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Vincenzo Cuoco SAGGIO
STORICO SULLA RIVOLUZIONE
DI NAPOLI |
XLVII
DISFATTA
DI MARIGLIANO
Ma
chi potea smuovere il ministro della guerra dall'idea di difendere la
repubblica nella centrale? Egli volle anche difenderla in un modo tutto suo.
Non impiegò se non picciolissime forze, le quali, se prima sarebbero state
bastanti ad impedire che l'insorgenza nascesse, non erano poi sufficienti a
combatterla.
Egli
avea fatto credere al governo ed alla nazione che potea disporre di ottomila
uomini di truppe di linea; ma questa colonna, colla quale si avrebbe potuto
formare un campo per difendere Napoli, non si vide mai intera. Molti credettero
che si avrebbe potuto riunire gran numero di patrioti, se si dichiarasse la
patria in pericolo; ma, sia timore, sia soverchia confidenza, questo linguaggio
franco non si volle mai adottare dal governo, e solo si ridusse ad ordinare che
ad un tiro designato di cannone tutti della milizia nazionale dovessero
condursi ai loro posti, e gli altri del popolo ritirarsi nelle loro case, né
uscirne, sotto pena della vita, prima del nuovo segno. Misura piú allarmante di
qualunque dichiarazione di pericolo, poiché, non dichiarandolo, lasciava libero
il capo alla fantasia alterata d'immaginarlo piú grande di quello che era;
misura che non dovea usarsi se non negli estremi casi e che, essendosi usata
imprudentemente la prima volta, quando bisogno non vi era, fece sí che si fosse
usata quasi che inutilmente, quando poi vi fu bisogno(61).
Intanto
le infinitesimali colonne spedite da
Manthoné furono ad una ad una distrutte. Quella comandata da Spanò fu battuta a
Monteforte; l'altra, comandata da Belpulsi, che dovea esser per lo meno di
mille e duecento uomini, vanguardia di un corpo piú numeroso, e che poi si
trovò essere in tutto di duecentocinquanta, fu costretta a retrocedere da
Marigliano, ove non potea piú reggere in faccia a tutta la forza di Ruffo. La
sola colonna di Schipani resse nella Torre dell'Annunziata, perché era composta
di numero maggiore, perché non poteva esser circondata se prima non si
guadagnava Marigliano e perché finalmente era sotto la protezione delle barche
cannoniere, le quali allontanavano l'inimico dalla strada che va lungo il mare.
La nostra marina continuò a ben meritare della patria e, finché vi rimase il
minimo legno, tenne sempre lontani gl'inglesi. E chi mai demeritò della patria,
all'infuori di coloro che alla patria non appartenevano?
Ma
finalmente Ruffo, padrone di Nola e di Marigliano, si avanzò da quella via
verso Portici, tagliando cosí la ritirata alla colonna di Schipani e
togliendole ogni comunicazione con Napoli. Tra Portici e Napoli vi era il
picciol forte di Vigliena, difeso da pochi patrioti; e, ad onta delle forze
infinitamente superiori di Ruffo, sostennero oltre ogni credere il forte:
quando furono ridotti alla necessitá di cederlo, risolverono di farlo saltar
per aria. L'autore di questa ardita risoluzione fu Martelli.
Non minor valore dimostrò la colonna di Schipani: si aprí per sei miglia la strada in mezzo ai nemici, prese de' cannoni, giunse a Portici. Le nuove che si aveano di Napoli, la quale si credeva giá presa, indussero alcuni vili a gridar “viva il re” e costrinsero gli altri a rendersi prigionieri di guerra.
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(61) La prima volta si radunarono moltissimi patrioti; tutta la guardia nazionale fu al suo posto. Furono tenuti a disagio una notte; e la mattina furon congedati senza che avessero ottenuto neanche un ringraziamento, senza poter neanche comprendere la cagione dell'allarme. La seconda volta la credettero o frivola o finta come la prima; e questo fece perdere molti bravi patrioti, i quali si ritrovarono rinchiusi nelle loro case, allorché avrebbero potuto esser ne' castelli a difenderli.