libertA' |
eguaglianza |
MONITORE NAPOLITANO |
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SEXTIDI’ 6. PRATILE ANNO VII.
DELLA LIBERTA’; I. DELLA REPUBBLICA NAPOLETANA UNA,
ED INDIVISIBILE (SABBATO 25. MAGGIO 1799) MAJESTAS POPULI Secondo trimestre. Num. 30 |
Domenica fu finalmente eseguita la
pubblica festa pel bruciamento delle bandiere vinte in varie azioni sugl'insurgenti,
e si spiegarono la prima volta all'aura le bandiere donate dal Governo alla
Guardia Nazionale.
Intorno l'albero piantato nel largo
del Palazzo Nazionale si alzava un basamento di figura quadrilunga, destinato
per l'allocuzione al Popolo, e per incenerirvi le cennate bandiere. fi lato
lungo di tal basamento era di palmi 32., il corto di 24., l'altezza di palmi
12.: I lati corti restavano divisi da due gradinate, per le quali ascendevasi
sul detto basamento. Tutto il liscio, ossia vivo del medesimo rimaneva diviso
da un astragalo in due parti uguali; la parte inferiore era adornata da un
trofeo continuato in basso rilievo. Ne' due lati lunghi della superiore erano
due vittorie per parte, le quali reggevano due targhe colle seguenti iscrizioni:
Verso il già palazzo di Acton
ODIO ETERNO ALLA MONARCHIA, ED ALL'OPPRESSIONE.
Verso la gran
strada di Toledo
ETERNA RICONOSCENZA ALLA REPUBBLICA FRANCESE.
Ne' lati corti, che restavano a
canto delle gradinate erano quattro iscrizioni una per ciascun lato. Scegliamo
le due più energiche:
LA NOSTRA FORZA STA NELLA NOSTRA
UNIONE.
TIRANNI TREMATE. L'ITALIA E’
LIBERA.
Nel centro sorgeva l'albero della
libertà cinto ad una giusta altezza dei sei fasci consolari; ornato più sopra
da fasce tricolori, nelle quali leggevasi il sacro nome di LIBERTA’ e dalle
quali sporgevano in giro lunghi rami di ulivo, di quercia, e di lauro, e da
mezzo ad esse la bandiera nazionale: verso la cima l'una sull'altra a piccole
distanze due corone civiche, ed una trionfale, in fine il beretto repubblicano
sull'apice con diversi nastri tricolorati, che sventolavano.
A piè dell'albero, e nel centro
d'uno de' lati lunghi del basamento era un'ara circolare destinata per
l'incendio, ornata di festoni, e con una corona di quercia nell'estremità.
Il tutto disegnato dal Cittadino Enrico Colonna architetto, e pittore, ed
eseguito da' Cittadini Valerio Villareale
Giuseppe Battistelli scultori, e Carlo
Beccale intagliatore, i quali non men bravi Cittadini, che artefici, hanno in
questa occasione donato le loro fatiche alla Patria.
Fin dalla mattina una divisione
della Guardia nazionale avea ricevute dalla Commissione Esecutiva e trasportate
le bandiere con pompa militare Nel giorno, alle cinque in circa dopo mezzodì,
apparve il primo, e prese il suo luogo nel largo Nazionale, accompagnato dalla
sua banda, un distaccamento Francese della guarnigione di S. Eramo. Dopo
qualche tempo seguì uno squadrone della nostra Giandarmeria a cavallo, ed
intanto, dopo essersi prima schierata nel largo delle Pigne, cominciò di là ad avvanzare la Guardia nazionale al
numero di tre Legioni, precedute dal Generale, e da tutta la Piana maggiore
vistosamente montati, e seguita da uno Squadrone della stessa Guardia nazionale
a cavallo.
Al suono di vivaci bellicose marce
giunse nel Largo nazionale strascinando per trofeo le vinte bandiere del
tiranno, e si dispose in guisa, che adattandosi alla natura del luogo, veniva a
formare una specie di trapezio ristringendosi, e prolungando poi la sua linea
verso la strada di Toledo.
Ondeggiavano le bandiere N. non
meno vaghe alla vista, che piene di energici motti, ed emblemi, disegno anche,
ed invenzione del nominato Cittadino Colonna. I tre colori sono in esse divisi
diagonalmente, nel mezzo vi sono distinti i fasci consolari col berretto, e due
rami di quercia. Sul giallo è scritto a gran caratteri neri, da una parte MORTE
A' TIRANNI dall'altra GUERRA AL DELITTO. Sul rosso, da tutte le parti in
caratteri d'oro REPUBBLICA NAPOLETANA. Sul blò, da una parte, GUARDIA
NAZIONALE, dall'altro il numero della Legione, tutto pari menti in caratteri
d'oro.
