libertA' |
eguaglianza |
MONITORE NAPOLITANO |
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TRIDI’ 13. PRATILE ANNO VII.
DELLA LIBERTA’; I. DELLA REPUBBLICA NAPOLETANA UNA,
ED INDIVISIBILE (SABBATO I. GiUGNO 1799) MAJESTAS POPULI Secondo trimestre. Num. 32 |
Giovedì della scorsa settimana,
sesta del Corpo di Cristo, ne fu eseguita la processione colle consuete
formalità della ex‑corte, e colla stessa pompa, o fasto.
La Guardia Nazionale in numero di 12. Compagnie prese i larghi, e si
schierò ne' luoghi, ove era solita schierarsi la truppa.
I 4. Membri quì esistenti della Commessione
Esecutiva col Generale Gerardon, ed il Segretario generale della medesima
Commessione, nella carozza di parata della già Città, si trasportarono giusta
il solito degli ex‑re nel Catafalco al
Pennino, a ricevervi la benedizione dall'Arcivescovo, facendo però qualche
tratto a piedi , e passando nella doppia ala della Guardia Nazionale colà
schierata. Nella stessa carozza tornarono poi in S. Chiara per ascoltarvi la
Messa, cantata dalle migliori voci, e musica del famoso Paesiello, dichiarato
già Maestro di Cappella della Nazione. A destra erano colà preparate cinque
gran sedie di appoggio di velluto cremisi, dove sederono il Generale in mezzo,
i quattro dell'Esecutiva accanto, ed in altra sedia minore il Segretario
generale.
Dalla sinistra erano a fronte altre
sedie di appoggio meno ricche, dove sedevano i Ministri, i Generali, il
Commessario del Potere Esecutivo presso l'Alta Commessione militare ec., ed
intorno chiudevano quasi il mezzo circolo le sei Municipalità, i Commessarj del
Governo, i Magistrati, in fine tutte le Autorità costituite.
Se il Popolo poteva in altri tempi
rimaner abbagliato da' ricchi uniformi, e ricami de' così detti Cavalieri di
Corte, rimirò pur ora spettacolo consimile ne' grandi uniformi della
Commessione Esecutiva, del Segretario, e de' Ministri, tutti simili fra loro,
ed a spese della Repubblica, a differenza del centurone pomposamente pur
ricamato, proprio solo della Commessione, oltre la fascia ornata di gran
frangioni e cannuttiglie di oro.
Hai fatto ricca quella, che non sapevi far bella, disse Apelle ad un Pittore Greco,
che aveva dipinto ornata, ma non bella, Venere. Noi facciamo ora ricca la
Repubblica, che faremo anche forte: e se a' severi Cittadini dispiace cotesta spesa pubblica di puro lusso personale,
ognun sa, che fu invenzione, e volontà del famoso Bassal, il quale mettendo in grande uniforme i venticinque membri del
passato Provvisorio preparava i grandi, e gloriosi destini della Repubblica.
Finita la Messa, si schierarono in
processione prima i Magistrati, le Municipalità, e i Canonici della Cattedrale:
Dietro il Venerabile, il Presidente della Commissione Esecutiva Dagnese alla destra, il Gen. Gerardon alla sinistra; indi gli altri
membri della Commissione Esecutiva e il Segretario generale: poi i Ministri, ed
i Generati. Mostrò il popolo da per tutto gran soddisfazione, e letizia; grave
scandalo pubblico produsse l'osservare, che de'Magistrati, son ancora quelli stessi, ch'erano prima, niuno ancora avesse
piegato l'animo a vestir l'abito nazionale, e quasi tutti ed essi soli usassero l'Aristocrazia di
trascinarsi dietro un familiare. Quanto cagionò di sdegno cotesta vista, tanto
piacque il semplice civico contegno de' membri della Municipalità, fra' quali
era bello il vedere colla sua sciarpa tricolore, anche un zoccolante, il P. Crisanto da Marigliano, Presidente
della Municipalità del Cantone di Masaniello.
