libertA' |
eguaglianza |
MONITORE NAPOLITANO |
|
|
|
OTTODI' 8. VENTOSO
ANNO VII.
DELLA
LIBERTA'; I. DELLA REPUBBLICA NAPOLETANA
UNA, ED INDIVISIBILE (MARTEDI' 26. FEBBRAJO 1799) Num. 8 |
Nell'edificante quadro che presentano
il nostro Clero, ed i nostri Vescovi, in quasi tutta la Repubblica predicatori
della libertà, e pacificatori de' Popoli, forma il solo contrapposto la
sceleraggine di Fabrizio Cardinal Ruffo. Cotesto vile uomo, il quale già per
ambizione conculcò i suoi doveri verso Pio VI. ed il fu Collegio de' Cardinali,
e venne a farsi cortigiano di Ferdinando, per l'ambizione medesima conculca ora
il Santo suo Ministero Ecclesiastico, la santa carità per la patria, e pe' suoi
concittadini. Si credeva questo mostro arrestato nelle mani de'
Reggitani, siccome in quelle de' Catanzaresi l'ex‑Preside Winspear. Pure
per quella fatalità, la quale non permette giammai che gli uomini abbiano senza
miscela di male un gran bene, è riuscito ad amendue di fuggirsene in Sicilia;
Winspear tornato di là con una masnada di gente armata, è sbarcato al Pizzo; ha sollevata quella Comune, dove ingrossandosi di tutti
gl'infami salariati dell'ex‑governo, incrudelisce in quei contorni, ed ha
spinto la barbarie a vietare, che si curino le ferite a tutti i Patrioti che
rimangono suoi prigionieri nelle zuffe.
Il Cardinal
mostro, con altra masnada è sbarcato alle marine del Pezzo, e si è avviato in
Bagnara, già feudo di sua famiglia; di là è passato in Palmi, fucilando in ogni
Comune dov'entra tutti gli onesti Cittadini distinti col nome di Patrioti. E
così quello che Proni non fa alla testa di forusciti, fanno Winspear, ed il
Cardinal Ruffo alla testa de' soldati di Ferdinando. Se il nome di Fabrizio
giunse a noi nei fasti dell'antica Repubblica di Roma segnato di tutto lo
splendore delle civiche virtù, è ora segnato nella nascente Repubblica di
Napoli dell'infamia di tutti i vizi. Fabrizio è il capo masnada sedicente
Cardinal Ruffo, Fabrizio è l'esoso tiranno‑Rabula Castel Cicala. Ma per
quell'alta provvidenza,
che opposte a
gran vizj fa sempre sorger eccelse virtù,
non ha quel
dipartimento della Sagra, già Calabria ultra, smentita, l'energia ingenita ad ambe le
valorose Calabrie. Quella udienza tuttavia esistente in Catanzaro, ha subito
posto il taglione alle tre teste di Winspear, del Cardinale, e di quel Fiore
nominato ne' fogli passati. Quasi tutte le
Comuni si son armate alla generale difesa, e quella di Monteleone ha subito
fatta leva di due mila persone, cui ha preposto l'intrepido suo concittadino
Gio. Pietro Fabiani, comandante di quella guardia Nazionale; ed ha scritto alla
medesima Udienza di mandarle altra gente, che pagherà a 3. carlini il giorno per
uno i gregarj, ed a 5 i Capi. Il nostro Governo inteso di tai fatti, ed in vista delle
perfidie usate da' nominati Ruffo, Winspear, e da un certo ex‑Capitano
Carbone si è quì assicurato del figlio dello scellerato Winspear, ed ha scritto
al detto Fabiani, incaricandolo di portarsi subito colla sua forza ad
impadronirsi della Comune del Pizzo, luogo importantissimo per la Repubblica; e
badando colla sua prudenza a purgar tutte quelle vicinanze de' satelliti della
tirannia, prender particolar cura, che i depositi della ferriera di Stilo, che colà trovansi, o
in qualunque altro luogo, non siano trasportati in Sicilia, ma gelosamente
custoditi pel bene e vantaggio della Repubblica prevenendolo insieme, che
giungendo in quei luoghi il comandante della truppa francese, o il Commissario
del Governo debba tosto concertarsi con essi per lo totale adempimento
dell'incarico, ed assicurandolo, che, cari i suoi servigi alla Patria, saranno
da questa avuti presenti, e ricompensati.