La Piana Maggiore, e lo Squadrone
della Guardia Nazionale a cavallo con varie agili corse, e gruppi, trattennero
per qualche tempo, ed allettarono gli occhi de' spettatori. Poscia
strascinandole per terra furono da più individui della Guardia Nazionale
portate sul basamento a piè dell'Albero le bandiere destinate all'incendio.
Allora al grido incominciato da essi, e replicato da tutti di VIVA LA LiBERTA,
VIVA LA REPUBBLICA, MORTE A' TIRANNI, furono a colpi di sciabla tagliate in
mille pezzi, e spezzatene fino le aste. Parte di questi pezzi furono gettati ad
incenerirsi sull'ara, e parte distribuiti al popolo, che imitando, e superando
l'ardore dell'istessa Guardia Nazionale, e raddoppiando sempre i lieti gridi,
si slanciava a finirli di lacerare, e da una mano passavali all'altra facendo
anzi gara, e contrasto.
Non può concepirsi spettacolo, che
mandi tutt' insieme agli occhi, ed all'animo sensazioni più grandiose, e più
vive. Spiegava la Guardia Nazionale la pompa, e 'l brio militare. Una immensa
folla di Popolo, quale solo può darla questa, ed altre poche gran Capitali di
Europa, dava ad un tratto l'idea della forza, e della maestà Nazionale. Le
innumerevoli spettatrici siarse ne' balconi del circondario coll'elegante
variata semplicità d'ornamenti, ne' quali spiccavano ingegnosamente intrecciati
i colori Nazionali, richiamavano le Greche fogge, e richiamavano i tempi, in
cui fummo liberi, e greci. I gridi di VIVA LA LIBERTA, MORTE A' TIRANNI
formavano un eco, che si prolungava, e poi ritornava più vibrato a ripercuotere
l'orecchio. I cappelli, che si lanciavano all'aria, il tremolare di tanti
pennacchi facevano come un'onda mobile, che si affacciava, e sfuggiva alla
vista, ed i bianchi fazzoletti, coll'agitar de' quali tutte le Cittadine
spettatrici davan segno di
accompagnar il giubilo, ed il grido universale, apparivano quasi tante bandiere
di pace, e segni di felicità. (Sarà
continuato)
Dal Quartier Generale di Nola a' 2.
Pratile anno 7.
MATERA General Comandante l'Armata
di Puglia
alla Municipalità di Foggia.
La mia spedizione non ha altro
oggetto, che quello di estirpare dal suolo della Repubblica gli assassini, che
vorrebbero distruggerla, e gli avanzi impuri dei realismo, che non hanno ancora
rinunziato al progetto insensato di darci di nuovi ferri.
Io
marcio verso Foggia. Annunziatelo ai Patriotti acciò al mio arrivo si uniscano
a me. Annunziatelo agli Insorgenti perché tremino. L'ora della vendetta è
sonata. La Repubblica, quanto forte, altrettanto generosa perdona all'errore, e
fulmina il delitto.
Il Regno della Libertà ristabilito
fra di voi tante popolazioni rese ai loro diritti, ed a' dolci frutti della
Libertà, e dell'eguaglianza, una Costituzione democratica; solo patto
legittimo, che possa esistere fra uomini volontariamente riuniti fra di loro,
ecco gli oggetti, che richiamano, le cure del Governo, e la mia Armata fra di
voi; ecco i forieri della Libertà dell'Italia ‑ MATERA.
Pescara, li 22. Fiorile, anno 7. della Libertà.
CARAFA Capo della prima Legione e
Comandante in Capo
degli Apruzzi
AL MINISTRO DELLA GUERRA MANTENGONO
CITTADINO MINISTRO,
Fedele agli ordini, ho divisa la
mia Legione, siccome in altra vi scrissi, ed è rinchiusa ne' Castelli
dell'Aquila, Civitella dei Tronto, e Pescara.
La partenza dalla Puglia, ove già
cominciava ad organizzare la più brillante Reclutazione (ottocento uomini
formavano il nocciolo di una Legione, che dal suo nascere già era superba) fu
colpo fatale; le Reclute non organizzate, l'evacuazione de' Francesi, ed il
disordine di un Paese abbandonato cagionarono la diserzione.
