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MONITORE NAPOLITANO |
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SEPTIDI’. 17. PRATILE ANNO VII.
DELLA LIBERTA’; I. DELLA REPUBBLICA NAPOLETANA UNA,
ED INDIVISIBILE (MERCOLEDI’ 5. GiUGNO 1799) MAJESTAS POPULI Secondo trimestre. Num. 34 |
Ha questa Centrale sofferto in
questi giorni una di quelle scosse, che richiamando, o ravvivando l'attenzione di
tutti i Cittadini alla pubblica bisogna, rettifica i consigli, esercita la
vigilanza, accresce ed accelera l'azione, fa che l'uomo cerchi, e sviluppi
tutti i suoi mezzi, e divien madre del vigor politico, e morale dello stato.
Dispersa, e quindi svanita la
speranza nella divisione di Matera, ritirata
con danno la divisione di Spanò, riuscita
infausta la spedizione di Belpulsi, spento
in attacchi ineguali, o rimasto dovunque vittima dell'assassinio
degl'insurgenti il fiore della gioventù repubblicana, sbarcato un qualunque
numero degli assassini del tiranno in Puglia, e con insensibile incremento
invasi tutti i dipartimenti, ed approssimata l'insurrezione alla Centrale,
l'insieme di tuttociò produsse Sabbato a sera nella Sala Patriottica
straordinaria effervescenza di proposizioni, e d'idee; effervescenza calmata
dal Gen. Wirtz, che vi facea da Presidente, ed il quale la rivolse a più sano,
ed utile oggetto, invitando la Sala a compire sul punto la Coscrizion militare.
Domenica mattina si ebbero
spiacevoli notizie dell'altra spedizione, che noi dicemmo partita Sabbato sotto
gli ordini del Ministro di Guerra Manthonè
General in capo, ma che egli accompagnò soltanto, e lasciò sotto il Capo di
Legione Schipani. Fu questi ben
accolto nella Comune di S. Anastasio, e
passò indi a postarsi in faccia alla Comune di Somma, i di cui insorgenti vennero ad attaccarlo. Difetto di
esecuzione, o di comando, i nostri, senza avvedersene, si batterono
reciprocamente fra loro. Schipani ricondusse
la sua truppa al Ponte della Maddalena. La
Legione Calabra si mostrò disgustata, ricusando di più partire sotto di lui.
Rimasto il campo aperto agi'insurgenti di Somma,
sono entrati, ed han devastata la Comune di S. Anastasio.
Malgrado queste spiacevoli notizie,
non si volle tralasciar domenica sera di celebrare le vittorie francesi. Vi fu
cantata correlativa al teatro del Fondo, cantata, e festa di ballo nel teatro
nazionale, ribassando il prezzo da 5. carlini a tre per facilitar il concorso.
Lunedì mattina il Governo, non inscio
di venir egli accagionato di difetto nelle misure, o nelle scelte, tenne
consiglio co' Comandanti Francesi; ma nel giorno si seppe, che gl'insorgenti
eran vicini a Resina cioè a cinque miglia da noi. Fu convocato dunque un nuovo
consiglio, al quale oltre de' Comandanti Francesi, intervennero i nostri
Generali. A saggiare le disposizioni della Città, prender giusta cognizione
delle nostre forze, e dello zelo de' Cittadini, fu risoluto, qual misura di
previdenza, di sparare i tre tiri d'allarme giusta il regolamento di pubblica
sicurezza già da noi riferito nel numero 25.; e che si era ripubblicato
novellamente. La misura ebbe il più felice effetto, sparò di fatti alle ore 24.
il cannone; il popolo si ritirò docilmente alle proprie case; la Guardia Nazionale,
tutti i buoni Cittadini accorsero a' rispettivi quartieri; si contarono più di
quattordici mila persone sull'armi. Molti difetti furono avvertiti di ordine, e
di armamento, a'quali si appresterà riparo, e il salubre terrore ispirato da
questa misura produsse varie confessioni, onde si è scoperta una tela di
seguita corrispondenza cogl'insurgenti. Ed in Vico si son scoverte le prime
fila; e il piano sedizioso di tutta la costiera.
I Ministri, i loro Commessi, tutti
i Funzionarj pubblici addetti al Governo, passarono l'intiera notte al loro
posto; la Commission Esecutiva restò permanente; ad essa si unirono tutt'i
Membri della Legislativa, non per deliberar insieme, ma per trovarsi pronti, se
le circostanze lo richiedessero. All'alba sparò di nuovo il cannone in segno di
poter ciascuno ritornar a' propri officj; e la notte, da quel movimento in
fuori, passò in piena tranquillità.
