quartier
Generale di Giordano era a Schramberg. Le truppe Francesi occupano al presente
con molta forza le gole che dall'interno della Svevia conducono nella Valle di
Kinzing, e nella Selva Nera: le posizioni sono vantaggiose, e vi si possono
mantenere fino all'arrivo de' rinforzi, che si trovano in marcia.
Altra di Rastadt 12. Germile. Dopo le azioni del
dì 27. e 28. non sappiamo che sia seguita altra importante battaglia. Nel dì
28. il Quarfier Generale dell'Arciduca Carlo era sempre a Stokak: il General
Staray lo aveva a Stadt Voringen. I Francesi occupavano in faccia a' nemiei,
sulla sinistra del Necker, i posti di Rotweil, Dornau, e Oberdorf ricevendo
continui rinforzi dai Corpo comandato dal Generai Humbert. Sappiamo che nello
stesso giorno entrarono in Graben, un'ora distante da Philisburgo, 600. soldati
Francesi, e che altri posti convicini erano stati occupati dalle truppe
Repubblicane. Si conferma che nell'azione del 25. restarono morti dalla parte
de' Tedeschi, il Principe di Anhalt il Principe Maurizio di Lichtenstein, e
molti altri Uffiziali: fra i feriti si trova il Generale Meerfeld, e diversi di
primo rango. Dicevasi esser giunti a Gammerdingen alcuni Uffiziali Tedeschi per
delinearvi un Campo, e che il Generai Staray col suo Corpo aveva fatto un
movimento, avanzandosi nel Virtemberghese, verso Nagod e Sultz.
Stutgard 13 Germile. La perdita sofferta dagli Austriaci il 26. decorso, viene da loro stessi
valutata a 4. mila morti, e feriti, a 3. mila
e 500. prigionieri: da questa confessione si può argomentarne senza dubbio il
doppio: il Generai Sant Cyr fu quello che riportò questa completa vittoria: se
le truppe Francesi non fossero state molto inferiori in numero agli Austriaci,
l'Armata del Principe Carlo sarebbe stata intieramente distrutta. Non si era
mai veduta tanta artiglieria ad una battaglia: l'Armata Austriaca aveva gurnita
la sua fronte di 300. bocche di
fuoco: il numero de' feriti èconsiderabilissimo: a Ulma, Biberack, Kempten,
Augsburgo, Ravensburgo, Memmingen ed in altri luoghi, gli Spedali, le Chiese,
le case, le scuole, e gli stabilimenti pubblici, sono stati convertiti in
Spedali, e sono pieni di Militari.
I Russi che si portano in Italia
sono giunti sulle frontiere della Stiria verso il dì 20. Marzo; essi
continuavano la loro marcia per Klangenfurt e Leibach sul territorio Veneto.
‑ Tutte le truppe Austriache,
accantonate nella Carintia, marciano nel Friuli, e quelle che erano ne'
contorni di Klangenfurt si avanzano per Ponteba verso il Tagliamento.
Tirolo. li Governatore d'Inspruch ha fatto pubblicare il seguente Proclama.
«II Paese del Tirolo è in pericolo:
il Corpo di Laudon è stato respinto presso Tauffers, ed ha perduta anche la
posizione di Martiribruch. Le truppe I. R. si opposero con tutte le loro forze
a' progressi ulteriori del nemico a Laudech e ne' contorni, e coll'assistenza
Divina salveranno la Patria, se tutti i Distretti all'intorno, come pure le
Città d'Inspruch e di Hall si affretteranno a prendere le armi, e provvedendosi
di viveri per quanti giorni sarà loro possibile, marceranno verso Laudech per
difendere le gole delle montagne. Si suoni dunque la campana a martello in
tutti i Villaggi. Marciate subito bravi Tirolesi, perché la Patria è in pericolo; cori l'ordine, l'unione, e la
confidenza in Dio la salverete»,
Milano 26. Germile.
Dopo l'ultimo attacco generale
fatto dal Francesi, in cui non poterono scacciar gli Austriaci dalle loro
posizioni, questi non hanno fatto alcun importante movimento al di quà
dell'Adige. I Francesi indeboliti dalle perdite considerabili, hanno creduto di
mettersi sulla difesa per aspettare dei rinforzi, ed assicurare i loro trionfi.
Hanno perciò lasciato in Mantova una guarnigione di 12 mila uomini, e 4 mila a Peschiera, e 'l restante dell'armata si
è posta dietro l'Adda. Credesi, che a quest'ora avranno trasferito il Quartier
generale a Lodi. Hanno di più costrutto
un ponte a Castiglione, e ben
fortificata l'importante posizione di Cassano.
Per rianimare l'armata, ed inspirarle dell'entusiasmo sono necessarj dei
cangiamenti nei Generali. Scherer ha
perduto totalmente la confidenza de' soldati, e non può presentarsi all'armata
senza correre il rischio d'essere fischiato. Il perché Moreau benché non sia Generale in Capo, dev'egli farne le veci.