Fu in fine la funzione coronata da
splendida magnificentissima tavola pubblica, disposta nella Sala, dove soleva
farsi la Cena del Giovedì Santo. Furon invitati il Generale Gerardon, e il
Comandante di S. Eramo con 10. Uffiziali, il Generale della Guardia Nazionale
con altri 10., il Presidente e 'l Commessario del Potere Esecutivo dell'Alta
Commessione Militare, il Presidente, e 'l Commessario di ogni Municipalità; il
Comandante della Giandarmeria, ed altri Cittadini in carica. Doveva
intervenirvi il Presidente della Commessione Legislativa con altri 6. Membri,
ma per difetto dell'Alabardiere l'invito non giunse in tempo: e varie Cittadine
invitate ad arbitrio de' Direttori. Cento e due erano le coverte, ma aperto al
Pubblico l'intervenirvi, varie Cittadine di S. Lucia, e del Mercato, e
del Moto piccolo; un stragrande numero di minuto Popolo concorse; gran parte
partecipava del pranzo ricevendolo dalle Cittadine, e Cittadini, che sedevano,
tutti prendevano profusamente, ed a piacere, caffè, gelati, vini forestieri,
dolci, ec. a' replicati gridi di Viva la
Libertà, Viva la Repubblica.
La nota barca parlamentaria Inglese, di cui parlammo nel
passato foglio recò anche la lettera, e riportò la risposta, che soggiungiamo.
Il Capitano EDWARD JAMES FOOTE
Comandante della Fregata
le Sea‑Horse, e le Forze di S. M. Britannica
Al Capo di Brigata MEJAN Comandante delle Truppe
Francesi a Napoli.
Benché in tutto, o Signore,
forestiero alla vostra Nazione pur tuttavia m'è noto abbastanza il vostro
linguaggio, per esser sicuro che non ho potuto ingannarmi. Dandovi la pena di
rileggere la lettera del vostro Generale, voi vi osserverete una parola data al
Capitano Troubridge, di rimandarli la
sua gente a bordo. Fidato a questa parola il Comandante Inglese rimandò in
Francia una Polacca piena di prigionieri Francesi. Dunque, allorché noi
eseguiamo un trattato, confidando semplicemente alla vostra buona fede, voi
ricusate d'adempirne le condizioni! Domando se cotesto tratto è proprio di una
Nazione, che si vanta di professar le leggi di onore? Dall'altra parte il resto
dell'articolo, che voi citate, contiene una nuova proposizione del vostro
Generale al Capitano Troubridge, indipendentissima
dal periodo già convenuto ma io non potrei farvi capire quello, che voi non
volete ascoltare.
Quanto al Console Ribaud, il Capitano Troubridge ha già fatto presente al vostro Generale d'esser egli
nativo di Sicilia, ed in conseguenza suddito del re di Napoli e lungi dal voler
far premure a questo monarca, perché non punisca i ribelli, noi siamo appieno
persuasi, che la sicurezza de' Governi, che voi cercate distruggere, dipende da
una giustizia rigorosamente osservata
Riguardo ai cinque uomini, di cui
vi ho parlato nell'ultima mia lettera, essi non sono stati fatti prigionieri
dagl'Inglesi, né per loro ordine; ma l'umanità mi ha impegnato a fargli uscire
della prigione, ove erano sul continente, confusi con gente imbrattata da
tutt'i delitti, che trae seco la rivoluzione. Ho voluto credere alla loro
parola ch'essi erano già stati renduti, e voi mi provate, che può dubitarsi
della parola d'un Francese: oltre a ciò, quando voi parlate con tanta enfasi delle condizioni le più sacre, osservate da
tutt'i Governi, gittate uno sguardo sulla vostra Armata di Egitto, e vi
vedrete una legione marittima, composta di tutt'i marinai presi a Bequiez, e
lasciati sotto la parola data da' loro Officiali di non servire fino ad un
cambio regolare. Da quest'epoca fin oggi, vi abbiam restituiti più di settemila
prigionieri, e voi ricusate di restituirmi i pochi Inglesi, che sono in vostro
potere, malgrado la convenzione conchiusa, ed eseguita da voi medesimo. Ecco
come osservate le leggi le più sacre di
tutt'i Governi.
