Biografie:
luisa MOLINA sanfelice
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Luisa Sanfelice (Napoli 1764 - 1800) |
La loro condotta irregolare e dissipata, richiama più volte l'attenzione della corte: nel 1787, in seguito ai dissesti finanziari e agli elevati debiti, su richiesta della madre di lei, il re ordina ai Sanfelice di portarsi in campagna a Laureana e fa rinchiudere i loro tre figli in convento mentre i loro beni vengono affidati all'amministratore marchese Tommaso de Rosa. Da Laureana i coniugi si trasferiscono nella vicina Agropoli dove continuano a "menare la solita vita rilasciata e scorretta" e nel 1791 il Re su proposta del De Rosa dispone che i coniugi vengano separati. Andrea finisce in un monastero di Nocera, Luisa in un conservatorio di Montecorvino Rovella. Dopo un anno si riuniscono in Salerno, ma presto Luisa è di nuovo incinta. Il De Rosa allora la rimanda nel conservatorio di Montecorvina. La lontananza però ravviva il loro amore e il 7 marzo del 1794 Luisa e Andrea scappano insieme e ritornano a Napoli, nella loro casa di palazzo Mastelloni " o' largo a' carità". Purtroppo nel 1797 Andrea Sanfelice riceve un mandato di cattura dalla Vicaria per debiti, ma la situazione in parte si accomoda quando, approfittando opportunamente del nuovo corso politico di caccia agli oppositori ed ai "giacobini", decide di farsi "realista" e riveste cariche pubbliche.
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Modesto Faustini : L'arresto di Luisa Sanfelice
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Da questo momento le notizie sono incerte e prive di riscontri; sia i tradimenti coniugali [ 1] di Luisa Sanfelice che la sua scelta politica [ 2] sono soltanto supposizioni non dimostrate, formulate forse per meglio comprendere i fatti che la porteranno poi a morire sul patibolo. Di certo c'è che frequenta indifferentemente ambienti monarchici e repubblicani, affascinata probabilmente dalla mondanità dei salotti e delle feste. Quando poi in Napoli, nel gennaio del 1799, si forma la Repubblica la sua giovane e gioviale persona si getta con entusiasmo nei festeggianti ambienti repubblicani. Nel salotto della Pimentel Fonseca conosce Ferdinando Ferri e Vincenzo Cuoco e ad entrambi infiamma i cuori. Anche tra i sostenitori del ritorno del re c'è chi arde d'amore per lei. Si tratta di Gerardo Baccher, figlio di ricco banchiere, che insieme ad altri fratelli finanzia l'opposizione e trama per far cadere la nuova repubblica.
Sabato 13 APRILE 1799 Il Monitore Napoletano, giornale ufficiale e vicino al governo della repubblica annuncia: Con queste parole la Pimentel riferisce della scoperta della congiura "dei Baccher" e ne attribuisce il merito a Luisa Sanfelice e a Vincenzo Cuoco. Come siano avvenuti realmente i fatti non si sa; la tesi più ricorrente vede Gerardo Baccher informare Luisa di una prossima rivolta "pro monarchia" e darle un biglietto salvacondotto da esibire in caso di pericolo. Ella teme però per la vita del Ferri e preferisce consegnare a lui il biglietto. Il Ferri riferisce della congiura al Cuoco che a sua volta decide di avvertire il governo. Gerardo Baccher ed altri congiurati, tra cui il padre ed due fratelli dello stesso Baccher, vengono arrestati. Così involontariamente Luisa diventa "Salvatrice della Repubblica e Madre della Patria", ma ne è sconvolta: si sente responsabile degli arresti e teme per vita di Gerardo Baccher. Una copia del Monitore giunge a Palermo, Ferdinando IV legge la notizia riportata dalla Pimentel e scrive al Cardinale Ruffo: "Voglio che siano egualmente arrestati una certa Luisa Molines Sanfelice e un tal Vincenzo Cuoco che scoprirono la controrivoluzione dei realisti ".
Eurisio Capocci : La Sanfelice condotta in carcere
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Giovedì 13 GIUGNO 1799
Sant'Antonio è la data fatale che il Cardinale ha scelto per scatenare l' ultimo assalto alla città ormai in ginocchio ed isolata. Il Governo è rinchiuso in Castelnuovo in seduta permanente; in quel momento ormai disperato alcuni giacobini della Sala Patriottica chiedono l'esemplare esecuzione di tutti gli arrestati. Si decide, per "vendetta e crudeltà", di concludere in fretta il processo contro i Baccher. La commissione rivoluzionaria presieduta dall' Avv. Domenico Pagano decreta la condanna a morte per Gerardo e Gennaro Baccher, Natale D'angelo e i fratelli Ferdinando e Gennaro La Rossa.