Circa gli Abruzzi; si sapeva innoltrarsi
altro Corpo Gallo‑Cisalpino per la via del Piceno. Giunge ora la notizia,
che gi'insorgenti al numero di 4 mila siano stati circondati, e ristretti in
Guardiagrele ed ivi tutti distrutti, non essendosi loro accordate
quartiere con rasar eziandio quel villaggio.
Attendiam ora dalla Puglia
di momento in momento i riscontri de' giovevoli effetti dell'arrivo colà della
truppa Francese e del gran numero di volontarj Patrioti che l'hanno
accompagnata, e già sta mane si è presentato al Generale in Capo Championnet il
Vescovo di Troja con una deputazione, la quale recava una lettera del Generale
Duheme. Nella
scorsa notte è partito per la via di Benevento il Capo Brigata Ettore Carafa,
già Conte di Ruvo, con 200. soldati, e più di 50. Patrioti, e deve in questa
notte seguirlo il Capo di Battaglione Gicca. Dobbiamo intanto render la dovuta lode alla Città di
Barletta che le confuse indistinte notizie giunte sul principio delle
commozioni di quelle parti, fecero malamente includere nel numero delle comuni
sollevate, ma dove più appurate notizie han provato di non esser insorto
disturbo alcuno dopo la sua felice democratizzazione. Degna di gran lode è
pur la Città di Foggia. Invitata da una Comune vicina a recidere l'albero della
Libertà con la notizia che i Russi ed i Turchi al numero di 50 mila erano già
discesi nel cuore della Puglia, e che altri 50 m. uomini calavano dalle
montagne degli Abruzzi per abbattere la nascente Repubblica, lungi dallo sbigottirsi ed
aderire all'invito, armò sul momento 6 mila de' suoi Cittadini per opporsi ai
faziosi che avessero voluto turbar la sua quiete ed ha quì per una Deputazione
speditone l'avviso al Governo, il quale con particolar lettera ha ringraziata
quella municipalità, e nel pubblico Proclama indirizzato agli abitanti de'
Dipartimenti per premunirli contro tali false voci, fa distinta menzione e lode
del coraggio e dei civico zelo di que' Cittadini.
Poco dopo l'entrata quì della truppa
Francese, fu trovata nella nostra Darsena una palla incendiaria Inglese; e desiderandone
il Generale Hèblein conoscere la composizione e l'effetto, fu dal nostro
ex-Brigadiere Fonseca, già Comandante Generale della nostra Artiglieria, data
per esaminarla al valentissimo nostro Chimico Antonio Pittaro. Questi è
riuscito non solo a farne l'analisi, ed indi la sintesi ricomponendola di
nuovo, ma ben anche a comporre altri saggi che s'incendiano con prontezza
maggiore, e spargono fiamme più forti e più alte: ed ha inoltre rinvenuto un
corpo che possa all'istante spegnere il rapido e quasi inestinguibile incendio
di tali palle, e l'istromento proprio a lanciarlo. Il medesimo si prepara a
dare alla Nazione ragguaglio de' suoi felici ritrovati. Noi per un appendice a
cotesta interessante notizia, soggiungeremo, che nella famosa battaglia navale
di Aboukir, fu di pubblica notorietà, che la vittoria Inglese si dovette tutta
al pronto inestinguibile incendio destato nella nave dell'ammiraglio francese;
ma forse non sanno tutti i nostri lettori, che gl'istessi uffiziali Inglesi
della fregata che venne qui corriera a darne l'avviso, confessarono sul
principio ingenuamente a molti, e quasi recandoselo di gloria, che
quell'incendio fu destato da una particolar composizione che il Capitano in
secondo della nave Inglese ed il suo Tenente poterono lanciare dentro la Camera
di poppa della nave Francese; sebbene lo negassero poi, fatti avvertiti della
viltà dell'azione dal comune convocio di quelli tra i nostri, a cui lo
riferirono. E' probabile che la palla ritrovata sia forse una composizione
consimile donata dal Nelson all'ex‑govemo, con cui avea comuni la viltà
ed i delitti, e nella confusione della fuga, lasciata qui per dimenticanza. Si
vede quindi di qual grandissima utilità sia il ritrovato dei nostro valente
chimico, e quanta lode a lui ne ne debba.