Centoquaranta uomini mi ho
conservati a Pescara, gli ho liberati dalla rivoluzione dell'intiera Provincia.
La mia situazione è di essere dentro
Pescara, assediato dal giorno 10. del corrente dai Briganti, i quali hanno
saccheggiato, e devastato quanto vi era d'intorno. lo ho vino, olio, pane, e
munizione. Questa poca Truppa, quanto si è mostrata valorosa negli assalti,
altrettanta fermezza di carattere mostra nel sostenere gli assedj. Non ostante
le fatiche, posso assicurarvi, che la loro zuppa è sempre condita di arie
Patriottiche, e specialmente di una Carmagnola, che da loro stessi hanno
composta per l'assedio di Pescara.
Oggi ho diviso in sette picciole
colonne i 70. uomini franchi, ne ho confidato il comando al Capitano Ginevra,
ed ho attaccato l'inimico su di una Montagna suo Quartiere, da tutte le parti
si è salito alla Repubblicana, tra il romore, delle fucilate, del cannone
nemico, e tra gli evviva la libertà, in
un momento tosto furono padroni dell'altura; i nemici si precipitarono in una
Valle, benché trenta di loro ne sono restati morti, e cinque prigionieri; ho
preso un Cannone da 24. ed un altro da 4. Nell'atto dell'azione, i Castellammaresi
attaccarono la Piazza da un lato, e furono respinti da una sortita fatta.
P. S.
Non essendo partita la Barca atteso
il cattivo tempo, ho il piacere di annunciarvi un nuovo successo, che le Armi
Repubblicane hanno avuto. I Briganti vennero di nuovo, il giorno 24. corrente
(alli 25. parte la presente) a riunirsi sul Campo da loro perduto il di 22., il
Barone Dario di Chieti, ne passa la Rivista, ed io veggo
di nuovo formicolare il numero più imponente, de' Nemici sulle alture di S.
Silvestro; esco a cavallo con dodici Cacciatori per riconoscere i Posti, e mi
ricevono con una grandine di fucilate, io feci formare aspettando il Nemico se mai avesse voluto calare alla
pianura; in quel momento il Capitano Severino
Mi conduce il rimanente de' settanta. Uomini franchi di Fanteria, essi
nell'arrivare alzarono il grido, che volevano correre all'assalto. Da un lato
io trovava molto rischioso di attaccare più di ottocento Uomini fortificati su
tre punti delle Colline, dall'altro non voleva perdere il vantaggio, che
l'entusiasmo de' Soldati mi dava.
Divido allora la mia Truppa in tre
Colonne, della dritta ne dò il comando al Capitano Ginevra, della sinistra al
Capitano Severino, e del centro al sotto Tenente Parant, a Tamburo battente,
passo accelerato, si avvanzano i nostri senza tirare un colpo di fucile, il
Nemico si difende, ma l'intrepido coraggio sorprende lui istesso, lo mi
accorsi, che il momento era decisivo e gridai alla Cavalleria di correre di
galoppo sulle Colline; il Nemico vinto da un nuovo oggetto, che si scagliava
contro di lui, senza calcolare i suoi vantaggi, si abbandona alla fuga, i
nostri in un baleno guadagnano le alture, e si abbandonano al massacro. La
notte fermò l'uccisione, i Repubblicani feroci contra i Nemici, han rispettate
le Campagne de' Coltivatori. Il Soldato ha dritto di saccheggiare un Campo
preso per assalto. Essi sono rientrati in Città carichi solo di gloria.
Io non so, se debbo più lodarmi del
loro coraggio, o della loro virtù. Tutti hanno l'atto il loro dovere, ma i Comandanti
delle Colonne hanno insegnato al Soldati, come si corre all'attacco.
Il Capitano di Cavalleria,
Giannone, autorizzato dal passato Comandante degli Apruzzi Coutard a formare
una Compagnia di Cacciatori a Cavallo, si è condotto con tutto il coraggio, e
discernimento Militare.
Ho nominato sul Campo di Battaglia
il sotto Tenente Leonardi al grado di Tenente, ve ne domando il Brevetto. Si è
distinto ugualmente il Tenente del passato Governo Jazeola, per il quale vi
domando l'istesso grado che aveva. li Corpo riguarda come disertori il Capitano
Majo, ed il sotto Tenente Giordano, per cui se esistono in Napoli v'invito a
farli arrestare, e l'istesso vi dico per i due Francesi Tenente Regnault, ed
Ajutante sotto Tenente Paccar ‑ Salute, e rispetto ‑ CARAFA.