Voi vi abbassate, Signore, a far
delle minacce, mentre sapete che gl'Inglesi non lasciano ingannarsi dalle
medesime, tali proposizioni per altro non meritano risposta. Vi dichiaro
dunque, che se il vostro progetto è di sostenere in tal guisa, una
corrispondenza sì poco conforme al mio carattere, e 'l cui linguaggio sconviene
a qualunque uomo d'onore, io son risoluto a non ricevere, né mandare più alcuna
specie di parlamentaria perfino che avrò l'onore di comandar le forze di S. M.
Brittannica.
Vi ripeto pure, che non ho cambi da
proporre, se non che d'Inglesi co' Francesi, e che rispetto a' Napoletani, io
non posso disporre di coloro, che son in potere di S. M. Siciliana; sicché quando voi
vorrete rimandarmi i miei Inglesi, riceverete i Francesi di sopra cennati.
Ho
l'onore di essere ‑ &c. EDWARD JAMES FOOTE.
Napoli, 7. Pratile, anno 7.
Repubblicano.
MEJAN Capo della 27. mezza Brigata,
Comandante le Truppe Francesi
a Napoli
Al Signor EDWARD JAMES FOOTE, Comandante
la Squadra Inglese a Procida.
Non mi sarei aspettato, o Signore,
che la risposta categorica, che io vi ho fatto, avesse dovuto attirarmi i
sanguinolenti rimproveri, de' quali l'ultima vostra lettera è ripiena. Essa per
altro molto bene giustifica lo spirito del Governo, cui servite. Egli si adorna
del manto della giustizia, e della umanità, nel mentre che adotta
perfettamente, e mette in esecuzione un sistema di assassinj, che lo rende
abbominevole all'Europa intera. Io non mi abbasserò, o Signore, a rispondere a'
differenti articoli della vostra lettera. Il linguaggio, ch'essa contiene,
ripugna ad ogni uomo d'onore, ed ogni Francese sente d'averne troppo per torre
ad imprestito un carattere diverso da quello, che gli è proprio.
Rido, o Signore, dell'esistenza
politica, che vi piace accordare al fantasma di monarca, che voi chiamate maestà siciliana. Non tarderà molto egli
ancora a subire il trattamento dovuto ad un mostro della natura, esistito solo
per disgrazia del Genere Umano, né più, né meno di tutti i tiranni simili a
lui. Del resto noi restiam persuasi, che il Governo di Palermo non si
comprometterà fino al punto di maltrattare il Cittadino Ribaud Console di Francia a Messina: basta ch'egli sia rivestito
del carattere di Cittadino Francese, perché tutti i tiranni isolani abbiano a
rispettarlo.
Fo molta stima, o Signore, de'
sentimenti d'umanità, che vi hanno indotto a tirar fuori delle prigioni del
Continente i cinque. disgraziati Francesi, che sono sul vostro legno. La vostra
condotta però è molto in contradizione con quei principj, de' quali voi fate
mostra, per poterli credere sinceri. Ma semai fossero partiti dal cuore, voi
nel renderli a noi, soddisfatto avreste al dovere che v'impone l'Umanità.
Stimo espediente, o Signore,
ripetervi, che i Patriotti Napoletani, co' quali noi siamo identificati per
sentimenti, e per principj, troppo c'interessano, per non sentire colla più
alta indignazione la proposizione, che voi mi fate di non volerli comprendere
nel cambio de' prigionieri.
Se voi insisterete riguardo a tale
oggetto, io mi determinerò a non più ricevere, né a mandar Parlamentarj a'
vostri legni.
Ho l'onore di essere ‑
&c. MEJAN.
Fin da' principj di questa settimana si eran qui
ricevuti da Genova i seguenti riscontri.
Genova 11. Fiorile (30. Aprile) an.
7.
della Repubblica Francese.
Il Console Generale della Repubblica Francese a Genova
incaricato d'affari.
Al Direttorio Esecutivo della
Repubblica Ligure.
CITTADINI DIRETTORI,
Io mi sollecito di trasmettervi la
notizia, che ricevo dal Quartier Generale, alli 8. Fiorile, l'inimico attaccò
l'armata della Repubblica sull'Adda nel momento in cui il General Moreau ne
assumeva il comando: dopo una vigorosa resistenza, dopo aver fatti duemila
nemici prigionieri, convenne cedere al numero.
