CORRIERE DI NAPOLI E SICILIA |
(N. III.)
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Lettera d'una Repubblicana Francese ad una sua amica in Napoli
Parigi, 18 Piovoso.
Si è molto riso in Parigi sulla follia dell'ex-Re di Napoli, il quale
erasi dato a credere, di poter cacciare i Francesi da tutta l'Italia, come l'Aquilone
dissipa la polvere in un bel giorno d'Estate. Qui ognuno fa a gara per, dire
il suo sentimento intorno i due sposi detronizzati. Gli uni dipingono Ferdinando
Borbone coi colori d'un Sardanapalo; ed altri con quelli di un matto degno di
compassione. Si cita come un tratto orribile la sua condotta coll'ex-Duchessa
di... la quale fu da lui trattata colla più grande crudeltà per
compiacere a sua moglie, dopo di averne ottenuti i più teneri favori.
Un giorno, temendo d'esser sorpreso dalla sua consorte, questo Galante Reale
chiude la sua amante sotto chiave in una stanza; ve la lascia per lo spazio
di 24 ore; e il dì seguente vien costei trovata quasi che morta.
La Regina Carolina, sorella d'Antonietta, è riguardata, come una Messalina,
che regolava la Corte di concerto con Acton, quel ciarlatano politico, pieno
d'astuzia, e di perversità. Si dice che più nemici ci abbia suscitati
costei, che tutte l'altre Potenze insieme; ch'essa era quella, che dirigeva
la famosa Giunta di Stato, che altra cosa non era, che l'inquisizione; e che
sacrificava buona parte del giorno a scrivere alla moltitudine degli emissari,
e de' spioni, i quali manteneva in Parigi, ed in tutte le Corti straniere.
Esser Francese, era presso di lei un titolo certo di proscrizione: si è
intesa più volte indirizzar al Cielo, riguardo alla nostra nazione, i
voti stessi, che porgea quell'Imperatore crudele, il quale bramava, che il genere
umano avesse avuta una testa sola, per aver il barbaro piacer di troncarla.
L'entrata delle truppe Francesi in Napoli non sembra più qui un fenomeno.
Ci è ben noto, che il General in capo della vostra armata è altrettanto
abile nel mestier militare, quanto è proprio ad accattivarsi i cuori,
e gli animi per la sua franchezza, e sincerità. Si dice molto facetamente,
che egli è così avanti nell'amicizia di S. Gennaro, come lo è
della libertà.
Non ti dimenticare nella risposta di parlarmi di cotesta classe d'uomini chiamarti
Lazzaroni. Che mai vuol dire questo vocabolo? Gli adoratori di S. Gennaro si
somigliano forse a S. Lazaro.
Tutte le donne, che si son trovate presenti alla recezione de' Militari spediti
a presentar al Direttorio le bandiere Napoletane, han mirato con entusiasmo
aumentarsi la collezione de'Trofei de'nostri valorosi guerrieri. Ciò,
che ti dico, vorrei avere le cento bocche della Fama per farlo sentire a tutti
i Francesi; ben convinta, che il mirto ha generato sempre gli allori.
Dopo la conquista di Napoli, d'altro non parlasi, che di maccaroni; in ogni
pasto mangiansi de' maccaroni. Pare, che il Re Ferdinando tanti ne abbia seminato
prodigiosamente nella sua fuga; ognuno pretende, che questi siano di Napoli.
La moda tuttora così ingegnosa in questa Città, Divinità
adorata sempre dai nostri Damerini, e Damerine, ha saputo ben profittare di
questa circostanza. Le donne si fan delle acconciature a maccaroni, che loro
cascano da ogni banda, e si rilevano in ricci, come le nostre parrucche a tirabusciò.
Si parla d'una commedia intitolata: I maccaroni, che deesi rappresentare nel
Teatro di Faydeau. Ognuno sogna de' maccaroni; ognuno desidera viaggiare pel
paese de' maccaroni; e 'l giorno appresso non vi si pensa più.
Quanto a Parigi, egli è tuttora egualmente interessante, che quando ne
partisti. Corre voce, che tutta l'Europa è presa dal desìo di
democratizzarsi. Tanto meglio: troppo lungo tempo i pretesi Sovrani sono stati
tutto, ed i popoli niente; egli è giusto finalmente, che questi siano
qualche cosa. Si dice, che Carlo IV alla novella della caduta dal trono di suo
fratello, abbia per disperazione rinunciato alla corona di Spagna. Si dice,
che la folle Maria, ed il Principe del Brasile han lasciato il Portogallo per
rifugiarsi in Inghilterra. Si dice, che Ferdinando IV sia partito per Londra
con Nelson richiamato dall'Ammiragliato. Si dice, che Lucca, meno grande di
un Dipartimento di Francia, ha deposto il suo Gonfaloniere, e tutto il suo seguito.
Si dice, che Carlo Emmanuele non sa affatto dove trasportar le sue divozioni.
Io non la finirei giammai, se ti volessi trattenere con tutti questi nostri
Si dice. Addio.