Napoli 19. Fiorile, anno 7. della
Libertà.
Il Commissario del Governo Francese
a Napoli
Considerando, che l'assenza
momentanea dell'Armata Francese ha bisogno pel mantenimento dell'ordine, e della tranquillità, di misure
particolari.
Considerando, che il General in
capo avendo provvisto per la parte militare a ciò che può serbare alla Città di
Napoli la sicurezza, e 'l rispetto delle persone, e delle proprietà, non rimane
altro che dare al Governo l'ampiezza di autorità necessaria per agire con energia,
e celerità, decreta ciò che siegue.
Art. I. La Commissione Legislativa
non potrà occuparsi che degli oggetti generali di legislazione, e
Costituzionali, purché la Commissione Esecutiva non richiegga per mezzo di
particolar messaggio le sue decisioni su di altre materie
II. I decreti s'eseguirano
provvisoriamente senza che siavi bisogno d'alcun' altra sanzione o
approvazione.
III. La Commissione Esecutiva è
incaricata di prendere direttamente e immediatamente senza il concorso della
Commissione Legislativa tutte le misure convenevoli per assicurare l'ordine, e
la tranquillità pubblica, per l'azione della forza armata, le sussistenze, il
ricupero, e l'impiego de' denari pubblici per tutto ciò infine che al Governo
si appartiene; siccome altresì ella è autorizzata ad accordare qualunque
amnistia, o qualunque perdono a quelli, che traviati, o sedotti rientreranno di
buona fede nel seno del Governo Repubblicano.
IV. In caso di vacanza di qualunque
delle piazze del Governo Provvisorio, l'una, e l'altra Commissione potrà
completarlo da se stessa. La pluralità de' suffragi determinerà l'elezione, se
vi fusse parità, il Presidente avrà doppio voto. ‑ Soscritto ABRIAL.
Continuazione della Guardia Nazionale.
26. Se un Cittadino della classe
attiva sarà trovato con patente falsa, sarà punito la prima volta con un anno
di ferri, e la seconda colla pena di tre.
27. Niun Cittadino potrà ottenere
impieghi politici o militari, senza essere ascritto alla Guardia Nazionale,
eccetto coloro, che sono esentati dalla legge.
28. Gli ascritti alla Guardia
Nazionale attiva debbono in eguaglianza di meriti, essere preferiti agli altri
negl'impieghi politici, e militari.
29. Resta sempre da oggi innanzi in
arbitrio della Piana Maggiore di prendere dai registri, generali della coscrizione
tutti quegl'individui, che stimerà idonei per lo servizio attivo, malgrado
qualunque esenzione finora accordata.
30. De' sei capi di Legione, e de'
dodici capi di Battaglione, due al giorno saranno d'ispezione. Sarà loro dovere
di girare in tutte le ore per tutti i posti di questa Centrale, prendendo
esatto conto dal Capoposto della gente mancante, e di ogni altra novità, e ne
faranno rapporto ai Generali, per darsi da costoro le necessarie provvidenze.
Dei casi più rilevanti i Generali daranno parte al Dicastero Centrale.
31. Si procederà colla massima
attività alla formazione delle altre tre Legioni.
32. Si permette ai giovani della
Guardia Civica attiva di formare una Legione di Guardia Civica a cavallo, che
non potrà oltrepassare il numero di dugento. Essi faranno a cavallo il servizio
della Guardia Nazionale attiva; ma questa truppa a cavallo sarà dismessa, ed i
suoi individui rientreranno nella Guardia Nazionale attiva a piedi, tostocché
la Repubblica avrà una Cavalleria di linea, o la Giandarmeria a cavallo.
33. La cura di formare, e dirigere
questa Cavalleria volontaria è commessa ai Generali della Guardia Nazionale,
che risponderanno della scelta dei soggetti.
34. I Capi della Guardia Civica a
cavallo destineranno ogni notte due individui per ciascun Quartiere generale
per la pronta corrispondenza dei Quartieri fra foro.
35. Restano incaricati della
esecuzione rigorosa di questa legge i Generali, ed Ajutanti Generali della
Guardia Nazionale, che dovranno ogni due giorni avvisare in iscritto il Governo
dei progresso delle loro operazioni, e dello stato della Guardia Nazionale;
siccome i Municipalisti restano risponsabili della pronta esazione delle grana
35. al mese da ogni contribuente.
36. La Guardia Nazionale attiva
monterà alle ore ventitrè Italiane.
