Supplemento al Num. 2.

 

Istruzioni generali del Governo Provvisorio

della Repubblica Napoletana ai Patriotti.

 

I Patrioti, cioè gli amici della libertà, della eguaglianza, della umanità, oppressi da lungo tempo da un odioso Dispotismo, non attendevano che il giorno felice, che ha veduto fondare la Repubblica Napoletana.

 

La Repubblica Napoletana, creata sotto gli auspicj della gran Repubblica Francese, ha avuto la felicità di essere formata lungi da' turbini e dalle tempeste, e nel seno della pace interna, senza quasi alcuna effusione di sangue, sotto la protezione di un'armata vittoriosa e liberatrice.

 

Il punto centrale dell'Impero ha data la commozione elettrica, che deve trasmettersi a tutt' i punti i più lontani. Napoli ha veduto piantare nelle sue mura l'albero felice della libertà, presagio de' suoi destini. Lo stesso Vesuvio si è mostrato sensibile a questa gran rivoluzione politica, che da l'esistenza ad un popolo, lungo tempo addormentato nel seno della tomba, ed i fuochi del Vulcano, che non erano comparsi da molti anni, han sembrato di volere aggiungere il loro splendore alla illuminazione di questa vasta Capitale.

 

Il governo provvisorio è stato organizzato dal Generale in Capo dell'armata Francese, ed è in piena attività. Egli si occupa a preparare il glorioso avvenire, che è promesso al Popolo Napoletano, a fondare la Repubblica su basi durevoli, a imprimere un moto uniforme a tutt' i membri della machina politica.

 

Il voto più ardente, ed il più dolce da formarsi dal governo provvisorio, è quello di riunire prontamente tutte le parti della Repubblica Napoletana a' beneficj della rivoluzione senza alcuna scossa, e conciliandosi, per quanto sia possibile, tutti gli spiriti, e tutt' i cuori, per prevenire le tempeste, le azioni, e le reazioni rivoluzionarie, le fazioni, le dissenzioni, e le vendette.

 

Rendere la rivoluzione amabile, per farla amare; renderla utile al popolo, ed alla classe abbattuta e sventurata de' Cittadini, per far godere questa classe rispettabile delle dolcezze di un governo libero; ecco lo scopo degli sforzi costanti de' Repubblicani.



                                                  

L'Uguaglianza, e la Libertà sono le basi della nuova Repubblica. L'Uguaglianza consiste nel fare, che la legge sia uguale per tutti, e protegga l'innocente povero contro l'oppressore ricco e potente, e nel punto istesso, che gl'impieghi non siano più il premio del favore, o dell'intrigo, ma de' talenti, e della virtù.

 

La legge dell'uguaglianza non permette di riconoscere alcuno de' titoli vani e fastosi, che l'antica tirannia prodigava. Ella non conosce che quella di Cittadino.

 

La libertà consiste in ciò, che ogni Cittadino possa fare ciò che non gli è vietato dalla legge, e che non nuoccia ad un altro.

 

1 primi anelli della catena sociale debbono stringere tra tutt'1 figli della Repubblica i legami della unione, e della fraternità.

 

Questi sono i principj, che i Patrioti di tutte le parti della Repubblica Napoletana sono invitati a propagare ed a spandere. Essi non debbono aspettare gli ordini del Governo, per far piantare nelle loro Comunità rispettive gli alberi della libertà, mettere la coccarda tricolore, ed organizzare le Municipalità, che sono le prime Magistrature popolari.

 

1 Sacerdoti veramente penetrati dalle massime del Vangelo, che raccomanda l'uguaglianza, e la fraternità tra gli uomini, debbono altresì concorrere ai voti del Governo, e rendere utile la di loro influenza, per fare apprendere ai Napoletani i benefici della libertà riacquistata, e lo scopo della rivoluzione.

 

Tutt, i Cittadini sono invitati a sviluppare gli elementi dei nuovo sistema, ed a far comprendere alla Nazione, che ella avrà de' Magistrati, che sceglierà ella stessa, i quali in vece di dilapidare il tesoro pubblico, e di abusare del di loro potere, per opprimere, animati da un nobile sentimento di orgoglio non si occuperanno che a ravvivare l'agricoltura, a rilevare il commercio, a ristabilire la marina, ed a fare fiorire tutte le parti dell'amministrazione politica.

 

Un suolo felice favorito dalla Natura, ed un governo saggio sapranno ben presto riparare, e fare obbliare alcune sventure particolari, ed alcuni sacrificj necessitati dalle circostanze, o risultato inevitabile della guerra, e della rivoluzione, soprattutto in un paese che un Re fuggitivo e spergiuro à vilmente spogliato, e rovinato senza rispetto né per le proprietà particolari, né per quelle della Nazione, ed ha seco trasportato sui mari i tesori di quelli, che egli chiamava con impudenza suoi sudditi, e de' quali egli si diceva il Padre, e si credeva il Sovrano.