Lettera al Compilatore del Giornale di Napoli, e di Sicilia.
Libertà |
Eguaglianza
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Napoli, 4 Ventoso, anno 7 Repubblicano.
Dalle recenti notizie pervenute dalla Sicilia ho saputo, che i satelliti del
despota Ferdinando vanno spargendo in tutte le Città di quell'Isola,
ed anche per le Campagne la voce, che i Francesi passando colà vogliano
vendicarsi contro i Siciliani, per immolarli a i Mani de' loro antenati, che
perirono nel famoso Vespro Siciliano. Questa mensogna assurda, ed inetta non
meriterebbe di essere confutata, se l'esperienza non ci avesse fatto provare,
quanto il Popolo è facile ad esser sedotto da que' furbi, e scellerati,
che lo vogliono ingannare per dargli un tiranno.
Il Vespro Siciliano, come rilevasi dalla Storia fu nel suo genere un tratto
sorprendente; ma il Popolo non vi ebbe altra parte, che quella di uccidere tutt'i
Francesi, che ivi avea lasciati un mostro abominevole chiamato Carlo d'Angiò,
ad insinuazione de' Baroni dell'Isola. Questi ch'erano uomini vani, ed ambiziosi,
speravano, cambiando un padrone, sostituirne un altro, il quale essendo ad essi
obligato dell'occupazione del trono, fosse lor dipendente. Ma le loro pretenzioni
andarono a vuoto, giacchè tutti furono maltrattati da Pietro di Aragona,
ed il Popolo fu egualmente oppresso, e tiranneggiato dagli Aragonesi, come lo
era dagli Angioini; essendo i re animali carnivori, come soleva chiamarli Catone.
Ma ora, che i Francesi passano nella fertile, e beata Isola della Sicilia per
liberarla dalla tirannia, e toglierle la feudalità, e mille altre inique,
e barbare istituzioni, per sostituirvi quell'eguaglianza, e libertà,
che deve fare i Siciliani felici, non vi è uomo di buon senso, che possa
fare un confronto sì odioso, e pensare, che uomini liberi, e generosi,
come i Francesi, vogliano far la vendetta de' loro trapassati tiranni. Pensate
adunque, o Cittadino, a mettere nel vostro Giornale nella giusta veduta le mire
perfide del fugato Borbone, e della spirante, e delirante Carolina, acciò
possano i Siciliani, che caddero nelle insidie loro tessute, ravvedersi, ed
abbracciare i Francesi, come loro liberatori, ed amici. Salute, ed amicizia.
Giuseppe de Logoteta
Membro del Governo Provvisorio
Basta di
volgere lo sguardo su gli avvenimenti passati per convincersi, che i Francesi
altro disegno non hanno, che di spezzar le catene delle Nazioni già schiave.
Siciliani, resistete alle perfide insinuazioni di Ferdinando violator de' trattati;
il suon d'allarme della libertà lo spaventa; possa quello risonare ne'vostri
cuori, ed ispirarvi il nobil coraggio di voler esser liberi. Sappiate, che il
Francese, dabbene, sensibile, e generoso si vendica de i despoti, col rovesciarli
dal trono; ma che egli tratta i Popoli come amici, e fratelli. Rasciugarvi le
lagrime, che vi ha fatto versare la tirannia; donarvi un governo fondato sulla
libertà, e l'eguaglianza, il solo che sia capace a farvi felici, questo
è il suo glorioso disegno; egli sarà adempito.
Regesti
1 Notizie dall'estero.
- Lucca - Democratizzazione del Ducato con la creazione di un G.P. composto
di cinque Direttori, un Segretario Generale, sei Ministri, un Consiglio degli
Anziani di 2 4 cittadini e un consiglio degli Juniori di 48.
- Conquista della fortezza di Ehrenbrestein da parte dei francesi l'8 Piovoso
(27 Gennaio).
2. - Notizie dall'interno.
- Ordine di rientro per i cittadini che si trovano fuori città.
- Creazione di una Sala di pubblica istruzione.
- Il gen. Lucio Caracciolo ha il comando degli uomini incaricati di scortare
i corrieri.
- E' istituita
una Commissione di dodici cittadini per esaminare i reclami contro la contribuzione.
- L'esercito napoletano sarà di 12.000 uomini; scopo loro è di
marciare con i francesi "alla conquista della Sicilia".
- Il G.P. sollecita la costruzione di un vascello, secondo le richieste di Championnet.
- "Dovendo l'attenzion del Governo estendersi su tutto quello, che può
interessare le arti, e risvegliare l'industria; incarica il Comitato dell'interno
di scegliere due de' suoi Membri, per visitare, e riconoscere di concerto coi
Francesi nominati dal General in capo, gli oggetti di manifatture esistenti
nelle fabbriche Repubblicane, principalmente nelle fabbriche di Seta di Caserta,
ed in quelle di Porcellana in Napoli per doverle rimettere prontamente in attività."
- La R.N. è divisa in 11 dipartimenti e la città di Napoli in
sei Cantoni.