Fin da sabbato a notte si erano
fatte varie carcerazioni di molti già primarj fra gli ex nobili, ed eransi
arrestati di nuovo l'ex‑Maresciallo Gambs,
e l'ex‑Tenente Colonnello Federici,
che da pochi giorni erano stati messi in libertà. Le nuove scoverte han
dato luogo Lunedì notte ad altre non meno importanti carcerazioni. Si contano
fra gli arrestati l'ex~Principe di
Scalea, l'ex‑Marchese di Fuscaldo, l'ex‑Duca Calabritto padre e
figlio, il vecchio ex‑Conte
dell'Acerra suocero dell'infame vicario Pignatelli,
l'ex‑Duca di Marigliano fratello del famoso ex‑Marchese di Gallo, l'ex‑Principe di Teora, l'ex‑Principe
di Canosa, e molti altri di ugual peso.
Jeri mattina una Compagnia delle
nostre Guide a cavallo, unita a 200. di Fanteria Francese, e sotto il comando
di un Capo di Battaglione Francese, si è portata ad attaccare un grosso corpo
d'insurgenti, che avea avuto la temerità di affacciarsi fino a Capodichino. La truppa Francese ha
lasciato alla nostra brava gioventù tutto il campo di farsi merito. Essa si è
mostrata degna di pugnare al loro fianco, e ne ha meritato i loro generali
encomj. Combattendoli sempre si son respinti gl'insurgenti fino a Casoria,
malgrado le imboscate, che questi aveano fatte dentro i campi. In Casoria si è
fatto sopra i nostri fuoco da due case, le quali però sono state abbandonate
all'incendio. La truppa si è ritirata verso le 22. ore. De' nostri è rimasto
ucciso un Sargente delle Guide: de' ribelli sono rimasti sul campo oltre 200.
Dalla parte della Torre dell'Annunciata vi è pure jeri stata
fortissima zuffa: il cannoneggiamento se ne sentì qui per più ore. Il Capo
Legione Carlo Muscari attaccò colà un
gran corpo d'insurgenti di fronte, Schipani
accorse, e gli batté alle spalle, e le barche cannoniere coadjuvarono
l'attacco dal mare. Schipani ha dato
parte, che dopo grandissima strage, de' loro, gli avvanzi degi'insurgenti si
eran salvati alla montagna.
Nell'atto, che si combatteva in Casoria, alcuni ex‑birri, ed altri
scellerati di Aversa incominciarono a tumultuare, e darvi il sacco: accorsivi
però i Francesi repressero quei scellerati, e riposero la quiete.
Oggi dopo mezzodì si è fatta nuova
spedizione di Cavalleria verso l'Afragola,
Casale, che resta al di là di Casoria; ed il Generale della Guardia
Nazionale Bassette è partito a nuovo
attacco dalla parte di Portici: si sente in atto il cannone: si attende con
impazienza l'avviso dell'esito, che non si dubita sia felice. Resta deciso, che
in ogni giorno una partita della guarnigione di S. Eramo in unione de' nostri
Patrioti, e della Guardia Nazionale, rinnoverà gli attacchi dirigendosi ad un
luogo; ed un'altra della Guarnigione di Capua coadjuverà l'operazione col
procurar di attaccar gl'insurgenti alle spalle, e porli tra due fuochi sin alla
total estirpazione.
Da' lumi ricevuti della scoperta
trama, si è rilevato esser nella congiura molti degli artiglieri littorali,
destinati al servigio delle batterie di costiera, e quelli del nostro Castel
Nuovo. Empio maneggio tutto, e corruzione de' perfidi Inglesi. Molti di
quegl'infelici sedotti littorali sono stati oggi condotti qui in arresto dalla
nostra Cavalleria.
Il Comandante di S. Eramo Mejan, la Commissione Esecutiva, e la
Legislativa non han mancato di sostener ed infiammar il coraggio de' nostri con
opportuni proclami.
Fin da domenica mattina son qui
giunti due Commissarj Francesi, portando, che il Gen. Rusca retrocedeva verso Roma, per indi trasferirsi colla sua
colonna in Napoli; e la Commiss. Leg. ha scritto pressante lettera in Roma al
Commiss. organizz. Abrial, sollecitando
il rinforzo di 2.000. uomini almeno, che si attendono.
13. Pratile. Scrutinio secreto per l'elezione
de' membri, che tuttavia debbonsi nominare ne' diversi Tribunali.
Tribunale di Cassazione. Giudici
Diodato
Targiani incluso
per otto voti.
Tribunale Criminale. Giudici.
Camillo Rinaldi incluso per 14. voti.
Supplementari del detto Tribunale Criminale.
Nicola Melisurgo parità.
Antonio Fiorentino incluso per 11. voti.