Consola però ed incoraggisce di molto i Soldati Francesi l'arrivo del bravo
Generale Championnet, a cui credesi,
che sarà affidato il comando dell'armata. Il suo valore, ed il suo patriottismo
ci riempiono delle più alte speranze. Egli fra breve ci toglierà dallo stato
d'inquietudine, che ci ha cagionato l'esito infelice dell'ultima battaglia data
dalle truppe Repubblicane ai satelliti dell'Austria. Alcune circostanze però
hanno contribuito a spargere l'allarme nei cittadini. Il movimento retrogrado
delle armate Francesi, l'esagerazione delle loro perdite, i mai intenzionati,
il Ministro di Polizia, che dopo aver allarmato il popolo con un proclama
ignorante e intempestivo si diede ad una fuga vile, ed alcuni membri di questo
corpo Legislativo, che improvvisamente svanirono, tutto ciò servì ad accrescere
i timori; per lo che alcune famiglie benestanti partirono in un subito da Milano,
come se la Repubblica Cisalpina fosse di già caduta in potere degli Austriaci.
Per rimediare a questo gravissimo inconveniente cagionato in gran parte dagli
allarmisti, questo Corpo Legislativo ha unito tutto il potere nelle mani del
Direttorio, autorizzandolo a prendere quelle misure che stima a proposito negli
affari economici, politici e militari: Il Direttorio ha quindi creato tre
commissioni, una di Finanze, l'altra di guerra, la terza di pubblica sicurezza.
Ha decretato perciò pena di morte contro
qualunque persona, che sopra allarme vero o falso di vicinanza del nemico
prendesse le armi per favorirlo, facesse in di lui vantaggio pubblica
acclamazione pena di morte a chiunque insultasse in pubblico gli emblemi
Repubblicani, suonasse, o facesse suonare campana a martello; pena di morte a
chiunque formasse attruppamento di popolo per i motivi suddetti, ed anche per
insultare autorità costituite, ed i buoni cittadini a causa dei principj
Repubblicani. Il processo nelle forme statarie, si farà in ciascun Dipartimento
dal Commissario di Polizia. Un Tribunale di salute pubblica giudicherà
militarmente i colpevoli nel termine di 24. ore. La sentenza di morte si porta
pronunziata a pluralità di voti, e sarà eseguita colla fucilazione immediata
dopo essersi formato il giudizio. Due decadi dopo la pubblicazione del presente
decreto (14. Fiorile) s'intenderanno sciolti i Tribunali, quando non vengano
espressamente confermati. A tale oggetto il cittadino Delones Comandante di questa Piazza ha pubblicato un proclama, nel
quale rassicura i cittadini, che hanno temuto per la libertà vedendo ritirarsi
verso questa città l'Armata Repubblicana. I Soldati Francesi promettono di
morire anzicché abbandonarsi nelle mani del tiranno Austriaco.
Il Governo Francese conosce a
quest'ora gli effetti funesti di tutte quelle pretese riforme, colle quali i
suoi agenti osarono violare i diritti sacri d'un popolo, di cui egli proclamò
la libertà e l'indipendenza. Nel bisogno in cui siamo, di rianimare il
patriottismo, si aprirono i Circoli Costituzionali. Ma appena saranno
allontanati i Tedeschi, e svanito ogni pericolo, si richiuderanno, ed i
Patrioti saranno forse di nuovo oppressi, ed avviliti.
Milano 27. Germile.
La posizione delle Annate Francesi
secondo le attuali notizie è la presente. La Divisione di Serrurier è a Goito e
Peschiera; le Divisioni Grenier e Victor sono nelle parti di Pizzighettone;
Mantova non è chiusa che dalle parti venete: il Quartier Generale è a
Pizzighettone, e dicesi che dimani passi a Cremona. Si parla di fatti seguiti
verso Brescia colla disfatta di un corpo nemico, e dicesi che l'Armata
Austriaca che si era riunita a Valeggio e Borghetto, dopo la ritirata dei
Francesi, sia ora marciata verso la Chiusa per opporsi ad una divisione del
Generai Massena, comandata dal General Dessolle, che ha battuti i Tedeschi
dalla parte del Tirreno.
Bologna 27. Germile. Le notizie qui giunte nel momento da Milano con staffetta straordinaria
portano, che all'Armata d'Italia è già arrivato un rinforzo di 9 mila uomini, compresa
molta Cavalleria; che da Nizza marciavano altri 25 mila destinati per Milano;
che il Generale Augerau veniva da Perpignano in Italia con tutta la sua
numerosa armata; che il Generale Serurier aveva completamente battuti i
Tedeschi sotto Bolzano, e fatti 7 mila prigionieri; che i Bresciani levati in
massa hanno battuti gl'insurgenti, ed Tedeschi fino sotto Legnano.
