Biografie:
Nasce a Noci il 30 giugno 1759, da Pietrantonio, dottore in legge, e Maria
Solome di Putigliano. Sesto ed ultimo figlio, rimane orfano di entrambi i
genitori a soli undici anni e passa sotto la tutela dello zio sacerdote Giambattista
che lo invia a studiare presso il Seminario arcivescovile di Napoli insieme ad
altri tre fratelli maggiori. In Napoli, dove diventa Guardia del Corpo di Sua
Maestà, ha modo di frequentare gli
ambienti scientifici e letterari e di stabilire rapporti con Domenico Cirillo,
Francesco Mario Pagano e Nicola Pacifico. Attratto dal pensiero riformatore del
tempo aderisce alla massoneria come dignitario della loggia illuminata “La
Philantropia”. Nel salotto della sua casa in Via Toledo si ritrovano i maggiori intellettuali napoletani per
discutere di riforme, di diritto e di
politica.
Nel 1793 aderisce alla Società patriottica di Carlo Lauberg e, anche se non risulta da documenti ufficiali, aderisce sicuramente ai Clubs patriottici. Il suo nome non compare tra gli imputati del processo ai rei di Stato per la congiura del 1794, ma l’anno successivo gravi sospetti portano allo scioglimento della Guardia del Corpo di sua Maestà. Nel 1795 sposa Maddalena Vestini, appartenente ad una nobile famiglia di intellettuali e giacobini napoletani. Successivamente, individuato come oppositore alla monarchia, viene posto in carcere fino al 1797. La galera non gli spegne però i propositi rivoluzionari, tant’è che protesta energicamente contro i provvedimenti di censura e limitazione di stampa di alcuni libri proibiti. Quando nel 1798
Ferdinando IV decide di portare la guerra alla Francia e ad invadere lo stato
della Repubblica Romana egli è tra i dirigenti del gruppo repubblicano clandestino
del Comitato Centrale con funzioni di grosse responsabilità organizzative. La
proclamazione della Repubblica Napoletana lo vede assurgere alle principali
cariche e Championnet lo chiama tra i 25 membri del Governo Provvisorio del
24 gennaio del 1799. Sua è l’iniziativa dell’ abolizione della legge dei
fedecommessi (cfr. Monitore Napoletano, numeri 4, 6 e 18). |
Giuseppe Albanese (Noci
1759 - Napoli 1799) |
Nell’ Aprile, in seguito al rimpasto
voluto dall’ Abrial, è tra i cinque della Commissione esecutiva e fa parte
anche dell’ Istituto Nazionale delle arti e delle scienze.
Alla caduta della Repubblica lo
troviamo tra i capitolati di Castelnuovo ed imbarcato insieme ad altri
repubblicani per Tolone; ma purtroppo la capitolazione non viene rispettata, ed
egli, quale presidente della Repubblica Napoletana, manda una lettera di protesta
al Cardinale Ruffo denunciando il tradimento dei patti.
Il
tradimento è totale: il 4 agosto viene portato in Castelnuovo, nella
fossa del coccodrillo, insieme a
Pagano, Cirillo, Logoteta e Baffi. La giunta di Stato lo manda a morte, Ferdinando
IV conferma la condanna, e il 28 novembre viene impiccato in Piazza Mercato. Il
suo corpo viene seppellito nella Chiesa di S.Eligio.