Tribunale del Commercio. Giudici.
Giulio Imbimbo incluso per 13. voti.
Carlo Forquet unanimemente.
Segretario.
Francesco Bindi per 12. voti.
Tribunale Civile. Giudici.
Raimondo de Francesco per 15. voti.
Supplementarj del detto Tribunale.
Stanislao Perini per 9. voti.
Alessio Bucci per 13.
voti.
Raffaelle Tramaglia per
13. voti.
Salvator de Sapia per 14. voti.
Andrea Cestari per 14. voti.
Gianleonardo Mastroleo per
11. voti.
Segretari.
Gennaro de Tommaso per 14. voti.
Paolo Tambelli per 15. voti.
Giudici di pace.
Si vota la parità di Gregorio
Cantore, e resta incluso per 14. voti.
Vincenzo Alvino per 14. voti. Giuseppe Santorelli per 15. voti.
Sopraggiunge la rinuncia del Citt. Giuseppe de Rogatis già eletto Giudice
di pace, il quale dice non poter disimpegnare tale incarico per esser stato
dalla Commessione Esecutiva nominato uno della Commessione de' Banchi, e viene
nominato il Citt. Francesco Saverio
Famaroli, incluso all'unanimità.
14. Pratile.
LEGGE
La Commissione Legislativa occupata
incessantemente alla consolidazione, ed alla felicità di questa Repubblica non
potrà mai riuscire nel suo importante disegno, senza prendere gli efficaci
mezzi da chiudere le funeste sorgenti del comun danno. I realisti, e tutti
gl'inimici della pubblica tranquillità facendo degli sforzi per tentare una
disperata controrivoluzione, proccurano ad ogni costo il turbamento
dell'ordine; e non potendo far altro, inspirano diffidenza, e timore.
Per arrestare dunque le trame de'
nemici della Patria, e per istabilire sempre più la tranquillità, la
Commissione Legislativa ordina ciocché siegue:
1. Ogni zelante Cittadino, che
scuopre una cospirazione, o attentato qualunque contro la Patria, o qualche
deposito di armi, dandone le pruove, o farà rinvenire il deposito, avrà un
premio proporzionato al servizio renduto.
2. Chiunque, benché sia parte della
cospirazione, o autore dell'attentato, ne dia lo scuoprimento in tutta la sua
estensione, manifestando tutti i complici, senza cadere in mendacio, verrà
ammesso alla indulgenza della Repubblica.
3. Ognuno, che o essendo complice
scuopra un capo, o essendo capo di cospirazione, ne scuopra un altro, dandone
le pruove, oltre all'impunità, avrà un premio proporzionato al servizio renduto
alla Patria.
4. Colui, che consapevole di
qualche attentato, o cospirazione contro la Patria non la manifesta
immediatamente che ne ha acquistata la scienza alle Autorità costituite, sarà
punito coll'ultimo supplizio.
5. Restano in vigore le Leggi
contro gli allarmisti.
6. I Caffettieri, Cantinieri,
Locandieri ec. che non denunziano alle Autorità costituite i discorsi di
allarmismo, che si facciano nelle loro botteghe, saranno condannati ad un anno
di ferri.
La Commissione Esecutiva è incaricata
per la pubblicazione, ed esecuzione di questa Legge ‑ CIRILLO Presidente ‑
DE TOMMASO Segretario.
La Commissione Esecutiva ordina,
che la presente Legge sia pubblicata, eseguita, e munita del suggello della
Repubblica ‑ ERCOLE D'AGNESE Presidente ‑ CARCANI (FERD.) Seg. Gen.
15. Pratile si è stabilita una
Commissione rivoluzionaria, colla seguente
LEGGE
La salvezza della Patria è stata
sempre per gli onesti Cittadini la norma della giustizia, e della legge. La
Patria è in pericolo, quindi fa d'uopo di una spedita e istantanea giustizia,
per punire coloro che l'hanno tradita Perciò la Commissione Legislativa,
ordina, e stabilisce.
I. Sull'istante è stabilita una
Commissione rivoluzionaria, composta di cinque Membri
2. La detta Commissione giudicherà sull'istante
a pluralità di voti, e militarmente senza appello o altro gravame tutti i rei
di Stato, o che siano cospiratori, o che abbiano avuta criminosa corrispondenza
cogl'insurgenti, e nemici della Patria.
3. E autorizzata a procedere senza alcuna forma di processo avendo
riguardo alla sola verità del fatto.
4. La durata della suddetta
Commissione è fino a nuova disposizione.
5. La Commissione Esecutiva è
incaricata della esecuzione della presente legge ‑ CIRILLO Presidente ‑
DE TOMMASO Segretario.