Il
nostro concitt. Vinc. Russo, già emigrato per la causa
della Libertà,
ed al sorgere
di essa fra noi ritornato, consacrando le sue affezioni al vero ed ai
coltivatori di esso, ha rinnovata ne scorsi giorni al Governo Provvisionale la
memoria del fu Gaetano Filangieri, richiedendo per lui l'onore di un busto
nella sala d'istruzione pubblica.«Molti tra voi, dice in essa, o tutti
conoscete già di persona Gaetano Filangieri, ed in società chiuse ai profani,
dove si respirava l'aura soave dell'amicizia, e la pura virtù, trovaste in lui
il fido compagno ed
il tenero amico; e vedeste il suo ingegno qual pianta felice dilatare
ampiamente i suoi rami per proteggere colla sua ombra l'insultata umanità...
onde a ragione i suoi volumi furono considerati come uno di que' vessilli
alzati alla rivoluzione nell'assemblea immensa del genere umano; e sotto ai
quali milioni di uomini vennero a giurare in faccia all'Universo di voler vivere liberi, o morire». Rileva indi le virtù,
l'ingegno della vedova, e la crescente speranza de' figli pe' quali sollecita la riconoscenza generosa della
Nazione, indi prosiegue «Facciamo un atto pubblico e solenne, che sia destinato
un busto all'Autore della scienza della
legislazione nella sala nazionale ed in un tempio d'immortalità, la cui
sola esistenza farà che esso sia in breve popolato di eroi. Vegga la gioventù
repubblicana scritta in quest'atto a caratteri indelebili la sentenza cara ai
buoni, spaventevole ai malvagi, ch'ormai la stima pubblica non è il prezzo di
cabale o di fortunate sceleratezze ma di quelle sole virtù che tendono a fare
de' popoli una famiglia di reciprocamente diletti e felici fratelli».
Il Governo provvisorio dopo avere
applaudito alla lettura, che il Rapp. Cestari fece di tale memoria, ha
differita la risoluzione al tempo, in cui la riconoscenza pubblica destinerà
consimile onore a tutti gli uomini illustri e nostri Concittadini che han
preceduto la rivoluzione.
Domenica mattina il Generale
Championnet fu invitato dal Ministro di guerra Arcambal ad una colezione sulla
nostra fregata La Cerere comandata dal
Cittadino Giuseppe Cosa. Intervennero col Generale in Capo i nostri
Rappresentanti Laubert, Monthonè, Doria, Riario, tutti i Generali francesi, il
Ministro di giustizia, quello di Finanze, i Capi di divisione del Ministero di guerra, e varj altri
Officiali. La fregata, ed altre due nostre corvette eran adornate colle
bandiere di tutte le Repubbliche, e fecero gran salva all'arrivo del Generale;
indi la replicarono in mezzo alla colezione, ed ai tre brindisi fatti alla
Repubblica francese, alla Napoletana, ed a tutte le Repubbliche italiche;
furono cantati varj inni alla libertà; fatta qualche manovra di marina, e
salutato con nuova salva il Generale nel dipartirsi.
