CORRIERE DI NAPOLI E SICILIA |
(N. IV.)
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Estratto di una lettera diretta al Compilatore del Giornale di Napoli e di Sicilia
Col più
vivo dolore vi scrivo, amico, le tristi novelle dello stato del Dipartimento
della Sagra (ex-Provincia di Calabria Ultra). Già molti que' Comuni eransi
pacificamente democratizati; ed il popolo principiava ad esercitar con saviezza
la sua sovranità riacquistata dopo dieciotto secoli di barbarie. Ma il
novello Dionisio spedì da Palermo l'ex-Cardinale Ruffo, il quale giunto
alla Punta del Pezzo, e collegatosi con Winspear, Fiore, Cenicola, ed altri
infami Ministri del tiranno, giurò con questi di sterminare i patriotti,
e spezzare i passi della libertà verso la Sicilia. A tal fine cominciarono
a far leva di truppe fino al soldo di cinque carlini al giomo; ornando il cappello
di queste colla coccarda fornita di una croce bianca. In seguito spedirono con
buona scorta un assassino, chiamato Carbone, in Polistena di notte tempo, il
quale assalì tutte le case de' patriotti, a' quali dopo aver fatti i
più furiosi maltrattamenti, parecchi ne confinò in oscure prigioni,
e secondo i consigli, e gli ordini del Senato iniquo, che vi ho nominato, atterrò
l'albero sacro della libertà, e spogliò la popolazione di tutte
le mule, e di tutti i cavalli.
E Cardinale di Santa Chiesa passò poi in Bagnara, dove dopo di aver commesse
mille violenze e scelleraggini, fè fucilare molti patriotti, frà
quali perirono Rosario Messina, Rosario Savoja, e Barbieri Napoletano.
Voi fremerete di sdegno certamente alla lettura di queste inumanità;
ma io v'invito a riflettere, che il Ruffo passò ne' feudi di sua famiglia;
non dirò di vantaggio. Solo voglio ricordare, che un mostro di questa
famiglia chiamato Principe di Palazuolo, si divertiva per passatempo a tirar
collo schioppo carico a palla da una finestra del Castello di Scilla sopra gl'infelici
ragazzi, che nuotavano in mare; ed i poveri Scillitani non poterono mai ottener
giustizia di tal crudeltà.
Ma vi è la terza spedizione. Winspeare portossi per Mare al Pizzo. Ivi
furono da lui, e dal suo partito realista assalite le case de' patriotti, de'
quali condottine molti in prigione, ed altri feriti, negò a quest'ultimi
anche l'assistenza de' medici, e l'applicazione de' medicamenti. Son sicuro,
che per questa prova d'eroismo a favor della tirannia, sarà da Acton
decorato del titolo di Maresciallo e da Castelcicala di quello di Marchese,
con una qualche Commenda Costantiniana.
Non ostante però queste Ruffiane spedizioni non paventiamo punto sulla
sorte di quel Dipartimento. Gli abitanti di Monteleone, degni figli de' Focesi,
tutti son corsi alle armi, ed unitisi a' patriotti de' vicini Comuni son pronti
a marciare contro i Satelliti di Dionisio. La Truppa Francese è prossima
a raggiungerli; ieri 6 Ventoso partirono a quella volta col Commissario del
Governo, ducento giovani di quel Dipartimento animati dal sacro fuoco della
libertà, come lo fu Leonida, quando partì per le Termopili ad
affrontare i barbari Persiani. Tra poco il suolo della libertà sarà
purgato da questi esseri impuri, che lo calpestano; diverrà il più
forte sostegno della Repubblica, e contribuirà non poco alla conquista
della Sicilia.
Banchetto offerto dal Comandante della fregata Cerere al Gen. Championnett.
Erezione
dell'albero della libertà a Santa Lucia.
Lì
6 Ventoso, il General in capo accompagnato dal suo Stato Maggiore, dal Ministro
della Guerra, e della Marina, e dal General in capo delle truppe Napoletane,
è salito a bordo della fregata la Cerere, comandata dal Capitano Cosa.