Alli 9. l'Armata ridotta a 25 m.
uomini prese posizione sul Ticino. Il Quartier Generale è a Pavia. Il Generale Lemoine ha portato la sua divisione
avanti Tortona, per conservare, ed assicurare la sua communicazione con Genova.
Il Generale Dessolles, che scrive, mi assicura, che il cambiamento del Generale
ha comunicato un nuovo vigore all'Armata, indebolita dai combattimenti.
Non è a' Repubblicani, che convien
dissimulare il pericolo; egli è grande senza dubbio, ma i rinforzi arrivano a
marcia forzata, ed una flotta Francese di 28. Vascelli di linea è giunta al Ferol, ove si è unita con una flotta
Spagnuola, e presto queste forze imponenti, alle quali il nemico non ha da
opporre, che una squadra di 16. Vascelli, saranno nel Mediterraneo. Se i Liguri
perciò restano uniti, e tranquilli, se essi hanno confidenza nel coraggio de'
Francesi, che, nel perire per la difesa della Libertà, benedicono la causa
sacra, alla quale sacrificano la loro vita, io posso ancora prometter loro
delle speranze.
Che il Popolo, Ligure, Cittadini
Direttori, sappia che la sua sicurezza non sarà inutilmente compromessa: finché
rimarrà un Francese per coprire la Liguria, il nemico non vi penetrerà; se noi
soccombianno al numero, noi non domandiamo per prezzo del nostro sangue, se non
che sia risparmiato quello de' Liguri.
Io v'informerò con quella
franchezza, che voi conoscete in me, di tuttociò, che mi giungerà d'officiale,
e conto troppo sulla vostra fermezza per lasciarvi ignorare ciò che importa di
sapere per la sicurezza di questa Repubblica ‑ Salute, e rispetto ‑
BELLEVILLE ‑ Per copia conforme ‑ SOMMARIVA Seg. Gen del. Diret.
Ligure.
Genova, 13. Fiorile, anno 7. della Repubblica Francese.
Il Console Generale della Repubblica Francese a Genova,
Incaricato d'affari.
Al Direttorio della Repubblica
Ligure.
CITTADINI DIRETTORI,
E’ con sentimento di commozione, e
di fierezza, ch'io vi trasmetto la copia d'un indirizzo, che mi hanno
presentato i Francesi, che sono stati condotti a Genova da' foro affari, dalle
loro funzioni, o dalle circostanze d'Italia. Io mi son fatto premura di
promettere a questi degni Repubblicani le armi, ch'essi domandano, per pagare
alla libertà, e all'ospitalità il tributo di coraggio, e di zelo, che loro è
dovuto.
Io affretto co' miei voti il
ritorno del General Lapoype per
regolarizzare militarmente l'unione, e la fermezza, che si osservano per tutto,
e che sono proprie a rassicurare quelli tra i Liguri, a' quali le notizie
consolanti ricevute jeri dal Quartier Generale potessero lasciare ancora delle
inquietudini. Salute, e rispetto ‑ BELLEVILLE.
Genova, 11. Fiorile, anno VII.
CITTADINO CONSOLE,
Noi siamo Francesi; noi siamo
Soldati della libertà; noi domandiamo i mezzi di difendere noi, e i Liguri, che
ci hanno accolto fra di loro.
Noi contiamo con fiducia sul vostro
zelo per farci dare un organizzazione militare; un punto di riunione in avanti
di Genova, e sopratutto delle armi. Salute, e attaccamento.
(Siegue un numero grandissimo difirme).
Per copia conforme ‑
BELLEVILLE.
Lettera del Cittadino Diego Casanova di Genova
al
Cittadino Girolamo Bassano in Napoli.
Genova 11. Maggio.
Cugino ‑ Gli ex‑nobili
di questa nostra Comune, avendo inteso ne' scorsi giorni, che gli Austriaci
avevano occupato in parte qualche piazza della Cisalpina, si viddero tutti
allegri e festosi. Il Governo scopri qualche loro tradimento ne' nostri piccoli
Paesi, cioè Polcevera, ed
immediatamente ordinò la carcerazione de' medesimi, e si eseguì il numero di
34, di cui si ignora la sorte.
