Biografie:

Ferdinando Iv

 

 

Nasce il 12 gennaio del 1751, terzogenito  di  Carlo di Borbone e di Maria Amalia di Sassonia, sale al trono nel 1759 all’età di otto anni, quando il padre succede al trono di Spagna col nome di Carlo III. A causa della sua giovane età il governo viene affidato ad un Consiglio di  Reggenza di cui fanno parte il Marchese Bernardo Tanucci ed il Principe di San Nicandro. All' educazione del giovane Re provvede lo stesso San Nicandro, individuo "ignorante, incapace, ipocrita, gretto, perfino vizioso", che si cura di rafforzargli il fisico, a discapito della cultura e dello spirito, riuscendo a fare del suo discepolo un uomo dai tratti rustici e volgari. Il giovane Ferdinando ama gli spazi aperti, la caccia, la pesca; cavalcare è il suo divertimento preferito. Si esprime solo in dialetto e alla compagnia dei cortigiani preferisce quella dei servi. Ama mischiarsi e motteggiare con i lazzari che gli affibbiano il nomignolo di "Re Nasone". Raggiunta la maggiore età a 16 anni, partecipa con poca voglia alle riunioni del Governo durante le quali fa allontanare tutti i calamai. Per evitare il fastidio di firmare gli atti e i documenti, fa preparare un sigillo col suo nome che affida al Tanucci.

Ferdinando IV di Borbone

(Napoli 1751 - 1825)

 

 

"..di libri di lettere, non volle mai saperne; gli uomini di più fama e dottrina erano suoi maestri; ma ora il tempo, ora mancando il volere, nessuno o rarissimo l'insegnamento; si vedevano crescere del re la forza e l'ignoranza, pericoli dello Stato nell'avvenire. Fanciullo non soffriva conversare coi sapienti, e fatto adulto, ne vergognava[ 1] ".

 

 

Antonio Joli : Ferdinando IV di Borbone con la corte davanti alla Reggia di Capodimonte

 

 

Angelica Kauffmann :

Ritratto della Famiglia Reale di Napoli.

 

 

Nel dicembre del 1767 viene concordato il suo fidanzamento con Maria Carolina d'Asburgo. Il matrimonio viene celebrato per procura a Vienna il 7 aprile del 1768,  il 12 maggio gli sposi s'incontrano a Portella, al confine del Regno. Una clausola del contratto matrimoniale prevede che, la Regina entri nel Consiglio di Stato appena partorito il primogenito principe ereditario.

Nel 1775 Maria Carolina entra nel Consiglio e diventa praticamente il Re di Napoli. Allontana il Tanucci e nomina  Ministro un suo protetto Sir John Acton, dando una svolta alle scelte di governo, specie in politica estera: il Regno di Napoli passa così dall’orbita spagnola a quella austriaca.

 

Secondo l'abitudine dell'epoca, Ferdinando e Carolina hanno molti figli; diciassette. Ma solo quattro riescono a sopravvivere ai loro genitori. Nonostante tanti figli il loro matrimonio è pieno di episodi di reciproca infedeltà. Oltre a tante occasionali "avventure galanti",  che Ferdinando, da buon cacciatore, si procura tra le floride contadine di Persano e San Leucio, trattiene anche rapporti continui con alcune donne di rango e di particolare bellezza.

Paradossalmente la scarsa partecipazione alle faccende politiche del Re costituisce il suo maggior merito. Favorisce, così, il movimento riformatore sostenuto almeno per il momento anche dalla stessa Regina. Molti intellettuali, giuristi, economisti, di orientamento illuministico collaborano con il governo; ma    il lavoro è arduo: resistenze e opposizioni spesso condizionano le riforme svuotandone il contenuto innovatore. Nonostante questo clima si realizzano molte riforme ed opere pubbliche, tra cui il tentativo della colonia di San Leucio, un vecchio progetto dell' ormai defunto Filangieri e che Ferdinando IV fa suo[ 2] .

 

 

La guerra alla Francia.

 

La rivoluzione francese e la decapitazione dei due sovrani, Luigi XVI e Maria Antonietta, getta nel panico la corte Napoletana, che reagisce infittendo i controlli di polizia e perseguitando pesantemente l'opposizione interna. Al pericolo francese si risponde con un potenziamento dell'esercito e con fortificazioni del territorio con forte  aggravio per l'Erario.