37. Si debbono esercitare le truppe
Nazionali due volte la settimana senza meno, tanto negli esercizj militari,
quanto nel maneggio delle armi bianche. Vi sarà perciò un numero opportuno
d'istruttori militari, e di maestri d' armi.
38. Vi sarà ogni mese
irremisibilmente una rivista generale di tutta la Guardia Nazionale attiva da
farsi dal Generale, che la fisserà nei giorni, ne' quali riuscirà meno grave ai
comuni attivi della Guardia Nazionale.
39. I contribuenti non possono
portare armi di qualunque sorta sieno, né detenerle in casa, sotto le pene
comminate dalle leggi. Ne sono eccettuati funzionari pubblici, e gl'impiegati
nella Repubblica, che possono portare, e detenere armi per uso loro
individuale.
40. La Giandarmeria del Comune di
Napoli rimane per ora sul piede, in cui si trova, attesa l'urgenza del servizio
interno. Ma siffatta appena l'organizzazione della Guardia Nazionale dei
Comuni, e dei Cantoni, sarà messa sul piede dei Giandarmi de' Dipartimenti.
41. Nei Comuni, e nei Cantoni
marittimi, gli Artiglieri di costa formeranno parte della Guardia Nazionale, in
modo che qualora si trovino a prestare servizio attivo, vi sia sempre altra
forza civica attiva per la sicurezza del servizio interno. Questi Artiglieri di
costa si formeranno giusta il prescritto del decreto in data de' 20. Piovoso; e
la parte addetta al servizio Civico attivo si organizzerà secondo i divisameni
generali sopraindicati.
42. La Piana Maggiore resta
incaricata sotto la sua risponsabilità di prendere le misure più proprie per
assicurare la custodia, ed il buono stato delle armi, e delle munizioni.
Contabilità della Guardia Nazionale del Comune di
Napoli.
1. Le Municipalità sono incaricate
dell'esazione delle 35. grana al mese da ciascuno de' contribuenti, che sono
nel loro Cantone.
2. A capo di ogni dieci giorni,
principiando a contarsi dal primo Fiorile, le Municipalità saranno obbligate a
versare nella Cassa della Guardia Nazionale tutto il denaro ricavato dai
contribuenti, riscotendone ricevuta dagli Amministratori della Cassa militare.
3. Le Municipalità vengono
autorizzate d'incaricare tre de' più probi Cittadini del loro Cantone per
facilitare l'esazione di quel che debbono pagare i contribuenti.
4. In ogni fine di mese le
Municipalità daranno i conti all'Amministrazione della Guardia Nazionale del
denaro riscosso, confrontato con quello, che doveano esigere, e il non esatto
sarà pagato da esse.
5. Vi sarà una Cassa d'introito, e
d'esito diretta da un Consiglio di Amministrazione composto da tre Capi di
Legione mutabili ogni sei mesi, e da un Tesoriere senza voto, dovendo presedere
nelle sedute il Generale in secondo della Guardia Nazionale.
6.
Il Tesoriere verserà in cassa la somma proveniente dai pagamenti delle grana
35. al mese.
7. Tutti i controbandi, che saranno
presi dalla Guardia Nazionale si verseranno nella Cassa Nazionale. La Nazione
poi dal ritratto di tali controbandi farà delle gratificazioni a quei
cittadini, che si saranno distinti nella Guardia Nazionale.
8. Non si farà alcun esito dalla
cassa, senza la firma di tutti i sette membri del Consiglio di Amministrazione.
9. La Cassa sarà chiusa a tre
chiavi, una di esse resterà in mano del Generale in secondo, la seconda presso
dell'Ajutante Generale, che la cambierà ogni mese per turno coll'altro suo compagno,
e la terza sarà in potere del Tesoriere.
10. Si terranno tre diversi
registri, il primo d'introito, ed esito di cassa; il secondo, in cui si
vedranno segnate tutte le quote pagate dai contribuenti, il terzo in fine
rileverà l'impiego delle somme erogate sulla determinazione del Consiglio di
Amministrazione.
11. La Commissione Esecutiva è
incaricata della promulgazione, e pronta esecuzione di questa Legge. ‑
PAGANO Presidente ‑ Russo Segr. ‑ Approvato dal Commissario del
Governo Francese ‑ ABRIAL ‑ Napoli addì 8. Fiorile an. 7.
La Commissione Esecutiva ordina,
che la presente legge sia pubblicata, eseguita, e munita del suggello della
Repubblica. Napoli 8. Fiorile anno 7. ERCOLE D'AGNESE ‑ CARCANI (FERD.)
