GIORNALE ESTEMPORANEO |
NAPOLI 2. PRATILE ANNO 7. |
)( N. IX.)( |
A chi legge
Puoi tu
più dubitare adesso, o Cittadino, che questo sia un Giornale Estemporaneo?
Lo vedi? Questo foglio doveva essere pubblicato il dì 6 Pratile ed è
escito da sotto il torchio il dì 2. Pratile. E' adunque escito questo
foglio
Allo'mprovviso, e quando men s'aspetta. Orl. Bern. 1. 9. 1.
Leggi ora il vocabolario della Crusca, e vedrai, che estemporaneo vale lo stesso,
che improvviso: ed ecco gìustificato il titolo di estemporaneo. Consolati
adunque rammentandoti.
Ch'ogni improvviso ben più piacer suole. Morg. 19. 113.
Ma tu ridi perchè io ti vorrei far credere che fosse un bene questo Glornale?
Scusami, io credo, che i Giornali siano come i consigli delle Donne, i quali
sono, come dice l'Ar. Fur. 7.1.
Meglio improvviso, che a pensarvi usciti.
Infatti che cosa è Giornale? E' quel libro, ove dì per dì
si notano i fat pubblici. Ora, perchè questi si notino con esattezza,
è necessario che si notino subito, e con semplicità, e siccome
non è possibile di prevedere i fatti pubblici, questi vengono all'improvviso,
e però estemporanei debbono essere i Giornali. La curiosità ci
spinge ad essere subito informati dei fatti pubblici, e perciò pare,
che un Giornale estemporaneo debba essere gradito più di un Giornale
Periodico, mentre in questo per non alterare il periodo della pubblicazione
di ciascun foglio, si indugia qualche giorno a pubblicare le notizie. Basti
per ora a te il sapere, che di questo Giornale si pubblicherà un foglio
subito che vi faranno fatti da renderlo interessante: e quando questi fatti
interessanti non saranno tanti da empire il foglio, ai fatti si aggiungeranno
aneddoti, o riflessioni interessanti, e nel suo totale agli Associati non mancheranno
cinquantadue fogli all'anno, secondo la promessa della associazione. Se tu ne
vuoi un maggior numero desta lo spirito Italiano a grandi azioni, ed il racconto
di esse mi obbligherà a darti un maggior numero di fogli all'anno. Salute,
e Fratellanza.
Napoli. E' stato pubblicato un Proclama firmato dal Citt. Girolamo Arcovito
Segretario, nel quale si contiene la Costituzione della società patriottica
della Repubblica Napoletana sotto il tìtolo degli amici della legge.
Esso ha le più grandiose vedute per lo bene della Patria.
Nel dì 29 Fiorile sono stati fucilati quattro insurgenti dopo esserne
state pubblicate le condanne.
La Commissione delle Casse di pubblica Amministrazione ha fatto stampare un
suo invito relativo al metodo stabilito per la estinzione delle Fedi, Polize,
e Polizini di Banco di dieci ducati in sotto.
Si è pure pubblicata una legge per lo stabilimento in questa centrale
di una lezione dell'esercizio del Mortaio, e del Cannone, in modo che possano
contemporaneamente istruirsene tutti que' giovani, che son forniti delle scienze
mattematiche, per potersi indi formare un Corpo patriottico di artiglieri volontarj,
ed una Legione di Volontari difensori della Patria nel piede dì Truppa
di linea.
E' stata pubblicata altra legge per lo stabilimento tanto nella Centrale, che
nelle provincie, della Commissione militare che non avrà altra forma
di processo se non l'estemporaneo militare per vedere la verità del fatto,
e persuadere la propria coscienza.
Altra Legge ha provveduto a prevenire gli abusi delle coccarde, ed a stabilir
la vera coccarda Nazionale, e quanto ad essa è relativo.