Le tre Polacche che nel foglio passato
cennammo provenienti da Messina han qui trasportate 571. persone tra Marinai e
Bassi Uffiziali licenziati di colà. Le medesime han riferito di aver lasciati
in quel Porto 3. Vascelli Portoghesi e un Brick Inglese: che la porzione della
marina di Ferdinando ivi esistente era tutta disarmata: che non vi eran di
guarnigione colà 1600. Uomini, de' quali 70. eran venuti da Palermo: e che non
si stava colà nello stato di difesa.
COMITATO CENTRALE
A norma dell'Articolo 3. della legge concernente la formazione dell'Amministrazioni
Dipartimentali il Comitato centrale ha nomnato i Commissarj per gli Dipartimenti della
Repubblica cioè: Per lo Dipartimento della Pescara ‑ Leone Micheletti.
Del Garigliano ‑ Gian‑Vincenzo Battiloro. Del Volturno ‑
Decio Coletti. Del Vesuvio ‑ Gerardo Sabini. Del Selo ‑ Ferdinando
Ruggi. Del Sangro ‑ Giuseppe Liberatore di Castel di Sangro. Dell'Ofanto ‑
Vincenzo Bianco. Del l'idro ‑
Angelo Tirone. Del Bradano ‑ Nicola Palombo. Del Crate ‑ Pietro
Malena. Della Sagra ‑ Giuseppe Poerio.
Con legge de' 26 Piovoso,
considerandosi quanto importi mettere di nuovo in vigore le Scienze; in un
Paese, dove il dispotismo ne avea da lungo tempo impediti i progressi; e
riflettendosi inoltre, che le distinzioni, e considerazione personale, che si
attirano i talenti, producono l'emulazione, e divengono così gli stimoli più
efficaci da spingere lo spirito umano a sublimi scoperte, si decreta.
Art. I. Sarà formato un Istituto
Nazionale composto di Membri scelti fra i soggetti i più conosciuti
per gli loro talenti nella Repubblica Napoletana.
Art. II. Questo Istituto terrà la sua
sede in Napoli in un luogo, che gli sarà destinato dal Governo. Esso sarà
diviso in quattro Sezioni, cioè:
1. Classe: Le Scienze Mattematiche.
2. Classe: Fisica, Istoria naturale, e Chimica.
3. Classe: Economia Politica, Legislazione.
4. Classe: Belle Lettere, ed Arti.
Art. III. Il Governo Provvisorio
indicherà al Generale in Capo le persone che crederà, in questi differenti rami
di cognizioni, le più degne di presedere all'Istituto Nazionale.
Con altra legge de' 30 Piovoso si ordina:
1. In tutte le monete
d'oro, d'argento, e di rame, che si conieranno nella Zecca Nazionale, vi sarà
l'impronto della Repubblica nel modo seguente.
2. Nelle monete d'argento del valore di
carlini dodici, da una parte vi sarà impressa l'immagine della Libertà, colle
seguenti parole intorno: Repubblica
Napoletana. Al rovescio vi sarà una corona di fronde
di quercia, in mezzo alla quale sia scritto: Carlini dodici: Al di fuori: Anno settimo della Libertà.
3. Nella moneta di rame, che si
conierà, del valore di due, o tre grani, da una parte vi sarà impressa una
corona di quercia, in mezzo della quale sia scritto il valore della moneta:
cioè in quella di due grani: Tornesi
quattro. In quella di tre grani: Tornesi
sei. Intorno alla corona vi sia scritto: Anno settimo della libertà. Al rovescio sia impresso nel mezzo un
fascio di verghe colla scure; dal mezzo del quale s'innalzi un'asta, sulla di
cui punta vi sia il berretto della libertà, e intorno si legga, Repubblica Napoletana.
Ecco la Legge per la Commissione di
Polizia,
e l'alta Commissione Militare.