Le vittoriose armi Francesi hanno
discacciato gli Austriaci dalla Cisalpina, ed hanno liberato que' Popoli di bel
nuovo dalla tirannia.
Dal Ferol Dipartimento Navale della Spagna sono partiti numero 25.
Vascelli di linea, e 14. Fregate, spero in breve li vedrete giungere salvi in
Napoli, poiché a tale oggetto fecero simile spedizione per discacciare
gl'Inglesi.
Nel nostro Porto Spezie è giunta l'Armata Francese e Spagnola del Dipartimento
di Tolone, e Cartagena con diversa
gente di sbarco, e questa si dice verrà anche in Napoli, per indi passare in
Sicilia. In seguito all'Armata spediremo i nostri Bastimenti, e daremo di bel
nuovo principio a' nostri negozJ
Numero 6. Fregate Repubblicane
in Levante fecero la preda di merci Inglesi della valuta di 20. milioni di
lire. Nel venturo vi spedirò il Monitore, e le Gazzette, che meglio vi
spiegheranno a puntino l'occorso.
Jeri
mattina da Capitano Francese spedito da Roma si ebbe lettera di colà scritta
dal Commissario Organizzatore Abrial al nostro Governo: verso la sera dal Comandante
di S. Eramo fu pubblicato l'estratto delle lettere de' Generali, e finalmente,
giunta jeri sera anche la posta, stamane si sono in tutti i fogli pubblici, ed
in tutte le lettere d'Italia avuti riscontri, e ragguagli di quelle ivi
accennate, e di altre consecutive vittorie delle armi Francesi. Noi riportiamo
i più interessanti.
Imbasciata della Rep. Francese presso l'Armata di Roma.
Roma 6. Pratile anno 7. era
Repubblicana.
L'Ambasciadore della Repubblica
Francese presso la Repubblica Romana ‑ Al Cittadino ABRIAL Commessario
Civile e Politico del Governo Francese a Napoli.
Buone notizie, mio caro Compagno.
Gli Austriaci ed i Russi sono stati interamente disfatti sul Po. Se ne stampano
i ragguagli circostanziati, e fra due ore vi giungeranno.
Ma d'altra parte il più orribile
delitto è stato commesso in Rastadt. I nostri Plenipotenziarj sono stati
assassinati dagli Ussari Austriaci, Bonnier
e Roberjeot sono morti. Jean Debrie carico di ferite, trovasi a Strasburgo.
Voi ne avrete il ragguaglio. Comunicate il bollettino al Cittadino Bodart. Salute ed amicizia ‑
BERTHOLIO.
Mi affretto di farvi giungere le
felici notizie, ch'io ricevo in questo momento istesso. Salute e fratellanza.
Il Commessario del Governo presso lo Stato Napolitano ‑ sottoscritto
ABRIAL i 6. Pratile anno 7.
Roma 6. Pratile ‑ Messaggio del Cittadino BERTHOLIO Ambasciatore della Rep. Francese presso la Rep. Rom. al Consolato
Romano.
Cittadini Consoli ‑ Vi
mantengo la parola; vi avea promesse vittorie; eccovene. Leggete, e fate subito
imprimere, ed affissare. I Patrioti si riuniscano semprepiù, e si convertano in
fine gli aristocratici, ed i malevoli. La vittoria non abbandonerà mai i
vessilli della libertà. Salute, e fratellanza ‑BERTHOLI0.
Dal Quartier generale di Genova i 28. Fiorile anno 7. Repubblicano.
Il Generale (li Divisione PERIGNON Comandante l'ala
dritta dell'Amata d'Italia, a'Membri
componenti il Direttorio della Rep.
Ligure.
Mi
affretto, Cittadini Direttori, di parteciparvi il risultato delle azioni, che
si sono commesse a' 22. e 23. di questo mese verso Alessandria. Rileverete
dalla copia della lettera del Gen. Grouch ‑ v, e dal l'estratto di
quella del General in Capo Moreau, che noi abbiamo avuto un compiuto successo
sulle truppe dell'armata nemica. Compiacetevi, Cittadini Direttori, di dare
tutta la pubblicità possibile a questa notizia favorevole. Salute, e rispetto ‑
PERIGNON.
