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Vincenzo Cuoco SAGGIO
STORICO SULLA RIVOLUZIONE
DI NAPOLI |
XLVI
MINISTRO DELLA GUERRA
Si
era esposto mille volte al ministro della guerra tutto il pericolo che si correva
per le insorgenze troppo trascurate; ma egli credeva ed avea fatto credere al
governo non esser ciò altro che voci di allarmisti. Si giunse a promulgare una
legge severissima contro i medesimi; ma la legge dovea farsi perché gli
allarmisti non ingannassero il popolo, e non giá perché il governo fosse
ingannato dagli adulatori.
Il
governo era su questo oggetto molto mal servito da' suoi agenti tanto interni
che esterni, poiché per lo piú eransi affidati gli affari a coloro i quali
altro non aveano che l'entusiasmo; ed essi piú del pericolo temevano la fatica
di doverlo prevedere.
I
popoli non erano creduti. Si chiesero de' soccorsi al governo per frenare
l'insorgenza scoppiata nel Cilento. Si proponeva al ministro che s'inviassero i
francesi. - I francesi - si rispondeva - non sono buoni a frenare l'insorgenza;
- e si diceva il vero(60). - Vi
anderanno dunque i patrioti? - I patrioti faranno peggio. - Ma intanto il
pessimo di tutt'i partiti fu quello di non prenderne alcuno; ed il piú funesto
degli errori fu quello di credere che il tempo avesse potuto giovare a
distruggere l'insorgenza.
Il
ministro della guerra diceva sempre al governo che egli si occupava a formare
un piano, che avrebbe riparato a tutto. Prima parte però di ogni piano avrebbe
dovuto esser quella di far presto.
Si disse al ministro che avesse occupata Ariano, e non curò di farlo; se gli disse che avesse occupata Monteforte, e non curò di farlo. Manthoné credeva che il nemico non fosse da temersi. Fino agli ultimi momenti ei lusingò se stesso ed il governo: credeva che i russi, i quali erano sbarcati in Puglia, non fossero veramente russi, ma galeoti che il re di Napoli avea spediti abbigliati alla russa. Gl'insorgenti erano giá alla Torre, lo stesso Ruffo co' suoi calabresi era in Nola, Micheroux co' russi era al Cardinale, Aversa era insorta ed aveva rotta ogni comunicazione tra Napoli e Capua; ed il ministro della guerra, a cui tutto ciò si riferiva, rispondeva non esser altro che pochi briganti, i quali non avrebbero ardito di attaccar la capitale. Quale stranezza! Una centrale immensa, aperta da tutt'i lati, il di cui popolo vi è nemico, a cui dopo un giorno si toglie l'acqua e dopo due giorni il pane!...
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(60) Per le ragioni dette di sopra, cioè che contro gl'insorgenti poco vale l'armata, ma si richiedono le piccole forze e permanenti.