IL
GOVERNO PROVVISORIO
Considerando che il buon ordine, e la
tranquillità pubblica abbia determinato il Governo ad arrestare molte persone,
onde le carceri sono oggimai ripiene; e non essendo giusto, che i detenuti
marciscano nelle prigioni, secondo l'abuso dell'antico dispotico Governo, ed
inoltre, che conviene perché le pene sian utili, che sian pronte, ed immediate
al delitto, ed è perciò necessario stabilire de' Tribunali composti di persone
integre, energiche, ed attive per lo sollecito disbrigo, e per l'esatta
imparziale giustizia: e considerando 'altresì che una saggia, e vigilante
polizia deve, col castigar i piccioli disordini, prevenir i gran delitti; ed è
altronde necessario di punire quegli uomini facinorosi, che potessero insorgere
contra la pubblica tranquillità, e contro alla Sovranità del Popolo: ordina ciò
che siegue.
I. Sarà costituita una Commissione di
polizia composta di un Commissario del Governo, di cinque Membri, e di un
Segretario, dinanzi alla quale siano dedotti quei disordini, che possano
meritare fino a sei mesi di carcere, o l'esilio dal Territorio della
Repubblica.
II. Il Commissario del Governo è incaricato
d'invigilare alla esecuzione della Legge.
Il Segretario avrà più Commessi per
formare i processi verbali sotto la sua direzione.
III. I processi verbali debbono essere
soscritti dal Presidente, e dal Segretario.
IV. Ciascun de' Membri farà da
Presidente in ogni mese per giro.
V. La suddetta Commissione riceverà le
denuncie degli zelanti Cittadini contra coloro, i quali fossero accusati di
delitto, che attenti la tranquillità, e sicurezza pubblica.
VI. In caso che contra degli accusati
concorressero delle pruove sufficienti per l'arresto, la Commissione anzidetta
in vista del processo verbale, che avrà formato, darà gli ordini per la
carcerazione, ed in caso che il delitto meritasse pena maggiore della
carcerazione di sei mesi, o dell'esilio, rimetterà alla Commissione militare il
processo verbale con i carcerati.
VII. Vi sarà una Commissione militare
inappellabile composta di un Commissario del Governo, di sette Membri, e di un
Segretario.
VIII. Il Commissario del Governo è
incaricato d'invigilare per l'esecuzione della Legge. Il Segretario avrà sotto
la sua direzione più Commessi per formare i Processi.
IX. I giudizj saranno terminati fra lo spazio di cinque
giorni.
X. Per ottenere più facilmente
l'abbreviazione, il processo avrà provvisoriamente le seguenti riforme.
XI. Resta abolita la contestazione
della lite, e la dazione del termine, intendendosi nello stesso Monitus contestata la lite, ed aperto il
termine. Resta abolito eziandio il termine ad impinguare, ed il termine per la
ripulsa, perché nel difensivo si avrà luogo a ripulsare.
XII. Resta abolita ancora la
ripetizione de' testimonj: perciocché i testimonj nel processo informativo si
debbono sentire in presenza dell'accusato arrestato, come si è detto sul
processo verbale, in cui egli non ha assistito.
XIII. Resta abolito in ogni qualsiasi
causa il barbaro, ed irragionevole metodo della tortura, e qualunque Criminale,
che tenga luogo di essa, essendo solo permesso di tener l'accusato avanti il
Costituito nella segreta luminosa.
XIV, Se il delitto dedotto avanti la
Commissione di Polizia merita pena più grave di sei mesi di carcerazione, o
dell'esilio, ma non appartenente ai delitti d'insurrezione, o di lesa Sovranità
del Popolo, verrà in seguito d'un processo verbale spedito mandato di arresto,
concorrendovi indizj sufficienti contra l'accusato, il quale sarà rimesso col
suddetto processo alla Gran Corte Nazionale.
XV. Tutte le sentenze debbono essere
pubblicate, lette, stampate, ed affisse per ogni cantone della Città.
XVI. Non saranno comprese nella
giurisdizione delle Commissioni Napoletane, sia di polizia, sia militare, le
cause, nelle quali fossero Implicati de' Francesi, o come accusati, o come
delatori d'insulti fatti alle loro persone, dovendo queste cause appartenere ai
Consigli, o Commissioni militari dell'Armata Francese.