Con un Proclama dei 16 Maggio v.s. si è fatto noto al Pubblico che dalla
mattina di Lunedì 20 Maggio la moneta non si possa vendere più
del 4 0. per 100. in contante da chiunque cambiamonete, o altro particolare,
e che senza veruna eccezione, chiunque in qualunque sito della Città
possa vendere alla stabilita ragione del 40. per 100. coll'aggio in danaro:
e che tuttociò si è stabilito per convenzione fra il Cittadino
Giuseppe Marchetti con gl'Incettatori tutti di monete. Non ostante che prima
di tale stabilimento con una fede di credito di cento ducati appena si potessero
avere trentaquattro ducati di contante, da alcuni non è stato applaudito
questo stabilmento. Alcuni vecchi apprezzatori delle antiche Prammatiche hanno
rammentato, che fra le Prammatiche, raccolte sotto il titolo de monetis, ve
ne sono alcune, le quali proibiscono la compra, e vendita della moneta; e sono
di parere che dovrebbero rimettersi in vigore tali Prammatiche, perchè,
siccome ad ognuno è permesso di pagare i pesi pubblici in fedi di credito
per il valore in esse scritto; così ogni Cittadino deve essere obbligato
a ricevere la fede di credito per il valore in essa scritto, e non deve perdere
la Nazione nel di lei valore il quaranta per cento, quando la vuole ridurre
ìn contanti per pagare il soldato, o per pagare ciò che ha promesso
ad esteri, dai quali riceve poi in fedi di credito il prezzo delle derrate.
Questa riflessione si è fatta con il più gran calore da chi ha
le proprie case affittate alle Persone che vendono la moneta, mentre ne hanno
questi Padroni di case ricevuto la solita pigione in fedi di credito, e devono
ora rilasciare ad essi il quaranta per cento per poter valersi di queste fedi
di credito per il giornaliero sostentamento; e questi riflessivi non hanno voluto
consolarsi, e molto meno acquietarsi con la considerazione, che il perdere il
64. per cento era peggio, che il perdere il 40. per cento; ed abbajano ancora
al vento. Altri si sono infuriati nel leggere in questo Proclama che si voglia
far credere, che vi siano Incettatori impegnati per il vantaggio della Patria;
ma questi si sono poi calmati, quando sì è loro fatto avvertire,
che siccome vi è un eccesso di fedi di credito in circolo; questo eccesso
porge occasione, a chi ha e denaro contante, e fedi di credito, di tener sepolto
il contante, e far circolare le fedi soltanto, le quali sono esposte a maggior
rischio di rendersi inutili o per incendio, o per altro accidente; e per impegnare
questa gente a mettere in circolo il suo contante, conviene allettarla con qualche
utile, ed in oltre è necessario pagare chi vada a prendere questo denaro,
e dare un compenso al rischio della perdita del medesimo. Questa calma però
si è turbata da alcuni i quali sono di parere, che a tuttociò
si sarebbe potuto provvedere senza spesa, eseguendo il metodo di procurarsi
il denaro contante dai venditori a minuto in Napoli proposto nel Vol. CXV. del
Giornale Letterario di Napoli e sono tanto ostinati in tale opinione, che si
sono dichiarati, che non si ritireranno da tale sentimento, sintantochè
non avranno veduto posto in esecuzione, con esattezza, e vero patriottismo tale
metodo, senza che abbia prodotto il bramato effetto, ed a simile ostinazione
non si è potuto opporre ragioni. Altri hanno temuto, che con tale provvedimento
restasse fissato l'aggio della moneta al 40. per cento, o che si facesse dagl'Incettatori
mancare il denaro effettivo per il diminuito aggio; ma si sono poi tranquillizzati
nel riflettere, che in tempo di Repubblica i propositi sogliono essere più
fermi di quelli dei marinari, ed anco gli avari sogliono cacciar fuori i denari:
ma quel nome d'Incettatore, che in Napoli suole intendersi per Persona la quale
compra una mercanzia per rivenderla a prezzo più alto, ha fatto una impressione
così cattiva, che non si è potuto persuadere la maggior parte
del Pubblico, la quale per altro si persuaderà col fatto subito che vedrà
giornalmente diminuire l'aggio del denaro contante, quale aggio per giustizia
non deve esistere. t stata tale la rabbia di alcuni contro questo aggio di moneta,
che, rammentandosi, che nella Prammatiche de nummulariis si conserva la memoria
di una provvidenzadata una volta per assicurare il credito di una moneta nuovamente
coniata, si è proposto da essi di proibire il corso di qualunque moneta
non Repubblicana, con riceversi per altro nei Banchi la moneta proibita per
il corso di soli tre mesi, in compenso di altrettanta somma in carte Bancali
Istrumentarie da valere soltanto per compra di Beni Nazionali; mentre così
verrebbe a ritirarsi tutta la moneta Napoletana del Passato Governo, e riducendosi
questa in moneta Repubblicana, si potrebbe per mezzo dei Banchi ripartirla fra
la popolazione in modo, che non vi sia più aggio di moneta. Questo Progetto
ha sorpreso molti, i quali si sono cominciati ad occupare di esso, perchè
hanno trovato che non conviene portare in tasca quelli stemmi che si è
avuto tanta premura di togliere dalle pareti ove stavano appesi, ed hanno lasciato
di biasimare il Proclama, il quale non potrà negarsi, che dia una buona
opinione del patriottismo del Cittadino Giuseppe Marchetti.