La Commissione Esecutiva ordina,
che la presente legge sia pubblicata, eseguita, e munita del suggello della
Repubblica ‑ ERCOLE D'AGNESE Presidente ‑ CARCANI (FERD.) Seg. Gen.
I cinque sono Rocco Lentini, Giuseppe Pinto Renti, Timoleone Bianchi', Francesco Rossi,
Gianbatista Manthonè. Commissario del Potere esecutivo presso la medesima Domenico Pagano. E entrata in attività
subito nel giorno seguente.
16. Pratile. Vaca.
Oggi la Commissione Legislativa ha
abolita la gabella del pesce e commesso a Palumbo, e Gambale di stender una
legge per l'abolizione dello scannaggio, e
della gabella degli animali, che si crescono in casa.
Alla Compilatrice del Monitor Napoletano.
Mi affretto, Cittadina, di
ragguagliarvi di un fatto molto interessante, che ci rammenta le prodezze de'
Filibustieri e del quale io stesso sono stato testimonio oculare.
Partii da Roma a' 19 del corrente
mese in compagnia del Citt, Belime Agente
in capo della Commessione Civile del Direttorio Esecutivo di Francia presso
l'Armata di Napoli, e del Citt. Besson, delegato
del Commissario organizzatore presso il Governo Napoletano, per la Città, e
territorio di Benevento, accompagnati
da' Cittadini Beausire, e Lambert il giovine. li nostro viaggio
era diretto a Napoli. La strada di terra essendo mai sicura per causa de' molti
insurgenti, fummo obbligati a prendere quella di mare. C'imbarcammo dunque su
di una picciola feluca a Porto d'Anso, e
il nostro tragitto fino a Gaeta fu felicissimo.
Partiti da questo porto, e giunti all'altura della Rocca, vedemmo varie barche provenienti dalla parte di Napoli, far
vela verso di noi. Lontani da qualunque sospetto, e desiderosi di sapere in
quale stato trovavansi le cose di Napoli, chiamammo la più vicina di queste
barche, e domandammo a coloro che la montavano, se poteano darci nuova della
Capitale. Ci fu risposto con farei segno di avvicinarci, il che eseguimmo con
tutta la fiducia possibile, tanto più che sulla barca medesima non
distinguevamo, che persone dell'equipaggio.
Arrivati a tiro di pistola, tutt'
ad un tratto distinguiamo quattr'uomini armati, che alzandosi improvvisamente,
spianano i loro fucili contra di noi, intimandoci di rendere le armi, e
dichiarandoci loro prigionieri. Mancanti di qualunque mezzo di difesa, tanto
più che nella nostra sicurezza avevamo deposte le armi sulla poppa della barca,
ci credemmo assolutamente perduti; e già uno de' nostri domestici avea
consegnate due delle nostre sciable; allorché il Cittadino Besson domanda a quei briganti;
con qual diritto pretendono farci consegnare le armi, e costituirci lor
prigionieri? Per ordine del nostro Comandante, rispondono essi, mostrandoci la
loro coccarda rossa. Le due barche già si toccavano; ad un tratto il Cittadino Besson memore d'esser Francese, ed animato da un nobile
coraggio, si slancia colla rapidità del lampo sulla barca nemica, e con un
braccio vigoroso rovescia a terra a forza di pugni due di quei scellerati,
gridando a' suoi compagni di soccorrerlo. li Cittadino Lambert vola in soccorso dell'amico, ed essendo disarmato strappa di
mano al pilota una sciabla; con questa fende mortalmente la testa a uno di
quegli assassini, che già gli avea poggiata sul petto la sua carabina;
immediatamente ne raggiunge un secondo, che cercava trincerarsi sulla prua, e
con un terribile colpo portatogli sul volto, lo mette fuori del combattimento.
Frattanto il Cittadino Beausire, che
appena avea avuto il tempo di armarsi di due pistole, si precipita con un
incredibile intrepidezza su tutti i punti della barca; sbarazza l'amico Besson dalle mani de' scellerati, co'
quali era alle prese; vola al soccorso di Lambert,
e con due colpi di pistola uccide due de' nostri nemici. Un sì risoluto, e
fortunato coraggio mise fine all'azione
Cinque di questi briganti sono rimasti morti, e gettati
in mare, fra i quali il pilota, e un marinajo, che vollero far resistenza. Al
solo capo di questi miserabili benché gravemente ferito fu da noi donata la
vita, ad oggetto di farlo parlare. Fu infatti portato a Gaeta, ove avrà a quest'ora pagato il fio del suo misfatto; e ha dato
delle notizie molto interessanti sulle attuali insurgenze.
Il vestiario di questi briganti
consisteva in un piccolo abito turchino con sottoveste rossa, e un gran
cappello tondo con coccarda rossa.