Altra di Bologna 30. Germile. Le note insorgenze sparse in varj punti della Cisalpina
hanno prodotto che l'ordinario corriere di Milano è costretto a prendere la
strada di Parma, abbandonando quella di Mantova. Non ostante si sono ricevute
delle officiali notizie dal Direttorio di Milano, relativa a' fatti accaduti,
ed alle attuali posizioni delle armate Francesi. Tutto è in un grado da non far
temere ulteriori progressi del nemico. Se le due giornate de' 6., e 16. Germile
furono sanguinose, ed obbligarono i Francesi ad abbandonare la linea, ciò
avvenne perché i Tedeschi erano molto più numerosi: costò però ad essi cara una
tal passeggiera vittoria. Al presente i Francesi si son concentrati all'Adda e
all'Oglio, occupando gl'importanti posti di Lodi, Cassano, Pizzighettone,
Soncino, e Pontevigo: il Quartier Generale era li 27. Germile a Lodi: passava
poi a Gorreggio, ed in seguito a Calici verso Brescia: la Divisione Garnier era
già entrata in Brescia, e molte truppe si trovavano in que' contorni: tutto
presagiva che dovesse seguire una battaglia decisiva, ed abbiamo luogo di
sperarla per noi favorevole. Gli Austriaci non hanno fatto fino ad ora alcun
movimento importante, e si sono limitati soltanto a diverse scorrerie. Si sa
poi per certa nuova, che l'Armata del Generale Jourdan si mantiene
vantaggiosamente alla Selva Nera, e vi aspetta un rinforzo che è in marcia di
30. mila uomini; e che il Generale Massena aveva ripassato il Reno a Basilea,
ed occupava una estensione di terreno, non minore di 30. leghe. Il Direttorio di Milano ha colle sue misure energiche
risvegliato intanto il maggiore entusiasmo in tutti i popoli della Repubblica;
al solo invito d'armarsi per far fronte al nemico, ha trovata in ciascuno la
più pronta disposizione, ed è in grado di riunire un'Armata volontaria di sopra
50. mila uomini, qualora lo richieda il bisogno.
Bologna 11. Fiorile.
Le voci, che si sono sparse della
ritirata del Governo Cisalpino a Voghera sembrano avere qualche probabilità;
come pure par vera la presenza di un corpo di Tedeschi di 3. in 4 m. uomini in Parma, il quale dopo che ha passato il Po ha
tagliato il Ponte di Piacenza. Tolta così la comunicazione ai paesi di qua dal
Po hanno pensato le Autorità di formare un Governo Centrale Provvisorio
composto di 3. Cittadini d'ogni Dipartimento, perché per mezzo suo i 5.
Dipartimenti possano agir di concerto.
A momenti deve essere affissato un
Proclama, che ordina alcune colonne mobili di Nazionali, specialmente disimpiegati, invitando tutti
gl'impiegati e possidenti a vegliare una volta coll'armi all'interna sicurezza
delle Comuni.
Dicesi che una vanguardia tedesca
possa essere partita da Parma alla volta
di Reggio.
Giugne lettera del Cittadino Neri Commissario del Dipartimento del
Sangro, ora detto di Aterno, in data
de' 22. Fiorile, nella quale dà parte della resa di Trivento, luogo per la sua natural posizione fortissimo, e la cui controrivoluzione,
era sostenuta da cento scellerati, che opprimevano quel Comune, e i luoghi
convicini. Il Commissario vi si portò alla testa di 200. Francesi, e della
valorosa Legione Patriottica Sannitica, il cui numero accresce, o diminuisce
secondo il bisogno, ed era allora di 400. uomini. Prima di accin~ gersi
all'assalto l'ecc penetrar un forte, e decisivo proclama: i ribelli avevan già
condotti moltissimi Patrioti in un largo per fucilarli, ma fuggirono
spaventati, gittandosi, precipitosamente da un dirupo. Il popolo uscì ad
incontrarlo processionalmente preceduto dal Clero col Sacramento, e le Statue
de' suoi Santi. La Truppa entrò quindi pacificamente, e fra mille applausi; ed
il Commissario vi ha lasciato cento Patrioti di guarnigione.
Egli partiva subito al soccorso di
Pescara, che non avea viveri, che per pochi altri giorni, ed egli si era dato
ogni premura di approvisionarla per mare, e contava di trovarsi colà rinforzato
di altri Patrioti per il giorno 26. Ed aggiunge: se i nemici della Patria si oppongono allo stabilimento della nostra
Repubblica hanno essi però talmente accresciuto l'entusiasmo ne'buoni
Cittadini, che ad ogni invito corrono per battersi. Conchiude mettendo in
vista, che le Fortezze di frontiera si trovano sfornite, insistendo perché gli
si mandi della truppa di linea.
I bravi Abruzzesi qui dimoranti,
che non si dimenticano neppur essi di esser Sanniti, avevano già fatto un
proclama invitandosi scambievolmente ad unirsi in un Corpo, e volar al soccorso
de' loro Connazionali col Commissario organizzatore, che partirà fra giorni.
E. F. P.
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