Con legge dei 19 Fiorile è stato fissato il regolamento per la Tesoreria
Nazionale della Repubblica Napoletana, con il quale resta cautelata l'esazione
delle rendite della Repubblica, e l'impiego di quelle che passano per le Casse
Nazionali; e fra le altre cose si ordina, che il risultato de' conti ammesso
dai Commissari della contabilità si stampi, e si renda pubblico ogni
sei mesi. Resta ora a desiderasi, che sì stabilisca un sistema per frenare
alcune Municipalità dalla smania di aggravare la Nazione con addossare
a' stabilimenti pubblici il mantenimento d'individui, i quali esse sole si fanno
lecito di credere meritevoli di vivere a spese della Nazione.
Nel dì 30 Fiorile sono state avanti il Palazzo Nazionale con la più
grande solennità bruciate le bandiere tolte agl'Insurgenti, ed alcuni
di essi che erano stati fatti prigionieri nei fatti d'arme di Castellammare,
e di Salerno, dopo essere stati testimonj di tale operazione, sono stati liberati
dal Governo, acciò possano, tornando alle loro Patrie, dare le più
sicure notizie della dolcezza del Governo Repubblicano, della fermezza di questa
Centrale in sostenerlo, e della falsità delle voci sparse nelle loro
respettive Patrie per sedurle contro la Repubblica Napoletana. La molta Truppa
Repubblicana ed a piedi, ed a cavallo, e Nazionale, e di linea, unita a Truppa
Francese, che assicurava la garanzia della Francese Repubblica, formò
uno spettacolo imponente, il quale ravvivò l'allegria dell'immenso popolo
accorso, in modo di dare esso i più lieti contrassegni di quella gioconda
fratellanza che deve unire in una sola famiglia tutta la Nazione, e rendere
sempre più arrabbiati quei pochi i quali vorrebbero ancora esser privi
di sentimento, per non essere obbligati a confessare, che và prendendo
la più gran consistenza la Repubblica Napoletana sulle basi della Religione,
della Giustizia, della eguaglianza, e della non licenziosa libertà.
Si è
già cominciato a porre in esecuzione il sistema stabilito dal Governo
= Che ciascuna Municipalità nei giorni festivi assista in forma pubblica
alla messa solenne, ed alla spiegazione del Vangelo nelle Chiese a tale oggetto
destinate = E si sono con piacere sentiti dotti, ed esemplari Ecclesiastici
fare spiegazioni del Vangelo adattate alla intelligenza del popolo, ed a fargli
conoscere la conformità del sistema Repubblicano con i dettami del Vangelo:
e si è udito pure avanti il Palazzo Nazionale un dotto Religioso con
la solita antica formula dei Predicatori Napoletani parlare al Popolo, istruendolo
nei suoi doveri verso Dio, e verso la Repubblica.