EMMANUEL GROUCHY, Gen. di
Divisione, Capo dello Stato maggior generale, interinamente al Gen. PERIGNON
Comandante in Liguria.
Dal Quartier Generale d'Alessandria
i 26. Fiorile anno 7.
Sentirete certamente con piacere,
caro Generale, il successo, che ha ottenuto in questi ultimi giorni l'Armata
d'Italia. I nemici han voluto tentare il passaggio del Po in diversi punti ne'
giorni 22., e 23. Fiorile. Un Corpo Austriaco, lo avea realmente passato a' 22.
vicino al Ponte di Stura, ed erasi riunito ad alcune masnade di contadini
armati. Ma è stato pienamente distrutto dalle Truppe, che sono sotto gli ordini
dell'Ajutante Generale Gareau. 500. Austriaci han deposto le armi innanzi al
solo Battaglione della 106. mezza Brigata.
A’ 23. anche l'Armata Russa ha
passato il Po a Bassignano, e si è portata
verso Peccetto, e Valenza. La Divisione Grenier,'ch'era postata in questo sito
gli è piombata sopra, e l'ha rispinta. La Divisione Victor avendo eseguito il
suo riunimento, il nemico è stato rovesciato nel Po, dopo cinque ore di
combattimento; più di 2000. uomini vi si sono annegati. Tutta l'artiglieria,
che aveano i Russi passata sulla riva dritta, e che consisteva in 5. pezzi è
stata presa, come altresì i suoi cassoni, i suoi bagagli, e una bandiera. Il
numero de' prigionieri fatti nel giorno 23. ancora non si sa. Sette, o
ottocento Russi sono stati uccisi, e fra gli altri il General Scoubak Comandante della loro
vanguardia.
Sono questi i risultati di
un'azione così gloriosa, che ci promette nuove vittorie. Noi abbiamo avuti
circa 300. uomini uccisi o feriti. Il Gen. di Brigata Quesnelle è nel numero di questi ultimi, e molti altri Ufffiziali
di stato maggiore. Al mio Ajutante di campo Fognout
è stata rotta la gamba da un biscajno, ha avuta una ferita nella testa, e
gli è stato ucciso sotto il cavallo.
Il Gen. in Capo ha nominati sul
campo di battaglia il Capo di Brigata Gardanne
Gen. di Brigata, e gli Ajutanti di campo Faugereau, Grenier Capi di Squadrone ‑ Segnato Emm. GROUCHY.
Per copia conforme il Gen. PERIGNON Comandante l'ala
dritta dell'armata
Estratto della lettera del Gen. in Capo MOREAU, al Gen. PERIGNON.
A' 23. di questo mese abbiamo
gittato nel Po un corpo Russo, che lo avea voluto passare. Ci ha lasciata la
sua artiglieri, e i suoi bagagli; circa 2000. prigionieri, annegati, uccisi, o
feriti.
Per copia conforme il Gen. PERIGNON.
Per copia conforme SOMMARIVA Segret. Gen.
Per copia conforme Il Seg. del Consolato G. BERNARD.
Estratto di lettera.
Roma 9. Pratile ‑ Caro amico.
Qui si ricevono continuamente delle
buone nuove dell'Armata d'Italia, e del Reno. L'altro jeri si ebbe la nuova
della disfatta di 2000. Russi al Po, che furono respinti, ed annegati nel
fiume. Un'altro corpo de' medesimi di circa 600. fu disfatto al Ponte Stura.
In questo momento si riceve la
nuova della disfatta di 20000. Russi a Buffalora,
e che il Principe Carlo battuto sette volte dal General Massena sia stato
fatto prigioniero. Non vi mando le stampe di queste nuove, mentre vi saranno
rimesse dall'Incaricato Canzano.
Vi do la notizia, che tutte le
lettere arrivate da Genova dell'istessa data col Corriere ordinario dicono, che
il Ministro di Spagna ha annunziato officialmente l'arrivo in Cadice delle
flotte combinate di Brest, e del Ferrol con novanta legni di trasporto, e
truppa da sbarco: che queste vanno ad unirsi colla Squadra di Massaredo, e che
fra giorni saranno pronte a mettersi alla vela. Si calcolano queste tre Squadre
riunite con quanto vi è in Tolone a 59. Vascelli di linea, oltre molte Fregate,
ed altri piccoli legni. Questa notizia non ammette dubbio.