Fine della Legge per la difesa del
cratere
XIX. Tutt' i Cannonieri impiegati ne'
due ultimi reggimenti di Artiglieria si riuniranno nel comune di Napoli, e
saranno impiegati provvisoriamente nel servizio delle batterie, che si trovano
da Posillipo sino al ponte della Maddalena.
Tutte le Municipalità della Repubblica
Napoletana vengono invitate a spedirli prontamente da' paesi, ove si trovano,
ed anche anticipar loro delle somme di danaro, computando quanto può bisognar
loro nel numero de' giorni, che impiegheranno per lo viaggio. Le Municipalità
saranno indennizzate dal (officio) di Guerra de' soccorsi, ch'esse avran potuto
dare a' Cannonieri in vista del conto, che rimetteranno al Comitato Militare.
XX. In tempo dell'organizzazione della
forz'armata di terra i Cannonieri ne lasceranno il servizio, per essere
impiegati a quello dell'Artiglieria dell'Armata; allora il Comune di Napoli
s'intende soggetto alla coscrizione militare, e dovrà fornire agl'Individui il
loro vestiario, come tutti gli altri abitanti de' luoghi del Cratere.
XXI. Tutte le batterie saranno
visitate, tutte le machine saranno accomodate in maniera da resistere agli
attacchi; e saranno fornite di tutti gli oggetti necessarj al servizio. Le
polveri saranno visitate, e vi si manterrà costantemente quel quantitativo, che
ne fu stabilito dal passato Governo. Ben inteso però, che se in una
distribuzione di polvere, qualche batteria ne avesse di superfluo, o qualche
altra ne mancasse, si cercherà di stabilirvi tal proporzione, che i luoghi i
più esposti, ne sieno ben forniti, e che non vi sia alcun pezzo di Artiglieria,
il quale non abbia almeno trenta colpi da tiro.
XXII. Tutta l'Artiglieria della Costa
sarà diretta da un Comandante in Capo, il quale avrà sotto i suoi ordini cinque
Uffiziali, de' quali uno sarà fissato a Miseno durante la costruzione della
batteria, il secondo a Castellammare, il terzo al Granatello, e i due ultimi
gli serviranno d'Ajutanti di Campo, e adempiranno altresì al loro impiego di
Comandanti di batteria, ove il bisogno lo richiegga.
XXIII. Il Comandante in capo, e gli
Uffiziali impiegati sotto il suo comando, avranno i loro appuntamenti, e i
supplementi necessarj, che corrisponderanno al grado, che occupano in virtù
delle loro Commissioni.
XXIV.
Verranno nello stabilimento
generale dell'Artiglieria della Costa distinti con esattezza gli appuntamenti, e i gradi occupati da
tutti gl'individui, che saranno addetti.
XXV. Il Comitato Militare nominerà gl'Individui,
che destina al comando dell'Artiglieria della Costa, subito che il Generale in
Capo dell'Armata Francese avrà approvato il presente regolamento.
Laubert Pres. = Jullien. Seg. Gen.
VARIETA'
Primiera curiosità de' nostri lettori,
sarà certamente il sapere che fu di Bonaparte, che si fa nel Cairo? Bonaparte
fa progressi nell' Egitto, e vi restituisce jure
postliminii quelle scienze, e quelle arti, che già d'indi uscirono per
spargersi in Occidente.
Già subito arrivato colà egli vi eresse
un Istituto Nazionale, che corrisponde e manda i processi verbali delle sue
sedute all'Istituto di Parigi. Lo divise in quattro Sezioni 1. Letteratura, 2.
Arti, 3. Economia politica, 4. Fisica, e Matematica ne nominò Presid. il cel.
matem. Monge, e Fouvier Segret., Egli si contentò d'esserne vice presid.
