SOLOFRA Prima di
procedere alla narrazione degli avvenimenti occorsi in Solofra nel breve
periodo della Repubblica Napoletana, ricordiamo che a quel processo di
rinnovamento, che si sviluppò a Napoli proprio intorno alla locale
Università, dettero
il loro contributo molti illustri personaggi originari di Solofra. Tra questi vogliamo ricordare: |
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Costantino Vigilante Giuseppe Maffei Massimiliano Murena Felice GiannattasioMarianna Vigilante sacerdote Matteo Barbieri Leonardo Santoro Gaetano Giannattasio Giovan Battista Ronchi Maria Salvatore Ronchi Tommaso Fasano abate Niccolò Giliberti Cav. Leonardo Santoro |
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Nel processo del 1794 contro i Rei di Stato, tenuto dalla Giunta di
Stato a seguito della denuncia
di Pier Nicola Patarino, tra i sospettati ed arrestati ci furono anche
molti cittadini di Solofra. Ricordiamo: il già citato Giuseppe Maffei, i
fratelli Alessio, Gaetano e Michele Ardolino e tanti altri non per questo meno importanti. |
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La Collegiata di S.
Michele nel XVIII secolo. |
Quando giunse la notizia della
proclamazione della repubblica Napoletana, anche a Solofra il 26 gennaio fu piantato “l’albero della libertà nella piazza
centrale, con il concorso di gruppi giacobini o di simpatizzanti guidati dal
medico Antonio Garzilli alla presenza di una folla in parte partecipe ed
in parte attenta osservatrice”. Ai festeggiamenti aderirono anche i monaci
del convento di S. Agostino.
Furono aperte le prigioni dei castelli di Solofra,
Montoro, Sanseverino e furono liberati i prigionieri politici tra cui Ferdinando
Landolfi detenuto in quanto parente di Vincenzo Galiani, uno dei
tre giovanetti condannati dalla Giunta
di Stato, nell’ ottobre del 1794, a morire nella Piazza
Castello di Napoli. Vennero dichiarati decaduti i precedenti amministratori borbonici
e sostituiti da una nuova municipalità.
Non tutti accettarono il
nuovo però, e poco si fidavano dei democratici che erano visti come nemici
dei tradizionali valori della famiglia e della religione. Inoltre il
comportamento di alcuni soldati francesi, che aginavano più da invasori che
da liberatori, provocarono delle ribellioni nelle zone vicine. Serino insorse
il 3 febbraio, a S. Agata quasi contemporaneamente venne abbattuto l’albero
della libertà. A controllare la situazione fu inviato
il Conte di Ruvo Ettore Carafa con 800 soldati ed in molte località fu di nuovo ripiantato l’albero della
libertà; così come a Montoro dove i repubblicani entrarono tra le
acclamazioni della popolazione. Le notizie dell’ avanzata delle truppe del Cardinale Ruffo animò gli animi dei democratici di Solofra e dei dintorni che decisero di armarsi ed andarono a contrastare la loro avanzata. Il 20 di aprile partirono verso Avellino e verso Salerno, ma la loro partenza provocò l’insurrezione degli elementi locali più reazionari e furono di nuovo abbattuti gli alberi della libertà della zona. La città fu conquistata dalle truppe controrivoluzionarie guidate dal Pasquale Ronca. |
Interno della Collegiata di S.Michele |
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Pochi giorni dopo giunse da Nocera il generale Repubblicano Pasquale Matera alla guida di una colonna di francesi e patrioti. Il primo maggio ci fu un definitivo e violento scontro in S.Angelo di S. Severino che vide la sconfitta delle truppe repubblicane. Quando il generale Macdonald, comandante in capo dell’ esercitò francese, decise di ritirarsi dal territorio dell ex Regno di Napoli, il governo e le truppe repubblicane non potettero più sostenere lo scontro con le forze insurrezionali. Il 13 giugno Napoli cade definitivamente ed tra i repubblicani prigionieri troviamo il figlio del Maffei, Giacinto e Michele Di Agnello. |
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La reazione colpì anche
Solofra e “furono condannati
all’esilio a Marsiglia Serafino Garzilli e Nunzio Giannattasio. Giuseppe
Trombone, il fratello di Gaetano, oltre ad essere incarcerato ebbe i beni sequestrati,
così pure gli Arduino, Gaetano e Michele, condannati per «reità di stato» col
sequestro dei beni, tra i condannati ci furono pure Bartolomeo e Giuseppe
Vigilante.
Solofra subì la repressione messa in atto nelle province ad opera di incaricati reali, detti «visitatori», che furono il centro di vendette private o furono essi stessi soggetti di repressione e potettero farlo perché aiutati da persone del posto. I collaboratori del visitatore Ludovici, a Solofra esiliarono Carlo Grasso e Antonio Garzilli”.
Per la
compilazione della presente scheda ci siamo avvalsi del recente studio di M. De
Maio “Solofra e la rivoluzione del 1799”, presentato al Convegno "Avellino e
l'Irpinia nel 1799" e di cui riportiamo un ampio stralcio.