Questa Fregata, la sola che scappò dall'incendio de' vascelli Napoletani,
era adornata di leggiadre tende. Sopra di essa si tenne un banchetto civico,
durante il quale i Repubblicani tra i trasporti della più viva gioja,
rammentandosi le loro imprese passate, si sono félicitati anticipatamente
su quelle dell'avvenire, le quali son loro ancora promesse dalla perfidia de'
Re. Le canzonette amare de' Francesi, simili a' cantici di Tirtéo cotanto
funesti a' Tebani, le quali hanno tante volte guidati i nostri guerrieri alla
vittoria, si sono udite in mezzo del pranzo risonar d'ogn'intorno.
Vi si son fatti i brindisi seguenti - Al Direttorio Esecutivo; alla Repubblica
Francese; ed alle sue armate vincitrici - Alla Repubblica Napoletana, ed alla
sua felicità; possa Ella sorpassar mille volte quella delle Repubbliche
Cisalpina, e Romana! Alle Repubbliche sue Alleate Allà liberazion della
Sicilia: possano i suoi abitanti non ravvisar ne' Francesi Repubblicani, che
fratelli, ed amici! - All'eccidio di Londra, alla Libertà dell'Universo,
alla pace Universale.
Ogni brindisi è stato accompagnato da 63 colpi di cannone, che han contestato
al tiranno, che la precauzione da lui presa di gettar nel mare tutta la polvere
de' magazzini, era inutile, e che assai ancora ve n'era per
fulminar tutt'i Troni.
Il Generale ha sciolta l'adunanza per andar ad eseguire una ceremonia augusta,
quella dell'erezion dell'albero della libertà sulla piazza di S.Lucia.
Cento colpi di cannone hanno annunciata la sua partenza. Seguito dagli altri
Generali, scortato dalle sue guide, e circondato da un popolo infinito, che
facev'ala alla marcia, il Generale Championnet si è portato nel luogo
disegnato. Ivi si trova formata un'orchestra; si eseguisce una musica del Piccinni;
ogni nota esprime, e promulga il trionfo della Libertà. Brilla su gli
occhi, e sul volto di ognuno il piacere: ogni cuore vien rapito da un dolce
trasporto. Terminata la festa,il Generale, e tutto il suo seguito sono stati
condotti dal popolo al palaggio di Acton.
Possano gli emissarj di Ferdinando informarlo fedelmente di tutto quello che
si è operato in questo dì e negli altri consagrati per l'addietro
alla erezione dell'albero della libertà nelle differenti piazze di Napoli!
Gli dipingano, sopratutto i rapidi moti d'un popolo rigenerato che non ravvisa
più nel fu suo Re, che un tiranno, che ha mille volte meritato la morte.
Regesti
l. Notizie
estere.
- Tentativi falliti degli inglesi, il 20 Ventoso, e nel mese di Piovoso, di
riconquistare Malta. Voci di una prossima guerra contro l'Imperatore.
2. Notizie dall'interno.
- Championnet chiede al G. P. di porre in attività la Tesoreria Nazionale
della quale viene riassunta la struttura. Celentano è nominato incaricato
di affari presso la Cisalpina. Agenti e consoli delle potenze in guerra colla
Francia sono invitati a lasciare Napoli. Viene completato l'organico del G.P.
Vengono dettate le norme sulla Amministrazione della Posta e creato l'Istituto
Nazionale. Mittois e Marcilly sono incaricati di compilare il Bollettino
delle Leggi.
- Notizie varie.
- Gli Inglesi hanno lasciato Messina; Pignatelli Vicario del Re "è
stato molto male ricevuto a Palermo", ed "è stato immantinente
imprigionato. Esempio rimarchevole della pretesa riconoscenza dei Re".
"Ferdinando che riguarda gli Officiali di Marina ed i Marinari come attaccati
alla causa della libertà, ha licenziato la sua Armata Navale".
"Palermo, Messina, la più parte delle Città e delle campagne
sono in una sorda agitazione"
stato emanato il decreto sull'organizzazione della G.N."
Proclama di Rey sulla sicurezza pubblica.