Per l'allontanamento dei Legni Inglesi indicato nel passato foglio, il Cittadino
Caracciolo Direttore Generale di questa marina con una flottiglia Nazionale,
profittando della calma, è andato ad attaccare una Fregata nemica, che
era rimasta nelle acque di Procida con altri minori legni, ed ha molto danneggiata
quella Fregata, ma non ha potuto cagionare maggiori danni a tali legni, perchè
protetti da tre batterie piantate dagli Inglesi a Procida. Sei persone sono
morte, e quattro sono state ferite, oltre il Comandante Cittadino Matteo Correale,
ferito anch'esso. La Repubblica ha compensato subito le famiglie dei morti con
pensioni e gratificazioni; ha aumentato i soldi e dato gratificazioni ai feriti,
ed ha ordinato che al Cittadino Matteo Correale Comandante di una Cannoniera
si conferisca un grado di più a quello che li corrisponderebbe nel nuovo
piano di Marina. Il Governo Napoletano ha pubblicato un Proclama diretto agli
abitanti di Procida, promettendo ad essi l'Indulto, qualora depongano le armi,
e si uniscano alla Repubblica Napoletana.
Roma 15 Fiorile. Fino dal dì 9 corrente i briganti ardirono di attaccare
a Civita Ducale la Truppa Francese, colà stazionata; ma i bravi Repubblicani
in numero di soli 150. gli hanno completamente battuti, dispersi, ed inseguiti
sino al villaggio di Paterno. Un solo Cannoniere Francese è rimasto morto
sul campo: dei briganti un numero non piccolo. Una tale notizia è stata
comunicata officialmente al Consolato dalla Municipalità di Rieti, dalla
quale Comune sono accorsi alcuni altri Francesi per rinforzar quelli, che sono
stazionati su questo confine della Repubblica Napoletana.
Toscana Fucecchio 2 7. Aprile v.s. L'Umanità che era oppressa nella classe
degl'lndigenti per la total mancanza di manifatture, e per la scarsezza, ed
eccesso dei prezzi dei generi di prima necessità, ha ritrovato una non
mediocre risorsa nel cuor benefico del Citt. Gio. Conti di Livorno, ricco possessore
di queste campagne. Venuto questi a rivedere la sua famiglia qui dimorante per
ragione di villeggiatura, ed osservando i mercati mancanti di grano, e d'altri
commestibili con prezzi eccessivi per quei pochi che si avevano, ha trovato
ben egli il compenso d'arrestare il rapido aumento dei prezzi, e provvedere
alla mancanza dei generi. Ha procurata con sollecitudine la riunione in questa
terra di non poca quantità di grano, ed apertane una pubblica vendita
a minuto, ne ha con sua perdita incominciato lo smercio per la sola classe degl'indigenti,
al discreto costante prezzo di lire nove lo staio. Un atto così benefico
non merita certamente il silenzio; richiede anzi, che reso pubblico per dì
lui gloria, risvegli nei possessori suoi pari quella degna emulazione, che tanto
giova all'umanità che languisce.
Firenze 7. Maggio v.s. Il Gonfaloniere di questa Comune con suo Proclama del
I. corrente ha notificato essere stato ordinato con Decreto del Commissario
del Governo Francese in Toscana Reinhard segnato nei 10. Floreal (29. Aprile
1799 v.s.) che dalla Cassa della Camera delle Comunità sia riscosso nel
termine di giorni quattro il totale della quota dell'Imprestito del corrente
anno, ordìnato col Motuproprio del dì 8. Dicembre 1798, di cui
colle susseguenti istruzioni restò prefinita la scadenza a tutto il decorso
mese di Aprile 1799. La quota suddetta per tutta la Toscana è di dugentomila
scudi, della quale ne era stata pagata finora piccola porzione.
Per ordine del General di Dìvisione Gaultier Comandante in Toscana nel
dì I.del corrente Maggio v.s. si è pubblicato un Proclama, nel
quale si ordina a tutti gl'individui arrivati qui dall'Armata di Napoli, e di
Roma, che non sono muniti della carta di sicurezza per restare in Firenze, di
partire nel corso di ventiquattr'ore, sotto pena di essere arrestati.
Quest'ordine comprende i Militari, e gl'impiegati nelle Amministrazioni, e le
loro mogli. Per l'adempimento dell'ordine già dato alle mogli dei militari,
e degli Amministratori attaccati all'armata d'Italia di partir di Firenze, saranno
fatte le visiste domiciliari. Quelle che saranno trovate non munite di una permissione
particolare per restare, saranno arrestate, ed inviate al Quartier Generale.