 

D'oggi innanzi il popolo solo è sovrano: la legge emanata dai suoi rappresentanti non sarà che espressione della sua volontà, e non avrà che la sua felicità per oggetto.



                                                                     

 

Repubblicani, voi tutti abitatori di qualsiasi parte degli Stati Napoletani, di cui il cuore batte per la libertà, fatene conoscere al Popolo gi'inapprezzabili vantaggi.

 

Riunitevi gli uni agli altri. Non temete più il ferro dei Tiranno. Andate, parlate. Formate delle assemblee generali di vasti concittadini, e soprattutto di quei che voi conoscete per amici della libertà. Pronunciate de' discorsi al popolo: leggetegli i proclami del Generale in Capo dell'armata Francese, e quelli del governo provisorio della Repubblica napoletana. Gli alberi della Libertà saranno piantati; la coccarda rossa, gialla, e blò sarà posta: gl'inni repubblicani saranno cantati; delle feste solenni riuniranno i nuovi figli della Libertà, che celebreranno i suoi beneficj.

 

Voi organizzerete delle Municipalità, che saranno composte da un Presidente, da un Secretario, e da sette membri, o di quindici nelle comunità al disopra di 10 mila anime; e voi non ammetterete in queste magistrature popolari che de' partigiani conosciuti, e pieni di zelo per la causa del Popolo, e della uguaglianza. Voi nominerete altresì dei Giudici di pace, per mantenere l'unione tra le famiglie, e tra i Cittadini; e voi non darete i vostri suffragi che a degli uomini onesti e virtuosi. Queste Municipalità, ed i Giudici di pace saranno scelti alla presenza de' Repubblicani da tutt' i Cittadini, che avranno voluto riunirsi, e sarà spedito in seguito un processo verbale della loro elezione al Governo.

 

Organizzate altresì delle guardie Nazionali nelle differenti Comunità, affinché tutt' i buoni Cittadini siano all'ordine per mantenere i loro dritti, e che prendendo l'attitudine, che conviene a degli uomini liberi, possano vegliare su gli artegiani torbidi, ed i fautori della Tirannia, che vorranno opporre i loro sordi intrighi, e la loro influenza personale al corso rapido, ed irresistibile della rivoluzione repubblicana; ed opprimerli.

 

Patrioti, queste istruzioni generali ci bastano. Il governo fida sul vostro zelo; egli ordinerà la menzione favorevole di tutte le Comunità, e de' Cittadini in particolare, che cogli atti patriotici qui sopra indicati come regola di condotta de' Repubblicani, avranno prevenuto le intenzioni del Governo, e lo invio de' Commissarj, che saranno destinati ne' differenti dipartimenti, o provincie della Repubblica Napoletana, per organizzarvi tutte le autorità costituite, e consolidare la rivoluzione.

 

Gli uomini generosi, che avranno preceduto i loro concittadini nella carriera gloriosa della Libertà, saranno i primi chiamati a sostenere i dritti dei popolo, ed a servire la patria nella rappresentazione, e ne' tribunali, negl'Impieghi civili, e militari; dovendo la Repubblica esser riconoscente verso i Repubblicani, e questi dovendo essere tutti consegrati con inviolabile fedeltà alla Repubblica.

 

Laubert Presidente.

 

A maggior dilucidazione di quanto abbiam cennato nel foglio circa il riaprimento de' nostri Tribunali, soggiungiam quì l'ordine circolare dei Governo Provvisorio mandato per mezzo del Comitato di polizia generale a ciascuno de' tre Capi de' nostri Tribunali, cioè Giacinto Dragonetti della già Vicaria, Ippolito Porcinari della Camera, e Filippo Mazzocchi dei Consiglio.

 

Avendo il Governo Provvisorio della Repubblica Napoletana coll'approvazione del Generale in Capo Championnet, abilitate le Magistrature dell'antico Regime a poter continuare le loro giudiziarie procedure a norma delle leggi Civili, e Criminali, e de'Riti sinora stati nella costante osservanza; questo Comitato ne rimette la disposizione in istampa a voi Cittadino Giacinto Dragonetti Presidente della G.C. Nazionale, e v'invita a far riunire da Lunedì 4. Febbrajo in poi tutti i Magistrati, che compongono sotto il nome non più di gran Corte della Vicaria, ma di Gran Corte Nazionale, disponendo, che continuino a procedere in tutti gli affari, ch'erano di loro giurisdizione fino a che non ricevano nuove Istruzioni, o che non venga diversamente disposto dal Governo Provvisorio, nella intelligenza, che non turbino in alcun modo le funzioni di Polizia, e le altre tutte, che sono affidate alla Municipalità di questa Capitale, e delle altre comunità della Repubblica, e che debbano alle medesime richiedere quella forza armata, che occorre per l'esecuzione de'loro Decreti; giacché questa Municipalità specialmente ha già incominciato ad organizzare la sua giandarmeria, restando da questo momento abolite le guardie di tutti i Tribunali collegiati. V'invita però a non vestire, né far vestire da'Ministri, Avvocati, e Procuratori, gli abiti alla Spagnuola, che già erano lor distintivo, ma a disporre, che ciascuno vesta a suo modo, senza cingere spada né altro simile ornato. Invita inoltre tutti i Magistrati ad accoppiare incessantemente alla Giustizia ed alla esatta, ed imparziale esecuzione delle leggi tutta quella umanità, equità, fratellanza, e tutte le altre doti, che son proprie di un buon Repubblicano a scrivere i lor Decreti, Ordini, e Decisioni nella lingua italiana, togliere da essi tutte le formole adottate dall'antico abusivo regime, adoperando all'opposto le formole Repubblicane, cioè

