Biografie:
Eleonora Pimentel
Fonseca nasce a Roma il 13 gennaio 1752, in via di Ripetta 22, da genitori
portoghesi. A dieci anni la famiglia si trasferisce a Napoli e grazie allo zio, l'abate Antonio Lopez,
studia greco e latino e scrive poesie
giovanili di gusto arcadico.
A 18 anni invia a
Metastasio i suoi primi componimenti e inizia con lui una corrispondenza durata
fino alla morte del poeta. La fanciulla è molto intelligente e precoce, ed
intrattiene rapporti e corrispondenze epistolari con i maggiori letterati
europei, da Voltaire a Goethe ed a Filangieri.
Frequenta la casa di Gaetano Filangieri
ove incontra Domenico Cirillo, Ferdinando Galiani, il massone Antonio
Jerocades, Mario Pagano, Francesco Conforti, Melchiorre Delfico, Carlo
Lauberg, Gabriele Manthonè e Ignazio Ciaia. Entra nell'Accademia arcadica dei
Filaleti col nome di Epolifenora Olcesamante. Per il matrimonio di Ferdinando IV e Maria
Carolina scrive Il tempio della gloria e per la nascita del loro primo figlio maschio, La nascita di Orfeo. Per i suoi meriti viene ricevuta a Corte
dove le viene concesso un sussidio come bibliotecaria della Regina. Stabilisce
rapporti epistolari con Voltaire e si abbona all' Encyclopédie del Diderot. ELEONORA PIMENTEL FONSECA |
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Nel 1778 Eleonora
sposa il capitano Pasquale Tria de Solis, ma il suo sarà un matrimonio
infelice. Nel giugno del 1779 perde il figlio Francesco di appena otto mesi,
e poco dopo, perde un altro figlio per aborto procurato dalle percosse del
marito dal quale riuscirà a separarsi nel 1786. Nel 1789 scrive Componimenti poetici per le leggi date
alla nuova popolazione di San Leucio da Ferdinando IV. Poco dopo un
sonetto in dialetto per l'abolizione della Chinea. |
Figlio, tu regni in cielo, io qui men
resto Misera, afflitta, e di te orba e priva.. Figlio, mio caro figlio, ahi! l'ora è
questa ch'io soleva amorosa a te girarmi, e dolcemente tu solei mirarmi a me chinando la vezzosa testa. Del
tuo ristoro indi ansiosa e presta i' ti cibava; e tu parevi alzarmi la tenerella mano, e i primi darmi pegni d'amor: memoria al cor funesta! |
Gli ideali della rivoluzione
Francese infiammano lo spirito anche di Eleonora che si getta nell'impegno
politico per l'affermazione della libertà e per il progresso delle classi meno
fortunate, tanto da introdurre nascostamente, durante un ricevimento a Corte,
alcune copie in italiano del testo della Costituzione approvata dall'Assemblea
francese.
Nel dicembre del 1792, quando giunge
a Napoli la flotta francese per ottenere
il riconoscimento della recente Repubblica Francese, la Pimentel è tra gli ospiti del comandante
La Touche-Treville e finisce sui
registri della polizia borbonica.
Domenico Battaglia: Perquisizione in casa di Eleonora Pimentel
Fonseca
Il 5 ottobre del 1798 la polizia le
perquisisce casa e poiché vengono rinvenute alcune copie dell'Encyclopédie la
arrestano e la portano nelle dure carceri della Vicaria. Riacquista la libertà
nei primi giorni del 1799 durante il periodo di anarchia popolare succeduto a
Napoli dopo la fuga del Re e della Corte a Palermo.
Partecipa alla conquista del forte di Castel Sant'Elmo e alla proclamazione, il
21 gennaio 1799, della Repubblica Napoletata "una e indivisibile".
"Ed Eleonora che scossa e concitata dagli straordinari avvenimenti, aveva composto in Sant'Elmo un Inno alla libertà, lo declamò tra gli applausi, ripetendo tutti a coro le strofe di odio ai re e di giuramento alla Libertà". ( Benedetto Croce). |
Per diffondere gli ideali della rivoluzione
e della neonata repubblica, Eleonora accetta, su invito del Governo
Provvisorio, l'incarico di dirigere il primo periodico politico di Napoli: Il
Monitore Napoletano.
Un foglio con atti e
comunicati del Governo, ma assolutamente indipendente, come quando si tratta di
denunciare le ruberie francesi con appassionati editoriali della stessa
Pimentel. Del Monitore Napoletano verranno stampati
35 numeri bisettimanali dal 2 febbraio all'8 giugno.
Giuseppe Boschetto: La Pimentel condotta al
patibolo |
Quando le orde del
Cardinale Ruffo giungono alle porte di Napoli e si capisce che la Repubblica
sta per morire, si rifugia in S.Elmo e finisce nella lista dei capitolati.
Ferdinando, come è noto, non rispetterà
la capitolazione ed Eleonora verrà condannata a morte per avere osato parlare
e scrivere contro il Re. Sale al patibolo il 20 agosto e prima di morire cita
Virgilio: " Forsan
et haec olim meminisse juvabit " ( Forse un
giorno gioverà ricordare tutto questo).
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Tito
Angelini: Esecuzione
di Eleonora Pimentel e Gennaro Serra. |
Recentemente, proprio nei giorni del bicentenario della
sua morte, Il professore Giorgio Fulco
dell’Università di Napoli ha rinvenuto 18 lettere della Pimentel Donseca
indirizzate ad Alberto Fortis. Attendiamo la prossima pubblicazione da parte
dell’ Università stessa.