De' valorosi, degni del nome
Francese, il solo Cittadino Besson è rimasto
ferito nel braccio destro da una palla di fucile, e da un colpo di stilo,
laonde fortunatamente non sono mortali. li coraggio fu uguale in tutti. La mia
salvezza deggio ripeterla da loro.
Questo è quanto ho l'onore di
notificarvi, Cittadina, nell'atto e e vi auguro. Salute, e fratellanza.
28. Maggio.
Francesco Sabbia
Commess. di Polizia nella Rep. Rom.
MESSAGGIO DEL DIRETTORIO ESECUTIVO
DI PARIGI
Sull'assassinio de'Deputati Francesi a Rastadt.
CORPO LEGISLATIVO
CONSIGLIO DE CINQUECENTO.
Messaggio estratto dal registro
delle deliberazioni del D.E.
del 16. Fiorile, anno 7. della
Repubblica Francese
una, ed indivisibile,
Cittadini Rappresentanti ‑ Il D.E. ci trasmette il racconto di un
nuovo delitto della Corte di Vienna. Per gran tempo egli ha rifiutato di
crederlo; ma è troppo vero che i Ministri della Repubblica Francese al
Congresso di Rastadt sono stati assassinati; due sono periti; un solo è
sfuggito per una specie di prodigio.
I dettagli di questa catastrofe esecrabile sono consegnati in una lettera
di Jean‑Debry,
che il Direttorio unisce al suo
Messaggio; egli temerebbe, col farne la descrizione, d'indebolire l'impressione
dolorosa, e l'orrore profondo, che deve fare su i vostri spiriti la lettura di
questa lettera.
Già senza dubbio, coll'arresto di molti de'nostri Agenti diplomatici, o
civili, colla loro lunga, e crudele cattività la Corte di Vienna avea
abbastanza calpestate apertamente le regole sacre del diritto delle genti. Le
avea poc’ anzi trasgredite con più strepito ancora,
facendo annunziare, che la presenza d'un congresso a Rastadt non poteggerebbe
quella Città contra gli avvenimenti della guerra; ma l'intervallo tra questi
attentati, e quello, che loro vien dietro, era ancora immenso; sembrava, che
questa Corte potesse ben essere risoluta a tutte le perfidie, a tutte le
infedeltà così verso i suoi alleati, come verso i suoi nemici, senza
determinarsi però a disonorare i suoi proprj soldati trasformandoli in pubblici
assassini, e dirigendo i loro colpi sugli Agenti sacri de'trattati, sugli
organi della pace del Popolo, sopra i membri di una assemblea di negoziatori
Europei.
I Plenipotenziarj Francesi, ben
lontani dal concepire siffatti timori rispingevano tutti i sospetti, che loro
si cercava ispirare sulla loro personale sicurezza; e penetrati essi dalle
massime di lealtà, e di fede pubblica, che professa la loro Nazione, si
persuadevano, che queste massime medesime non avrebbero mancati di servir loro
di salvaguardia, dopo che aveano loro costantemente servito di regola nel corso
di una laboriosa missione
Cittadini Rappresentanti, quando s'indagano i motivi e sopratutto le
speranze, che hanno potuto strascinare fl Governo Austriaco a questo ultimo
eccesso di furore è impossibile di noti sentire fitto a qual punto egli ha
contato sulle troppo efficaci manovre per mezzo delle quali si sforza di
perpetuare nel seno della Repubblica Francese l'agitazione, la discordia, e la
carestia. Si offrirebbe forse quel Governo da se stesso all'esecrazione de'
Popoli, e de' secoli, se non si lusingasse di vedere bentosto l'orrore di
questi delitti coperto dalla utilità delle conseguenze? E sopra di che
l'Austria potrebbe essa fondare questa speranza, se non sull'indebolimento
progressivo de'nostri mezzi pecunarj, e poiché bisogna dirlo, sugli errori de'
Francesi, ch'essa travia, sul concorso colpevole di quei che vogliono servirla,
sopra le dissenzioni disgraziate di quei che vogliono combatterla? Certo, quali
che siano stati in pochi giorni i vantaggi militari che essa compisce con un sì
vile attentato, l'esperienza ci ha troppo chiaramente insegnato, che tali
rovesci non saranno per noi, che presagi di trionfi, se U ristoro delle nostre
forze materiali verrà a secondare pienamente il valore, e l'attaccamento delle
falangi Repubblicane. Siccome l'Austriaco conosce, o piuttosto esagera
l'esaurimento momentaneo delle nostre Finanze, perciò si crede abbastanza forte
per mostrarsi feroce, e celebra le sue effimere vittorie con de'solenni
assassinj.