 

Libertà                                                                   Eguaglianza

 

Governo Provvisorio della Repubblica Napoletana.

Gran Corte Nazionale.

 

E le altre consentanee alla nuova Costituzione. A togliere, finalmente tutt'i Simboli, Stemmi, ed Emblemi regi, costituendo ad essi i Repubblicani; e fino a che noti sian formate le nuove Imprese, dovrete inalberare ai due lati del Palazzo del Castel Capuano la bandiera di colore Nazionale, cioè blò, gialla, e rossa. Per ultimo questo Comitato vi rimette l'Editto, in cui si contengono tutte le parti del potere esecutivo ad esso affidato, affinché vi sia noto per quali affari dobbiate col medesimo corrispondere, ed affinché vi sia palese il tempo, in cui sarà tutti i giorni aperto questo Comitato, vi rimetto il cartellino stampato a tal uopo. Salute, e fratellanza.

 

Napoli 14. Piovoso anno 7. (2. Febrajo 1799).

 

Fasulo Presidente = Alessandro Petrucci Seg.

 

La già Regia Camera si chiamerà Camera de'conti nazionali; ed il Consiglio, Supremo Consiglio nazionale.

 

L'impresa, o Stemma della nostra Repubblica è simile a quella della Francia . Riferiamo intanto la lettera con cui una nostra Concittadina ne aveva proposta un'altra al Governo Provvisorio.

 

Cittadino Presidente

 

Siccome il dritto di petizione è nella Democrazia comune ad ogn'individuo, ed ogni individuo deve allo stato il tributo delle sue idee, quando queste posson inchiuder un qualche oggetto di pubblica utilità, vi priego far presente quanto siegue al Governo Provvisorio.

 

Lo stemma di una Repubblica giova, che per quanto si può, sia come un geroglifico, il quale con pronto e breve sillogismo ricordi a' Cittadini i loro doveri, agli Esteri i principj su' quali è costituita, e le massime fondamentali della Repubblica medesima. Poiché dunque la nostra fa d'uopo, che sorga attiva, operosa, e piena di virili generosi spiriti; e ogni cittadino per intrinseca destinazione di natura, e per intrinseco officio ed obbligo di società nasce coltivator insiem e difensore del Terreno che occupa e della sua patria; questa altronde colla giustizia deve assicurar a lui i frutti de' suoi sudori, e bilanciar le occasioni nelle quali armarlo alla propria, ed alla comune difesa; e sono poi la fatica e la sobrietà i fonti fisici e morali delle civiche virtù credo tutte queste necessarissime verità comprese nello stemma, che propongo.


 

Un uomo robusto in piedi, e nella età confine fra la gioventù e la virilità; nudo nel resto, e coperto semplicemente dalla toga gabinia; o sia toga romana, appuntata soltanto sugli omeri, col lembo destro raccorciato e ravvolto al fianco sinistro, come di uomo in procinctu, che si accinge cioè ad azione, o ch' è sempre pronto ad agire; da sotto la toga o manto comparisca il cingolo militare col fodero; coi piede destro calchi in atto sprezzante tutti gli emblemi della morbidezza e della ricchezza, appoggiandosi colla sinistra ad una vanga, e colla destra tenendo per l'impugnatura una spada nuda colla punta rivolta verso terra. In alto dal lato destro, un Genio colle bilance della giustizia; sparsi pel campo strumenti rustici, e bellici; intorno il motto Aratro, gladio, justitia, stat Civitas, & crescit.

 

La toga, o manto potrebbe esser, o a color paglia (color nazionale) o piuttosto blò, qual'è il color generalmente usato da nostri uomini di campagna, appuntato sugli omeri da due bulle a' colori nazionali, cinto l'intero quadro da fasce tricolorate. Iddio feliciti la Repubblica, voi, ed il Governo Provvisorio.

 

Anno VII. della Libertà giorno IV. della Repubblica Napoletana.

 

Eleonora Fonseca Pimentel

 

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