Segr. Gen.
NOTIZIE STRANIERE.
Parigi I. Fiorile.
Il Gen. Massena, che comandava provvisoriamente le Armate del Danubio, e
dell'Elvezia è stato nominato definitivamente con decreto del D. E. in data dei
23. Germinale, Comandante in capo queste due armate, ed è stato incaricato di
licenziare sul momento dall'Armata del Danubio, e di far partire per Nancy quei
Generali di Divisione, di Brigata, e altri Uffiziali di ogni grado, che hanno
abbandonata la loro truppa. La lista di costoro dovrà essere immediatamente
trasmessa al Direttorio Esecutivo.
Il comando dell'armata d'Elvezia
sarà provvisoriamente affidato al Generale Le
Courbe.
Il Generale Bernadotte
ha chiesta la sua dimissione dal comando dell'Arma d'osservazione, la quale in oggi è riunita all'armata del
Danubio, e ne forma l'ala sinistra. li 23. Germinale, ne ha rimesso il comando
al Generale Collaud. L'ordine nel quale annunzia la sua partenza alle sue
truppe porta, che l'alterazione della sua salute l'obbliga ad assentarsi
momentaneamente. li Generale S. Cyr trovandosi anch'egli ammalato è stato
rimpiazzato intieramente nel comando dal Generale Soubam.
Il D. E. con decreto de' 24.
Germinale, ha innalzato il Generale Dessolles
al grado di divisione.
Genova 27. Aprile.
Si è ordinata la celebrazione in
ciascun Comune della Repubblica della Sovranità del Popolo il giorno precedente
l'apertura de' Comizj, o sia assemblee primarie, e perciò a' 30. Aprile,
siccome vigilia dei giorno in cui il Popolo spiega ed esercita per se stesso la
sua Sovranità. Il Ministro dell'Interno ha per tale oggetto spedito un
messaggio all'Istituto Nazionale, acciò questi sul piano fatto dal Corpo
Legislativo, e suggerisca all'Architetto Tagliafico
incaricato di eseguirlo, le decorazioni e somministri le iscrizioni, ed
anche un inno da cantarsi in tale occasione. In conseguenza radunatasi la
seconda classe dell'Istituto Nazionale fu di parere, che la Sovranità del
Popolo dovesse rappresentarsi colla statua di un giovine di forza erculea,
avendo in mano una clava, e che schiaccia, le insegne del dispotismo, che ai
quattro lati vi fossero gli emblemi dei tre poteri Legislativo, Esecutivo, Giudiziario: presenterà inoltre
l'iscrizioni, e l'inno. Il Ministro raccomanda l'economia democratica.
Il gran difensore de' troni sardo e
pontificio, il Gen. Colli son due
giorni, ch'è arrivato qui. Egli doveva imbarcarsi per Palermo co' Ministri
esteri mandati via da Toscana, a' quali tutti è stato dato per colà il
passaporto, ma avendo rappresentato, che il cattivo stato di sua salute non gli
permetteva di fare tal viaggio, ha ottenuto di andarsene per terra negli stati
dell'Imperatore. Si vocifera un accampamento in Sarzana di truppe Francesi,
Liguri, e Cisalpine, e dove anche in caso di bisogno si porteranno le Guardie
Nazionali di tutti i Dipartimenti vicini. Queste Truppe saranno a portata di
difendere il golfo della Spezie, e le coste della Toscana.
Altra di Genova dell'istesso giorno.
Il Console della Repubblica
Francese Belleville ha rimesso il 25. del corrente una nota al nostro D. E. in
cui lo informa de' fatti ultimamente avvenuti a Parma.
Risulta da questa nota, che il
trenta Germinale, cento Ulani dell'Armata Austriaca, entrarono nella Città di
Parma senza alcun ostacolo. Costoro erano condotti da un certo Recco esigliato da Genova come accusato
di progetti liberticidi. Questo Ligure circondato dalla folla, secondato da'
Preti. provocava con grande schiamazzo il massacro de' Francesi.
Questa truppa si portò dagli Agenti
delle Repubbliche Francese, e Cisalpina. Gli Emblemi, che erano sulle loro
porte furono rovesciati, e rotti; i loro effetti furono saccheggiati; tutti
coloro, fra gli abitanti di Parma, che furono indicati come amici de' Francesi
provarono le minaccie le più violente, e i trattamenti i più barbari.