Dopo un sì funesto racconto, noi sentiamo, Cittadini Rappresentanti, il
bisogno di parlare degli atti di lealtà, e di virtù, che ebbero luogo.
Voi vedrete dalla lettera di Jean de Bry, che
questo Ministro ha dovuto la sua salvezza alle attenzioni generose de'membri
del Corpo Diplomatico, ch'essi mandarono al Colonnello Austriaco con atto
formale firmato da tutti loro per dichiararlo a nome de'proprj committenti
risponsabile del delitto, e di tutte le sue conseguenze, e che gli Abitanti di
Rastadt dopo aver coperto questo delitto di tutta l'esecrazione che merita,
hanno essi i primi unanimamente enunciata l'opinione dell'Europa, e della
posterità, accusando il Governo Austriaco di averlo concepito, diretto, e
compiuto.
Cittadini Rappresentanti, le ombre de'nostri Plenipotenziarj,
l'indegnazione delle Armate, la voce minacciosa del Popolo Francese, la voce
unanime de'Popoli. quella de' nostri alleati, de'nostri nemici medesimi, il
grido di tutte le nazioni, che vogliono o che vorranno la pace, l'interesse
comune de' Governi quali che siansi tutto invoca, tutto comanda la vendetta. Il
D.E. spiegherà per renderla pronta, e terribile tutti i mezzi che voi avete
messi, tutti quelli che voi metterete nelle sue mani. Egli non può
dissimularvi, che le circostanze esigono tutta la energia, e tutta la saggezza
del patriottismo repubblicano: il castigo severo de ladronecci di ogni sorte,
l'armonia de'poteri costituiti, la concordia fra i Cittadini, e sopratutto il
ristabilimento del credito pubblico con equilibrare il reddito, e le spese:
Cittadini Rappresentanti quando con uno slancio sublime il Popolo Francese si
levò in massa contro i nemici della Repubblica, allora appena proclamata
l'Austria non aveva ancora percorsa la gran carriera delle sue perfidie, e
de'suoi delitti, essa non avea violati i più sacri impegni, e le più sante
leggi della natura; non aveva ancora massacrati i negoziatori della pace.
Quanto sarà dunque, formidabile al giorno d'oggi il nuovo slancio della
Nazione! Quanto saranno generosi i Suoi sforzi, ed i suoi sacrifizi, allorché
si tratta di vendicare assieme la Libertà Francese, e la morale di tutti i
popoli civilizzati!
Il Presidente del D.E.
Firmato BARRAS.
Pel Direttorio
Esecutivo
Firmato LAGARDE Scor. Gen.
Strasburgo 12. Fiorile.
Il Ministro Plenipotenziario della
Repubblica Francese al Congresso, ai Cittadino Talleyrand, Ministro degli
affari esteri.
Cittadino Ministro ‑ Procuro di raccogliere i miei spiriti smarriti
per dettare il ragguaglio degli orribili avvenimenti, de'quali la legazione
Francese è stata vittima nel giorno 9. Fiorile, e da' quali ferito, e mutilato
mi sono sottratto per un miracolo, di cui non posso render conto a me stesso.
Molto prima del 30. Germile, la legazione Francese si avvedeva, che mezzi
d'ogni sorta s'impiegavano da'nemici della pace per produr la dissoluzione del
Congresso, e, noi ci figuravamo in fatti di vederlo insensibilmente spirare
mercé la successiva ritirata di quelli che lo componevano. Ma l'averci tolti
nel giorno 30. Germile, i barcajuoli che servivano a trasportare la nostra
corrispondenza per la via di Seltz, ci fece conoscere che l'empietà de'nostri
nemici, ma avrebbe avuta certamente la pazienza che mostrava il governo Francese:
noi reclamammo contro quella violazione del Diritto delle genti; la deputazione
dal canto suo reclamò, e la risulta di queste operazioni fu una lettera
militare la quale ci annunziò che non si poteva fare alcuna dichiarazione
tranquillante per la sicurezza de'membri del Congresso, La Deputazione,
convocata di nuovo, dichiarò che non era più libera; che d'altronde il richiamo
di molti de'suoi membri la metteva, giusta i termini delle sue istruzioni,
nella impossibilità di prendere una qualunque deliberazione. Sopra questo
Conclusum officialmente trasmessoci dal ministro direttoriale, richiamato egli pure, stabilimmo la nostra nota
de'6. Fiorile, la quale conteneva una protesta contro le violenze esercitate, e
la dichiarazione che noi fra 3. giorni ci saremmo recati nella Comune di
Strasbourg per continuarvi . le negoziazioni. Nel giorno seguente, cioè il 7.