Gli storici riferiscono che il corpo di Eleonora Pimentel
Fonseca fu seppellito in una piccola Chiesa nei pressi di Piazza Mercato
dedicata a S. Maria di Costantinopoli. Purtroppo si ritiene che questa
Chiesetta sia stata demolita e s’ignora se poi, quando e dove le salme sepolte
siano state trasferite. Anche Benedetto Croce, che fu molto amico di un suo
nipote, l’avvocato Raffaele Fonseca, morto più che ottantenne, non riporta di
più. In nota riferisce ”Il corpo della giustiziata fu sepolto il 21 agosto
nella Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli”. (Cfr. nota in merito)
Le opere di Eleonora
Pimentel Fonseca:
1768 In occasione
delle nozze di Ferdinando IV con Maria Carolina d’Austria, scrive un lungo e
complesso epitalamo: Il
tempio della Gloria.
In occasione delle nozze
di Gherardo Carafa, conte di policastro, con Maddalena Serra di Cassano, scrive
un sonetto, inserito in una raccolta miscellanea curata da Luigi Serio, dal
titolo: Componimenti per
le nozze dell’ Eccellentissimo signore D.Gherardo Carafa Conte di Policastro,
Duca di Forlì ec. Con l’Eccellentissima Signora D. Maddalena de’Duchi di
Cassano, e dell'Eccellentissimo Signore D. Luigi Serra di Cassano, Marchese di
Strevi ec. con l'Eccellentissima Signora D. Giulia Carafa de' Principi della
Roccella.
1771 Un sonetto di Eleonora de Fonseca Pimentel è
pubblicato, in occasione della morte di Monsignor Giovanni Capece, vescovo di
Oria, nella raccolta miscellanea curata da Michele Arditi, intitolata: Componimenti per
la morte di D. Giovanni Capece De'Baroni di Barbarano, Patrizio del Sedile di
Nido, Vescovo di Oria.
Scrive due epigrammi latini, Ad auctorem e Ad eundem, pubblicati nella premessa al libro di
Fr. Victorio de Santa Maria, intitolato: Docirina Christa e rosario de Nossa Senhora
composta en metro.
1773 In occasione della nascita della
secondogenita di Maria Carolina d'Austria e Ferdinando IV, la principessa Maria
Luisa, Eleonora scrive un sonetto: A Maria Carolina Regina delle due Sicilie per
l'Augustissimo parto d'una seconda
Bambina.
Un altro sonetto è pubblicato nella raccolta curata da
Luisa Bergalli, in onore di Caterina Dolfin, intitolata: Rime di donne
illustri a Sua Eccellenza Caterina Doffina Cavaliera e Procuratessa Tron nel
gloriosissimo ingresso alla dignità di Procurator per merito di San Marco di
Sua Eccellenza Cavaliere Andrea Tron.
1775 Partecipa, con un sonetto, alla redazione
dei Componimenti
poetici per le Felicissime Nozze di Sua Eccellenza, il Signor D. Vincenzo
Revertera Duca della Salandra e
& C. Coll'Eccellentissima Signora D. Beatrice De Sangro.
Per la nascita dell'erede al trono Carlo Tito di Borbone,
Eleonora scrive una cantata: La nascita di Orfeo.
1777 Scrive Il Trionfo della virtù, un componimento drammatico dedicato al Marchese di Pombal, primo
Ministro portoghese, che era stato vittima di un fallito attentato.
1779 Il 25
giugno le muore il figlio ed Eleonora compone per lui i Sonetti di Altidora
Esperetusa in morte del suo unico figlio. Qualche mese più tardi sarà vittima di un pericoloso aborto, in
seguito al quale comporrà l'Ode elegiaca per un aborto nel quale fu maestrevolmente
assistita da M.r Pean il figlio.
1780 In
occasione dell'apertura della Reale Accademia delle Scienze e Belle Lettere,
avvenuta il 5 maggio, Eleonora scrive un sonetto, pubblicato in una raccolta
dal titolo: Nella
solenne apertura della Reale Accademia delle Scienze e Belle Lettere alla Maestà della Regina.
1781 Scrive La Gioia d'Italia. Cantata per l'arrivo in Napoli del
Granduca e della Granduchessa delle Russie, in occasione della visita a Napoli dei Granduchi di Russia Paolo
Petrowitz e Maria Federowna. In appendice alla cantata pubblica anche un
sonetto: Alla
Cesarea Imperial Maestà di Caterina II imperatrice autocratrice delle
Russie.
1782 Per celebrare il ritorno dalla Sicilia dei
sovrani, avvenuto il 7 settembre 1785, Eleonora compone una cantata, Il Vero Omaggio.
1789 Per la fondazione della colonia regia di San
Leucio, Domenico Cosmi cura una raccolta di componimenti, dal titolo Componimenti
poetici per le Leggi date alla nuova Popolazione di Santo Leucio ‑ da
Ferdinando IV re delle Sicilie. Eleonora partecipa alla raccolta con un sonetto: Cinto Alessandro
la superba fronte.
In occasione dell'abolizione della Chinea da parte di
Ferdinando IV, scrive un sonetto in napoletano.
1790 Traduce dal latino l'opera di Niccolò
Caravita, Niun
diritto compete al sommo pontefice sul Regno di Napoli, corredandola di una premessa e di note
illustrative.
1791 Dedica a Carlotta di Borbone, principessa del
Brasile, un oratorio sacro, La Fuga in Egitto. Nello stesso anno traduce dal portoghese l'opera di Antonio
Pereira de Figueredo, Analisi della professione di fede del Santo Padre Pio IV.
1799 Durante la Repubblica Napoletana è direttrice
e compilatrice del «Monitore Napoletano»
dal 2 febbraio all'8 giugno.