Le proprietà istesse del Duca di
Parma non furono esenti dall'avidità degli Ulani; furono tolti de' cavalli
dalle scuderie di questo Principe.
La Città di Parma era
nell'agitazione la più allarmante, quando si seppe, che una colonna di truppe
Francesi, che marciava per Reggio passava in vicinanza. Sua Altezza Reale fece
chiamare i Francesi, che accorsero col desiderio di punire gli oltraggi fatti
ad un Principe neutrale, e pacifico: gli Austriaci disparvero, e la calma si
ristabilì prontamente.
Il Cittadino Belleville conchiude
la sua nota colle seguenti espressioni.
«Se il soggiorno di un Principe
neutrale, e pacifico, è stato così indegnamente violato, se le di lui proprietà
sono state rapite da una truppa di soli cento uomini, quale sarà il trattamento
riserbato ai Popoli liberi da questi soldati, che disprezzano la neutralità,
che insultano al dritto delle Nazioni, e preparano la morte a tutti coloro, che
non seconderanno il loro furore e la loro vendetta?».
Il Padrone Paolo Consigliere,
ligure, procedente da Alessandria in 23. giorni ha deposto a questo uffizio di Sanità,
che il Generale Bonaparte faceva grandi progressi in Soria, ove avea preso S.
Giovanni d'Acri, mantenendo intanto per mezzo delle Caravane la comunicazione
fra Alessandria, ed il Cairo.. Sulle acque di Alessandria veleggiavano alla
partenza dei Padrone suddetto una Nave di linea, ed un Brigantino Inglese, che
avevano predata la maggior parte di 12. piccoli Bastimenti chiamati Avvisò
partiti di là per Soria. Ha egualmente deposto, che nel giorno 19. del corrente
si è ancorato al Lazzaretto del Varignano un Brigantino di Bandiera Russa, che
avea al suo bordo 250 prigionieri Francesi della Guarnigione di Corfù, che ha
sbarcati a quel Lazzaretto.
Il Capitano di tale Bregantino ha
riferito di essere stato visitato da Corsaro Barbaresco, che gli ordinò di far
rotta per Tunis; ma un forte temporale separato avendo il Barbaresco, a bordo
di cui ha lasciato cinque marinari con la lancia, egli si è in vece trasferito
al Varignano.
Il seguente ordine del giorno dal
Quartiere Generale dei Cairo, sarà conoscere quanto i Francesi sieno divenuti
superiori ai pericoli d'ogni specie, e come essi trattino quei vili, che non
adempiono al loro dovere per timor della morte.
Dal Quartier Generale dei Cairo li
19. Nevoso, anno 7. della Repubblica Francese, una ed indivisibile.
Ordine del giorno.
Qualunque Uffiziale di Sanità, che
in faccia al nemico abbandonerà il luogo destinato pel suo giro, senza un
ordine particolare, o che in caso di una malattia contagiosa ricuserà di
prestare agl' infermi i suoi soccorsi, sarà arrestato, tradotto innanzi il
Consiglio Militare, trattato secondo l'articolo della legge, che riguarda i
soldati, e i militari, che fuggono dinanzi al nemico. Niun Francese deve temere
la morte, qualunque siasi lo stato da lui abbracciato.
Il Cittadino Boyer, chirurgo de'
feriti in Alessandria, che è stato sì vile da ricusare di soccorrere alcuni
feriti, i quali aveano avuto contatto con altri ammalati supposti intaccati, da
malattie contagiose, è indegno della qualità di Cittadino Francese. Perciò sarà
vestito da donna, e si farà girar sovra un asino per le strade d'Alessandria
con un cartello sulle spalle, che dirà: Indegno
di essere Cittadino Francese, tenie il morire. Dopo di che sarà posto in
prigione, e rimandato in Francia sul primo bastimento
Il Comandante d'Alessandria manderà
copia del detto Ordine del giorno al Presidente dei suo dipartimento
coll'invito di cancellarlo dalla lista de' Cittadini Francesi.
Sottoscritto ALESSANDRO BERTHIER.
Squarcio di proclama di Bonaparte nell'ingresso delle sue Truppe
nella Siria
Sheriff Ulmas oratore delle
Moschee, fate conoscere al Popolo, che dacché il mondo, è mondo era scritto che
dopo aver distrutto i nemici dell'Islamismo, fatto abbattere le Croci, sarei
venuto dal fondo dell'Occidente per eseguire il lavoro, che mi è stato
prescritto. Fate vedere al Popolo che nel santo libro dell'Alcorano, in più di
venti passi, quel che accade è stato preveduto, e quel che accadrà, vi è
spiegato egualmente.