Restano eccettuate le imbiancatrici, e le vivandiere. Quante imbiancatrici,
e quante vivandiere può avere un'armata? Non possono tutte le donne essere
imbiancatrici o vivandierre?
Per rendere sempre più energico, e tranquillizzare lo spirito Patriottico,
possiamo assicurare coll'ultime notizie giunte in questo momento da Bologna,
che di quà dal Po non si trova alcuna divisione di truppa Tedesca, e
che in conseguenza Modena, Reggio, Ferrara e Bologna sono al presente senza
verun timore di sorprese. A fine poi di sempre più mettere a coperto
le dette Città, il General Montrichard si è portato in Bologna
a formare, ed organizzare un numeroso corpo di truppa di linea, che verrà
rinforzata da altri corpi, che sono in marcia. A questo si unirà quella
Guardia Nazionale, e molti volontarj, che si sono messi nel più grande
impegno per la difesa della Patria. Le prove che già hanno date nel battere
da pertutto gl'Insorgenti, con magnanimo coraggio, fanno vedere quella, di cui
possono esser capaci anche in appresso. In oltre sappiamo essere in marcia,
e prossimo a giungere il General Macdonald, proveniente da Napoli colla maggior
parte della sua Divisione, e con altre Truppe che si trovavano nella Repubblica
Romana, compresovi un grosso Corpo di Cavalleria; tutte pure destinate nel suddetto
oggetto. Frattanto la nostra Comunità è stata avvisata di preparare
l'occorrente pel prossimo arrivo di 2 mila uomini della suddetta truppa.
Sono più giorni, che per la strada Bolognese, precisamente all'importante
posto di Lojano si è formato un Campo di osservazione di truppe Francesi
con la respettiva artiglieria, e tengono il loro quartiere alle Filigare. Ora
si è presa altresì la precauzione di guarnire la montagna di Pistoja
al luogo detto l'Abetone con altro numeroso corpo dì Truppe Francesi,
specialmente di Cavalleria, e vi si è fatto trasportare un treno di cannoni,
mortari, petreti, obizi, palle, bombe, e molti carri di munizioni Queste provvide
misure sono ad oggetto di garantire lo Stato dalle incursioni, che tentassero
fare da quelle parti gl'Insurgenti della Cisalpina.
Jeri fu pubblicato un Proclama che comincia nel seguente modo
Dal Quartier
Generale di Firenze li 16. Fiorile anno 7. della Repubblica 'Francese una, e
indivisibile.
Un Popolo trattato dall'armata Francese con una dolcezza, di cui non si dà
esempio nella Istoria della Guerra; un Popolo che non è stato nè
oppresso da imposizioni nuove, nè turbato nelle sue opimoni politiche,
e religiose, osa prender le armi per dirigerle contro le Truppe della Grande
Nazione. Di già la Coccarda tricolore è stata oltraggiata. Il
Sangue Francese si è sparso [ ... ] e senza provocazione, si è
ardito di gridare Viva l'imperatore, morte ai Repubblicani. Questa condotta
è la misura della confidenza che puonno ispirare i Toscani. lo non posso
tollerare da vantaggio una tale audacia. In conseguenza ho ordinato varie disposizioni
di cautela.
Le voci degli Allarmisti sparse ad arte per togliere alla pacifica Toscana quella
tranquillità che godeva, hanno per mala sorte traviato alcuni popoli
del nostro Territorio. Tendevano esse principalmente a far credere, che Firenze
era stata occupata dalle Truppe Tedesche, e che dovevasi ritornare sotto l'antico
Governo: la malizia di questi scellerati è arrivata al colmo, poichè
nel tempo stesso hanno saputo percorrere quasi tutto il territorio Toscano,
incitandolo alla rivolta: infatti i finora pacifici abitanti, e coloni, ingannati
e sedotti, e non frenati, nè schiariti, da chi doveva illuminarli, hanno
tutti dati i contrassegni di una insurgenza: le principali Terre e Villaggi
si sono veduti nel momento in una sommossa cagionata dagl'ignoranti Campagnuoli.