Si occupa quest'Istituto in utili
stabilimenti non solo per l'Armata, ma pel Paese d'Egitto. Ha già proposto de'
piani per costruire de' forni Economici, e de' molini ad acqua. Cerca de' mezzi
per chiarificare, e purificare le acque del Nilo, delle risorse locali per
lavorarvi la polvere di Cannone; alcuni membri compongono un giornale
intitolato la Decade Egiziana e sono
state stabilite al Cairo tre stamperie, cioè
una Araba, e due Francesi.
Il Generale coll'assistenza di essi va
di tanto in tanto visitando le Piramidi, e spiando in que' magnifici resti il
genio della grandiosa antichità.
Egli ha diviso l'Egitto in quattro
Circondarj per ora; del primo è capoluogo Alessandria, del 2. Rosetta, del 3.
Damiana, del 4. Bulac (porto) ed ha formato de' piani per l'organizzazione
della Marina, e per la fortificazione d'Alessandria. Ha steso il disegno di
una nuova citta nel Delta, che avrà il nome di Bonapartepoli. E tutto
si è cominciato, e prosiegue col massimo fervore.
Inoltre ha chiamato ad un'assemblea generale i Notabili delle
quattordici provincie;
ciascuna
dovea mandare una deputazione di tre uomini di legge; tre negozianti, e tre Capi d'Arabi, ossia
Sceik. I Gen. Comandanti rispettivi delle Provincie aveano ordine di scegliere i più distinti pe' loro lumi, e
talenti. Fatta la nomina tutti si riunirono al Cairo sotto il titolo di Divano
Generale. La loro prima seduto si tenne i 16. Vend. (7. Ottobre) i Cittadini
Monge, e Berthollet (celebri negli Annali Letterari) eseguirono nell'Assemblea
le funzioni di Commissari Francesi. La magnificenza del vestiario Mussulmano,
la gravità de' personaggi, e i numerosi familiari, che avevano in loro seguito,
tutto contribuì a dare una gran maestà a cotesta riunione. Il capo Abdallah fu
scelto per Presidente; e sarà questa forse l'assemblea costituente di quella
gran colonia Francese.
Contemporaneamente si formò una
commissione composta d'Artefici, ed incaricata d'erigere al Cairo un Teatro per
gli spettacoli; il citt. Riquel avrà la direzione della musica. I giardini si
riducono al gusto Europeo; e vi si faranno vaghe illuminazioni con fuochi
d'artifizio.
A' 28 Vend. (19. Ottobre) Bonaparte
ordinò che tutti portassero la Coccarda tricolore. Questo suo ordine produsse
qualche cattivo umore, ma egli chiamò i Dottori della legge, i quali si misero
la coccarda alla presenza del popolo, che contento seguì allora l'esempio.
I naviganti delle coste del Nilo non
potranno più liberamente andare in corso se non avranno alzata la tricolore
bandiera. Essa sarà pure collocata sulle più alte torri delle provincie.
Saranno create al Cairo 10. compagnie
di G. Nazionale. Esse saranno composte di tutti gli Europei che vi si trovano,
a cui sarà distribuito un fucile con 50. cartucci per ciascheduno. La G.N. per
ora non farà alcun servizio. Saranno però accennati i posti in cui dovrà
radunarsi, e specialmente a caso d'una generala.
I membri del Divano e l'Agà di
ciascheduna provincia avranno un trattamento di 1200. franchi all'anno,
l'interprete e il Segretario di 960 lire. I soldati delle Compagnie di
Giannizzeri avranno 8 medini, ed una razione di pane. La strada principale del
Cairo sarà chiamata petit Thovars e
il Brick ch'è al Cairo ed apparteneva
a' Mammelucchi sarà nominato il Tonante.