Potrei domandar conto a ciascun di
voi dei sentimenti più segreti del di lui cuore, perché so tutto, anche quello
che non avete detto a nessuno; ma verrà un giorno, in cui tutto il mondo vedrà
che sono stato condotto da ordini sovrumani e che tutte le forze umane a nulla
valgono contro di me. Felici quelli che saranno i primi a porsi di buona fede
dal canto mio.
Costantinopoli 20. Ventoso. Diverse Tartane spedite da Gezzar Pascià hanno recata la
nuova che avea non solo accettato il comando dell'armata destinata ad agire contro
Buonaparte, ma ancora che 50. mila uomini in due divisioni si erano di gia
messi in marcia, e che egli stesso sarebbe partito quanto prima alla testa del
restante della sua armata. Egli valuta le sue forze a cento mila uomini,
domanda 20. mila borse, e promette di
terminare prontamente la guerra di Egitto. Il governo per assicurare sempre più
il successo ha ordinato che s'imbarchino 15. mila cannonieri, una numerosa
artiglieria da campagna, ed affretta l'armamento della flottiglia, che sarà
quanto prima in istato di porsi alla vela. Il Commodor Sidney Smith partirà
anticipatamente: il suo Vascello il Tigre ha fatto già vela da questo Porto; ma
il veri o dei Sud lo forzò, a gettare l'ancora alle sette torri: egli
profitterà non ostante dei primo buon tempo per far vela.
Si sono ricevute dall'Egitto
diverse nuove, le quali segretamente si sono sparse: il legno che le ha portate
è una nave ragusea che veniva da Alessandria, di dove era partita con diversi
passaggieri. Il rapporto è il seguente.
«Alessandria ha una guarnigione di
2. mila Francesi: fino a Rosetta la costa è guarnita di 22. mila uomini:
gl'Inglesi hanno intrapreso di bombardare Alessandria, ma non hanno ottenuto
alcun successo. Essi avevano effettuato uno sbarco considerabile di Russi e di Turchi
ad Abukir, ma sono stati, disfatti appena sbarcati. GI'Inglesi avevano
impiegate le armi che son loro così famigliari, quelle cioè del delitto: a loro
istigazione i Mori avevano avvelenato il pane: ma il tradimento fu scoperto a
tempo, dimodocché nessuno è stata la vittima di così nero progetto. Una
Divisione forte di 10. mila Francesi, e di 17. mila Greci si è portata in
Siria, ove dopo aver vigorosamente battuto i Mamalucchi, si è impadronita della
forte piazza di Gaza, sulla frontiera della Siria. L' armata di Murat Bey è
interamente distrutta; ed esso dicesi preso o morto. Buonaparte era tranquillo
al Cairo: egli ha vinti i suoi nemici i più vicini: i Francesi hanno un partito
numeroso e formidabile, composto di Armeni, di Greci, di Ebrei, e di tutti gli
Europei che si trovano in quelle parti».
Martedì il giorno un bastimento
Danese da qui partito per andar a prender carico in Calabria, dove non ha
potuto effettuarlo, e che qui tornava, è stato inseguito da una fregata
Inglese, ma egli si salvò sotto la batterla del Castello dell'Uovo, dove la
fregata non ardì inseguirlo.
Il Ministro di Guerra e Marina con
suo proclama propone a tutti i Capitani e Padroni di bastimenti mercantili di
prestar servigio nella Marina da guerra, e gl'invita di raccogliere i Marinaj
di loro soddisfazione, e condurli seco loro per impiegarli tanto a bordo delle
Fregate, Corvette, o altri bastimenti, che a bordo delle barche cannoniere, a
loro voglia, assumendo tosto i Padroni il grado di Officiali, e se si
determineranno per le barche cannoniere, assumendone anche il comando, col
carico di formarsi gli equipaggi a loro scelta, i quali goderanno gli stessi
soldi della Marina. Quel Padroni, o Capitani, che si distingueranno, avranno
pronto ascenso a grado maggiore negli Ufficiali della Marina Nazionale, e la
marineria a quello di Bassi‑Uffiziali.
Terminate le presenti urgenze,
ognuno sarà libero di continuare nella Marina Nazionale, o di ritornar alla
mercantile .
Mercoledì si ebbe notizia, che
Spanò Comandante la Truppa, spedito verso Salerno, aveva senza spargimento di
sangue pacificato Serino, S. Severino, ed altre Comuni.
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