Questi incosiderati movimenti si renderanno però effimeri, come è
già seguito nel Mugello, ove appena presentatasi la Cavalleria Francese,
si dileguò ogni tumulto, e si ristabilì la calma coll'arresto
di più persone, che fomentavano il disordine, e le quali sono state condotte
in questa Città, e sottoposte alla Commissione Militare. Altri distaccamenti
di Truppe son partiti per diversi luoghi; e queste pure produrranno l'istesso
felice successo.
A maggior confusione per altro de' malcontenti, e forsennati, fino dallo scorso
giorno incominciarono a giungere in questa Capitale delle truppe della Divisione
del General Macdonald, provenienti da Roma. Altre ne sono arrivate in quest'oggi,
e per ora in tutto formano un corpo di 3. mila uomini d'Infanteria, e 500 di
Cavalleria; le medesime sono comandate dal, Generale Merlin, ed appena giunte
hanno fatta la loro parata, e a bandiere spiegate, e banda militare, sulla piazza
di S. Maria Novella coll'intervento del Generale Gaultier, e dì tutto
lo Stato maggiore in mezzo ad un affollato popolo; quindi sono andate a prendere
quartiere in diversi luoghi già stati loro preparati. Queste truppe sono
destinate per rinforzo dell'armata, che deve guardare i nostri confini.
BOLOGNA 3. Maggio v.s.
Nel dì
26. Aprile dopo l'assenza di varj giorni, e dopo aver superato molte difficili
imprese, ma sempre con somma gloria e vittoria, tornò fra le acclamazioni
del popolo il Battaglione Nazionale. Il Corpo Legislativo volendo perciò
dimostrarsi grato, ha dichiarato che la Guardia Nazionale del Reno è
benemerita della Patria, e le ha inviata una bandiera con la onorevole iscrizione
A' difensori della pubblica tranquillità, la Patria riconoscente.
La nostra Città è in un aspetto guerriero il più importante.
Già abbiamo il Generale Montrichard con una Divisione di 6. mila uomini
di truppe di linea proveniente da Ferrara, ove ha lasciati altri 4. mila uomini
in circa di Soldati Francesi sì per la difesa della Fortezza, che per
il buon ordine della città, e in osservazione della riva del Po. Oltre
i nostri numerosi Battaglioni di Truppa nazionale, il Generale La Hotz, in vigore
degli ordini ricevuti ha aperta una coscrizione per un corpo franco, che non
sarà minore di due mila uomini, per formare altri battaglioni di Truppe
Nazionali destinati a guardare diversi posti importanti, a cui presiederà
per Capo di Brigata il bravo Cittadino Luigi Barbieri tanto benaffetto alla
Guardia suddetta come suo istruttore. In conseguenza si è veduto il pubblico
avviso per la formazione di esso Corpo, con cui viene severamente intimato a
tutti i Cittadini dell'età voluta dalla legge di fare il militare servizio
della Guardia Nazionale; annullando tutte le esenzioni accordate, all'eccezione
di quelle di grave malattia, e per ragione d'uffizio. Ora si attende in breve
la numerosa divisione del General Macdonald proveniente da Napoli e Roma, che
contiene un gran numero di Cavalleria, e parte verrà dalla strada di
Fano, e parte da Firenze. Con queste forze, e con altre della Liguria, noi in
pochi giorni avremo qui un Corpo d'Armata di circa trentamila uomini, sufficientissima
a guardare gli avanzamenti, che tentassero fare gli Austriaci da questa parte.
Oltre di ciò ai nostri confini tanto dalla strada Modanese, quanto da
quella della Toscana abbiamo due posti fortemente guarniti da numerose truppe
con artiglieria, e questi formano la seconda linea di difesa. Qui si prendono
frattanto sollecitamente tutte le necessarie disposizioni sì per gli
alloggi, sì per le provvisioni di tante forze, e si sono persino evacuati
gli Spedali, mandando i soldati Francesi ammalati a Firenze, ed i Cisalpini
a Faenza: a tal effetto sono stati messi in requisizione tutti ì Cavalli,
e persino delle bestie bovine. Intanto tutte le Città, e Dipartimenti
di quà dal Po sono tranquilli, e senza alcuna vista di Tedeschi. Sappiamo
però, che Piacenza è stata evacuata da' Francesi dopo aver distrutto
il ponte sopra il Po, e con i loro Spedali hanno presa la strada del Piemonte
per rinforzare quella linea: i loro magazzini per altro sono in Piacenza guardati
dalle truppe del Duca di Parma, e lasciati in consegna a quel Governo. Vi hanno
ancora traforato, e gettato a fondo il Porto del Po, e per questo motivo siamo
stati senza l'ordinario di Milano.