(vi dò tutti questi dettagli a memoria perché le nostre carte sono state
rapite, come vi dirò in seguito, ma non credo sbagliai‑ nelle date) Nel
successivo giorno 7., il Cittadino Lemaire, corriere della Legazione fu preso a
Plittersdorf da una pattuglia Austriaca, e trasferito a Gernsbach, quartiere
del Colonnello.
Informati da noi di questo attentato fin' allora inudito, ma che ben
presto doveva essere sorpassato da altro maggiore tutti i membri del Corpo
dipolmatico e specialmente il ministro di Bade, la legazione Prussiana, e il
ministro Direttoriale, s'indirizzarono al Colonnello Austriaco pei‑
averne la riparazione; essi gli domandarono sopratutto l'assicurazione che
saremmo rispettali nel momento del nostro ritorno zii Francia; ma nati si
ottenne alcuna risposta. Il giorno i nostri preparativi per partire erano
fatti; avremmo potuto certamente allontanarci senza pericolo nel giorno 8. in
cui noti v'era sul Reno alcuna pattuglia Austriaca; ma trovandoci impegnata la
questione sul diritto, che avevamo di rientrare con piena sicurezza, avremmo
creduto di mancare alla dignità del nostro carattere, noti esigendone una
soluzione qualunque; e forse questo sentimento ha facilitato l'esecuzione
dell'atroce delitto, di mi accingo a parlarvi.
Ripiglio, Cittadino Ministro il filo del mio racconto: nel giorno 9.
Fiorile a 7. ore e mezza della sera, un Capitano d'Usseri Zecklers, stazionati a Gernsbach, andò per parte del suo Colonnello a dichiarar
verbalmente al Barone d'Albini che noi potevamo lasciar Rastadt senza timore e
venne in seguito a significarci l'ordine di sortire entro 24. ore da questa
città.
Già gli usseri Zecklers se n'erano impadroniti e ne occupavano tutti gli
aditi. Alle ore 8. eravamo in carrozza; arrivati alla porta di Rastadt,
trovammo un divieto generale, di non lasciar entrare, né sortir chicchessia.
Un'ora si passò zii parlamentare. Pare che ve ne fosse bisogno per organizzar
l'esecrabile esecuzione, che dopo si fece, e di cui, ne sono convinto, tutte le
particolarità erano state comandate, e combinate antecedentemente. Finalmente
il Comandante Austriaco levò la consegna per la Legazione Francese soltanto.
Domandammo una scorta; ci fu negata, e l'infame Comandante Austriaco dichiarò
che saremmo stati così in sicuro, conte nelle nostre stanze. Dopo questo, ci
posimo in marcia. Non eravamo ancora cinquanta passi in distanza da Rastadt,
noi, e la Legazione Ligure, che non ci lasciò mai, e fu a parte de'nostri
pericoli con una costanza senza pari, allorché un distaccamento di circa 60.
Usseri Zecklers, imboscati sul canale della Murg piombò sulle nostre carozze, e
le fece fermare. La mia era la prima. Sei uomini, armati di sciable nude, me ne
cacciarono con violenza. Mi visitarono, e spogliarono di quanto io portava. Un
altro che aveva l'aria di comandar questa spediZione, giunge a corso di
cavallo, e domanda del Ministro JeanDebry.
Credetti che venisse a salvarmi. Sono io, gli dissi, sono Jean‑Debry
ministro di Francia. Aveva finito appena allorché due colpi di sciabla mi
distesero per terra: fui tosto assalito da tutti i lati da nuovi colpi.
Rotolato in un fosso, finsi esser morto allora i sicarj mi lasciarono per
recarsi alle altre carrozze. Colsi questo momento e fuggii ferito in diverse
parti perdendo il sangue da ogni lato, e coll'aver salvata la vita forse per la
grossezza de' miei panni. Bonnier fu ucciso nella stessa maniera con cui doveva
esserlo io, e Roberjot scannato quasi nelle braccia della sua consorte.
Fu fatta a' miei sgraziati colleghi la stessa dimanda che a me Sei tu Bonnier? Sei tu Roberjot Le nostre
carrozze furono saccheggiate, tutto cadde in preda degli assassini, le carte
della legazione furono rapite, portate al Comandante Austriaco, e riclamate in
vano; il Segretario della Legazione si gettò in un fosso e fuggì col favor
delle tenebre da' colpi degli assassini.
Frattanto io mi strascinava zii un bosco vicino, e sentiva gli urli di
que' cannibali, i gridi delle vittime, e sopratutto delle loro compagne della
sposa de Roberjot, e di mia moglie gravida di sette mesi, e de' miei due figli,
che dimandavano il loro padre. Il mio Segretario particolare, Citt. Belin, fu
trattenuto dai sei uomini per essere testimonio di tutte queste scene di
orrore, e il mio cameriere fu gettato nel fiume.