Vi prevengo inoltre, che il
Consiglio de' 500. ha giurato guerra eterna all'Imperatore, ha ordinato la leva
di tutti i giovani dai 18. ai 25. anni, ed ha dichiarato disertore chiunque non
si presenta nelle 24. ore.
I grandi mali producono altrettanti
beni.
Sabato scorso la Commissione
Legislativa ha cominciato a tener anche di sera le sue sessioni. Una
deputazione della gran sala patriottica, composta di 10. Membri portò a nome
de' patrioti individualmente firmati, alcune accuse contra tre membri del corpo
Legislativo. Raffaele Doria, Giuseppe
Pignatelli, Vincenzo Bruno. Contra il primo, per aver dimandato passaporto
per Genova, contra il secondo, perché ha affacciata una cessione fatta a lui di
tutti i suoi beni dal famoso Marchese
Galatona o Principe di Belmonte suo fratello,
allorché Ferdinando pe' costui meriti in Parigi, in Italia ec. gli fece dono di
altri beni e feudi; contra il terzo per viglietto in cui scrivendo a persona
aristocratica conservava i titoli aristocratici, e per lettera allarmante scritta in Foggia. La
Commissione invitò tosto i tre Membri a ritirarsi, durante la discussione, ed
essa si chiuse in Comitato segreto. Dopo seria disamina, e lunga deliberazione,
che portò fin a notte avvanzata, la Commissione non trovò luogo ad accusa per niuno;
essi però si dimisero. I Deputati patriottici gli abbracciarono allora, e
dissero, che con piacere avrebbero veduto, ch'essi più democraticamente
portandosi si avessero per l'avvenire meritata la fiducia de' patriotti; i
quali gli avrebbero con piacere veduti coprire di nuovo le cariche. La sala
patriottica era restata in sessione permanente fino al ritomo de' suoi
Deputati, i quali l'assicurarono dell'esito della deputazione. Nella stessa
Sessione la Sala deliberando sui bisogni della Patria, decise, ed aprì una
Coscrizione Militare, altra di doni patriottici. Il cittadino Giuseppe Cestari
ha dato subito polizze di seicento docati, il cittadino Giuseppe de Logoteta di
docati cento, la cittadina Loranne Prota di docati cinquanta, ed altri
cittadini, e cittadine in altre summe.
Domenica gl'Inglesi nel numero d'un
centinajo tentarono far uno sbarco nella spiaggia di Cuma, ma la Giandarmeria che custodisce quel posto, schieratasi in
linea cominciò a fare su loro un vivo fuoco di Moschetteria, e gli obbligò a
ritirarsi. Intanto giunto l'avviso qui, si spedì tosto un sollecito rinforzo.
Nel giorno si tenne sala
d'Istruzione in onore del fu Gaetano
Filangieri. Intervennero la vedova, la sorella, e tutta la famiglia
dell'illustre defunto, e quasi tutti i Membri della Commissione Legislativa. I
due Cittadini Vittoria e Mola recitarono in onore di Filangieri due eloquenti discorsi. Un
altro Cittadino recitò una graziosa canzone, ed un applaudito sonetto il
Cittadino Petrucci. Il giovane
Cittadino Nicola Nicolino senza
suono, e senza canto fece ammirare il suo ingegno improvisando delle eccellenti
ottave. I due legislatori Pagano, e Cirillo colla nota eloquenza pagarono
amendue dalla tribuna il tributo di lode, e di affezione al defunto amico, e il
giovanetto figlio di questi ringraziando dalla tribuna con molta grazia gli
astanti risvegliò la comune tenerezza, col risvegliar l'immagine del padre.