Tutti i giovani Mammelucchi, che hanno
oltrepassato l'età di otto anni, e che non arrivano a quella di 16, e tutti gli
schiavi appartenenti a' Mammelucchi medesimi devono essere consegnati a'
Comandanti delle piazze. Di essi si formerà la guarnigione delle piazze, e
saranno equipaggiati con uniforme. ‑ Tutti i militari Maltesi che
trovansi in Alessandria, Cairo o altrove devono riunirsi a Rhamaniè per
incorporarsi alla legione Maltese. Vi sarà un Burò di sanità, che sarà in
corrispondenza col Comandante di Piazza. Esso sarà specialmente incaricato di
procurare i mezzi di preservare il
Cairo, e le altre Città dalla peste.
In ogni
Capoluogo delle provincie vi sarà un'officina di registro dove s'inscriveranno
tutti i contratti, e tutte le
proprietà. il Gen, in Capo dimostra infine il più gran zelo per gl'interessi
de' due Santuarj di Medina, e della Mecca, accordando tutta la protezione alle
caravane de' Pellegrini, che vi si recano, e dandole scorte per difenderle dagli
Arabi. Nel giorno anniversario della nascita dei gran Profeta, dispensò larghe limosine a' poveri, e contribuì con
danaro a rendere la festa più solenne. Questi fatti con molti altri concernenti
la condotta del Gen. Bonaparte sono stati annunziati al gran Sacerdote della
Mecca con una lettera de' Dottori della legge, e de': Capi della Città del
Cairo. Terminano essi la lettera colle seguenti espressioni: Salute, e mille volte salute di pace su
questo Inviato glorioso, ch'è venuto ad annunziare la verità agli uomini, e
ch'è dotato di tutte le virtù. Salute alla sua illustre famiglia, ed ai
venerabili compagni della sua missione.
Ecco ora i più rilevanti fra i fatti
bellici colà seguiti. Dopo la Battaglia di Romerie de' 28. Therm. (15. Agost.),
nella quale il Gen. Fugieres con un solo battaglione s'impadronì di quasi tutta
la Garbia, e quella di Gemelè del di 1. Complim. (17 Sett.) in cui il Gen.
Dugnà (lette una compiuta disfatta a una grand'Orda d'Arabi uniti a' Tellahes è
celebre la giornata di Sediman in cui il Gen. Desaix a' 16 Vendem. (7 Ott.)
pose in esterminio l'armata di Murat Bey forte di 5 in 6 mila cavalli e si è in
conseguenza impadronito di una gran parte dell'alto Egitto.
A' 30 Vendem. (21 Ott.) vi fu una gran
Sedizione al Cairo, detta delle Moschee, attesoché
i Turchi, e i Mammalucchi radunatisi, e fortificatisi in varie Moschee uccisero
il Gen. Dupuis, Comand. della piazza del Cairo, che voleva sedarli colle buone,
l'ajutante di campo Soltkousky, ed altri 200 Francesi che accorsero tumultuariamente.
Ma il Gen. Danourt messosi alla testa della cavalleria gli sbaragliò, gli
disfece, e rimasero morti, si fa il calcolo, circa 3 mil. ribelli.
Il
Padre dell'infelice Ferreri, di cui raccontammo la tragica morte nel num. 4. è
venuto da noi a protestare, che suo figlio non fece giammai il viaggio di
Vienna; e quindi non poté essere egli il latore della lettera del Giansanti, e
per conseguenza né pur dell'altra che fu a questa sostituita e non fu complice
di quel segreto. Che il figlio fu fatto Corriere di gabinetto, allorché lo
furono egualmente tutt'i Corrieri di Calabria, e non per un particolare favore:
e che il tragico fine a lui procurato, provocando anzi un odio contro di lui,
bastava a purgarlo dalla taccia di aver avuto luogo fra le spie reginali. E siccome egli era
pronto a provarlo a chicchessia, così in onore della memoria del figlio, ha
reclamata la inserzione di questa sua protesta, e noi con piacere vi siam
condiscesi per consolare in qualche modo un addolorato Padre.
.
|
|
|
|
|
|
||
|
|||
|
|
||
|
|
||
|