Poche ore dopo nel piazzale interno di Castelnuovo, sotto l'arco della gran scala, i cinque condannati vengono fucilati. Cuoco dirà nel suo Saggio che il tribunale rivoluzionario " altro non fece che tingersi inutilmente del sangue degli scellerati Baccher".
Caduta la repubblica, i lazzari e le bande del Ruffo si scatenano: " .. stragi, ruberie, delitti, commessi in nome del re e della fede sugli abbienti tramutati in giacobini per depredarli.". [ 3] Non risparmiano le donne. Luisa, che nel tentativo di salvarsi la vita si nasconde in una soffitta della propria casa in palazzo Mastelloni, viene scoperta ed arrestata. Dice Croce: "Meglio se, in quel primo furore, le avessero tolto la vita!".
A settembre viene processata dalla Giunta di Stato e condannata a morte. I difensori avv. Vanvitelli e avv. Moles, piuttosto che dimostrare l'estraneità della Sanfelice nella denuncia della Congiura, hanno preferito trattare la causa sul piano del diritto; non c'è legge che "condanni a morte chi scopra congiure". Ingenui, non hanno capito che la Giustizia a Napoli ormai è morta e non esiste più, e che tutto dipende dal dispotismo del Re, come la stesa Giunta e i magistrati che la compongono.
Il 14 settembre Luisa viene portata in cappella secondo la prassi voluta per concedere ai condannati i conforti della religione, ma l'esecuzione viene sospesa perché un dispaccio del Re prevede l'obbligo di riferire a lui "sulle condanne che si pronunziano prima di dare loro esecuzione".
La risposta del Re da Palermo riferisce: "... vuole e comanda sua Maestà che la giustizia faccia il suo libero corso..." e il 29 settembre la condannata ritorna in cappella. Anche questa volta l'esecuzione viene sospesa: Luisa dichiara di essere incinta. Vengono convocati medici e levatrice che confermano lo stato di gravidanza: l'esecuzione viene rinviata a 40 giorni dopo il parto.
Gioacchino Toma : La Sanfelice in carcere.
Molto probabilmente la gravidanza è una menzogna, inventata nell'estremo tentativo di sfuggire alla morte e confermata da medici pietosi. E il tentativo sembra ben riuscire: alla fine del mese di maggio del 1800 Ferdinando IV emana un indulto. Luisa sembra salva, ma l'indulto a lei non va applicato in quanto già condannata con pena solo momentaneamente sospesa.
Gioacchino Toma : La Sanfelice in carcere.
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Così riferisce l'episodio il Colletta:"la voce fu rotta dal piglio austero del re, che, mirandola biecamente, depose, o quasi per furia gettò l'infante sulle coltri materne, e senza dir motto, uscì dalla stanza, né per molti giorni vi ritornò".
Luisa viene ricondotta a Napoli perchè si esegui la sentenza.
Gioacchino Toma : La Sanfelice ricondatta a Napoli.
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La condanna viene tragicamente eseguita l'11 settembre del 1800 tra l'indignazione generale: "ognuno la compiangeva (dice un manoscritto del tempo), considerando le sue vicende, e la sua morte quasi a sangue freddo".
Vincenzo Cuoco e Ferdinando Ferri sono stati condannati all'esilio. Più tardi il Ferri dimenticherà il suo passato repubblicano e diventerà ministro borbonico a servizio di Ferdinando II.
[ 1] Diomede Marinelli : I Giornali.
"... La Sanfelice, celebre per le sue galanterie amorose, per cui ne ha passato molte fino ad essere delegata in lontani monasteri."
[ 2] La Sanfelice è nel gruppo di patrioti che riesce ad introdursi in Castel Sant'Elmo da dove poi viene proclamata la Repubblica Napoletana. Tesi sostenuta da Maria Antonietta Macciocchi nel suo recente romanzo L'amante della Rivoluzione - la vera storia di Luisa Sanfelice e della Repubblica napoletana del 1799. Ed. Mondadori 1998.
[ 3] Giuseppe Coniglio : I Borboni di Napoli.