 

 "Il contraccolpo della rivoluzione francese venne a turbare re Nasone in mezzo ai suoi piaceri. Un giorno gli venne il desiderio di cacciare l'uomo invece del capriolo o del cinghiale. Lanciò la sua muta sulla pista dei repubblicani e andò ad attaccarli nei dintorni di Roma. Disgraziatamente il francese è un animale che si ritorce sul cacciatore. Re Nasone lo vide ritornare e fu costretto ad abbandonare il posto e a mettere senza indugio il timone su Napoli; fu anche necessario che si scambiasse l'abito con il duca d'Ascoli, suo scudiero. Si sedette a sinistra nella carrozza, ordinò al duca di dargli del tu, e lo servì lungo tutta la strada come se lui fosse stato il duca d'Ascoli, e questi fosse stato re Ferdinando[ 3] ."

 

Jacob Philipp Hackert: L'imbarco di Ferdinando IV per Palermo il 20 dicembre del 1798.

 

In verità Ferdinando non ama la guerra, anzi la teme fisicamente, ma non sa opporsi alla Regina e all'Acton che gli fanno credere che il regno è pieno di giacobini pronti alla rivolta, che Il generale Austriaco Barone Carl von Mack è un prode condottiero e che presto l'Austria manderà le sue truppe in aiuto. Infine Napoleone è bloccato in Egitto e pertanto marciare su Roma sarà come una piacevole passeggiata.

Si sa come finisce[ 4] .....

Da San Leucio, dove si rifugia, emana un appello al popolo affinché si armi e si opponga ai nemici del Re, della Patria e della Religione. Lui preferisce abbandonare l'esercito, Napoli e i napoletani nella miseria e  nell'anarchia, e scappa a Palermo con la corte e gli amici inglesi: gli Hamilton, l'ammiraglio Nelson e Acton. I fuggitivi portano con loro quanto più possono prendere: tutto il danaro dei banchi pubblici, mobili e casse di capolavori d'arte.

 

 

 

Il 13 giugno del 1799 il Cardinale Fabrizio Ruffo, suo vicario e con poteri di alter ego, riconquista Napoli e gli restituisce il trono,  ma la regina dichiara di non voler riconoscere la capitolazione concordata con i repubblicani e ne chiede l'annullamento. Ferdinando si comporta da "Lazzarone", rinnega  tutte le condizioni della resa già bloccate con inganno dal Nelson e scatena una dura reazione contro i patrioti  mandando a morte la parte migliore dell'intellighenzia meridionale.

Il  tradimento compiuto da Ferdinando e dai suoi alleati dei patti sottoscritti, lo macchia per sempre quale individuo vile ed inaffidabile. La frattura tra la monarchia e i ceti  colti non si ricucirà più. 

 

Incisione anonima: Il ritorno di Ferdinando IV

 

 

 

 

 

Per celebrare la riconquista del Regno   commissiona al celebre scultore Antonio Canova una colossale statua che lo raffigura come la Dea Minerva similmente alla Pallade di Velletri.

 

 

 

Antonio Canova: Statua raffigurante Ferdinado IV. Museo Archeologico Nazionale di Napoli.

 

 

 

 

 

 

 

Il ritorno vittorioso di Napoleone con la battaglia di Marengo e la sconfitta subita a Siena dal contingente napoletano spaventano  Ferdinando, che accetta tutte le condizioni  francesi del trattato di pace di Firenze del 28 marzo del 1801. Il 3 settembre del 1805 una nuova coalizione tra Russia, Austria e Svezia, dichiara guerra alla Francia, e il Re napoletano si allea con la Russia. Poi sottoscrive, il 21 settembre, un trattato di neutralità con la Francia, ma pochi giorni dopo compie un altro voltafaccia e firma un trattato di alleanza con l'Austria. Napoleone annuncia: "La dinastia di Napoli ha cessato di esistere". Il 23 gennaio del 1806 Ferdinando scappa per la seconda volta a Palermo, per la  fretta e per la paura abbandona anche la famiglia.  L'esilio siciliano dura dieci anni che spende tra le sue vecchie passioni: la caccia e la favorita, ma chiacchierata,  Lucia Migliaccio Principessa di Partanna.