Fin da Lunedì alcuni Cittadini
giunti da Roccaraso portarono
notizia, che avendo il nostro Comandante della Fortezza di Pescara Ettore Carafa, fatto spargere per gli
Apruzzi le provvide leggi del Governo, e quelle specialmente abolitive de'
feudi, e del testatico, que' contadini, eransi ricreduti, e conoscendo esser
ingannati dagli aristocratici non solo avean lasciato d'inquietare i
Repubblicani, ma aveano altresì messi in arresto i medesimi scellerati loro
duci, e seduttori. In seguito si è inteso, che mediante i buoni uffizJ del
Cittadino Delfico, il quale
appostatamente era andato ad Ascoli, una colonna di Francesi spiccatasi da
Ancona erasi incamminata verso gli Apruzzi, ed asserivasi dippiù, che già 300.
n'erano entrati dentro Pescara: in conseguenza di che Pronio si era ritirato dal Vasto, portando seco 12000. ducati
estorti da quella Popolazione.
Martedì mattina cominciò a tornare
quì la Divisione di Spanò. Egli
stesso è tornato verso la sera. Dopo avere in una prima azione nelle vicinanze
di Avellino battuti, e respinti una gran partita d'insurgenti, questi ritornati
poscia in numero molto maggiore, riuscirono a circondarlo da tutte le bande, e
quindi quella brava truppa, dopo avere fatto gran strage de' briganti, han
dovuto ritirarsi, e cedere al numero portando nelle loro ferite, ed in quelle
del loro stesso Comandante le prove del loro coraggio, e del loro valore.
Mercoldì mattina è giunta la
Divisione del General Matera. La sua
gente lo ha preceduto a partite staccate senza aver sofferto niun danno. Veniva
questo Generale accusato dal Pubblico di non aver eseguite le disposizioni, che
gli prescrivevano di diriggersi subitamente al soccorso di Spanò. Egli ha giustificato di non aver mai ricevuto tali ordini, e
lo stesso Ministro di Guerra ha contestato, che gli ordini gli furono bensì
spediti, ma non poterono pervenirgli.
Si è intanto disposto, che tutta la
truppa di linea formata finora, stesse pronta a partire, accompagnandosi ad
essa la Legione Calabra, composta di
Patriotti, la maggior parte Calabresi, e tutti sotto il comando dello stesso
Ministro di Guerra Gabrielle Manthonè, dichiarato
Generale in Capo. Di fatti oggi ha assunto le funzioni di Ministro di Guerra il
Cittadino Tommaso Susanna.
Giovedì ha passato rivista
l'anzidetta Truppa, cui si unì un Corpo Francese di 500. uomini: è partita la
vanguardia sotto il comando del Capo Legione Belpulsi.
La Commissione Legislativa ha per
tal occasione promulgata la seguente.
LEGGE
Napoli, li 10. Pratile, anno 7.
COMMISSIONE LEGISLATIVA
Considerando, che la gratitudine, e
la riconoscenza sieno le basi dell'animo virtuoso, che alberga solo nei petti
dei repubblicani:
Considerando, che di riconoscenza,
e di gratitudine sieno degni i valorosi difensori della Patria, che
generosamente volano a difenderla, pronti a irrigare coi sangue loro le nostre
contrade, bruttate dai sedotti, e dagl'ingannati:
Considerando, che quelli, i quali
sono stati saccheggiati dagl'insurgenti meritano di essere ristorati de' danni
sofferti per causa della Patria dai beni stessi degli scellerati: Ordina, e
stabilisce:
Tutt'i beni degl'insurgenti, che
non ricorreranno al Generale dell'armata Nazionale, o altre Autorità costituite
dalla Repubblica per implorare il perdono, e che saranno ostinati a combattere
contro la Patria, saranno divisi dallo stesso Generale in due parti eguali. La
prima sarà distribuita fra que' Combattenti, che se ne renderanno meritevoli:
l'altra servirà per indennizzare i danni dagl'insurgenti medesimi cagionati
alla gente onesta sia coi saccheggio, sia con altro modo.
La Commissione Esecutiva è
incaricata della pronta esecuzione della presente Legge ‑ CIRILLO
Presidente ‑ DE TOMMASO Segretario.
La Commissione Esecutiva ordina,
che la presente Legge sia pubblicata, eseguita, e munita del suggello della
Repubblica. Napoli, 10. Pratile, anno 7. della
Libertà ‑ERCOLE D'AGNESE Presidente ‑ CARCANI (FERD.) Segr. Gen.
N.B. Oggi a 21. ore è partito Il
Gen. Manthonè. Daremo poi l'altre notizie
interessanti della Settimana.
E. F. P.
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