Versione in bozza, non ancora definitiva

Biografie:

GIUSEPPE ABAMONTi

 

Indicato anche come Abamonte, Abbamonte e Abbamonti.

 

Nasce a Caggiano in provincia di Salerno nel 1759. Fautore della Rivoluzione francese scampò con la fuga alle persecuzioni borboniche. Il suo nome compare, infatti, insieme a quello di altri sospetti in un atto di citazione del tribunale di Napoli: “citatio ad convalidum” del marzo del 1797. Si rifugiò ad Oneglia presso il Buonarroti dove pubblico il “Saggio delle leggi fondamentali dell’ Italia libera”. Successivamente si portò a Loano e nel 1796 a Milano dove fondò il “Giornale dei Partrioti d’Italia” collaborando anche al “Monitore Italiano”.  Nel 1798 fu nominato ispettore generale del ministero di polizia della repubblica cisalpina, ma venne successivamente arrestato per i contrasti tra i  generali “democratici” G. Brune e  B. Joubert, e il Direttorio francese.

 

Generale Guillaume Brune
Generale Barthelemey Joubert

 

 

Quando i patrioti s’impossessarono di Castel Sant’Elmo e proclamarono la Repubblica napoletana egli non era in Napoli, pur tuttavia fu, con il decreto del 24 gennaio del 1799 del generale in capo Championnet, tra i 25 membri chiamati a formare il Governo Provvisorio. Non si sa esattamente quando giunse a Napoli, sicuramente tra il 15 febbraio ed il primo marzo ( Cfr. Monitore Napoletano numeri: 1, 2, 5, 9) e si incaricò di organizzare il tribunale di giustizia. Con la venuta di Abrial fu nominato presidente del Comitato Centrale (Cfr. Monitore Napoletano N. 14) e successivamente, il 14 aprile, alla Commissione esecutiva ( Cfr. Monitore Napoletano N. 20).

 

 

 

Quando Napoli fu investita dalle truppe sanfediste del Cardinale Ruffo partecipò alla difesa della città dalle mura di Castelnuovo. Dopo la capitolazione fu imbarcato, insieme a gli altri repubblicani capitolati, su una nave in attesa di essere trasferito a Tolone. Purtroppo, Nelson prima e Ferdinando IV dopo, non rispettarono i patti di resa: fu imprigionato e processato dalla feroce Giunta di Stato.

 

Castenuovo

 

 

Su navi  di questo tipo vennero imbarcati i patrioti che a seguito della capitolazione sottoscritta con il Ruffo dovevano portarsi in Tolone o altra destinazione a loro scelta.

Come si sa, tale patto non fu poi mantenuto e molti di loro furono imprigionati e successivamente condannati a morte o al  carcere a vita come l’ Abamonti.

Modello di nave denominata Polacca veneziana.

 

 Flotta inglese nella rada di Napoli

 

 

Per la sua partecipazione al governo della Repubblica Napoletana fu condannato a morte, ma la pena gli fu sospesa in quanto era tra i capitolati. De Nicola lo pone tra gli imbarcati per Tolone nel settembre del 1799, mentre il Lomonaco, nel suo Rapporto al cittadino Carnot”, ripota che fu condannato all’ergastolo da scontare nell’ Isola della Favigliana. 

 

Liberato nel 1801  si recò a Milano, ma ritornò definitivamente a Napoli nel 1806 con Giuseppe Bonaparte e rivestì importanti incarichi di magistratura. Successivamente  Gioacchino Murat lo nominò consigliere di stato. Con il ritorno di Ferdinando I , dopo il congresso di Vienna, fu nominato consigliere della corte suprema di giustizia. Morì a Napoli nel 1819.

 

 

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