Vincenzo Camuccini : Ferdinando I

 

Gli inglesi, che sono i veri governatori dell'isola, gli impongono il rilascio di una costituzione, che concede suo malgrado, e  l'allontanamento della moglie Maria Carolina che muore a Vienna  il 9 settembre del 1814.  Cinquanta giorni dopo sposa morganaticamente la Principessa di Partanna insignita del titolo di Duchessa di Floridia; al figlio che gli ricorda i trascorsi della Duchessa, replica in dialetto: "Penza 'a màmmeta! ....guagliò,  ...penza  'a màmmeta!.".

Il Tramonto di Napoleone e gli intrighi del congresso di Vienna lo riportano, il 9 giugno del 1815, nuovamente a Napoli dove assume il titolo di Ferdinando I, Re del Regno delle due Sicilie; un contingente austriaco gli  garantisce l'assolutismo regio, voluto dalla Santa Alleanza, e l'annullamento della Costituzione siciliana.

 

Nel  1818 firma un concordato con la Chiesa che ripristina quasi tutti i privilegi del clero e riconosce la religione cattolica come il solo culto consentito. Ferdinando annulla in un momento circa 100 anni di politica borbonica, anticuriale ed indipendente da Roma[ 5] .

Lucia Migliaccio Principessa di Partanna e Duchessa di Floridia

 

 

 

 

Ferdinando I con i suoi alleati austriaci.

Nel 1820 a seguito di una rivolta militare guidata dal Generale Guglielmo Pepe e sostenuta dalle società aderenti alla nascente Carboneria, Ferdinando I  concede la Costituzione giurando solennemente sul Vangelo. Anche questa volta si comporta vigliaccamente, con inganno strappa al parlamento il consenso per recarsi al congresso della Santa Alleanza di Lubiana, ma tradisce la parola data e  richiede agli alleati di intervenire con le armi per ristabilire il potere assoluto.

Michele Morelli e Giuseppe Silvati, due ufficiali dell'esercito borbonico, muoiono sul patibolo eretto a Porta Capuana, Guglielmo Pepe si salva con la fuga.

Ferdinando muore il 4 gennaio del 1825 all'età di 74 anni di cui 65 di regno. Racconta il Colletta che le genti "si affollavano ne' cantoni a leggere l'editto, ritornavano a speranza di miglior governo; e taluno, sotto lo scritto, fra mille spettatori, baciò la terra, e ad alta voce ringraziò Iddio di quella morte come termine di universali sciagure".

 

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 [ 1] Giovanni La Cecilia : Storie segrete dei Borboni di Napoli

 

 [ 2] Mario Battaglini: La fabbrica del Re.      

"la costituzione di San Leucio è quella che solo un sovrano assoluto poteva concepire e concedere ai suoi sudditi, considerati alla stregua di figli che rimangono perpetuamente in età minore. Che poi qualche lontana eco del pensiero illuminista e riformista si possa trovare in essa non può e non deve meravigliare perché quelle idee permeavano tutto questo periodo. Ma da questo a dire che il codice è riformista o socialista o prerivoluzionario ci corre. Esso è e rimane l'ultimo atto di Ferdinando IV in cui l'assolutismo si esprima ancora con la forza con la quale si esprimeva in Luigi XIV".

 

 [ 3] Alessandro Dumas : Il Corricolo. Impressioni di viaggio.

Lo scambio d'abito è inserito anche nei Borboni di Napoli del Dumas ove l'autore aggiunge che l'episodio gli fu riferito da un testimone oculare. Il fatto che il particolare possa essere ritenuto verosimile conferma il carattere del personaggio e la fama che godeva.

 

 [ 4]  In meno di un mese, Ferdinando partí, corse, arrivò, conquistò il regno  altrui, perdette uno de' suoi e, poco sicuro dell'altro, fu quasi sul punto di fuggire fino al terzo suo regno di Gerusalemme per ritrovare un asilo. SAGGIO STORICO SULLA RIVOLUZIONE DI NAPOLI - VINCENZO CUOCO

 

 [ 5]   Pietro Colletta: Storia del Reame di Napoli:

Il re Ferdinando, perduta la vigoria della giovinezza, fatto timido della morte, circuito di preti, non curante del bene dello Stato, facendosi colpa delle antiche dispute col papa, voleva calmare la coscienza col concordato. [...] Roma avvantaggiò; e dalla nostra parte il decoro del re, il bene de' popoli, lo sforzo di cento ingegni, i progressi filosofici di cento anni, perirono in un giorno per la inerzia di un re, e l'ambizione di un suo ministro.