Le nuove poi dei Paesi al di là del Po ci sono riportate in varie guise,
essendo relazioni di persone di colà partite. Dalle più uniformi
per altro si rileva, che tutte le Fortezze, e Cittadelle sono peranche in mano
dei Francesi; che i Tedeschi sino di lunedì entrarono in Milano, incontrati
in distanza da quell'Arcivescovo, e da molta nobiltà; che dopo il loro
ingresso fu cantato solenne Te Deum in quella Cattedrale, e che nella sera venne
illuminata tutta la Città; che si era dal nuovo Governo creata una Commissione
di Polizia Imperiale, lasciando provvisoriamente al loro posto gl'impieghi primarj,
e la Guardia Nazionale per il buon ordine della Città, ma sotto il nome
di Guardia Urbana. Sappiamo però, che il Comandante del Castello ha minacciata
la distruzione totale della Città prima di arrendersi.
Altre notizie ci assicurano essere accaduta una sanguinosissima battaglia tra
la divisione del Generale Serrurier, e gli Austriaci al fiume Adda sopra Cassano:
dicesi che i Francesi assai inferiori di numero dettero le più grandi
prove di valore, e che nella mattina erano restati vittoriosi dopo aver fatti
molti prigionieri, ed ucciso gran numero di nemici, tra quali 500. Russi; ma
che nel dopo pranzo arrivate due Colonne di Austriaci, e passato l'Adda, una
a Castelnuovo, l'altra al di sopra di Cassano, riuscì al nemico di battere
di fianco la Divisione Francese, e inviluppare l'istesso Generale Serrurier
in modo, che dicesi rimanesse prigioniero con molti Uffiziali, e soldati; che
allora l'avvanzo dell'Armata Francese dovette ritirarsi verso Pavia, e questa
fu l'impresa che condusse i Tedeschi a impossessarsi di Milano. Si asserisce,
che dopo questo fatto tutte le forze Francesi sotto gli ordini de' Generali
Moreau, e Delmas si sieno ripiegate al Tesino, ove hanno posto il quartier generale
per stare sulla difesa fino a tanto che non giungeranno i rinforzi già
destinati, e spediti dal Direttorio di Parigi, che non sono per ora meno di
100. mila uomini ed abbiamo la consolante notizia, che a Torino siano arrivati
25. mila soldati dell'Armata del Generale Augereau, e che egli stesso è
già pervenuto a Genova, di dove si è portato subito a prendere
il comando delle sue truppe; e che gli Austriaci dopo avere fatto un bottino
si sono subito ritirati da Milano: e da Ferrara. Si è saputo che il Ponte
di Lagoscuro è libero: nessuna comunicazione è interrotta, la
quiete è intera. In alcuni Dipartimenti si sono battuti Austriaci, ed
Insurgenti, giacchè questi non hanno altro oggetto che il saccheggio,
il quale fatto una volta da una classe d'invididui, non lascia altro da prendere
all'altra classe.
Reggio 2. Maggio v.s. Fino dal dì 29. il Comandante di questa Piazza con pochi Francesi, e Cisalpini partì alla volta di Modena. Questa partenza ebbe origine dalla voce sparsasi dell'arrivo imminente de'Tedeschi. In fatti nel giorno successivo si presentò un distaccamento di 40. in 50. nemici. Il Comandante assicurava di esser seguito da tre mila uomini; che l'Imperatore perdonava a tutto il passato, a condizione che i cannoni, e le munizioni da guerra gli fussero consegnate. La Guardia Nazionale voleva discacciare a forza i nemici. L'Amministrazione Municipale si oppose a questo slancio di ardire patriottico, ed accordò ai Tedeschi tutto ciò, che volevano. Dopo questo gli Austriaci si ritirarono, ed il corpo de' tre mila non è peranco comparso. Da Parma pure i Tedeschi si sono totalmente ritirati, e si sono riuniti alla riva del Po.