Ho saputo, che tutti i Membri del Corpo Diplomatico avevano fatti i più
grandi sforzi per traversare la linea degli assassini, e correre al soccorso di
quelli, che potevano riceverlo; ma appena ad un'ora del mattino la cittadina
Roberjot poté essere raccolta dal Sig. DeJacobi Ministro
di Prussia, tizia moglie, e i miei figli da Monsieur De‑Reden Ministro di Brem Annover
Andai errando nel bosco per tutta quella orribile notte, temendo il
ritorno del giorno, che dovea espormi alle pattuglie Austriache. Verso le 6.
ore del mattino sentendole girar intorno, e vedendo che non poteva schivarle,
di più penetrato dal freddo, dalla pioggia, ed
indebolendomi maggiormente pel sangue che perdeva, feci la disperata
risoluzione di ritornar a Rastadt. Vidi sul suolo i cadaveri nudi de' miei due
colleghi. Il tempo cattivissimo, e forse lo stordimento del delitto
facilitarono il mio passaggio, arrivai finalmente senza respiro, e coperto di
sangue a casa del Conte di Goértz Ministro del Re di Prussia.
Non è in mio potere, Cittadino Ministro, il dipingervi il dolore, e ripetere
l' espressioni di tutte le persone addette alla Legazione, che furono o te
stimonj, o gli oggetti di questa esecrabile tragedia. Io ve ne parlerò quando
sarò i . n caso di farlo. Malgrado il suo virtuoso coraggio la consorte del
Cit. Roberjot, è quasi delirante dal dolore. Invoco per essa tutta la
sensibilità del Governo.
Infievolito dal racconto, che vi ho fatto a due riprese, mi limito in
questo momento ad esprimervi quanta riconoscenza ciascuna delle persone salvate
deve alle generose dimostrazioni di attaccamento de'Membri del Corpo
Diplomatico. Io non ne nomino alcuno, perciocché bisognerebbe nominarli tutti.
Oltre le attenzioni generose, e le dolci consolazioni, noi dobbiam loro la
sicurezza del nostro ritorno qui. Un atto formale firmato da tutti loro, fu
portato al Colonnello Austriaco, dichiarandogli, che i loro committenti lo
renderebbero risponsabile del misfatto, e di tutte le conseguenze. Il Ministro
del Margravio ci fece dare una scorta delle sue truppe per ritornare. Convenne
permettere, che a lei si unissero degli Usseri Zecklers, che pareva mi vedessero sfuggire con rincrescimento. La Legazione
Prussiana, impedita da essi di accompagnarci, incaricò il suo Segretario M. de
Jordan di non abbandonarci, se non allora
quando fossimo imbarcati, Mio Dio! Perché tante premure non hanno potuto prevenire la funesta catastrofe de' miei
due sfortunati Colleghi.
Devo aggiungervi ancora, che la quasi unanimità degli abitanti di Ra‑
versando delle lagrime sopra questo misfatto l'ha coperto di tutta
l'esecrazione, che si merita Noti ha dissimulato l'opinione, che ne attribuisce
l'atroce disegno, e tutta la direzione all'Austria; all'Austria, il di cui
Ministro Lerbach,
in oggi Commissario presso l'Armata
dell'Arciduca, ha ottenuto senza la menoma difficoltà, nel momento della sua
partenza da Rastadt tutti i Passaporti, che ha richiesto alla Legazione
Francese; all'Austria, ch'ebbe l'audacia di farci dire dal Conte di Metthernich, che questo Commissario Imperiale non poteva più fermarsi a Rastadt,
atteso, che la sua corrispondenza non era sicura; all'Austria in fine, che con
tutta la verosomiglianza, ha dato l'ordine dell'assassinio de'tre Ministri, del
rapimento delle nostre carte, e ha promesso il saccheggio per ricompensa.
Vi sarebbero anche degli altri dati da combinare; ma è facile
comprenderli. Perdonate il disordine delle mie idee; le orribili immagini, che
ho continuamente innanzi agli occhi non mi lasciano libera la riflessione, e mi
opprimono più fortemente, che i dolori, che provo. Le mie piaghe sono in buon
stato, né annunziano alcun pericolo. Salute, e rispetto.
Sottoscritto ‑ Jean Debry.
Per copia
conforme. Il Segretario generale del D.E.
Sottoscritto ‑ Lagarde
N.B. Giovedì mattina.
Il
General Basset ha dato parte di avere jeri avuto forte attacco alla Barra, dal
quale è riuscito vincitore, ne daremo il ragguaglio officiale.
E. F. P.
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